venerdì 26 aprile 2019

Studi recenti su mutamenti climatici ed effetto serra

Di seguito pubblico una sintesi dei più recenti studi internazionali, comunitari e nazionali in materia di effetto serra e mutamenti climatici. Alla sintesi segue il link al testo degli studi.


Rapporto Ispra su emissioni nazionali di gas serra: Indicatori di efficienza e decarbonizzazione nei principali Paesi Europei
Nel rapporto sono esaminate le dinamiche temporali di diversi indicatori energetici ed economici del Paese in relazione alle emissioni di gas a effetto serra. Gli indicatori nazionali sono confrontati con quelli dei principali Paesi europei. E’ stato analizzato il ruolo dei fattori che determinano l’andamento delle emissioni di gas serra, quali crescita economica, composizione del mix di fonti fossili e rinnovabili, efficienza di trasformazione e fattori di emissione dei combustibili.
TESTO DOCUMENTO: QUI


Limitare il riscaldamento globale a 1,5°C richiede cambiamenti rapidi, lungimiranti e senza precedenti in tutti gli aspetti della società, afferma l’IPCC in un nuovo rapporto.
TESTO COMUNICATO: QUI


Si tratta del documento approvato  alla sessione conclusiva del simposio Health and Climate Change (QUI), presso l’Istituto Superiore di Sanità, al termine di tre giorni di dibattiti e di riflessioni tra 500 ricercatori esperti su salute e cambiamenti climatici.   
La carta, contiene 24 raccomandazioni  tra i quali: ambiente e salute, scenari cambiamenti climatici
TESTO CARTA DI ROMA : QUI  QUI  e QUI.


La Commissione europea ha adottato una visione strategica di lungo termine per un'economia prospera, moderna, competitiva e a impatto climatico zero entro il 2050 – Un pianeta pulito per tutti.
La strategia evidenzia come l'Europa possa avere un ruolo guida per conseguire un impatto climatico zero, investendo in soluzioni tecnologiche realistiche, coinvolgendo i cittadini e armonizzando gli interventi in settori fondamentali, quali la politica industriale, la finanza o la ricerca — garantendo nel contempo equità sociale per una transizione giusta.
TESTO DOCUMENTO UE: QUI.


L’Osservatorio è un sistema web  che fornisce un servizio operativo semi-automatico, dettagliato e tempestivo per il monitoraggio della siccità. L’Osservatorio è  a supporto di decisori, autorità  idriche, ricercatori, agricoltori ed altri stakeholders. Informazioni scientifiche aggiornate e liberamente disponibili tramite WebGIS, Open Data e funzioni avanzate per affrontare un fenomeno complesso, sempre più frequente e dannoso.
LINK ALL’OSSERVATORIO: QUI.


Temperature globali degli ultimi 4anni
Dati forniti dal Copernicus Climate Change Service (C3S) mostrano che il 2018 è stato il quarto di una serie di anni eccezionalmente caldi e, insieme al servizio di monitoraggio dell'atmosfera di Copernicus (CAMS), C3S riporta che le concentrazioni di CO2 nell'atmosfera hanno continuato a salire
Il C3S fornisce informazioni sul clima passato, presente e futuro, nonché strumenti per consentire la mitigazione dei cambiamenti climatici e le strategie di adattamento da parte dei responsabili politici e delle imprese.
SITO C3S: QUI.


Si tratta del Progetto ASTI (CNR). Il progetto ha lo scopo di progettare, implementare, validare e pilotare una serie di sistemi di previsione per la predizione a breve termine dell'effetto isola di calore urbano (UHI) durante le ondate di calore e il loro impatto sulla salute nelle due città mediterranee di Salonicco e Roma. Gli strumenti sviluppati saranno utilizzati anche per valutare l'impatto degli scenari futuri sui cambiamenti climatici su UHI su Salonicco e Roma e per quantificare l'esito della promozione di piani di mitigazione per combattere l'effetto UHI nelle due città selezionate. Ciò porterà allo sviluppo di strategie per un migliore adattamento e mitigazione degli impatti UHI durante le ondate di caldo estive, una riduzione del rischio di ondate di calore nelle aree metropolitane e una migliore attuazione delle politiche di efficienza energetica nelle città europee.
LINK PROGETTO ASTI : QUI.


