Ieri
manifestazione a Melara contro il progetto di centrale a gas, manifestazione
organizzata da una parte delle forze di opposizione in Consiglio Comunale a
Spezia.
Non
mi interessa entrare nella polemica partitica di questi giorni e non sono qui per insegnare niente a
nessuno. Voglio però proporre un contributo a valenza amministrativa che
potrebbe essere trasformato in una delibera consiliare che impegni il
Sindaco e la Amministrazione, al di la delle proprie competenze specifiche, ad
attivarsi verso il Governo e gli altri interlocutori istituzionali e sociali
per costruire un percorso che permetta di dare
gambe amministrative ad una soluzione sul futuro dell’area Enel diversa
dallo scenario fondato ancora una volta sulle fonti fossili (nel caso il gas).
La
proposta è quindi di impegnare il Sindaco a proporre un PROTOCOLLO sottoscritto, entro 1 mese a partire dalla
approvazione della delibera in Consiglio, da tutti i soggetti interessati
(Ministeri Ambiente e Sviluppo Economico, Regione, Provincia della Spezia,
Comuni di Spezia e Arcola – Sindacati) presentato discusso pubblicamente,
che abbia al suo interno i seguenti obiettivi operativi:
1. STUDIO DI DANNO
SANITARIO
Avviare
immediatamente, coinvolgendo tutte le autorità tecniche competenti, uno studio
del danno sanitario prodotto dalla centrale a carbone in questi anni ma
anche da altre fonti inquinanti in atto nella zona, al fine di avere
un quadro sulle reali criticità sanitarie necessario per qualsiasi discussione
sul futuro uso delle aree attualmente occupate dalla centrale a carbone;
2. NO AL GAS COME
RICATTO PER CHIUDERE LA CENTALE A CARBONE
Separare la
questione della chiusura della centrale a carbone di Spezia (che deve
essere mantenuta per la data del 2021) dalla realizzazione delle
centrale a gas al contrario di quanto affermato da Enel nella
documentazione depositata in sede di procedura di revisione AIA in corso presso
il Ministero dell’Ambiente, per cui "senza autorizzazione della centrale a
gas resta la centrale a carbone";
3. AVVIARE
UN CONFRONTO A LIVELLO GOVERNATIVO AL FINE DI:
3.1. comprendere le reali necessità di
centrali a gas per gestire la transizione alle rinnovabili
3.2. elaborare, sulla base di quanto
emergerà dalla analisi del punto 3.1. un piano di localizzazione sostenibile
(che tenga conto della specificità dei siti) di impianti di generazione
termoelettrica necessari per la transizione al modello rinnovabili
3.3. definire tempi,
modalità e costi della bonifica dell’area.
Il
riferimento giuridico amministrativo per i primi due punti è il Decreto
Ministeriale che dovrà recepire in Italia il c.d. meccanismo di capacità. Nel riquadro che segue spiego a cosa faccio
riferimento e come si potrebbe intervenire ovviamente impegnano il Governo.
Si fa riferimento al Decreto che il Ministero dello Sviluppo Economico dovrà
emanare (entro il 31/12/2019) per il c.d. capacity-market o meccanismo di capacità vale a
dire in sintesi: la definizione delle centrali per la produzione di
energia elettrica che devono tenersi pronte ad entrare in funzione in qualsiasi
momento per risolvere emergenze e necessità impreviste.
Questo meccanismo, come risulta dal recente
pacchetto energia approvato in sede UE conferma, sia pure in modo ridotto
rispetto al passato, le remunerazioni supplementari pagati
ai grandi impianti di produzione elettrica per la loro disponibilità a
produrre energia in caso di problemi strutturali di sicurezza, e gli
incentivi destinati agli operatori della gestione della domanda per la
disponibilità, invece, a ridurre i propri consumi.
E qui veniamo alla centrale a gas spezzina ma anche
a quelle previste per i siti di Brindisi, Civitavecchia, Fusina. Occorre
chiedere al Governo che il Decreto di recepimento in Italia del
meccanismo delcapacity-market tenga conto delle specificità dei siti e quindi prevede un piano
delle localizzazioni sostenibili. Richiesta non semplice ma possibile anche
utilizzando imeccanismi di flessibilità del Regolamento UE quadro in questa materia (2019/943 vedi QUI in particolare l’articolo
24 paragrafo 1 vedi QUI).
Il nuovo Regolamento UE sul capacity-market
prevede un limite di emissione di 550 gr di CO2 di origine fossile per kWh di
elettricità. Le nuove centrali elettriche che emettono più di questo e che
iniziano la produzione commerciale dopo l'entrata in vigore del regolamento non potranno più
partecipare ai meccanismi di capacità.
L’articolo 22 (commi 4 e 5 vedi QUI) del Regolamento UE
sopra citato prevede che le centrali elettriche esistenti che
emettono più di 550 gr di CO2 di origine fossile per kWh e 350 kg di CO2 in
media all'anno per kW installati non potranno partecipare ai meccanismi di
capacità dopo il 1 ° luglio 2025. Questo spiega la data
di dismissione delle centrali a carbone di cui si parla in Italia e che
permette ad Enel a Spezia di porre il ricatto o centrale a gas subito oppure
restiamo fino a che possiamo con il carbone e fino al 2025 con le remunerazioni
supplementari appunto del meccanismo
capacity market.
