Nuovamente
sequestrato dal Comando Provinciale
della Guardia Forestale e dalla Polizia Municipale del Comune di Vezzano Ligure,
su avvallo del GIP del tribunale di Spezia, l'impianto per la produzione di ciottoli da lavorazione inerti residui delle cave di marmo in
località Lagoscuro.
L'impianto era già stato sequestrato il primo luglio 2014 e ora, dopo un breve periodo di dissequestro è stato nuovamente sequestrato. L'altro impianto, frantumazione inerti, sempre della stessa ditta Granulati Muto srl (prima Inerti Muto srl), che integrava l'attività di lavorazione degli inerti è tutt'ora sotto sequestro.
Di
questa vicenda avevo già trattato in questo post vedi QUI. Dove avevo dimostrato che le prescrizioni contenute nelle autorizzazioni rilasciate
a questa impresa, per entrambi gli impianti, erano da anni violate sia sotto il profilo della normativa
sulle emissioni da polveri che della
normativa sulle distanze da rispettare dalle zone residenziali da parte delle
industrie insalubri (L’attività dei due impianti rientra nelle
industrie di prima classe vedi punto 83 sezione B Parte I allegato al DM
5/9/1994).
L'impianto prima dissequestrato ed ora nuovamente sequestrato era stato (6 agosto 2014) diffidato (vedi QUI) dalla
Provincia della Spezia a rientrare nelle prescrizioni autorizzatorie in
particolare per
1. Mancati controlli analitici
annuali e conservazione relativi certificati nello stabilimento
2. Mancato rispetto norme
tecniche UNI EN per la rilevazione delle polveri
3. Mancati Controlli semestrali
della efficienza dei filtri a maniche per abbattere le polveri e relativa
tenuta dei registri di tali controlli
La
diffida della Provincia teneva conto anche delle denunce che i cittadini, residenti nella zona,
da tempo avanzavano alle autorità preposte (Comune di Vezzano, Provincia della
Spezia, Carabinieri, Corpo Forestale dello Stato, ASL).
Il
nuovo sequestro che va a sommarsi a quello già esistente per l'altro impianto della Granulati srl, è una vittoria della legalità
ma soprattutto dei singoli cittadini residenti nella zona che si sono
costituiti in Comitato dalla fine del mese di luglio (vedi articolo della
Nazione riportato a fianco) al fine di rivendicare un diritto
fondamentale: vivere una buona qualità della vita senza subire emissioni polverulente
e rumorose fuori legge.
Emissioni
assolutamente non giustificate dalle esigenze del ciclo produttivo della
impresa ma frutto solo dell'arroganza di chi la ha gestita fino ad ora, ed
anche da un certo lassismo degli enti preposti alle autorizzazioni e ai
controlli in questa materia, almeno fino al recente passato.
Successivamente
lo scorso 6 settembre il Comitato ha
notificato una Diffida (vedi QUI) al
Comune di Vezzano Ligure e agli altri enti con competenze autorizzatorie e di
vigilanza in materia.
La diffida del Comitato è finalizzata
a richiedere alla autorità competenti (Provincia per le emissioni
polverose e Comune di Vezzano per gli
aspetti di impatto acustico) di non rilasciare la Autorizzazione Unica Ambientale - AUA (per capire in cosa consista l'AUA vedi QUI) all'impianto di frantumazione inerti, sotto sequestro dal 1 luglio 2014 peraltro. Il Comune di Vezzano aveva infatti, lo scorso 9 settembre, convocato la apposita conferenza dei servizi per il prossimo 8 ottobre
2014 (vedi pratica n.352 pubblicata nell'Albo Pretorio del Comune QUI).
Secondo la diffida del Comitato il rilascio della AUA deve infatti essere subordinato alla dimostrazione che l'impianto garantisca, in assoluto, la tutela della salute dei cittadini residenti sotto il profilo delle emissioni polverulente e rumorose.
Non solo ma, sempre secondo la diffida del Comitato, occorre che gli enti preposti valutino inoltre, sulla base della normativa sulle industrie insalubri e i poteri di tutela sanitaria del Sindaco e del Comune di Vezzano, l'eventuale spostamento della attività in area più idonea, se il risanamento ambientale dell'impianto non fosse possibile nel sito attuale. Peraltro è il principio che era affermato in un Protocollo di Intesa (vedi QUI) tra Comune di Vezzano Ligure, Provincia, Ente Parco Magra Monte-Marcello e la società che gestisce questo impianto; Protocollo mai attuato almeno fino ad ora nonostante l'impianto, del quale ora si chiede l'AUA, sia in area Parco.
Non solo ma, sempre secondo la diffida del Comitato, occorre che gli enti preposti valutino inoltre, sulla base della normativa sulle industrie insalubri e i poteri di tutela sanitaria del Sindaco e del Comune di Vezzano, l'eventuale spostamento della attività in area più idonea, se il risanamento ambientale dell'impianto non fosse possibile nel sito attuale. Peraltro è il principio che era affermato in un Protocollo di Intesa (vedi QUI) tra Comune di Vezzano Ligure, Provincia, Ente Parco Magra Monte-Marcello e la società che gestisce questo impianto; Protocollo mai attuato almeno fino ad ora nonostante l'impianto, del quale ora si chiede l'AUA, sia in area Parco.
Ora il nuovo sequestro dell'altro impianto (quello per la produzione dei ciottoli non collocato in area Parco), dimostra la fondatezza delle contestazioni dei cittadini e del loro Comitato, per entrambi gli impianti della Granulati srl.
Tutto ciò conferma quanto sostengo da tempo anche in questo blog: i cittadini attivi devono essere sempre ascoltati con attenzione dalle Istituzioni Pubbliche e che questo ascolto può produrre scelte amministrative nell'interesse generale del territorio e non solo di pochi.
Tutto ciò conferma quanto sostengo da tempo anche in questo blog: i cittadini attivi devono essere sempre ascoltati con attenzione dalle Istituzioni Pubbliche e che questo ascolto può produrre scelte amministrative nell'interesse generale del territorio e non solo di pochi.
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