martedì 30 ottobre 2012

Rapporto Ecosistema Urbano: su Spezia classifica taroccata!

Nuova edizione del Rapporto Ecosistema Urbano (vedi quie ancora toni trionfali da parte di amministratori locali e mass media locali (vedi qui), rispetto ad una classifica generale che ci vede al terzo posto delle città medie (tra 80 e 200.000 abitanti).  

I toni trionfalistici non corrispondono alla verità dei fatti e dei numeri, se letti con obiettività,  come  avevo già chiarito per il Rapporto dello scorso anno vedi qui  e dell’anno precedente vedi qui.

Nel post che segue dimostrerò che quanto analizzato per gli anni passati vale anche per il Rapporto attuale. 






LA METODOLOGIA SU CUI SI FONDA IL RAPPORTO
Sotto il profilo metodologico ci sono molte cose che non tornano in questo Rapporto
1. è fondato solo sui dati forniti dai Comuni e quindi come dire ha una sua parzialità di base che non può essere compensata dalle verifiche a distanza fatte dagli estensori del Report. Invece dovrebbe essere chiarita fin dall'inizio la distinzione tra quali sono i dati che una PA realmente conforme alla migliore normativa e alle migliori pratiche dovrebbe fornire e quelli che fornisce in concreto, il tutto dovrebbe comportare un giudizio che incide sulla classifica finale;
2. non è a doppia leggibilità, vale a dire non c’è una parte frutto dei dati degli uffici Comunali ed una frutto di una indagine sul punto di vista di circoli e associazioni locali che seguono le varie vertenze ambientali sul territorio come pure di ordini professionali (pensiamo a ordine dei medici, architetti etc.) ed enti che hanno, o possono avere, dati e punti di vista diversi sui vari temi;
3. non contiene, indicatori che permettano una valutazione dei dati non solo settoriale (aria, acqua, rifiuti etc.) ma integrata e quindi consentano di monitorare gli impatti cumulativi; ciò permetterebbe di capire, tanto per esemplificare, che una città, come Spezia, che ha aree enormi da bonificare non possa migliorare la propria classifica da un anno all'altro. In altri termini il Rapporto non dovrebbe essere di semplice monitoraggio ma anche di valutazione e questo comporta appunto che le integrazioni di indicatori di cui sopra debbano essere finalizzate alla valutazione non solo della sostenibilità in termini di raggiungimento di obiettivi di salvaguardia ambientale ma anche del grado di integrazione delle politiche, delle azioni inter e intradipartimentali, della enunciazione delle priorità e della convergenza di più azioni su queste priorità . Peraltro, e non a caso, le poche volte che si usano indicatori integrati (esempio politiche energetiche) la classifica diventa molto negativa : da terzi assoluti diventiamo solo ventisettesimi ( a pari con altre 4 città peraltro) su 41 città medie.
4. la distinzione in tre classifiche (città sopra i 200.000 abitanti, città tra gli 80.000 e i 200.000 abitanti, città sotto i 80.000 abitanti) è sotto il profilo ambientale totalmente arbitraria, come è noto, per misurare/valutare la sostenibilità di un territorio, non conta solo la quantità dei residenti ma anche il modo in cui sono distribuiti sul territorio, le attività che sul territorio si svolgono nonché le sue caratteristiche meteoclimatiche e geomorfologiche.
5. non contiene alcun riferimento alle politiche di prevenzione sanitaria e quindi ad una valutazione dello stato della salute degli spezzini anche in rapporto allo inquinamento. Come è noto l’osservatorio epidemiologico non è mai decollato, mancano nel nostro territorio indagini epidemiologiche, manca un efficiente servizio di igiene ambientale dell’ASL, non è mai stato concretizzato il coordinamento tra Dipartimento di Prevenzione ASL e  Dipartimento Arpal finalizzato a leggere in chiave di prevenzione sanitaria i dati dei monitoraggi svolti da Arpal. 



INDICATORI PRIVATI: POSITIVI  
Tra gli indicatori positivi ci sono quelli legati non a politiche della pubblica amministrazione ma a comportamenti di privati cittadini e imprenditori:

Consumi elettrici  kwh/pro capite: Siamo settimi tra le città medie
Produzione rifiuti procapite :  siamo  decimi  tra le città medie
Certificazione ambientali (ISO 14001): siamo terzi tra le città medie
Vetture circolanti per 1000 abitanti: siamo primi tra le città medie, nel senso che ne abbiamo di meno. 


