lunedì 15 ottobre 2012

La salute, l’autorizzazione alla centrale Enel, il Sindaco che non c'è!

La questione della nuova Autorizzazione Integrata Ambientale (di seguito AIA) alla centrale termoelettrica di Vallegrande è sempre all’ordine del giorno. La nuova Amministrazione Federici sembra continuare nel solco della precedente secondo un indirizzo teso a minimizzare i poteri del Comune all’interno del procedimento di autorizzazione e allo stesso tempo a giustificare di fato la conferma del gruppo a carbone come sezi0ne principale della centrale spezzina.



Con il post che segue voglio riprendere, aggiornandolo, il ragionamento sulle potenzialità della normativa che disciplina l’AIA e su quello in particolare che potrebbe fare il Comune e il Sindaco Federici e che tutt’ora non viene fatto.






IL POTERE DEL COMUNE NELL’AMBITO DEL PROCEDIMENTO DI RILASCIO DELL’AIA SULLA CENTRALE ENEL

Il potere come ho avuto più volte modo di sottolineare in questo blog ed in luoghi di dibattito pubblico, è quello di predisporre un parere sanitario ai sensi di legge.
Recita il comma 7 articolo 29quater del dlgs 152/2006 : “7. Nell'ambito della Conferenza dei servizi di cui al comma 5, vengono acquisite le prescrizioni del sindaco di cui agli articoli 216 e 217 del regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265,”.
Tradotta in concreto questa norma significa che il parere del Sindaco è obbligatorio ed è rilasciato nell’ambito del suo ruolo di massima autorità sanitaria del territorio comunale.
Quindi il Parere deve avere la finalità di dimostrare la accettabilità sanitaria della presenza di una industria insalubre in zona abitate, il che comporta, almeno:
a) una valutazione della rilevanza sanitaria delle emissioni dell’impianto
b) una valutazione dello stato sanitario della popolazione interessata
c) una valutazione della evoluzione del contesto urbanistico interessato dall’impianto
d) una valutazione dei rischi di incidenti rilevanti dall’impianto

Sulla base di questa valutazione si potrebbe quindi concludere il parere sanitario del Comune predisponendo delle prescrizioni mirate ad applicare le migliori tecnologie disponibili per la riduzione del rischio sanitario  emerso. 



I PARAMETRI NORMATIVI PER LE PRESCRIZIONI DELL’AIA
Le disposizioni e i limiti che saranno imposti con l'autorizzazione integrata ambientale dovranno derivare da un ottimale compromesso tra:
1. rispetto dei principi di prevenzione e riduzione integrata  dell'inquinamento, che porta a
dover prendere in considerazione le migliori tecniche disponibili (BAT: Best Available Techniques): contenute nei documenti  BREF ((BAT Reference Documents) e delle Linee Guida nazionali che li recepiscono;
2. disposizioni e limiti fissati dalla normativa vigente nel territorio in cui è ubicato l'impianto  (che serviranno a modulare le stesse disposizioni e limiti imposti con l'AIA; i limiti imposti  con l'AIA non potranno  comunque  essere meno rigorosi di quelli imposti dalla stessa  normativa vigente nel territorio);
3. analisi costi e benefici ambientali che possono derivare dal rispetto dei principi di prevenzione e  riduzione integrata dell'inquinamento.
4. in quanto procedimento di sostituzione di autorizzazioni settoriali, le cui disposizioni si basano, tra  l'altro, sui contenuti previsionali degli strumenti di programmazione (ad es.: Piano Regionale di  Risanamento e Tutela della Qualità dell'Aria, Piano Regionale di Tutela delle Acque, Piano  Regionale di Gestione dei Rifiuti, etc. etc.), si ritiene che, anche nel caso di AIA, nel corso dell'istruttoria, non si potrà prescindere dai contenuti di simili documenti.



