Leggo anche oggi sui quotidiani locali esternazioni
della politica sul progetto di centrale a gas proposto da Enel a Spezia. Non mi
interessa polemizzare con nessuno, mi interessa il futuro della città in cui
vivo e sono costretto per l'ennesima volta a chiarire ai politici locali che:
Non è
vero che il Sindaco non ha alcun potere in questa vicenda
faccio un esempio: rilasciare il Parere Sanitario
obbligatorio nella procedura di autorizzazione nella nuova e integrare il
mancato Parere Sanitario (del Sindaco precedente) sulla esistente centrale a
carbone. In questo modo si avrebbe un quadro chiaro delle criticità ambientali
e sanitarie presenti e fondare emotivamente e non solo con gli slogan il No
alla centrale a gas. Tralascio le altre competenze del Sindaco di cui ho
trattato diffusamente nel mio blog Note di Grondacci e per esempio QUI.
Non basta
dire No, bisogna attivare una strategia amministrativa adeguata
Questo significa che occorre prima di tutto avviare un
confronto con il Governo per chiedere la sospensione del procedimento di
Verifica di Assoggettabilità a VIA in corso presso il Ministero dell’Ambiente.
Se non si ferma quel procedimento
Contemporaneamente occorre avviare un tavolo di
confronto a livello governativo che affronti la questione della transizione
dalla generazione elettrica a carbone a quella a fonti rinnovabili.
L’occasione c’è ed il Decreto che il Ministero dello Sviluppo Economico dovrà emanare
(entro il 31/12/2019) per il c.d. capacity-market vale a dire in sintesi: la definizione delle centrali per la produzione di
energia elettrica che devono tenersi pronte ad entrare in funzione in qualsiasi
momento per risolvere emergenze e necessità impreviste.
Questo
meccanismo, come risulta dal recente pacchetto energia approvato in sede UE
conferma, sia pure in modo ridotto rispetto al passato, le remunerazioni supplementari pagati ai grandi
impianti di produzione elettrica per la loro disponibilità a produrre energia in
caso di problemi strutturali di sicurezza, e gli incentivi destinati agli
operatori della gestione della domanda per la disponibilità, invece, a ridurre
i propri consumi.
E qui
veniamo alla centrale a gas spezzina ma anche a quelle previste per i siti di
Brindisi, Civitavecchia, Fusina. Occorre chiedere al Governo che il Decreto di
recepimento in Italia del meccanismo del capacity-market
tenga conto delle specificità dei siti e quindi prevede un piano delle
localizzazioni sostenibili. Richiesta non semplice ma possibile anche
utilizzando i meccanismi di flessibilità del Regolamento UE quadro in questa
materia (2019/943 vedi QUI
in particolare l’articolo 24 paragrafo 1 vedi QUI).
Il nuovo
Regolamento UE sul capacity-market prevede un limite di emissione di
550 gr di CO2 di origine fossile per kWh di elettricità. Le nuove centrali
elettriche che emettono più di questo e che iniziano la produzione commerciale
dopo l'entrata in vigore del regolamento non potranno più partecipare ai
meccanismi di capacità.
L’articolo
22 (commi 4 e 5 vedi QUI)
del Regolamento UE sopra citato prevede
che le centrali elettriche esistenti che emettono più di 550 gr di
CO2 di origine fossile per kWh e 350 kg di CO2 in media all'anno per kW
installati non potranno partecipare ai meccanismi di capacità dopo il 1 °
luglio 2025. Questo spiega la data di
dismissione delle centrali a carbone di cui si parla in Italia e che
permette ad Enel a Spezia di porre il ricatto o centrale a gas subito oppure
restiamo fino a che possiamo con il carbone e fino al 2025 con le remunerazioni
supplementari appunto del meccanismo capacity market.
Insomma
la politica deve intervenire con forza su questo decreto provando ad imporre un
impostazione che tenga conto anche delle specificità ambientali e sanitarie dei
singoli siti.
CONCLUSIONI
Se
non si riuscirà ad attivare quanto esposto sopra difficilmente basteranno i NO
identitari o gli scaricabarile della politica spezzina. Però è indiscutibile che in questo caso il
Governo attuale ha una grande responsabilità. Ci vuole un circolo virtuoso tra
politica nazionale regionale e locale e ovviamente una mobilitazione dei cittadini
che sia però indirizzata ad obiettivi che si fondino sul quadro reale della
situazione energetica e normativa esistente.
Certo che, buttata giù la centrale, in quella superfice libera che sarà enorme ci facessero in bel impianto fotovoltaico o altro impiamto rinnovabile, pensa quanto ci guadagnerebbe la comunità e senza ombra di dubbio e per questo che non gli interessa, in tasca hai signori potenti della terra non entrerebbe nulla.
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