INDICATORI PUBBLICI: NEGATIVI
Fotovoltaico sui edifici comunali: siamo trentatreesimi su 40 città medie
Solare termico su edifici comunali: siamo decimi ma il dato è inattendibile perché riferito al 2010.
Teleriscaldamento edifici pubblici : siamo fuori classifica
Politiche energetiche (vale a dire  piani energetici, incentivi al risparmio e all’uso di fonti rinnovabili, regolamenti sulla bioedilizia etc.): siamo  ventisettesimi  per le città medie su  40 a pari merito con città come Catanzaro, Reggio Calabria, Siracusa
Raccolta differenziata e riciclaggio: siamo trentaquattresimi su 44 con una percentuale di raccolta del 34%  (obiettivo di legge al 2012 è del 65%)
Ecomanagement (buone pratiche degli uffici comunali: certificazioni ambientali, uso prodotti verdi etc.) : siamo al ventiseiesimo posto su 43 città medie.
Depurazione scarichi civili: siamo quarantesimi su 44 città medie!
Differenza tra acqua immessa e consumata (usi civili, industriali ed agricoli): siamo ventiseiesimi su 43 città medie, quindi abbiamo perdite eccessive nel sistema di distribuzione dell'acqua. 
Mobilità sostenibile: siamo trentatreesimi su 39 città medie. Si tratta di un indicatore significativo perché legato a politiche della pubblica amministrazione di promozione di mezzi e metodi di mobilità urbana sostenibile quali: car sharing,radiobus, mobility manager etc.)
Verde urbano usufruibile nell’area urbana del Comune: siamo trentaquattresimi su  42 città medie.   
Piste ciclabili (metri equivalenti ogni 100 abitanti): siamo trentaduesimi su 41 città medie.
Ciclabilità (indice sintetico di indicatori quali biciplan, cicloparcheggi di interscambio, bicistazioni, bike sharing): siamo ventiquattresimi su 36 città medie.



INDICATORI PUBBLICI INFONDATI: QUELLO SULLA PARTECIPAZIONE
Pianificazione e partecipazione ambientale: siamo quinti a pari merito con altre due città. 
E’ noto che sulla partecipazione da anni l’amministrazione comunale non ha fatto nulla e quello che ha fatto è stato un fallimento totale e uno spreco di denaro pubblico (percorso di A21 e Pianificazione Strategica che comunque ormai risalgono all’inizio degli anni 2000 quindi oltre 10 anni fa). Per un’analisi puntuale vedi quiNon solo ma, come ho dimostrato qui, l’attuale modello di governo del Comune di Spezia in termini di: statuto, regolamenti su trasparenza, accesso alle informazioni e documenti, partecipazione del pubblico è assolutamente arretrato anche rispetto alle semplici norme di legge nazionali ed europee.
Siamo di fronte ad un indicatore taroccato,  non solo per quanto ho affermato sopra ma soprattutto per la spiegazione che di questo indicatore danno gli estensori del Rapporto in oggetto. Essi fanno riferimento alla redazione di progettazione partecipata, di piano urbano del traffico,  di piano energetico comunale, di piani di azione per la energia sostenibile, di zoonizzazioni acustica.  Nessuno di questi strumenti pianificatori è stato elaborato con percorsi di partecipazione veri , cioè strutturati, regolamentati, supportati economicamente ed organizzativamente.  
Non solo ma, ad esempio,  la zoonizzazione acustica non è mai stata tradotta in un piano di risanamento acustico come dimostrano il permanere dei dati allarmanti sul rumore nell’area est della città quello di fronte al porto commerciale.
Sul piano energetico comunale: siamo alla fase dei sogni, quella attuativa deve essere del tutto impostata come affermato nell’apposita sezione del sito del Comune, vedi qui, dove alla voce:  Interventi attuativi del piano energetico comunale si afferma:  “L’Amministrazione individuerà gli interventi prioritari e gli elementi di premialità che  intenderà portare avanti”. 





INDICATORI PUBBLICI INFONDATI: EMISSIONI DI PM10  E BIOSSIDI AZOTO
Come è noto le PM10 sono le polveri  il cui diametro aerodinamico è uguale o inferiore a 10 µm, ovvero 10 millesimi di millimetro. Per questo dato, secondo il Rapporto, saremmo quinti tra le città medie. Peccato che il dato non sia attendibile visto che vengono fatte le medie annuali su scala comunale cioè la media tra le zone meno inquinate e quelle più inquinate. Soprattutto non si mette al confronto il dato che sarebbe ben più significativo quello del valore medio misurato nell'arco di 24 ore.  Ora oltre ad essere un metodo di rilevazione dei dati assolutamente in contrasto con la legge in materia, la cosa curiosa è che lo stesso Sole 24 ore, che pubblica il Rapporto, già nella presentazione del Rapporto di due anni fa, smentiva clamorosamente la logica delle medie su scala comunale, infatti, citando la nuova normativa in materia di qualità dell’aria, afferma testualmente: “la qualità dell’aria va valutata secondo zone uniformi per carico di emissioni, caratteristiche meteo climatiche e grado di urbanizzazione”, appunto !



