Consiglieri di maggioranza
a Spezia della lista Toti (QUI) continuano
a spacciare meriti che non hanno sulla fine del carbone a Spezia, facendo un
torto in primo luogo al Sindaco che sostengono, perché le balle non aiutano gli
amministratori anzi li mettono in difficoltà.
Visto che in giro per
Spezia da mesi assistiamo tra le forze politiche a questa gara
"idiota" su chi ha il maggior merito sulla futura chiusura del
carbone a Spezia (nel 2021) in Italia (nel 2025) in un documento di Confidustria
leggiamo che: “Entro il 2025 è prevista
la sostituzione della generazione termoelettrica a carbone con le fonti
rinnovabili e le centrali turbogas.". Questo documento è datato inizio
Novembre 2018 quando la maggioranza in Consiglio Comunale aveva votato
addirittura per la centrale a gas!
Allora cosa dovremmo dire
che è merito di Confindustria della chiusura del carbone?
Ovviamente quella su
Confindustria è una battuta anzi solo un esempio, potrei ulteriormente citare
il SEN del 2017 o il progetto Enel Futur-E (chiusura centrale di Spezia nel 2021) o
quelli presentati, sempre da Enel, nella ultima revisione dell'AIA della
centrale spezzina. Infatti relativamente a detta documentazione presentata da
Enel in sede di revisione dell’AIA nel file “documentazione generale” (Codice DVA/2019/2368) si
legge: “si precisa che per rispettare la
scadenza al 2025 della cessazione dell'utilizzo del carbone ai fini di
produzione termoelettrica e la correlata individuazione delle tempistiche
relative alla singola installazione è necessaria l'attuazione di quanto espressamente
previsto dalla SEN 2017. In particolare, la SEN 2017 e anche la versione
preliminare del Piano Integrato Energia e Clima, stabiliscono la necessaria
attuazione di un articolato programma di adeguamento infrastrutturale che
include nuova capacità produttiva (sia da fonti rinnovabili che da gas)”. Questa
Nota di Enel è datata 31 GENNAIO 2019!
Insomma la chiusura del
carbone per la generazione elettrica è una tematica che deriva da una
discussione avviata da anni in primo luogo dall’Europa e solo il provincialismo della politica
spezzina può ridurre il tutto a una questione di primogeniture localistiche.
Non sarebbe ora che tutti, dico tutti i
soggetti politici, si mettessero a discutere di cose serie:
1. La politica
energetica nazionale.
2. Gli obblighi
europei in materia di mercato interno della energia elettrica e come tradurli in Italia: quanti MWe per la transizione al 2025 con quali fonti, in quali siti.
3. Le contraddizioni
esistenti nel decreto di revisione AIA della centrale a carbone esistente che
se da una data su dismissione della centrale contiene l’ovvio riferimento all’ultima
parola da parte del Ministero dello
Sviluppo Economico: “fermo restando il
pronunciamento del Ministero dello Sviluppo Economico in merito alla sicurezza
ed affidabilità del funzionamento del sistema elettrico nazionale”, così si
afferma nelle Premesse, paragrafo 9, alla Prescrizione del decreto di revisione
dell’AIA.
Fatela finita con gli
infantili diritti di primogenitura, e fate politica seria nell’interesse degli
spezzini e dell’intero Paese per non parlare dell’Europa.
Sarete ricordati tutti non
per la chiusura del carbone, quella sarebbe arrivata comunque, ma su come
avrete contribuito a uscire dal carbone e gestirne la transizione!
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