venerdì 18 agosto 2017

Sito di Pitelli: risposte insufficienti della nuova Amministrazione Comunale spezzina

La nuova Amministrazione Comunale, usando il linguaggio burocratese delle amministrazioni precedenti, ha risposto in modo insoddisfacente alla interrogazione del gruppo consiliare 5stelle sullo stato della bonifica del sito di Pitelli.  
Vediamo per punti perché…

Il Comune nella sua risposta afferma che la caratterizzazione (verifica dell’inquinamento nel terreno) è stata svolta nelle aree perimetrale del sito è insufficiente visto che i ritrovamenti di nuovi stoccaggi abusivi avvengono fuori dell’area perimetrata.
La mozione approvata dal Consiglio Comunale nella scorsa sindacatura chiedeva due cose precise: 1.“ avviare, con la collaborazione di Regione Liguria, Provincia ed Arpal una immediata campagna di monitoraggio integrativa di quella svolta fino a ora, a partire dalle aree ancora non caratterizzate,  utilizzando strumenti geodiagnostici adeguati”.
2. “convocare la conferenza dei servizi prevista dalla vigente normativa anche per i siti di interesse regionale al fine di valutare la revisione/integrazione dell’attuale caratterizzazione


Il Comune nella sua risposta elenca le 15 conferenze dei servizi tenutesi dopo la declassificazione del sito da nazionale a regionale di per se stesso è solo una elencazione burocratica. Il problema vero è che la bonifica del sito (istituito ben 17 anni fa) langue sia per la parte a mare ma ancora di più per la parte  a terra. Ovvio che la responsabilità non sia di questa Amministrazione Comunale ma questa verità andava ammessa nella risposta e soprattutto andava svolta una analisi delle cause che non solo legate alle risorse necessarie , come ho spiegato ampiamente nei miei post. Le ragioni sono
1.la necessità di riportare ogni decisione al livello locale impedendo così l’accesso ai finanziamenti nazionali
2. la rimozione dei finanziamenti nazionali ai siti di bonifica nazionale (non solo di Pitelli) perpetrati da tutti i governi che si sono succeduti dl 2000 in poi nel nostro Paese
3. l’incapacità di coinvolgere i privati nelle bonifiche (su questo punto torno successivamente)


Il Comune quindi con la sua risposta rimuove un altro punto della mozione approvata dal Consiglio Comunale nella scorsa sindacatura. Quel punto affermava che in relazione a tutte le alte richieste comprese nella mozione si impegnava la Giunta Comunale: “a verificare e monitorare l’attuazione di quanto richiesto entro 1 anno, e comunque prima della scadenza del mandato dell’attuale Giunta regionale, e in caso di inadempienza da parte della Regione Liguria l’attivazione di un percorso per il rientro del Sito di Pitelli negli elenchi dei siti di bonifica di interesse nazionale.”!!!


Il Comune nascondendosi dietro l’elencazione burocratica di quel poco che è stato fatto non aiuta a risolvere il problema della mancata bonifica del sito di Pitelli. La mozione approvata dal Consiglio Comunale ripresa nella interrogazione dei consiglieri di 5stelle chiedeva ben altro che tale elencazione e cioè:
costituire con la Regione Liguria ed altre autorità ed enti competenti, in tempi brevi dalla approvazione della presente mozione,   un apposito tavolo di lavoro finalizzato:  
1. a predisporre un piano tecnico e finanziario, anche attraverso il reperimento di risorse private, oltre a quelle regionali, nazionali e comunitarie: utilizzando tutte le procedure di semplificazione che la normativa ha introdotto da anni per il coinvolgimenti dei privati nelle attività di bonifica. Il piano dovrà essere finalizzato a sostenere il completamento della caratterizzazione del sito e la bonifica dello stesso utilizzando un programma di interventi per scenari tecnici ed economici
2. verificare in tempi brevissimi (due settimane al massimo) se la norma introdotta dal comma 9 articolo 13 del Decreto Legge 91/2014 che estende l’utilizzo delle somme stanziate dal fondo previsto dalla legge di stabilità 2014 (combinato disposto commi 6 e 7 articolo 1) non solo ai siti di bonifica di interesse nazionale ma anche a quelli che contengano inquinamento da amianto, sia applicabile almeno in parte al sito di Pitelli sia pure nella attuale classificazione di sito di interesse regionale.” 