UN INDICATORE DELLA QUALITÀ DELL’ARIA SIGNIFICATIVO: L’OZONO.
Nonostante la confusione comunicativa dei dati sull’inquinamento atmosferico per PM10 e biossido di azoto, emerge un dato inquietante per l’ozono (inquinante cancerogeno come affermato dalla Organizzazione Mondiale della Sanità: siamo al trentatreesimo posto su 36 città.



INDICATORI SULLA QUALITÀ DELL’ARIA  CHE MANCANO
Il Rapporto non spiega quali inquinanti non vengono monitorati nel nostro territorio e d’altronde non potrebbe farlo perché tutto il Rapporto si basa su dati inviati dai Comuni stessi. Ci riferiamo alle PM2,5 (poveri ultrafini più pericolose delle PM10) monitorate solo in parte, ma soprattutto ai microinquinanti organici ed inorganici, per non parlare del c.d.  PM10 secondario che si forma in atmosfera a partire da altri inquinanti primari come ossidi di azoto, ossidi di zolfo, ammoniaca e composti organici. Il PM10 secondario contribuisce alla concentrazione in aria di polveri sottili per oltre il 50% (fonte APAT Rapporto sull’inquinamento nelle aree urbane).



INDICATORI PUBBLICI POSITIVI
I pochi indicatori positivi frutto di politiche della pubblica amministrazione sono i seguenti:
Zone a traffico limitato (metri quadrati per abitante): siamo quarti.
Isole pedonali (in metri quadrati per abitante): siamo settimi.
Aree verdi totali su tutta la superficie comunale: siamo  settimi.
Trasporto pubblico: siamo sesti.

Peraltro uno di questi (le aree verdi sul totale del territorio comunale) è frutto più delle caratteristiche geomorfologiche e storiche del nostro territorio (presenza marina militare ad esempio) che non delle politiche del Comune, tanto meno di quelle recenti. 


RICAPITOLIAMO
Su 24 indicatori esaminati:
1. solo quattro sono quelli positivi dovuti a politiche della pubblica amministrazione; 
2. sono ben tredici gli indicatori negativi dovuti alle politiche della pubblica amministrazione o prodotti dalla mancanza di queste politiche. Uno dei quali è vergognoso per un città di mare ed è quello della depurazione dei nostri scarichi civili siamo praticamente ultimi tra le città medie. 
3. ci sono poi almeno tre indicatori infondati perché forniti in modo non adeguato (polveri fini e ossido di azoto);  
4. ci sono una serie di indicatori che mancano in modo incomprensibile: aree da bonificare (pensiamo a tutto il nostro golfo e alle colline di Pitelli per non parlare dell’area ex IP),  PM2,5 (quelle più fini), PM10 secondario, microinquinanti organici e inorganici, politiche di prevenzione sanitaria;
5. infine ci sono ben quattro indicatori che fanno migliorare molto la classifica di Spezia ma che sono frutto del comportamento privato dei cittadini e non certo della politica delle Amministrazioni Comunali  presenti e del recente passato.

Insomma la classifica che vede al terzo posto la nostra città se letta con obiettività assume un significato ben diverso da quello apparso su quotidiani cartacei ed on line.  



CONCLUSIONI
L’analisi che ho fatto poteva essere fatta anche da giornalisti, che avessero voglia di fare il loro mestiere , ma a Spezia questa è una specie molto rara. Voglio aggiungere che ritengo necessario che il circolo di Legambiente spezzino prenda una volta per tutte le distanze da questi Rapporti  che non hanno alcun valore scientifico e servono solo a fare confusione e dare patenti di legittimità ad amministratori che fino ad ora hanno dimostrato di non avere alcuna reale sensibilità ambientale, non superiore di certo a quella di molti amministratori nel resto del Paese.  

Ci saranno giornalisti che vorranno fornire una informazione equilibrata? 
La Legambiente locale dimostrerà di tenere più in considerazione i cittadini spezzini che le sciocchezze prodotte dai suoi dirigenti nazionali?  

Mi si consenta di avere dei dubbi, ma non importa, in attesa di questi eventi, continuo a fare il mio mestiere al servizio dei cittadini inquinati,  senza guardare in faccia a nessuno.  





     



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