In questi giorni, anche oggi, ho sentito e letto molte falsità e inesattezze sulla vicenda del progetto di P.za Verdi.
Falsità e inesattezze che meritano una chiarimento sistematico per evitare che per l'ennesima volta in questa città vinca il partito dell'arroganza, della disinformazione, della incompetenza, della superficialità, degli interessi di pochi contro gli interessi generali della città.
Di seguito una disamina critica delle principali falsità e inesattezze.......
Non è vero che i pini abbiano meno di 70 anni: come risulta da ampia documentazione messa in rete dai cittadini aderenti al comitato contro il progetto
Falsità e inesattezze che meritano una chiarimento sistematico per evitare che per l'ennesima volta in questa città vinca il partito dell'arroganza, della disinformazione, della incompetenza, della superficialità, degli interessi di pochi contro gli interessi generali della città.
Di seguito una disamina critica delle principali falsità e inesattezze.......
Non è vero che i pini abbiano meno di 70 anni: come risulta da ampia documentazione messa in rete dai cittadini aderenti al comitato contro il progetto
Non è
vero
che i pini sarebbero tutelabili solo se parte della piazza e comunque se
avessero più di 70 anni. Essendo alberi
potenzialmente monumentali come afferma
la legge 10/2013 sono tutelabili ex se come afferma la legge regionale ligure
(legge 4/1999 articolo 12): “Sono tutelati gli esemplari arborei, ovunque
radicati”.
Non è
vero
che la problematica della verifica (ex articolo 12 del Codice dei Beni
Culturali) chiesta ora dalla Direzione
Regionale dei Beni Culturali e Paesaggistici, sia venuta a conoscenza dell’Amministrazione
Comunale solo ora: era già contenuta nella autorizzazione della Soprintendenza
dello scorso novembre 2012.
Non è
vero
che la legge 10/2013 rinviando ad un decreto ministeriale successivo non
salvaguarda gli alberi potenzialmente monumentali esistenti. Se fosse così
sarebbe una legge senza ratio perché accetterebbe che nelle more di un decreto
che potrebbe non arrivare mai si possono tagliare alberi che rientrano già ora
nella definizione di albero monumentale secondo la legge stessa.
Non è
vero
che nella autorizzazione della Soprintendenza regionale sia stata verificata la
sostenibilità del progetto in rapporto alla alberatura di pini presente nella
piazza, alberatura neppure citata in tale atto.
Non è vero che il percorso di
approvazione del progetto di riqualificazione della p.za Verdi abbia solo
problematiche formali di tipo procedurale facilmente recuperabili in poche
settimane. L’istruttoria della Soprintendenza sfociata nella autorizzazione
dello scorso novembre 2012 contiene altre carenze istruttorie importanti: ad
esempio non è stata tenuta in considerazione la Carta del Restauro del 1972 che
considera gli interventi su immobili soggetti a vincolo come la piazza in
questione: “Risanamento Conservativo” e
non semplice Riqualificazione. Risanamento Conservativo significa che su
tutto il complesso definito come centro storico si dovrà operare con criteri
omogenei. Significa inoltre che dovranno essere conservate le strutture viario -
edilizie in generale (mantenimento del tracciato, conservazione della maglia
viaria, del perimetro degli isolati ecc.); e inoltre che dovranno essere mantenuti
i caratteri generali dell'ambiente che comportino la conservazione integrale
delle emergenze monumentali ed ambientali più significative e l'adattamento degli
altri elementi o singoli organismi edilizi alle esigenze di vita moderna,
considerando solo eccezionali le sostituzioni, anche parziali, degli
elementi stessi e solo nella misura in cui ciò sia compatibile con la
conservazione del carattere generale delle strutture del centro storico.
Vi
sembra che il progetto Buren risponda a questi criteri di valutazione? Non penso
proprio.
Aggiungo, a proposito di
istruttoria sostanzialmente corretta (sic!) che è stato fino ad ora rimosso quanto scritto
dalla Soprintendenza
dei Beni Archeologici (atto dl 25/5/2012): “la progettazione dell’opera
pubblica è stata effettuata in totale difformità” con la vigente normativa
in materia di vincolo archeologico.
Non è vero che la procedura di
verifica richiesta dalla Direzione Regionale dei Beni Culturali e Paesaggistici
sia un semplice passaggio formale in quanto dovrà seguire gli indirizzi
operativi di un apposito Decreto Ministeriale 6 febbraio 2004 (modificato dal DM 28/2/2005): “Verifica
dell’interesse culturale dei beni immobili di utilità pubblica” (per il testo vedi QUI). Questo Decreto
contiene un allegato tecnico che deve essere compilato dal Comune, nel caso in
esame, e che deve contenere dati molti puntuali e particolari come risulta da
una lettura dello stesso.
Non è
vero
che la eventuale modifica del progetto di P.za Verdi farebbe perdere il
finanziamento complessivo ex fondi europei FESR come dimostra lo stesso
regolamento regionale in materia che prevede varianti in corso d’opera.
Non è vero che il progetto Buren era nel
programma elettorale del Sindaco. In questo programma a pag. 18 sul punto si
legge soltanto: “Un centro storico sempre più attrattivo ed accogliente, rinnovato nel
suo arredo e ulteriormente riqualificato con il rifacimento di Piazza Verdi e
Piazza Beverini”. Cosa curiosa questo programma elettorale del
Sindaco è sparito dal sito del Comune vedi QUI, ma non c'è problema lo ripubblico io QUI.
Non è vero che la partecipazione si possa realisticamente recuperare
con quanto affermato dal Sindaco ad esempio presentando un plastico del
progetto. Come affermano i principi della normativa europea in materia la
partecipazione deve essere avviata in una fase molto anticipata del
processo decisionale quando tutte le alternative sono in piedi (Corte di
Giustizia 15/1/2013 causa C 416/10).
Non è
vero
che sono state ascoltate le ragioni di chi contesta il progetto. Infatti ora
Sindaco, gruppo consiliare del PD e
perfino i progettisti ammettono un difetto di comunicazione e di coinvolgimento
della comunità locale soprattutto quella interessata che vive nel centro città.
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