Il Comune, anche con la nuova Amministrazione, continua a nascondersi dietro i formalismi delle competenze, perché non sa o non vuole affrontare il nodo decisivo del coinvolgimento dei privati nelle procedura di bonifica non solo gli inquinatori ma anche privati terzi che vogliano investire in quelle aree da bonificare a determinate condizioni da anni disciplinate dalla legge peraltro rimossi dai burocrati del Comune prima ancora che dai vari assessori che si sono succeduti in questi anni compreso l’attuale.
Il sottoscritto è ben consapevole sul fatto che la bonifica con rivalsa sui proprietari sia tutt’altro che una passeggiata. 
Sul punto sono intervenute due decisive pronunce della Corte di Giustizia: sentenza del 4/4/2015 causa C534-13 (QUI) e ordinanza del 6/10/2015 causa C156/14 (QUI). Il punto è che queste due sentenze pur essendo cogenti sono di indirizzo devono poi essere articolate nella loro esecutività negli stati membri. Su come interpretare queste sentenze in termini applicativi nel nostro Paese è intervenuto recentissimamente il Consiglio di Stato con la sentenza n. 765 del 5/2/2016(vedi QUI).
Quindi se ci sono casi che rientrano nei parametri definiti dalla giurisprudenza comunitaria e nazionale sopra citata, si può agire in sede di bonifica in danno, ma se non si rientra in questi parametri bisogna utilizzare le procedure che la legge prevede con il coinvolgimento dei privati.


Le norme che disciplinano le procedure di coinvolgimento dei privati (intesi quindi non solo come proprietari inquinatori o meno ma anche come investitori) esistono eccome ma nessuna amministrazione locale e regionale le ha attivate in questi anni. Peraltro molte di queste ma non tutte sono applicabili ai siti di bonifica di interesse nazionale ma questo non esclude, trattandosi di procedure che devono prevedere accordi specifici a livello locale che vengano usate come riferimento anche per i siti di bonifica regionali come ora è diventato quello di Pitelli.
Non sto qui a riportare queste norme le ho spiegate ed elencate in questo post QUI per chi ha voglia di capire.


Il Comune sulle aree militari  non può limitarsi a rispondere che il Comune ha sollecitato. Ci vuole qualcosa di più e la mozione approvata dal Consiglio Comunale nella scorsa sindacatura lo scriveva: “Promuovere la elaborazione ed approvazione di apposito accordo di programma per l’avvio della caratterizzazione delle aree militari interne al sito di Pitelli, verificando anche l’opportunità di utilizzare nel caso di mancata risposta da parte dei Ministeri competenti (Difesa ed Ambiente) nonché delle autorità militari competenti anche i poteri di ordinanza che la legge riconosce anche per l’inquinamento delle aree militari nel momento in cui questo possa produrre un danno all’ambiente e alla salute del territorio comunale circostante”.  Sulla questione bonifiche aree militari invita chi vuole capire a leggersi questo mio approfondimento QUI.