Si tratta di una pubblicazione dell’ISPRA. Vengono affrontati tre settori sui quali le città hanno la  possibilità di intervenire: la mobilità urbana (capitoli 2 e 3), il risparmio di energia (capitolo 4 e 5) e la produzione di energia da fonti rinnovabili  (capitolo 6 e 7).  I capitoli per ogni settore sono due:   il primo fornisce una panoramica delle azioni possibili  e degli strumenti a disposizione di un Ente Locale per abbattere le emissioni di gas serra; il secondo una selezione di buone pratiche cui ispirarsi.  
TESTO PUBBLICAZIONE: QUI.


Si tratta di uno studio pubblicato su Geophysical Research Letters da un team di ricercatori spagnoli e statunitensi e dal Department of Geosciences della Princeton University,
Lo studio esamina la risposta degli uragani nel Mediterraneo( Medicanes) al riscaldamento globale utilizzando un modello climatico accoppiato globale di 25 km sviluppato di recente, che presenta una rappresentazione realistica dei Medicanes nelle condizioni climatiche attuali. Si è constatato che nonostante una diminuzione della frequenza, i Medicanes diventano potenzialmente più pericolosi nel tardo secolo, durano più a lungo e producono venti e piogge più forti. Questi cambiamenti sono associati a una struttura di uragano più robusta e sono principalmente limitati all'autunno. Pertanto, il continuo riscaldamento antropogenico aumenterà i rischi associati ai Medicanes anche in uno scenario intermedio (Representative Concentration Pathway, RCP4.5), con potenziali conseguenze naturali e socioeconomiche.
T ESTO STUDIO : QUI.


Secondo il Parere Molti strumenti finanziari possono essere messi a disposizione della lotta contro i cambiamenti climatici, ma i finanziamenti arriveranno soltanto se l’Europa dispone di un piano coerente con una direzione chiara e a lungo termine . A tal fine il Parere definisce gli elementi di questo piano.
TESTO PARERE: QUI.


Analisi a cura dell’ISPRA. La comunicazione trimestrale di tali dati permette di informare in modo regolare sull’andamento delle emissioni e nel contempo di mostrare le interrelazioni tra economia  e ambiente.
Nel secondo trimestre del 2018 la stima tendenziale delle emissioni dei gas serra prevede un leggero aumento rispetto all’anno precedente, pari allo 0,2% a fronte di una maggiore crescita del PIL (1,1%). Si conferma quindi il disaccoppiamento tra l’andamento delle emissioni e la tendenza  dell’indice economico, seppur di modeste dimensioni. L’aumento segnalato è principalmente  dovuto ai settori dei trasporti (1,3%), per un maggior consumo di gasolio per il trasporto su strada (2,8%) e del riscaldamento (3,1%). La produzione di energia registra, invece, una riduzione (-2,1%) dovuta prevalentemente alla sostituzione del carbone con il gas naturale.
TESTO ANALISI TRIMESTRALE: QUI.


Le politiche e le misure attuate per la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra garantiscono  il rispetto degli obiettivi di emissione fissati per il 2020. Gli obiettivi più ambiziosi previsti per il 2030 - e finalizzati all'attuazione dell'Accordo di Parigi - potranno invece essere raggiunti solo se  saranno implementate le misure previste dalla Strategia Energetica Nazionale (SEN) approvata nel novembre del 2017. Tali misure costituiscono la base del nuovo Piano nazionale integrato per l'energia e il clima (PNIEC) inviato alla Commissione europea in data 8 gennaio 2019. 
TESTO DOSSIER: QUI.


Questa pubblicazione segna il venticinquesimo anniversario della dichiarazione WMO sullo Stato del Clima Globale, che è stato emesso per la prima volta nel 1994. L'edizione 2019 tratta i dati per il 2018 segna un impegno internazionale sostenuto dedicato a riferire, analizzare e comprendere le variazioni anno dopo anno e le tendenze a lungo termine di un clima che cambia
TESTO RAPPORTO: QUI.


