lunedì 17 giugno 2019

Un metodo per affrontare il futuro dell’area ENEL a Spezia

Dopo il Consiglio Comunale spezzino del 10 giugno, possiamo dire che l’unica cosa  emersa con certezza  è che “politicamente” sono tutti contro il progetto di centrale a gas presentato da Enel.
Chi governa ora, centro destra,  dice che con l’ordine del giorno approvato a maggioranza il Consiglio Comunale ha dato un mandato forte e chiaro al Sindaco verso l’Enel
Chi governava prima, centro sinistra, afferma che occorre riaprire il tavolo di concertazione che aveva avviato la giunta comunale precedente.

Quello che manca però è una vera strategia amministrativa per raggiungere questi obiettivi. Infatti quello che viene rimosso è che è stato avviato un procedimento di valutazione e approvazione del progetto di centrale a gas presso il Ministero dell’Ambiente che in pochissimi mesi ( anche due o tre al massimo) potrebbe essere tranquillamente  approvato.
Voglio provare ad avanzare non tanto una vera strategia amministrativa, sarebbe presuntuoso da parte mia, ma un indirizzo strategico con alcuni passaggi a mio avviso inevitabili. Soprattutto per far capire come i No politici in questa situazione servano a poco. 


Quella che segue è niente di più che la sintesi di quello che ho scritto e detto in questo ultimo mese sulla questione della chiusura della centrale a carbone e il progetto di centrale a gas avanzato da Enel.


UNA STRATEGIA POSSIBILE DI AZIONE CHE TENGA INSIEME LOCALE E NAZIONALE (ANZI UE VISTO CHE SI PARLA DI CLIMA)
Occorre un Protocollo sottoscritto, entro 1 mese  a partire da oggi, da tutti i soggetti interessati (Ministeri Ambiente e Sviluppo Economico, Regione, Provincia della Spezia, Comuni di Spezia e Arcola – Sindacati) presentato  discusso pubblicamente, che abbia al suo interno i seguenti obiettivi operativi:   

1. avviare immediatamente, coinvolgendo tutte le autorità tecniche competenti, uno studio del danno sanitario prodotto dalla centrale a carbone in questi anni ma anche da altre fonti inquinanti in atto nella zona,  al fine di avere un quadro sulle reali criticità sanitarie necessario per qualsiasi discussione sul futuro uso delle aree attualmente occupate dalla centrale a carbone;

2. separare la questione della chiusura della centrale a carbone di Spezia (che deve essere mantenuta per la data del 2021) dalla realizzazione delle centrale a gas al contrario di quanto affermato da Enel nella documentazione depositata in sede di procedura di revisione AIA in corso presso il Ministero dell’Ambiente, per cui "senza autorizzazione della centrale a gas resta la centrale a carbone";

3.  avviare un confronto a livello governativo al fine di:
3.1.comprendere le reali necessità di centrali a gas per gestire la transizione alle rinnovabili
3.2.elaborare, sulla base di quanto emergerà dalla analisi del punto 3.1. un piano di localizzazione sostenibile (che tenga conto della specificità dei siti) di impianti di generazione termoelettrica necessari per la transizione al modello rinnovabili
3.3. definire  tempi, modalità e costi della bonifica dell’area;  

4. chiedere, nelle more del raggiungimento degli obiettivi di cui ai punti 3.1 e 3.2., al Ministero dell’Ambiente di sospendere il procedimento di verifica di assoggettabilità a VIA in corso sul progetto di centrale a turbogas a Spezia presentato da Enel;

5. elaborare nel confronto con tutti i soggetti interessati: istituzioni, sindacati, associazioni e comitati ambientalisti scenari realistici sul futuro dell'area della centrale avendo al centro però la questione della bonifica dell’area, rispetto alla quale credo sia fondamentale che il Comune di Spezia insieme con la Provincia si dotino di un adeguato supporto tecnico.

6. predisporre entro 1 anno dalla firma del Protocollo un piano di riconversione dell’area Enel elaborato per scenari di cui al punto 5 da sottoporre a Valutazione Ambientale Strategica e a Valutazione Integrata di Impatto Ambientale e Sanitario al fine di  dare un peso economico sociale ambientale e sanitario ad ogni scenario e scegliere quello più adeguato e sostenibile affiancando a detto processo una Inchiesta Pubblica gestita da figura terza da individuare fin dalla approvazione del Protocollo.






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