Lo scorso 31 marzo l’Istituto
Superiore di Sanità (ISS) ha aggiornato le indicazioni ad interim per la
gestione dei rifiuti urbani in relazione alla trasmissione dell’infezione da
virus SARS-CoV-2 (QUI).
Vediamo a chi si rivolge e gli aspetti più
rilevanti di questo importante documento…
PREMESSA: A CHI SI RIVOLGE IL DOCUMENTO
Le indicazioni si
rivolgono ai gestori dei Servizi di Igiene Ambientale, inclusi gli operatori
degli impianti di raccolta e trattamento dei rifiuti, le Autorità Ambientali e
sanitarie (Regioni ma soprattutto Province per autorizzazioni e controlli e
Sindaci come autorità sanitarie sul territorio comunale) ma anche ai singoli
cittadini utenti del servizio raccolta rifiuti urbani.
TRASMISSIONE DI SARS-COV-2 E SOPRAVVIVENZA
SULLE SUPERFICI
Si ipotizza che il virus
SARS-CoV-2 si disattivi, per analogia con altri virus con envelope ([1]),
in un intervallo temporale che va da pochi minuti a un massimo di 9 giorni, in
dipendenza della matrice/materiale, della concentrazione e delle condizioni
microclimatiche. Generalmente altri coronavirus (es. virus SARS e MERS)1 non
sopravvivono su carta in assenza di umidità, ma si ritrovano più a lungo su
indumenti monouso (se a concentrazione elevata, per 24 ore), rispetto, ad
esempio, al cotone.
Dati più recenti relativi
al SARS-CoV-2 confermano la capacità di persistenza del virus su plastica e
acciaio inossidabile
CLASSIFICAZIONE DEI RIFIUTI IN EMERGENZA
CORONAVIRUS: QUALE NORMATIVA SI APPLICA
I rifiuti a cui si fa
riferimento nel documento sono:
1.
rifiuti urbani da abitazioni con positivi o in quarantena coatta
2.
rifiuti urbani da tutte le altre abitazioni
I rifiuti di cui al punto 2 mantengono la raccolta differenziata ordinaria però
il documento dell’ISS consiglia, a scopo cautelativo, di mettere nell’indifferenziato
i fazzoletti o carta in rotoli, mascherine e guanti eventualmente utilizzati.
I rifiuti di cui al punto 1 vanno automaticamente classificati come rifiuti
sanitari ai sensi del DPR254/2003 (su testo e modalità di funzionamento di
questa normativa in rapporto agli impianti esistenti vedi QUI).
Quindi anche la loro gestione va svolta come fossero rifiuti speciali di
origine sanitaria, infatti l’articolo 15 del DPR 254/2003 recita: ” 1. I rifiuti speciali, prodotti al di fuori
delle strutture sanitarie, che come rischio risultano analoghi ai rifiuti
pericolosi a rischio infettivo, ai sensi dell'articolo 2, comma 1, lettera d),
devono essere gestiti con le stesse modalità dei rifiuti sanitari pericolosi a
rischio infettivo.”
Si ricorda che per rifiuti pericolosi a rischio infettivo
la lettera d) comma 1 articolo 2 del Dpr 254/2003 considera:
“d) rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo: i seguenti rifiuti
sanitari individuati dalle voci 18.01.03 e 18.02.02 nell'allegato A della
citata direttiva in data 9 aprile 2002:
1) tutti i rifiuti che provengono da ambienti di isolamento infettivo nei quali sussiste un rischio di trasmissione biologica aerea, nonché da ambienti ove soggiornano pazienti in isolamento infettivo affetti da patologie causate da agenti biologici di gruppo 4, di cui all'allegato XI del decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, e successive modificazioni;
2) i rifiuti elencati a titolo esemplificativo nell'allegato I del presente regolamento che presentano almeno una delle seguenti caratteristiche:
2a) provengano da ambienti di isolamento infettivo e siano venuti a contatto con qualsiasi liquido biologico secreto od escreto dei pazienti isolati;
2b) siano contaminati da:
2b1) sangue o altri liquidi biologici che contengono sangue in quantità tale da renderlo visibile;
2b2) feci o urine, nel caso in cui sia ravvisata clinicamente dal medico che ha in cura il paziente una patologia trasmissibile attraverso tali escreti;
2b3) liquido seminale, secrezioni vaginali, liquido cerebro-spinale, liquido sinoviale, liquido pleurico, liquido peritoneale, liquido pericardico o liquido amniotico;
3) i rifiuti provenienti da attività veterinaria, che:
3a) siano contaminati da agenti patogeni per l'uomo o per gli animali;
3b) siano venuti a contatto con qualsiasi liquido biologico secreto od escreto per il quale sia ravvisato, dal medico veterinario competente, un rischio di patologia trasmissibile attraverso tali liquidi;…”.