La Risoluzione accoglie con favore la pubblicazione della comunicazione della Commissione dal titolo "Un pianeta pulito per tutti – Visione strategica europea a lungo termine per un'economia prospera, moderna, competitiva e climaticamente neutra", che illustra le opportunità e le sfide, per i cittadini europei e l'economia dell'Europa, del passaggio a un'economia a zero emissioni nette di gas a effetto serra (GES), e getta le basi di un ampio dibattito che coinvolge le istituzioni dell'UE, i parlamenti nazionali, il settore imprenditoriale, le organizzazioni non governative, le città e le comunità nonché i cittadini; sostiene l'obiettivo dell'azzeramento delle emissioni nette di GES entro il 2050 ed esorta gli Stati membri a fare altrettanto nel quadro del dibattito sul Futuro dell'Europa, in occasione del vertice speciale dell'Unione europea che si terrà a Sibiu nel maggio 2019; invita gli Stati membri a impegnarsi con l'ambizione richiesta al fine di conseguire tale obiettivo.
TESTO RISOLUZIONE: QUI.


Il rapporto esamina l’andamento della produzione elettrica dalle diverse fonti. Sono stati elaborati i fattori di emissione di gas a effetto serra e altri contaminanti atmosferici per il settore elettrico. I fattori di emissione sono indispensabili per la programmazione e il monitoraggio di misure di riduzione delle emissioni, in relazione alle strategie di sviluppo del settore elettrico e alle misure di risparmio energetico a livello di usi finali. Le emissioni di CO2 sono state analizzate attraverso la decomposizione dei fattori determinanti. E’ stata inoltre condotta l’analisi delle caratteristiche dei sistemi elettrici nei principali Paesi Europei in relazione al mix di fonti utilizzate, all’efficienza di trasformazione e ai fattori di emissione di gas a effetto serra.
L’analisi della decomposizione mostra che storicamente l’aumento dell’efficienza tecnologica nel settore termoelettrico e il conseguente impiego di combustibili a minore contenuto di carbonio hanno avuto un ruolo determinante nella diminuzione delle emissioni di CO2 ma a partire dal 2007 la quota delle fonti rinnovabili assume una dimensione rilevante,
TESTO RAPPORTO ISPRA: QUI.


Questa pubblicazione segna il venticinquesimo anniversario della dichiarazione  WMO (Organizzazione Metereologica Mondiale QUI) sullo Stato del Clima Globale, che è stato emesso per la prima volta nel 1994. L'edizione 2019 tratta i dati per il 2018.
Il Rapporto conferma l’innalzamento del riscaldamento record consecutivo registrato dal 2015 al 2018. Questo record è dovuto al continuo aumento nella atmosfera della concentrazione dei principali gas a effetto serra. A tutto ciò si associano: il tasso crescente di innalzamento del livello del mare e la perdita di ghiaccio marino nel nord e nel sud regioni polari.
In particolare secondo il Rapporto la temperatura globale è salita a circa 1°C sopra il periodo pre-industriale. Il tempo rimanente per raggiungere gli impegni dell'accordo di Parigi (QUI) sta rapidamente scadendo.
TESTO RAPPORTO WMO: QUI.


Si tratta di uno studio del Potsdam-Instituts für Klimafolgenforschung (PIK) e del Max-Planck-Institut für Meteorologie (MPI-M).
Lo studio dimostra che l'attuale concentrazione di CO2 non ha precedenti negli ultimi 3 milioni di anni e che la temperatura globale non ha mai superato il valore preindustriale di oltre 2°C durante il Quaternario.
TESTO STUDIO: QUI.


