martedì 25 giugno 2019

Centrale a gas a Spezia: una proposta di deliberazione per il Consiglio Comunale


Ieri manifestazione a Melara contro il progetto di centrale a gas, manifestazione organizzata da una parte delle forze di opposizione in Consiglio Comunale a Spezia.
Non mi interessa entrare nella polemica partitica di questi giorni e non sono qui per insegnare niente a nessuno. Voglio però proporre un contributo a valenza amministrativa che potrebbe essere trasformato in una delibera consiliare che impegni il Sindaco e la Amministrazione, al di la delle proprie competenze specifiche, ad attivarsi verso il Governo e gli altri interlocutori istituzionali e sociali per costruire un percorso che permetta di dare  gambe amministrative ad una soluzione sul futuro dell’area Enel diversa dallo scenario fondato ancora una volta sulle fonti fossili (nel caso il gas).


La proposta è quindi di impegnare il Sindaco a proporre un PROTOCOLLO  sottoscritto, entro 1 mese  a partire dalla approvazione della delibera in Consiglio, da tutti i soggetti interessati (Ministeri Ambiente e Sviluppo Economico, Regione, Provincia della Spezia, Comuni di Spezia e Arcola – Sindacati) presentato  discusso pubblicamente, che abbia al suo interno i seguenti obiettivi operativi:    

1. STUDIO DI DANNO SANITARIO
Avviare immediatamente, coinvolgendo tutte le autorità tecniche competenti, uno studio del danno sanitario prodotto dalla centrale a carbone in questi anni ma anche da altre fonti inquinanti in atto nella zona,  al fine di avere un quadro sulle reali criticità sanitarie necessario per qualsiasi discussione sul futuro uso delle aree attualmente occupate dalla centrale a carbone;

2. NO AL GAS COME RICATTO PER CHIUDERE LA CENTALE A CARBONE
Separare la questione della chiusura della centrale a carbone di Spezia (che deve essere mantenuta per la data del 2021) dalla realizzazione delle centrale a gas al contrario di quanto affermato da Enel nella documentazione depositata in sede di procedura di revisione AIA in corso presso il Ministero dell’Ambiente, per cui "senza autorizzazione della centrale a gas resta la centrale a carbone";

3.  AVVIARE UN CONFRONTO A LIVELLO GOVERNATIVO AL FINE DI:
3.1. comprendere le reali necessità di centrali a gas per gestire la transizione alle rinnovabili
3.2. elaborare, sulla base di quanto emergerà dalla analisi del punto 3.1. un piano di localizzazione sostenibile (che tenga conto della specificità dei siti) di impianti di generazione termoelettrica necessari per la transizione al modello rinnovabili
3.3. definire  tempi, modalità e costi della bonifica dell’area.
Il riferimento giuridico amministrativo per i primi due punti è il Decreto Ministeriale che dovrà recepire in Italia il c.d. meccanismo di capacità.  Nel riquadro che segue spiego a cosa faccio riferimento e come si potrebbe intervenire ovviamente impegnano il Governo.

Si fa riferimento al Decreto che il Ministero dello Sviluppo Economico dovrà emanare (entro il 31/12/2019)  per il c.d. capacity-market  o meccanismo di capacità vale a dire in sintesi: la definizione delle centrali per la produzione di energia elettrica che devono tenersi pronte ad entrare in funzione in qualsiasi momento per risolvere  emergenze  e  necessità impreviste.  
Questo meccanismo, come risulta dal recente pacchetto energia approvato in sede UE conferma, sia pure in modo ridotto rispetto al passato,  le remunerazioni supplementari pagati ai grandi impianti di produzione elettrica per la loro disponibilità a produrre energia in caso di problemi strutturali di sicurezza, e gli incentivi destinati agli operatori della gestione della domanda per la disponibilità, invece, a ridurre i propri consumi.   
E qui veniamo alla centrale a gas spezzina ma anche a quelle previste per i siti di  Brindisi, Civitavecchia, Fusina. Occorre chiedere al Governo che il Decreto di recepimento in Italia del meccanismo delcapacity-market tenga conto delle  specificità dei siti e quindi prevede un piano delle localizzazioni sostenibili. Richiesta non semplice ma possibile anche utilizzando imeccanismi di flessibilità del  Regolamento UE quadro in questa materia (2019/943 vedi QUI in particolare l’articolo 24 paragrafo 1 vedi QUI).
Il nuovo Regolamento UE sul capacity-market prevede un limite di emissione di 550  gr di CO2 di origine fossile per kWh di elettricità. Le nuove centrali elettriche che emettono più di questo e che iniziano la produzione commerciale dopo l'entrata in  vigore del regolamento non potranno più partecipare ai meccanismi di capacità. 
L’articolo 22 (commi 4 e 5 vedi QUI)  del Regolamento UE sopra citato prevede che  le centrali elettriche esistenti che emettono più di 550 gr di CO2 di origine fossile per kWh e 350 kg di CO2 in media all'anno per kW installati non potranno partecipare ai meccanismi di capacità dopo il 1 ° luglio 2025. Questo spiega la data di dismissione delle centrali a carbone di cui si parla in Italia e che permette ad Enel a Spezia di porre il ricatto o centrale a gas subito oppure restiamo fino a che possiamo con il carbone e fino al 2025 con le remunerazioni supplementari appunto del  meccanismo capacity market.

