Leggere
le dichiarazioni perentorie di esponenti del PD che chiedono al Sindaco
spezzino di fare pressioni sulla Regione per bloccare il progetto della
centrale a gas, mi appare come un autogoal servito su un piatto di argento alla
maggioranza di centro destra.
Come
è noto la decisione sul progetto è del Ministero dell'Ambiente (VIA) e del Ministero
dello Sviluppo Economico (Energia). E' vero che la Regione può negare l'Intesa
ma se il Governo andrà avanti il no della Regione non sarà sufficiente e la
partita tornerà al Consiglio dei Ministri sia pure con la presenza della
Regione. Su questo potere di Intesa
regionale, l’indirizzo prevalente della Corte Costituzionale si può così
riassumere:
... la mancata Intesa Stato Regioni può essere superata da una procedura
disciplinata da legge statale (vedi comma 8-bis legge 239/2004 [NOTA [1]])
ma comunque la decisione della Presidenza e del Consiglio dei Ministri non può
essere unilaterale, deve permettere una vera trattativa. A sua volta la Regione
non può negare a priori l’Intesa ma deve motivare il diniego e non per ragioni
strettamente ambientali (qui torniamo alla competenza esclusiva
dello Stato) ma energetico/territoriali.
Queste
sono fatti e norme che dovrebbero essere conosciute da chi fa politica dentro
le istituzioni, per questo scrivo di autogoal perché alle richieste degli
esponenti del PD avranno vita facile i centro destri nel rispondere "ma i
Ministri e sottosegretari PD che fanno"?
Perché
invece che regalare argomenti agli
avversari i suddetti esponenti del PD non chiedono al Ministero dell'Ambiente
(ma qui potrebbero intervenire anche i 5stelle) intanto di applicare la VIA
ordinaria al progetto di centrale a gas come si è fatto per il progetto di
Civitavecchia?
Il progetto di centrale a
gas infatti andava, ex lege, immediatamente inviato a procedura ordinaria di
VIA. Infatti secondo la vigente normativa:
1. sono sottoposti a screening gli impianti per la produzione di energia
elettrica, vapore e acqua calda con potenza termica complessiva superiore a 50
MW (lettera a) punto 1 allegato II-bis alla Parte II del DLgs 152/2006)
2. sono
sottoposti a VIA ordinaria le centrali termiche ed altri impianti di combustione
con potenza di almeno 300 MW (punto 1 allegato II Parte II al DLgs 152/2006)
Aggiungo che anche
concludendo la verifica di assoggettabilità a VIA, applicando i criteri
previsti dall'allegato V alla Parte II del DLgs 152/2006, la conclusione
dovrebbe essere comunque di applicare la VIA ordinaria prima di qualsiasi
eventuale autorizzazione al progetto di centrale a gas! (vedi QUI)
Questo
passaggio a VIA ordinaria sarebbe
utile perché permetterebbe alla città di prendere tempo e proporre alternative
energetiche al gas ma anche di sito. Come è noto le alternative sono previste
solo per la VIA ordinaria non per la verifica di assoggettabilità a VIA. Questa
ultima verifica solo se ci sono impatti ambientali significativi del progetto
presentato rispetto al sito niente di più e potrebbe concludersi al massimo con qualche prescrizione. Non solo ma con la VIA ordinaria si
potrebbe chiedere il rispetto dell’articolo 9 [NOTA 2]
della legge 28 dicembre
2015, n. 221 che ha introdotto l’obbligo di svolgere prima del
provvedimento finale di VIA una Valutazione
di Impatto Sanitario su iniziativa del proponente il progetto da sottoporre
a VIA in particolare le centrali termiche
e altri impianti di combustione con potenza termica superiore a 300 MW (punto 2) allegato II alla Parte II del DLgs
152/2006).
Se poi dal tavolo di
confronto aperto a Roma dal Governo con associazioni sindacali, enel,
associazioni ambientaliste, enti locali si chiarisse una volta per tutte di
quanti MW necessita la transizione al 2025 (uscita dal carbone per la
generazione elettrica) su quali fonti
con quali impianti e in quali siti, sarebbe elemento di grande
chiarificazione. Ma anche questa è competenza statale (Governo con Terna gestore
della rete elettrica nazionale integrata con quella europea).
Le cose da chiedere e fare
sono molto chiare, per chi vuole informarsi con obiettività e nell’interesse
del territorio spezzino ma anche del resto del Paese visto che è in gioco il
funzionamento del sistema elettrico nazionale nella transizione alle
rinnovabili. Evitiamo gli scaricabarile
[1] 8-bis. Fatte salve le disposizioni in materia di
valutazione di impatto ambientale, nel caso di mancata espressione
da parte delle amministrazioni regionali degli atti di assenso o di
intesa, comunque denominati, inerenti alle funzioni di cui ai commi
7 e 8 del presente articolo, entro il termine di centocinquanta
giorni dalla richiesta nonché nel caso di mancata definizione dell’intesa di
cui al comma 5 dell’articolo 52-quinquies del testo unico di cui al d.P.R.
8 giugno 2001, n. 327, e nei casi di cui all’articolo 3, comma 4, del decreto
legislativo 1º giugno 2011, n. 93, il Ministero dello sviluppo
economico invita le medesime a provvedere entro un termine non superiore
a trenta giorni. In caso di ulteriore inerzia da parte delle
amministrazioni regionali interessate lo stesso Ministero rimette
gli atti alla Presidenza del Consiglio dei ministri, la quale, entro
sessanta giorni dalla rimessione, provvede in merito con la
partecipazione della regione interessata. Le disposizioni del
presente comma si applicano anche ai procedimenti amministrativi in corso
e sostituiscono il comma 6 del citato articolo 52-quinquies del
testo unico di cui al d.P.R. 8 giugno 2001, n. 327
[2]
http://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2016-01-18&atto.codiceRedazionale=16G00006&elenco30giorni=false
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