sabato 11 marzo 2017

2,5 milioni di container a Spezia e fascia di rispetto a pezzi e bocconi

Il Presidente della Autorità di Sistema Portuale (Spezia - Carrara) promette 2,5 milioni di container per lo scalo spezzino entro 3 anni, nel frattempo ci sarà: "una parte di fascia di rispetto al Canaletto di cui in estate partiranno i lavori". Una "parte"? No signora Presidente il giudizio di VIA del Ministero dell'Ambiente sul Piano Regolatore del Porto non prevedeva interventi parziali di mitigazione ma progetti complessivi per evitare frazionamenti del progetto che non tenessero conto sia dell’impatto complessivo dell’ampliamento del porto sia del trasferimento dell’impatto da una zona retro portuale all’altra. E dietro il porto come è noto ci abitano decine di migliaia di cittadini a poche decine di metri in linea d’aria.


Voglio ricordare alla Presidente le prescrizioni fondamentali del giudizio di VIA del MInistero dell’Ambiente che con la impostazione annunciata rischiano di essere palesemente violate:

Prescrizione n.15
15. al fine di mitigare gli impatti prodotti dalle attività portuali sulle componenti ambientali delle  aree limitrofe , dovrà essere valutata la possibilità di estendere la prevista fascia di rispetto  ad altre aree significative la cui progettazione dovrà realizzarsi con la partecipazione  dell’A.P. e dei Comuni che si affacciano sul Golfo della Spezia e con l’auspicabile presenza anche di altri soggetti pubblici e non;detto progetto dovrebbe abbracciare l’intero fronte d’acqua e qualificarsi delle specificità ambientali e dell’urbanizzazione che incontra...". 

Prescrizione n. 16
16-dovrànno  essere realizzate tutte le opere di mitigazione previste nello SIA;in particolare,la realizzazione delle  opere infrastrutturali    finalizzate alla riduzione  preliminare delle cause di impatto sulle componenti ambientali previste dall’attuazione del nuovo PRP   dovrà  precedere il completamento delle opere vere e proprie destinate a potenziare le attività produttive portuali quali  moli e  banchine”.


Il tutto proprio per evitare che l’impatto dell’ampliamento del porto non venga valutato nella sua complessità come afferma la:
Prescrizione n. 10
10- il potenziamento delle attività portuali previste dal PRP ,in grado di determinare  incremento degli inquinanti tale da determinare valori critici  degli stessi, potrà essere realizzato subordinatamente alla concomitante riduzione di detti valori in altri ambiti operativi;al riguardo , il Proponente,in accordo con gli Enti preposti ,dovrà dare attuazione per quanto di competenza a tutte le  azioni previste nella proposta di Piano di risanamento a tutela della qualità dell’aria adottato dalla Regione Liguria anche sulla base di ulteriori azioni aggiuntive previste per  detto piano da parte del Consiglio Regionale”.

Aggiungo che oltre violare queste prescrizioni appena elencate la dichiarazione della Presidente della Autorità di Sistema Portuale appare in contrasto anche con quanto previsto della Delibera di Giunta Regionale 648 del 2004 (parere regionale nella procedura di VIA sul PRP) secondo la quale: "dovranno essere definiti interventi relativi a idonee  riduzioni delle emissioni  in atmosfera in particolare per gli ambiti 6,7,9, valutando  che nelle aree  del Canaletto  e Fossamastra , oggetto di riempimenti  sia previsto un maggior allontanamento delle  attività rispetto  alla zona urbana ;"

Insomma siamo alle solite annunci roboanti senza alcuna valutazione preventiva dimostrando ancora una volta  che la città e i suoi residenti non contano nulla, che il porto è area extranazionale,  che gli accordi presi nel passato e i documenti ufficiali di Regione e Ministero Ambiente non contano nulla.  Ovviamente il tutto condito dal solito ricatto occupazionale. Ma la domanda è se vuoi giocare questo ricatto contro decine di migliaia di persone almeno prova a dimostrare che non ci saranno problemi alla qualità della loro vita, almeno prova a rispettare le stese regole definite da procedura di legge. 

La nuova Presidente vuol dimostrare ancora una volta che le nuove Autorità Portuali non saranno le garanti del rapporto tra territorio e attività portuale?

Eppure la stessa giurisprudenza amministrativa dimostra la necessaria terzietà delle AP:
Consiglio di Stato, nel suo parere n. 2361 del 25/7/2008  (vedi QUI) afferma: “ Il porto è dunque visto, nell’ottica del legislatore del 1994 e nella concreta esperienza di applicazione di quella legislazione,  non più come un semplice punto di approdo, ma un centro di vasti e complessi interessi industriali e commerciali che travalicano l’ambito portuale per coinvolgere il vasto entroterra regionale con interventi logistici, trasportistici, infrastrutturali  non solo controllati ma anche direttamente gestiti, con strumenti di diritto pubblico e privato, dell’autorità portuale.”

Il TAR Puglia  in una sentenza n.1138 del 4/7/2012  (vedi QUI) afferma inoltre: “Si può, pertanto, concludere nel senso che l’Autorità portuale, per la assoluta prevalenza dei compiti pubblicistici affidatile dalla legge e per le modalità con le quali li persegue, è un ente pubblico non economico…… Che i poteri attribuiti al Presidente dell’Autorità portuale riguardino interessi della collettività nella fase della individuazione degli stessi e delle vie per raggiungerli, cioè poteri pubblici nella loro più elevata declinazione nell’ambito dell’amministrazione non sembra che possa essere posto in dubbio.”


Allora se l'Autorità Portuale deve avere come sua funzione promuovere solo i traffici e non anche regolamentarli, la si chiami Ente di sviluppo dei Porti almeno salveremmo la forma! 

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