Il Rapporto sullo stato del clima nel 2018 è stato redatto dal Copernicus Climate Change Service (C3S - QUI), in collaborazione con il Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio raggio (ECMWF), per conto dell’Unione europea.
Secondo il Rapporto negli ultimi quattro decenni, le temperature in Europa hanno mostrato una chiara tendenza al riscaldamento. Nel  2018 la temperatura annuale per l'Europa era una delle tre più alte mai registrate in assoluto. Tutte le stagioni erano più calde del solito, tarda primavera estate e autunno tutte vedono anomalie oltre 1 ° C sopra la media. L'estate 2018 è stata la più calda mai registrata –  superiore a 1,3 ° C rispetto alla media - e l'autunno è stato uno dei due più caldi. Queste temperature superiori alla media sono state avvertite in gran parte dell'Europa, con le maggiori anomalie annuali nell'Europa centrale e in Turchia. Sono state registrate temperature annuali inferiori alla media solo nel sud-ovest della penisola iberica.
TESTO RAPPORTO: QUI.


È  stata pubblicata la proposta di Piano Nazionale integrato per l’energia ed  il clima. Il piano, da predisporre in attuazione del regolamento europeo sulla governance dell’unione dell’energia e dell’azione per il clima (QUI), costituisce lo strumento con il quale ogni Stato, in coerenza con le regole europee vigenti e con i provvedimenti attuativi del pacchetto europeo Energia e Clima 2030, stabilisce i propri contributi agli obiettivi europei al 2030 sull’efficienza energetica e sulle fonti rinnovabili e quali sono i propri obiettivi in tema di sicurezza energetica, mercato unico dell’energia e competitività.  
TESTO PIANO NAZIONALE PROPOSTO: QUI.


Lo studio pubblicato Nature Climate Change rileva come  negli ultimi quattro decenni, la  produzione di materie plastiche a livello mondiale è quadruplicata. Se questa tendenza dovesse continuare, le emissioni di gas serra dalle materie plastiche raggiungerebbero il 15% del bilancio  globale del carbonio entro il 2050. Le strategie per mitigare le emissioni di gas serra del ciclo di vita  della plastica, tuttavia, non sono state valutate su scala globale. Lo studio compila un set di dati che copre 15 tipologie di plastiche e le loro emissioni di gas serra nel ciclo di vita sotto varie strategie di mitigazione. I risultati mostrano che le emissioni di gas serra del ciclo di vita globale delle materie plastiche convenzionali sono state pari a 1,7 Gt di CO2 equivalente  (CO2e) nel 2015, che sarebbero cresciute fino a 6,5 ​​GtCO2e entro il 2050 nell'ambito dell'attuale traiettoria. Tuttavia, l'applicazione aggressiva delle energie rinnovabili, del riciclaggio e delle strategie di gestione della domanda, di concerto, ha il potenziale per mantenere le emissioni del 2050 paragonabili ai livelli del 2015. Inoltre, la sostituzione delle materie prime con combustibili fossili con le biomasse può ulteriormente ridurre le emissioni e ottenere una riduzione assoluta rispetto al livello attuale. Lo studio dimostra la necessità di integrare l'energia, i materiali, il riciclaggio e le strategie di gestione della domanda per ridurre le emissioni di GHG nel ciclo di vita della plastica.
LINK DOVE ACQUISIRE LO STUDIO: QUI.


Si tratta di uno studio frutto della collaborazione internazionale condotta da ARPA Valle d’Aosta e dal  dipartimento di Scienze dell’ambiente e della terra dell’Università di Milano-Bicocca insieme al INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare), ai ricercatori francesi di Météo-France (Univ. Grenoble Alpes e CNRS) e al Max Planck Institute in Germania.
Lo studio grazie a un modello numerico che ha permesso di simulare la dinamica nivale includendo  ed escludendo l’effetto delle polveri, ha potuto stimare l’effetto delle deposizioni di sabbia sahariana sulla neve nella catena Alpina. Analizzando i dati, è stato dimostrato che in anni  caratterizzati da intense deposizioni sahariane, come nella stagione del 2015/2016, le polveri hanno causato un anticipo della scomparsa della neve di circa un mese - pari a un quinto della stagione nivale.
TESTO DELLO STUDIO: QUI.     




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