Ieri
notte la maggioranza del Consiglio Comunale spezzino ha votato una mozione che
respinge il progetto di centrale a gas presentato da Enel.
Si
tratta di un documento che smentisce quanto affermato dalla stessa maggioranza
nel Consiglio Comunale dello scorso anno dove invece si chiedeva esplicitamente
ad Enel di restare nell’area attualmente occupata dalla centrale a carbone,
dismettendo quest’ultima e sostituendola con una centrale a gas.
Tutto bene quindi?
La reazione delle
forze di opposizione e soprattutto della opinione pubblica spezzina ha ottenuto il dietrofront di chi
governa il Comune? Non direi perché quello che i distratti votanti della
maggioranza spezzina non capiscono, o fanno finta di non capire, è che senza
una chiara strategia amministrativa non si bloccherà un bel nulla di niente.
Vediamo perché…
Intanto
servirebbe soprattutto da parte di chi gestisce la Amministrazione Comunale
avere consapevolezza giuridico amministrativa delle affermazioni che si fanno e
poi si votano.
Il
Sindaco nel suo intervento in Consiglio Comunale ha affermato ad un certo punto
: “chi mi critica dimentica che attualmente esiste una procedura di rinnovo
della autorizzazione integrata ambientale (AIA ndr) alla centrale, il rischio è
che se verrà rinnovata la centrale andrà ben oltre il 2019”.
Premesso
che la data citata dal Sindaco è sbagliata, voleva probabilmente dire 2029
(data reale della scadenza della attuale AIA), in realtà non c’è nessuna
procedura di rinnovo dell’AIA (vedere QUI elenco procedura di rinnovo in
corso) ma una mera procedura di riesame. La documentazione la trovate QUI, come si può vedere la procedura
di riesame è stata avviata il 4/2/2019 e le osservazioni sono scadute il
10/4/2019 e non risulta che l’Amministrazione Comunale abbia presentato
documenti di nessun tipo dentro questa
procedura.
Peraltro,
al di la del dato documentale il Sindaco dovrebbe sapere, (se non lo sa
qualcuno glielo spieghi) che il rinnovo periodico, nella vigente versione dell’articolo
29-octies [NOTA1] del DLgs 152/2006,è stato trasformato in revisione. Quindi
la revisione può essere avviata sempre senza attendere i 10 o i 16 anni dal rilascio dell’AIA
(termini di durata dell’AIA a seconda che la centrale sia o meno assoggettata
ad eco certificazione, quindi 16 per la centrale di Spezia), ma c’è di più. Il riesame con valenza di
rinnovo non può comunque essere avviato prima di 10 anni dal rilascio dell’AIA
(quindi nel caso della centrale spezzina non prima del 2023), quindi quanto
affermato dal Sindaco non ha alcun fondamento giuridico e serve solo a gettare ulteriore confusione
in una situazione già di per se confusa.
Per
capire meglio come funziona la attuale procedura di revisione dell’AIA vi
invito a leggere QUI.
Ma torniamo
al documento votato dalla maggioranza del Consiglio Comunale spezzino…
LA QUESTIONE DELLA BONIFICA DELL’AREA DELLA
CENTRALE A CARBONE
Il
documento votato dalla maggioranza si picca di avere richiamato la questione della bonifica dell’area
(peraltro con un riferimento confuso al superamento della normativa sul rischio
di incidente rilevante su cui ci sarebbe
ben altro da dire, vedi QUI). In realtà richiamare genericamente la
problematica della bonifica dell’area è
una mera tautologia amministrativa. Ovviamente essendo il gestore dell’area
inquinata, e pure il proprietario, Enel è obbligato per legge a bonificare, il
come dipenderà molto dalla destinazione finale dell’area salvo che resti
industriale, nel senso che sapremo da subito quali dovranno i livelli di inquinamento residuo ammissibili per certificare la avvenuta bonifica e/o messa in sicurezza permanente.
Invece
quello che non è stato inserito nel documento approvato dal Consiglio Comunale
a maggioranza è:
1. verifica del contenuto e dell’aggiornamento
della Relazione di Riferimento allegata all’AIA (stato inquinamento storico
dell’area)
2. verifica se le garanzie
finanziarie ai fini della copertura dei costi necessari per la
restituzione dell’area in condizioni ambientalmente sostenibili siano adeguate
al Decreto 26 Maggio 2016 che ha specificamente disciplinato i criteri da considerare nel determinare l’importo delle garanzie finanziarie da
versare per chi è obbligato alla Relazione di riferimento
3. dotare la Amministrazione
Comunale di apposito ufficio bonifiche in grado di supportare il livello
politico e burocratico in tutta la fase di bonifica dell’area Enel per non
parlare del mai, in gran parte, bonificato sito di Pitelli
Insomma, occuparsi
di bonifica dell’area Enel non vuol dire chiedere ad Enel di bonificare (quello
lo afferma la legge) ma entrare nel merito della questione!