1) tutti i rifiuti che provengono da ambienti di isolamento infettivo nei quali sussiste un rischio di trasmissione biologica aerea, nonché da ambienti ove soggiornano pazienti in isolamento infettivo affetti da patologie causate da agenti biologici di gruppo 4, di cui all'allegato XI del decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, e successive modificazioni;
2) i rifiuti elencati a titolo esemplificativo nell'allegato I del presente regolamento che presentano almeno una delle seguenti caratteristiche:
2a) provengano da ambienti di isolamento infettivo e siano venuti a contatto con qualsiasi liquido biologico secreto od escreto dei pazienti isolati;
2b) siano contaminati da:
2b1) sangue o altri liquidi biologici che contengono sangue in quantità tale da renderlo visibile;
2b2) feci o urine, nel caso in cui sia ravvisata clinicamente dal medico che ha in cura il paziente una patologia trasmissibile attraverso tali escreti;
2b3) liquido seminale, secrezioni vaginali, liquido cerebro-spinale, liquido sinoviale, liquido pleurico, liquido peritoneale, liquido pericardico o liquido amniotico;
3) i rifiuti provenienti da attività veterinaria, che:
3a) siano contaminati da agenti patogeni per l'uomo o per gli animali;
3b) siano venuti a contatto con qualsiasi liquido biologico secreto od escreto per il quale sia ravvisato, dal medico veterinario competente, un rischio di patologia trasmissibile attraverso tali liquidi;…”.
Quindi i rifiuti urbani da abitazioni di positivi o
in quarantena obbligatoria andrebbero raccolti in idonei imballaggi a
perdere, secondo quanto riportato dal’articolo 9 del DPR 254/2003 e cioè
imballaggi flessibili, di colore diverso da quelli utilizzati per i rifiuti
urbani e per gli altri rifiuti sanitari assimilati, recanti, ben visibile,
l’indicazione indelebile “Rifiuti sanitari sterilizzati” alla quale dovrà
essere aggiunta la data della sterilizzazione.
Ho usato il condizionale “andrebbero”
perché è chiaro che rifiuti che provengono da abitazioni civili difficilmente
potrebbero essere raccolti secondo le modalità dell’articolo 9 dpr 254/2003
sopra riportato. Per questo il documento dell’ISS raccomanda che in questi casi sia interrotta la raccolta
differenziata, ove in essere, e che tutti i rifiuti domestici,
indipendentemente dalla loro natura (vetro, metallo, rifiuti organici,
plastica), includendo fazzoletti di carta, carta in rotoli, teli monouso,
mascherine e guanti, siano equiparati a rifiuti indifferenziati e pertanto
raccolti e conferiti insieme.
Non solo ma occorrerà
evitare di compromettere la integrità dei sacchi magari utilizzando due
sacchetti uno dentro l’altro, inoltre per chiudere i sacchi andrano utilizzati
guanti monouso.
Gli utenti andranno
informati di questa modalità nuova di raccolta attraverso i Gestori dei servizi
rifiuti e/o i Comuni.
