Il Presidente della Autorità di Sistema Portuale (Spezia - Carrara) promette 2,5 milioni di container per lo scalo spezzino entro 3 anni, nel frattempo ci sarà: "una parte di fascia di rispetto al
Canaletto di cui in estate partiranno i lavori". Una "parte"? No
signora Presidente il giudizio di VIA del Ministero dell'Ambiente sul Piano
Regolatore del Porto non prevedeva interventi parziali di mitigazione ma
progetti complessivi per evitare frazionamenti del progetto che non tenessero
conto sia dell’impatto complessivo dell’ampliamento del porto sia del
trasferimento dell’impatto da una zona retro portuale all’altra. E dietro il
porto come è noto ci abitano decine di migliaia di cittadini a poche decine di
metri in linea d’aria.
Voglio ricordare alla
Presidente le prescrizioni fondamentali del giudizio di VIA del MInistero dell’Ambiente
che con la impostazione annunciata rischiano di essere palesemente violate:
Prescrizione n.15
“15. al fine di mitigare gli impatti prodotti dalle attività portuali
sulle componenti ambientali delle aree limitrofe , dovrà essere valutata
la possibilità di estendere la prevista fascia di rispetto ad altre aree
significative la cui progettazione dovrà realizzarsi con la partecipazione
dell’A.P. e dei Comuni che si affacciano sul Golfo della Spezia e con
l’auspicabile presenza anche di altri soggetti pubblici e non;detto progetto
dovrebbe abbracciare l’intero fronte d’acqua e qualificarsi delle specificità
ambientali e dell’urbanizzazione che incontra...".
Prescrizione n. 16
“16-dovrànno essere realizzate tutte
le opere di mitigazione previste nello SIA;in particolare,la realizzazione delle opere infrastrutturali finalizzate alla riduzione preliminare delle cause di impatto sulle
componenti ambientali previste dall’attuazione del nuovo PRP dovrà
precedere il completamento delle opere vere e proprie destinate a
potenziare le attività produttive portuali quali moli e
banchine”.
Il tutto proprio per
evitare che l’impatto dell’ampliamento del porto non venga valutato nella sua
complessità come afferma la:
Prescrizione n. 10
“10- il
potenziamento delle attività portuali previste dal PRP ,in grado di
determinare incremento degli inquinanti
tale da determinare valori critici degli
stessi, potrà essere realizzato subordinatamente alla concomitante riduzione di
detti valori in altri ambiti operativi;al riguardo , il Proponente,in accordo
con gli Enti preposti ,dovrà dare attuazione per quanto di competenza a tutte
le azioni previste nella proposta di Piano
di risanamento a tutela della qualità dell’aria adottato dalla Regione Liguria
anche sulla base di ulteriori azioni aggiuntive previste per detto piano da parte del Consiglio Regionale”.
Aggiungo che oltre violare queste prescrizioni appena elencate la dichiarazione della Presidente della Autorità di Sistema Portuale appare in contrasto anche con quanto previsto della Delibera di Giunta Regionale 648 del 2004 (parere regionale nella procedura di VIA sul PRP) secondo la quale: "dovranno essere definiti
interventi relativi a idonee riduzioni
delle emissioni in atmosfera in
particolare per gli ambiti 6,7,9, valutando
che nelle aree del Canaletto e Fossamastra , oggetto di riempimenti sia previsto un maggior allontanamento
delle attività rispetto alla zona urbana ;"
Insomma siamo alle solite
annunci roboanti senza alcuna valutazione preventiva dimostrando ancora una
volta che la città e i suoi residenti
non contano nulla, che il porto è area extranazionale, che gli accordi presi nel passato e i documenti
ufficiali di Regione e Ministero Ambiente non contano nulla. Ovviamente il tutto condito dal solito
ricatto occupazionale. Ma la domanda è se vuoi giocare questo ricatto contro decine
di migliaia di persone almeno prova a dimostrare che non ci saranno problemi
alla qualità della loro vita, almeno prova a rispettare le stese regole
definite da procedura di legge.
La nuova Presidente vuol dimostrare ancora una volta che le nuove
Autorità Portuali non saranno le garanti del rapporto tra territorio e attività
portuale?
Eppure la stessa giurisprudenza
amministrativa dimostra la necessaria terzietà delle AP:
Consiglio di Stato,
nel suo parere n. 2361 del 25/7/2008 (vedi QUI)
afferma: “ Il porto è dunque visto, nell’ottica del legislatore del 1994 e
nella concreta esperienza di applicazione di quella legislazione, non più
come un semplice punto di approdo, ma un centro di vasti e complessi interessi
industriali e commerciali che travalicano l’ambito portuale per coinvolgere il
vasto entroterra regionale con interventi logistici, trasportistici,
infrastrutturali non solo controllati ma anche direttamente gestiti, con
strumenti di diritto pubblico e privato, dell’autorità portuale.”
Il TAR Puglia in
una sentenza n.1138 del 4/7/2012 (vedi QUI) afferma
inoltre: “Si può, pertanto, concludere
nel senso che l’Autorità portuale, per la assoluta prevalenza dei compiti
pubblicistici affidatile dalla legge e per le modalità con le quali li
persegue, è un ente pubblico non economico…… Che i poteri
attribuiti al Presidente dell’Autorità portuale riguardino interessi della
collettività nella fase della individuazione degli stessi e delle vie per
raggiungerli, cioè poteri pubblici nella loro più elevata declinazione
nell’ambito dell’amministrazione non sembra che possa essere posto in dubbio.”
Allora se l'Autorità Portuale deve avere come sua funzione promuovere solo i traffici e non anche regolamentarli, la si chiami Ente di sviluppo dei Porti almeno salveremmo la forma!
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