LA QUESTIONE DELLA PROCEDURA DI VERIFICA DI
ASSOGGETTABILITA' A VIA
Il documento votato dalla maggioranza chiede
di fermare il progetto di centrale a gas ma dimentica totalmente un problema
oggettivo di fondo. Attualmente è aperta presso, il Ministero dell’Ambiente,
una procedura (vedi QUI)
di verifica di assoggettabilità a VIA del progetto in questione. La vigente normativa (comma 7 articolo 19 DLgs 152/2006) prevede che entro 90
giorni dalla comunicazione, per via telematica, del progetto agli enti
interessati (quindi anche il Comune di Spezia ovviamente) venga rilasciato il
provvedimento conclusivo della procedura. Dal sito del Ministero dell’Ambente si rileva
che detta procedura è stata avviata il 16/5/2019, quindi è già passato circa un
mese dei 3 previsti dalla legge senza che l’Amministrazione abbia prodotto nulla in
termini di documenti utili per contestare detta procedura.
Ma cosa potrebbe
fare l’Amministrazione Comunale e l’attuale maggioranza oltre a scrivere slogan
astratti nelle mozioni votate dal Consiglio Comunale?
Sicuramente la
prima cosa sarebbe stata di inserire una frase precisa nella mozione approvata:
“impegniamo il Sindaco a chiedere al Ministero dell’Ambiente di archiviare il
procedimento di verifica di assoggettabilità a VIA in corso”. Ovviamente
richiesta non facile da essere recepita salvo che sia suffragata da adeguate
motivazioni tecniche e giuridiche,ma come abbiamo visto ad oggi (1 mese circa)
documenti motivati l’Amministrazione non ne ha prodotti.
L’Amministrazione,
se davvero vorrà provare almeno a ritardare in termini amministrativi (che poi
è quello che conta) la approvazione del
progetto di nuova centrale a gas può chiedere al Ministero dell’Ambiente una
sospensione del procedimento di verifica di assoggettabilità a VIA ex comma 6 [NOTA 2]
articolo 19 DLgs 152(2006). Questa richiesta avrebbe più forza se la
Amministrazione avesse presentato, o presentasse al più presto e non oltre l’11
luglio 2019 (termine scadenza osservazioni) documentazione motivando precisamente la
richiesta di proroga dei termini. Tutto
questo nel documento votato dalla
maggioranza non c’è.
LA PROCEDURA DI REVISIONE AIA DELLA CENTRALE A
CARBONE SPEZZINA RIMOSSA DAL DIBATTITO
DEL CONSIGLIO COMUNALE DI IERI
Il documento votato dalla maggioranza del Consiglio Comunale prevede di impegnare la
Amministrazione a rilasciare parere negativo in sede di gruppo istruttorio per
il rinnovo dell’AIA. Premesso che, come ho spiegato sopra, non di rinnovo ma di
revisione si tratta, occorre precisare che la procedura di revisione può anche portare ad
una chiusura anticipata della centrale a carbone ma affinché il parere negativo
del Comune abbia un minimo di peso nell’ottenere questo risultato (che comunque
dipende dalla decisione finale del Ministero dell’Ambiente e del Ministero dello Sviluppo Economico) occorre
una attività istruttoria che dimostri la fondatezza della richiesta, attività
mai prodotta ad oggi dal Comune di Spezia.
Ora se noi andiamo
a vedere la documentazione esistente nel sito del Ministero dell’Ambiente in relazione alla procedura di revisione dell'AIA (riproduco QUI quanto linkato in precedenza) si capiscono molte cose
della “sceneggiata” andata in onda ieri sera in Consiglio Comunale.
Il
file “documentazione generale” (Codice DVA/2019/2368) contiene dichiarazioni
chiarissime delle intenzioni di Enel anche precedentemente alla presentazione del progetto di centrale a gas. Si veda in particolare il seguente
passaggio: “si precisa che per rispettare
la scadenza al 2025 della cessazione dell'utilizzo del carbone ai fini di
produzione termoelettrica e la correlata individuazione delle tempistiche
relative alla singola installazione è necessaria l'attuazione di quanto
espressamente previsto dalla SEN 2017. In particolare, la SEN 2017 e anche la
versione preliminare del Piano Integrato Energia e Clima, stabiliscono la
necessaria attuazione di un articolato programma di adeguamento
infrastrutturale che include nuova capacità produttiva (sia da fonti
rinnovabili che da gas)”. Questa
Nota di Enel è datata 31 GENNAIO 2019!
D’altronde
che le cose stavano andando in questo senso si capiva anche dallo studio di Confindustria del Novembre 2018 su Infrastrutture
energetiche, Ambiente e Territorio (vedi QUI),
dove a pagina 16 si legge: “Entro il 2025
è prevista la sostituzione della generazione termoelettrica a carbone con le
fonti rinnovabili e le centrali turbogas. Con riferimento a queste ultime si
prevede la necessità di realizzare circa 3,4GW di nuova capacità elettrica, di
cui almeno il 50% a ciclo combinato e almeno 400MW di capacità situata in
Sardegna. La realizzazione di nuovi impianti OCGT/CCGT comporterà un
investimento medio di 2,3 Mld€.”