Andrà cmq riorganizzato, per i rifiuti di cui al
punto 1, il conferimento al servizio pubblico. In particolare, ad esempio, dove si fa sia il porta a porta che i
cassonetti condominiali o stradali si può
prevedere la sostituzione temporanea dei
contenitori/bidoncini singoli già assegnati, con contenitori condominiali o
stradali, soluzione che eviterebbe la permanenza dei rifiuti sul suolo
pubblico. Qualora adottata la sostituzione temporanea, si raccomanda che il
conferimento e la raccolta siano effettuati sempre nel rispetto di quanto
indicato nel presente documento.
Raccomandazioni per le aziende e per gli
operatori del settore di raccolta e smaltimento rifiuti
Gli operatori devono
essere muniti di mascherini (filtranti facciali) FFP2 o FFP3.
Si raccomanda l’utilizzo
di guanti monouso al di sotto dei normali guanti da lavoro non monouso al fine
di prevenire il contatto della pelle con gli indumenti da lavoro e le
mascherine.
La svestizione
a fine turno deve essere svolta seguendo questo protocollo:
1.
rimuovere i guanti da lavoro non monouso;
2.
rimuovere le calzature antinfortunistiche;
3. rimuovere la tuta da lavoro senza scuotere o agitare
gli abiti;
4.
rimuovere la mascherina e gettarla negli appositi contenitori predisposti per
la raccolta indifferenziata;
5.
rimuovere i guanti monouso rovesciandoli e gettarli negli appositi contenitori
predisposti per la raccolta indifferenziata.
Il gestore del servizio deve garantire che:
1. Venga
centralizzata la pulizia delle tute e
degli indumenti da lavoro;
2.
la sostituzione dei guanti da lavoro non monouso, nella difficoltà di sanificarli,
ogni qualvolta l’operatore segnali al proprio responsabile di aver maneggiato
un sacco rotto e/o aperto;
3. la
sanificazione e la disinfezione della cabina di guida dei mezzi destinati alla
raccolta dei rifiuti urbani dopo ogni ciclo di lavoro;
4. la presenza di gel
disinfettante in cabina del mezzo di trasporto.
Raccomandazioni per i volontari non
addestrati alla raccolta che svolgono assistenza domiciliare
Poiché esistono sul
territorio iniziative di volontariato atte a sostenere le esigenze di persone
anziane, sole, o affette da patologie, si raccomanda che i volontari che non
fanno parte delle squadre dedicate a tale servizio di assistenza e supporto
alla popolazione offerto dalla protezione civile e dall’amministrazione
comunale, non possono prelevare rifiuti presso
abitazioni in cui siano presenti soggetti positivi al tampone, in isolamento o
in quarantena obbligatoria.
Frequenza ritiro e destinazione finale
Per evitare di conservare
i rifiuti per tempi troppo lunghi nelle abitazioni, soprattutto nei territori
dove la percentuale della popolazione positiva a SARS-CoV-2 è molto elevata, i
gestori potranno prevedere di aumentare la frequenza di raccolta dei rifiuti
indifferenziati, con diminuzione degli altri servizi, con una rimodulazione che
ragionevolmente dovrebbe comportare oneri finanziari e logistici sostenibili.
A quali impianti devono essere conferiti i rifiuti
urbani dichiarati come speciali sanitari
Se esistenti vanno
privilegiati gli inceneritori, altrimenti:
1.
in impianti di trattamento (es. trattamento meccanico, meccanico-biologico o
biologico meccanico) purché sia sempre evitata la selezione manuale di tali
rifiuti;
2.
in impianti di sterilizzazione o
3. in
discarica, senza pretrattamenti, confinando i rifiuti e riducendone il più
possibile la movimentazione in discarica con apporto di materiale di copertura
per evitare dispersione.
Sulla gestione degli
impianti rifiuti nella emergenza coronavirus occorre però considerare la
Circolare del Ministero dell’Ambiente di cui ho trattato QUI,
comprese le criticità normative della stessa.
[1] Tipico dei virus di origine animale. Il
mantello pericapsidico o envelope è costituito da fosfolipidi e glicoproteine.
Deriva dalle membrane della cellula ospite per mezzo di un processo di
gemmazione.
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