LE AUTORITÀ CHE RILASCIANO L’AIA POSSONO DEROGARE ALLE BAT DELLA UE CONTENUTE NEI BREF
Afferma, in recepimento della normativa comunitaria, l’articolo 29septies del DLgs 152/2006: ““1. Se, a seguito di una valutazione dell'autorità competente, che tenga conto di tutte le emissioni coinvolte, risulta necessario applicare ad impianti, localizzati in una determinata area, misure più rigorose di quelle ottenibili con le migliori tecniche disponibili, al fine di assicurare in tale area il rispetto delle norme di qualità ambientale, l'autorità competente può prescrivere nelle autorizzazioni integrate ambientali misure supplementari particolari più rigorose, fatte salve le altre misure che possono essere adottate per rispettare le norme di qualità ambientale”. 
Si ricorda che, secondo l’ articolo 5 comma 1 lettera i-nonies) del Dlgs 152/2006, per  norma di qualità ambientale si deve intendere: “la serie di requisiti, inclusi gli obiettivi di qualità, che sussistono in un dato momento in un determinato ambiente o in una specifica  parte di esso, come stabilito nella normativa vigente in materia ambientale;…”

Quindi sulla base della specificità del sito, tradotto sulla base  della valutazione sullo stato sanitario come evidenziata in precedenza,  il Comune può proporre delle prescrizioni da recepire nella AIA della centrale Enel anche in deroga:
1. ai limiti di emissione di legge
2. alle indicazioni sulle migliori tecnologie disponibili che emergono dai documenti ufficiali della UE (BREF). 



QUALI CONDIZIONI PER DEROGARE ALLE BAT DELLA UE CONTENUTE NEI BREF

La richiesta ed il successivo rilascio di un AIA con prescrizioni in deroga ai limiti di emissioni vigenti e alle BAT della UE, deve tenere conto di aspetti giuridico amministrativi rilevanti che emergono sia dal dettato normativo che dalla giurisprudenza anche nazionale (vedi TAR Puglia 1187/2012 qui). 
In particolare l’Autorità che rilascia l’AIA (il Ministero dell’Ambiente) può derogare alle BAT (elaborate in sede UE con i documenti BREF e poi attuate con le linee guida nazionali negli stati membri)  a condizione che:
1.  come affermato dal TAR Puglia (sulla vicenda ILVA Taranto): “ stabilendo  ancorché possa ipotizzarsi la prefissione di limiti ulteriori rispetto alle MTD, è in ogni caso necessario che la prescrizione abbia uno specifico contenuto, tanto da porre in grado il produttore di ottemperarvi e di poterne verificare la rispondenza ai parametri stabiliti
2. attraverso apposita analisi costi benefici (vedi comma 4 articolo 15 Direttiva 75/2010  disciplina dell’AIA) che dimostri la fondatezza ambientale/sanitari, tecnica ed economica della prescrizione.

Come deve essere svolta questa analisi costi benefici?.......



QUALE ANALISI COSTI BENIFICI
Anche qui è la legge a soccorrere, se lo vorrà, l’attività preventiva sanitaria del Comune.  
Si veda in particolare Decreto Ministeriale 1/10/2008 (Emanazione di linee guida in materia di analisi degli aspetti economici e degli effetti incrociati per le attività soggette ad AIA) secondo il quale:  le alternative siano valutate secondo gli effetti ambientali incrociati (Cross-Media Effects)  cioè  poter  valutare l’effetto dovuto contemporaneamente a più inquinanti che rilasciano in uno stesso  o più corpi ricettori” 

L’obiettivo  metodologico  dei  Cross-Media  è  quello  di  fornire,  nei   casi  più  complessi come questo della centrale Enel, una  guida alla  scelta  dell’opzione  migliore  sotto  il  profilo  sanitario ed ambientale  fra  le  tecniche  o  le  tecnologie  che  in  alternativa  possono  essere  implementate  in  un  contesto  di rilascio dell’AIA.
Il dlgs 152/2006 da una definizione ampia di tecniche:
“1) tecniche: sia le tecniche impiegate sia le modalità di progettazione,  costruzione, manutenzione, esercizio e chiusura dell'impianto;”   
A conferma che per tecniche ci si riferisce alle generali modalità gestionali dell’impianto si veda anche l’allegato XI al dlgs 152/2006 che stabilendo i criteri per definire le migliori tecniche disponibili individua anche:  Consumo e natura delle materie prime ivi compresa l'acqua usata nel processo e efficienza energetica

Quindi la  Commissione AIA  del Ministero dell’Ambiente sulla base  della valutazione sanitaria elaborata dal Comune, come riportato all’inizio di questo post, potrebbe, per fare un esempio, applicare il metodo Cross-Media per mettere a confronto la riduzione ed il miglioramento dello stato sanitario/ambientale tra due modelli gestionali dell’impianto:  carbone -  v/s -  metano.


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