La domanda
sorge spontanea dove era il Comune fino ad oggi? Ma soprattutto perché ieri
sera in Consiglio Comunale la problematica che emerge da detto documento Enel
(e dal resto della documentazione pubblicata da mesi nel sito del Ministero
dell’Ambiente) non è stata oggetto di discussione (neppure da parte del centro sinistra per onestà va scritto) e non è entrata nel documento
votato dalla maggioranza?
Perché, vedete, detto documento e relativi allegati riguardano proprio la dismissione della
centrale a carbone in attuazione del Decreto Ministero Ambiente 22/11/2018 su
avvio riesame AIA grandi impianti di combustione che al comma 2 articolo 2
recita: “2. Nel caso di
impianti di combustione alimentati a carbone, la documentazione di cui al comma
1, punto b, deve espressamente prospettare la cessazione definitiva
dell’utilizzo del carbone ai fini di produzione termoelettrica entro il 31
dicembre 2025, dettagliando il piano di fermata definitiva, pulizia, protezione
passiva, messa in sicurezza e aggiornamento della relazione di riferimento per
i gruppi termoelettrici alimentati a carbone, corredato del relativo
cronoprogramma”.
Quindi analizzando insieme la documentazione sulla
progressiva chiusura della centrale a carbone con quanto indicato da Enel nella
Nota del 31/1/2019 si capisce come la dismissione, da mesi se non anche prima, teneva insieme centrale a gas nuova e dismissione del carbone a Spezia. Non a
caso l’articolo 4 del Decreto Ministero Ambiente del 22/11/2018 afferma che
lo stesso deve essere notificato anche al Sindaco del Comune territorialmente
interessato (nel nostro caso Spezia e Arcola).
Ora se il Comune avesse confermato in questi mesi la scelta
di accettare il progetto di centrale a gas al posto della centrale a carbone,
paradossalmente tutto avrebbe avuto un senso amministrativo. Invece la
maggioranza del Consiglio Comunale e quindi la stessa Amministrazione Comunale smentendo
se stessa e pronunciandosi contro la centrale a gas, in linguaggio politichese,
ha fatto perdere un lunghissimo periodo di tempo che poteva essere utilizzato
per contrastare un disegno che parte da lontano come abbiamo visto sopra e
cioè:
1. dalla Strategia Energetica Nazionale del 2017
2. dal Documento Confindustria 2018
3. dal Decreto Ministero Ambiente 22 Novembre 2018
4. dalla documentazione presentata da Enel in sede di
revisione AIA dell’inizio 2019.
Tutti documenti accessibili per chiunque (da anni) figuriamoci per una Amministrazione Comunale che può avere a disposizione dirigenti tecnici e amministrativi nonché eventuali consulenti!
CONCLUSIONI E COSA FARE…
Insomma un modo di procedere sotto il profilo
amministrativo da DILETTANTI ALLO SBARAGLIO. Per questo ora l’unico modo per
bloccare davvero la centrale a gas è quello di:
1. chiedere al Ministero dell’Ambiente di archiviare il
procedimento di verifica di assoggettabilità a VIA in corso sul progetto di
centrale a turbogas a Spezia;
2. avviare un confronto a livello governativo per un piano
di localizzazione sostenibile (che tenga conto della specificità dei siti) di
impianti di generazione termoelettrica necessari per la transizione al modello
rinnovabili;
3. avviare uno studio del danno sanitario prodotto dalla
centrale a carbone in questi anni;
4. elaborare nel confronto con tutti i soggetti interessati:
istituzioni, sindacati, associazioni e comitati ambientalisti scenari
realistici sul futuro della centrale sottoponendoli ad una valutazione di
impatto sociale ed economico ma soprattutto ambientale e sanitario al fine di
dare un peso ad ogni scenario e proporre a governo ed Enel quello più adeguato.
Percorso difficile ma l’unico per rimettere al centro del
futuro dell’area Enel gli interessi della città ed evitare che ancora una volta Spezia subisca il ricatto di un progetto preconfezionato dall’alto fondato sull’ennesima, imposta, servitù energetica.
[NOTA 1] “1. L'autorità competente riesamina periodicamente
l'autorizzazione integrata ambientale, confermando o aggiornando le relative
condizioni.
2. Il
riesame tiene conto di tutte le conclusioni sulle BAT, nuove o aggiornate,
applicabili all'installazione e adottate da quando l'autorizzazione è stata
concessa o da ultimo riesaminata, nonché di eventuali nuovi elementi che
possano condizionare l'esercizio dell'installazione.”
[NOTA 2] “6. L'autorità competente può, per una
sola volta, richiedere chiarimenti e integrazioni al proponente, entro trenta
giorni dalla scadenza del termine di cui al comma 4.”
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