INFINE LA GRANDE RIMOSSA: LA BONIFICA DEL GOLFO DI SPEZIA
Il Comune nella sua risposta rimuove completamente il dato enorme per cui la parte a mare del sito di Pitelli (praticamente tutto il Golfo di Spezia dentro diga) non è stata bonificata. Anzi sono state bonificate solo le parti meno inquinate perché utili ad interventi portuali prevalentemente. Peraltro i dragaggi/bonifica per il porto sono sotto inchiesta della magistratura per violazione delle prescrizioni autorizzatorie e reato di inquinamento ambientale, cosa di cui i burocrati del Comune non scrivono perché nulla hanno fatto nella sindacatura precedente per impedire, denunciare lo scempio fatto da Autorità Portuale e ditta che gestiva i dragaggi. 
Non lo hanno scritto perché avrebbero dovuto citare il Progetto Preliminare di bonifica (approvato da Icram-Ministero Ambiente) della parte a mare del sito di Pitelli. Si tratta del documento che ha caratterizzato l’area a mare ma che ha anche dettato (è un atto amministrativo cogente) le linee guida operative per lo svolgimento delle bonifiche a mare che prevedevano di intervenire prioritariamente nelle parti più inquinate. Citare questo documento da parte dei burocrati del Comune sarebbe una ammissione del comportamento omissivo tenuto in questi anni nella vicenda bonifica del nostro Golfo.
Ma cosa dice questo atto Icram: “
““In considerazione del fatto che gli interventi di bonifica relativi alle diverse aree potrebbero essere attuati in tempi diversi, dovrà essere data priorità a quelle aree in cui livelli elevati di contaminazione dei sedimenti potrebbero determinare situazioni di rischio sanitario-ambientale”.  D’altronde che intervenire per fasi nella bonifica di un area vasta come è il golfo di Spezia non significhi procedere per compartimenti stagni, come invece si sta facendo, lo dimostra la stessa legge in materia: ” …..Nel caso di  interventi di bonifica o di messa in sicurezza di cui al periodo precedente,  che presentino particolari complessità a causa della natura della contaminazione, degli interventi, delle dotazioni impiantistiche necessarie o dell'estensione dell'area interessata dagli interventi  medesimi, il progetto può essere articolato per fasi progettuali distinte al fine di rendere possibile la realizzazione degli interventi per singole aree o per fasi temporali successive” (comma 7 articolo 242 del DLgs 152/2006).  Come si vede non si parla certo di bonificare solo quello che interessa economicamente. Tanto è vero che l’allegato 3 alla parte del DLgs 152/2006 che disciplina le bonifiche prevede che “per i siti in esercizio laddove un intervento di bonifica intensivo comporterebbe delle limitazioni se non l’interruzione della attività di produzione, il soggetto responsabile dell’inquinamento o il proprietario del sito può ricorrere, in alternativa, ad interventi altrettanto efficaci di messa in sicurezza dell’intero sito, finalizzati alla protezione delle matrici ambientali sensibili mediante il contenimento degli inquinanti all’interno dello stesso, e provvedere gradualmente alla eliminazione delle sorgenti inquinanti secondarie in step successivi programmati….”.
Non mi pare che sia stata adottata fino ad ora questa strategia e oltretutto qui sia gli inquinatori (cantieri navali, Enel, ENI, Snam, gestori discariche colline Pitelli) che il proprietario  (demanio marittimo, quindi Autorità Portuale) sono ben conosciuti per la parte a mare con riferimento all’inquinamento chimico come dimostrato dalla mappa ormai famosa con le zone in rosso del nostro golfo che riproduco all’inizio di questo post.





CONCLUSIONI
La nuova Amministrazione Comunale nuova appare in questa risposta alla interrogazione dei consiglieri di 5stelle, ancora ostaggio della burocrazia comunale che ha in tutti questi anni gestito con logica minimalista la vicenda della bonifica del sito di Pitelli. L’Amministrazione Comunale deve togliere a questi dirigenti la gestione di questa vicenda dare un incarico esterno gestito direttamente dal Sindaco se vuole affrontare seriamente una questione che continua a rovinare l’immagine della città ma soprattutto a produrre danni alla economia cittadina.

L'aspetto ironico di tutto quanto sopra è che la mozione approvata nella scorsa sindacatura venne presentata dal centro destra in consiglio comunale, si quello che ora governa la città e non aggiungo altro che poi dicono che sono strumentale!









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