Il titolo qui a fianco pur esprimendo una notizia politicamente importante richiede una precisazione: un ordine del giorno di un Consiglio Regionale (quello della Liguria nel caso) è un mero atto di indirizzo, importante ma che resta tale, quindi un NO formale della Regione non c'è ancora.
Vorrei essere chiaro, non
sto minuendo l’importanza dell’ordine del giorno, ma il compito di un giurista
ambientale è chiarire il percorso amministrativo che deve dare attuazione a
questo atto per ora solo a rilevanza politica.
Affinché il no della Regione abbia un peso giuridico
amministrativo nel processo decisionale in atto sul progetto di centrale a gas
a Spezia occorre un atto di Giunta Regionale che formalizzi, MOTIVATAMENTE, il no al
progetto. A quel punto non si ferma il progetto in modo definitivo ma si
innesca un confronto con il Governo che può portare a bocciare il progetto in
due modi:
IL PRIMO: il Governo si adegua all'atto di Giunta Regionale riconoscendone
la fondatezza e negando l'autorizzazione.
IL SECONDO: il Governo non si adegua a tutto finisce in Consiglio dei Ministri
con la partecipazione di un rappresentante della Regione non decisivo peraltro.
L'ipotesi 1 chiude il discorso sul progetto, l'ipotesi 2 se la
Regione non condivide la scelta del Consiglio dei Ministri può portare ad un
ricorso al TAR del Lazio da parte sempre della Regione fino ad arrivare ad un
conflitto di attribuzione dinanzi alla Corte Costituzionale nel caso in cui sia il Governo a non motivare correttamente la autorizzazione rimuovendo le motivazioni del NO alla Intesa della Regione.
MA COME DEVE ESSERE COSTRUITO L’ATTO DI GIUNTA CHE
FORMULA IL NO ALLA INTESA?
Intanto può essere formulato anche subito senza attendere la
conclusione del procedimento di VIA presso il Ministero della Transizione
Ecologica. Non casualmente c’è stato un precedente in questo senso proprio in
Liguria. Si tratta del diniego di Intesa da parte della Regione Liguria
all’ampliamento del rigassificatore di Panigaglia (Portovenere). Quel
diniego non fu deliberato come un parere tecnico tanto meno come atto
dirigenziale ma con una Delibera di Giunta Regionale (DGR 393 del 3 aprile 2009 - QUI).
1. il
No deve cmq essere fondato sul principio di leale collaborazione Stato Regioni
quindi deve essere adeguatamente motivato;
2. il No non può fondarsi su
questioni strettamente ambientali perché l'ambiente è competenza esclusiva
dello Stato e gli aspetti legati all'inquinamento sono valutati nella VIA di
competenza del Ministero della Transizione Ecologica;
3. il NO deve essere motivato
su questioni energetiche (l'energia è materia di legislazione concorrente Stato
Regioni) e quindi mettendo in discussione il modo come il governo sta attuando
il PNIEC in contrasto con gli indirizzi europei sulla neutralità climatica ma
(e questo va dimostrato dalla Regione) in contrasto con gli indirizzi di
pianificazione energetica regionale. Così impostato il NO alla Intesa, in
termini di pianificazione/programmazione energetica e territoriale, può
utilizzare anche la recente riforma della disciplina della Intesa (vedi QUI) che pur
con alcune ombre ha confermato il potere della Regione ma al contempo ha
valorizzato il parere di conformità urbanistica del Comune riducendo quindi la
portata della norma nazionale che prevede l'autorizzazione ministeriale come
variante automatica al Piano urbanistico comunale vigente e come è noto il Comune di Spezia ha votato una variante urbanistica che non prevede più servitù energetiche nell'attuale area Enel.
UNA QUESTIONE CHE NON PUÒ ESSERE RIMOSSA
Parliamoci chiaro però. Se il Ministero della Transizione Ecologica
dovesse, nelle more dell’atto di giunta regionale di cui sopra, esprimere
giudizio positivo di compatibilità ambientale nel procedimento in corso di VIA fermare
il progetto di centrale a gas diventerebbe più difficile per due motivi:
1. dopo un giudizio di VIA positivo
Enel avrebbe un’arma di pressione giuridico amministrativa pesante verso il Governo
per fargli rilasciare l’autorizzazione finale
2. l’autorizzazione
finale mentre prima era di un Ministero diverso ora è nella titolarità del
Ministero della Transizione Ecologica lo stesso che rilascia il giudizio di
compatibilità ambientale. Quindi si creerebbe un bel dilemma al Ministro nel
dare una VIA positiva per poi negare subito dopo l’autorizzazione. È vero che
trattasi di due atti con riferimento a materie diverse (ambiente ed energia) ma
come dire non sarebbero facilmente giustificabili due atti così contraddittori
anche perché nella VIA gli aspetti di programmazione energetica rientrano tra
quelli da valutare con riferimento appunto al quadro programmatico dello Studio
di Impatto Ambientale presentato da Enel. Enel a quel punto avrebbe buon gioco a sostenere la contraddittorietà del diniego di autorizzazione da parte del Governo e quindi la potenziale illegittimità di detto diniego.
Ma proprio perché anche gli aspetti di come il progetto di
centrale a gas si inserisce nel quadro di programmazione energetica nazionale
ed europea devono essere presi in considerazione nella VIA, quanto sopra non vuol
significare che non si possa motivare il diniego di VIA positivo, ma che per farlo occorre sviluppare un
ragionamento che ad oggi questo Governo non ha voluto svolgere con chiarezza
come ho spiegato QUI.
Non casualmente, a mio avviso, tutte le forze politiche che a Spezia si sono
dichiarate contro la centrale a gas non hanno mai posto la questione verso il
Governo della improcedibilità o comunque della archiviazione dell’attuale procedimento
di VIA in corso al Ministero della Transizione Ecologica, lo ha fatto solo il Comune di Arcola isolatamente nelle osservazioni presentate dentro il procedimento di VIA in corso. Sarà il caso di farlo ora e di porre con forza
insieme alla richiesta alla Regione del NO alla Intesa anche la richiesta di
diniego di VIA al Ministero della Transizione Ecologica. Il tutto ora
facilitato dal fatto che non sussiste più il rischio di deficit elettrico nell’area
Nord del Paese come ho spiegato QUI, il
tutto rafforzato dal recentissimo giudizio di VIA positivo sul progetto di centrale
a gas a Fusina (VE) vedi QUI.
P.S.
I Partiti che contano, non solo a Spezia e in Regione, ma anche nel Governo nazionale dovrebbero smetterla di limitarsi a produrre documenti politici ma impegnare chi governa a produrre atti amministrativi e soprattutto a rivedere la attuale politica energetica del Paese. Sul progetto di centrale a gas spezzino non è in gioco la primogenitura sul No al turbogas ma la strategia energetica nazionale dei prossimi anni!
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