    
4. SOSPENDERE PROCEDIMENTO DI VERIFICA DI VIA DELLA CENTRALE A GAS 
Chiedere, nelle more del raggiungimento degli obiettivi di cui ai punti 3.1 e 3.2. sopra riportati, al Ministero dell’Ambiente di sospendere il procedimento di verifica di assoggettabilità a VIA in corso sul progetto di centrale a turbogas a Spezia presentato da Enel. Questo può essere fatto in primo luogo con una istanza della Amministrazione Comunale da inviare in sede di osservazioni (che scadono entro l’11 luglio 2019) all’interno del suddetto procedimento in corso.


5. NO A INDUSTRIE INSALUBRI DI PRIMA CLASSE IN AREA ENEL
Avviare la istruttoria per inserire negli strumenti di pianificazione urbanistica comunale un divieto di localizzazione futura nell’area Enel di impianti classificati come industrie insalubri di prima classe.
Su questo obiettivo nella scheda che segue nel riquadro spiego meglio come impostarlo in sede di deliberazione consiliare e poi in sede istruttoria per la variante
1.come ha affermato il Consiglio di Stato (sentenza 27/5/2014 n. 2751)  se è vero che la normativa  nazionale sulle industrie insalubri (articolo 216 del T.U. n.1265/1934) non prevede un divieto assoluto di collocazione di queste negli abitati,  non è precluso né illogico fissare con norme regolamentari parametri più rigorosi di quelli rinvenibili nell’art.216 del T.U. n.1265/1934 al fine di conseguire una più intensa tutela della salute pubblica (Consiglio di Stato, sezione V n.338/1996).
2. non avrebbe avuto senso in un odg di un Consiglio Comunale entrare nel merito dell'elenco  per distinguere tra impianti e attività ammesse o meno. L'elenco è suddiviso per sostanze utilizzate  (sotto-allegato A, prodotti sotto-allegato B, categorie di attività sotto-allegato C). Molte di queste categorie di attività vanno lette insieme con le sostanze utilizzate nel processo produttivo di cui al sotto-allegato A quindi non è facile distinguere sopratutto in un atto politico di principio come un ordine del giorno che  inevitabilmente non può avere avuto una istruttoria adeguata. Vi faccio un esempio: la categoria 15 tra le  attività riguarda le industrie chimiche dove c'è scritto: : "produzioni anche per via petrolchimica non considerate nelle altre voci". Ora le “altre voci” come dice la legge si perdono nell'elenco del sotto-allegato B quello sul tipo di prodotti realizzati dalla attività e/o impianto. Quindi distinguere per singole attività la eventuale esclusione può essere fatto solo dopo adeguata istruttoria e non certo in un atto politico (mozione) del consiglio altrimenti si rischia di ammettere non volendo attività potenzialmente inquinanti tanto quanto i rifiuti, per esempio, ma sono solo esempi ovviamente: concerie, recupero di auto rottamate  etc.  L’istruttoria verrà svolta dagli uffici e dalla giunta inserendo una norma specifica nel nuovo PUC o nella Variante e/o Regolamento ad hoc che dovranno essere motivate adeguatamente ricordando che cmq: “le scelte urbanistiche dettate dall’Amministrazione comunale mediante la relativa strumentazione piano regolatore costituiscono valutazioni connotate da amplissima discrezionalità, sottratte come tali al  sindacato di legittimità, salvo che non siano inficiate da errori di fatto abnormi ovvero da manifesta irragionevolezza” (Consiglio di Stato, Sez. IV, 21 ottobre 2013, n.5114).  Non solo ma come è ovvio variante e/o  regolamento per le industrie insalubri dovranno passare dal Consiglio Comunale.


5.  IMPOSTARE IL FUTURO DELL’AREA ENEL PER CONFRONTO TRA SCENARI
Elaborare nel confronto con tutti i soggetti interessati: istituzioni, sindacati, associazioni e comitati ambientalisti scenari realistici sul futuro dell'area della centrale avendo al centro però la questione della bonifica dell’area, rispetto alla  quale credo sia fondamentale che il Comune di Spezia insieme con la Provincia si dotino di un adeguato supporto tecnico.


6. UN PIANO DI RICONVERSIONE E UN METODO PER VALUTARLO E APPROVARLO
Predisporre entro 1 anno dalla firma del Protocollo un piano di riconversione dell’area Enel elaborato per scenari di cui al punto 5 da sottoporre a Valutazione Ambientale Strategica e a Valutazione Integrata di Impatto Ambientale e Sanitario al fine di  dare un peso economico sociale ambientale e sanitario ad ogni scenario e scegliere quello più adeguato e sostenibile affiancando a detto processo una Inchiesta Pubblica gestita da figura terza da individuare fin dalla approvazione del Protocollo.

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