4. SOSPENDERE
PROCEDIMENTO DI VERIFICA DI VIA DELLA CENTRALE A GAS
Chiedere,
nelle more del raggiungimento degli obiettivi di cui ai punti 3.1 e 3.2. sopra riportati, al
Ministero dell’Ambiente di sospendere il procedimento di verifica di
assoggettabilità a VIA in corso sul progetto di centrale a turbogas a Spezia
presentato da Enel. Questo può essere fatto in primo luogo con una istanza
della Amministrazione Comunale da inviare in sede di osservazioni (che scadono
entro l’11 luglio 2019) all’interno del suddetto procedimento in corso.
5. NO A INDUSTRIE
INSALUBRI DI PRIMA CLASSE IN AREA ENEL
Avviare
la istruttoria per inserire negli strumenti di pianificazione urbanistica
comunale un divieto di localizzazione futura nell’area Enel di impianti
classificati come industrie insalubri di prima classe.
Su
questo obiettivo nella scheda che segue nel riquadro spiego meglio come
impostarlo in sede di deliberazione consiliare e poi in sede istruttoria per la
variante
1.come ha affermato il Consiglio
di Stato (sentenza 27/5/2014 n.
2751) se è vero che la normativa nazionale sulle industrie
insalubri (articolo 216 del T.U. n.1265/1934) non prevede un divieto assoluto
di collocazione di queste negli abitati, non è precluso né illogico fissare
con norme regolamentari parametri più rigorosi di quelli rinvenibili
nell’art.216 del T.U. n.1265/1934 al fine di conseguire una più intensa tutela
della salute pubblica (Consiglio di
Stato, sezione V n.338/1996).
2. non avrebbe avuto senso in un odg di un Consiglio
Comunale entrare nel merito dell'elenco per distinguere tra impianti e attività
ammesse o meno. L'elenco è suddiviso per sostanze utilizzate (sotto-allegato A, prodotti sotto-allegato B,
categorie di attività sotto-allegato C). Molte di queste categorie di
attività vanno lette insieme con le sostanze utilizzate nel processo
produttivo di cui al sotto-allegato A quindi non è facile distinguere sopratutto
in un atto politico di principio come un ordine del giorno che inevitabilmente non può avere avuto una
istruttoria adeguata. Vi faccio un esempio: la categoria 15 tra le attività riguarda le industrie chimiche dove
c'è scritto: : "produzioni anche per
via petrolchimica non considerate nelle altre voci". Ora le “altre voci” come dice la legge si perdono
nell'elenco del sotto-allegato B quello
sul tipo di prodotti realizzati dalla attività e/o impianto. Quindi distinguere
per singole attività la eventuale esclusione può essere fatto solo dopo
adeguata istruttoria e non certo in un atto politico (mozione) del consiglio
altrimenti si rischia di ammettere non volendo attività potenzialmente
inquinanti tanto quanto i rifiuti, per esempio, ma sono solo esempi ovviamente:
concerie, recupero di auto rottamate etc. L’istruttoria verrà svolta
dagli uffici e dalla giunta inserendo una norma specifica nel nuovo PUC o nella
Variante e/o Regolamento ad hoc che dovranno essere motivate adeguatamente
ricordando che cmq: “le scelte
urbanistiche dettate dall’Amministrazione comunale mediante la relativa
strumentazione piano regolatore costituiscono valutazioni connotate da
amplissima discrezionalità, sottratte come tali al sindacato di legittimità, salvo che non siano
inficiate da errori di fatto abnormi ovvero da manifesta irragionevolezza”
(Consiglio di Stato, Sez. IV, 21 ottobre 2013, n.5114). Non solo ma come è ovvio variante
e/o regolamento per le industrie insalubri dovranno passare dal
Consiglio Comunale.
5. IMPOSTARE IL
FUTURO DELL’AREA ENEL PER CONFRONTO TRA SCENARI
Elaborare
nel confronto con tutti i soggetti interessati: istituzioni, sindacati,
associazioni e comitati ambientalisti scenari realistici sul futuro
dell'area della centrale avendo al centro però la questione della bonifica
dell’area, rispetto alla quale credo sia
fondamentale che il Comune di Spezia insieme con la Provincia si dotino di un
adeguato supporto tecnico.
6. UN PIANO DI
RICONVERSIONE E UN METODO PER VALUTARLO E APPROVARLO
Predisporre
entro 1 anno dalla firma del Protocollo un piano di riconversione
dell’area Enel elaborato per scenari di cui al punto 5 da sottoporre a
Valutazione Ambientale Strategica e a Valutazione Integrata di Impatto
Ambientale e Sanitario al fine di dare un peso economico sociale
ambientale e sanitario ad ogni scenario e scegliere quello più adeguato e
sostenibile affiancando a detto processo una Inchiesta Pubblica gestita
da figura terza da individuare fin dalla approvazione del Protocollo.
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