martedì 19 marzo 2019

Biodigestore spezzino: il gioco delle tre carte della Amministrazione Regionale


Il tormentone infinito sulla scelta del sito per il biodigestore spezzino (trattamento rifiuti organici) si riapre grazie alle dichiarazioni dell'Assessore Regionale all'Ambiente che si rimangia bellamente quanto detto da lui e quanto scritto negli atti ufficiali approvati meno di un anno fa. 


L’Assessore Giampedrone insieme con il Presidente della Provincia spezzina dichiara in data 3 luglio 2018 (QUI):Il Piano attualmente in approvazione prevede la realizzazione dell’impianto a Boscalino, Comune di Arcola, al confine con quello della Spezia, che già ospita la raccolta del verde ed è luogo di trasferenza della frazione umida. Tale sito era individuato anche nel Project Financing del 2016 ed è sede di quello che fu l’inceneritore dei rifiuti negli anni settanta.”

A pagina 5 della delibera del Consiglio Provinciale che, in data 6 agosto 2018, ha approvato il Piano di area per la gestione dei rifiuti urbani in provincia della Spezia e area Tigullio si legge che “il sito di Boscalino (Arcola) è stato proposto dalla stessa Recos”, si tratta della stessa società che ora parla anche di un altro sito quello di Saliceti (Vezzano Ligure).

Il 9 agosto 2018 l’Assessore Regionale Giampedrone dichiara (QUI):” il parere Vas (Valutazione ambientale strategica) n.100, assunto con Dgr n.1168 del 2017 sul Piano d’Area di La Spezia, non ha affatto “bocciato” la localizzazione di Boscalino per il biodigestore, ma si è limitato a manifestare alcuni dubbi in merito alla coesistenza del sito di Boscalino per gli anni 2018/2020 con una stazione di trasferimento in concomitanza con i lavori di realizzazione dell’impianto di digestione anaerobica, considerate le dimensioni limitate dell’area in questione. La Provincia della Spezia, con la revisione del proprio Piano ai fini di conformarsi al parere Vas, ha specificato le motivazioni che hanno condotto all’indicazione di tale sito

Stando alle dichiarazioni suddette ma soprattutto agli atti approvati formalmente a livello istituzionale (ricordo che il Piano di area spezzino è stato recepito nel Piano di Ambito Regionale sempre ad agosto del 2018). La questione del sito del biodigestore sembrava decisa: si fa a Boscalino.
Su come si è arrivati alla scelta di Boscalino, sui profili di illegittimità della procedura, su un metodo di valutazione inadeguata ho già avuto modo di spiegare in questo blog QUI e QUI, ma al di la del mio punto di vista eravamo arrivati a due deliberazioni istituzionali (Consiglio Provinciale e Comitato di Ambito Regionale) che seguendo la procedura prevista dalla legge avevano deciso che il sito del biodigestore era a Boscalino.

Di fronte a questo quadro amministrativo apparentemente definitivo sotto il profilo della pianificazione delle scelte localizzative e impiantistiche qualche settimana fa c’è una svolta.
Uno pensa una svolta delle istituzioni che, seguendo le procedure di legge, hanno deciso di rivedere sia il Piano di Area spezzino che il Piano di Ambito regionale? No la svolta la produce una lettera di Recos (la società che vuole realizzare il biodigestore in provincia di Spezia). La società pubblica una lettera (QUI) nella quale, annunciando compensazioni economiche ai Comuni interessati dal potenziale impatto del biodigestore, afferma anche che sta valutando due siti quello di Boscalino e quello di Saliceti.

A questo punto uno si aspetta che le istituzioni competenti (Provincia e Regione in primo luogo quali autorità preposte alla pianificazione della gestione dei rifiuti urbani) prendano posizione e ricordino ai signori della Recos:
1. il sito del biodigestore è Boscalino come previsto dal Piano di Area spezzino e di Ambito Regionale approvati lo scorso Agosto 2018
2. le compensazioni per i territori con presenza di impianti inquinanti sono disciplinate dalla legge e non possono essere decise come elargizioni patrimoniali da chi gli impianti li vuole realizzare (QUI).

Niente di tutto questo. L’Assessore all’Ambiente della Regione Liguria, pochi giorni dopo l’uscita di Recos precisamente ieri 18 marzo, dichiara (QUI) : "Saliceti o Boscalino? Aspettiamo progetti". Non solo ma sulla Nazione di oggi (19 marzo) dichiara: “saranno i tecnici a decidere”.
Quindi con due battute sui mass media locali l’Assessore ha cancellato la pianificazione decisa formalmente a livello istituzionale lo scorso agosto e allo stesso tempo rimuove il ruolo della politica nella vicenda.
Voglio ricordare all’Assessore che i Piani di Area provinciali relativamente al  loro contenuto sono disciplinati dall’articolo 197 del DLgs 152/2006 dove si afferma che spetta a detti Piani definire la localizzazione degli impianti di gestione rifiuti. Detti Piani sono approvati dai Consigli Provinciali, certo dopo una istruttoria anche tecnica ma con una decisione che alla fine è politica. Il Piano di Area è poi recepito nel Piano di Ambito Regionale attraverso la approvazione del Comitato di Ambito composto da: “a) il Presidente della Giunta regionale o suo delegato; b) gli Assessori regionali competenti; c) il Sindaco della Città metropolitana o suo delegato; d) i Presidenti delle province o loro delegati. Altro che tecnici la decisione finale sulla pianificazione della gestione dei rifiuti è POLITICA caro signor Giampedrone!.

Ma l’Assessore sulla Nazione di oggi (19 marzo) cerca di dare una giustificazione allo stravolgimento istituzionale sopra descritto, non senza affermare una nuova bugia : “non abbiamo ancora deciso quale delle due aree (Boscalino o Saliceti ndr) verrà scelta” . Allora cosa cavolo avete approvato lo scorso Agosto?
La giustificazione di questo stravolgimento, secondo l’Assessore, è che: “ci sono da trattare 60000 tonnellate/anno di rifiuti organici,perché il fabbisogno è aumentato  e verrà trattato  materiale anche fuori Provincia”.  Caro Assessore i casi sono due o lei è un bugiardo oppure non si ricorda neppure il contenuto dei Piani che lei ha contribuito ad approvare.

Le 60.000 ton/anno per il biodigestore spezzino erano già previste potenzialmente nel Piano di Ambito regionale approvato ad agosto del 2018come dimostra questa scheda riassuntiva collocata a pagina 46 del Piano.
In questa scheda si dimostra che l’impianto è inizialmente tarato per circa 30.000 tonnellate ma le potenzialità ottimali saranno di 60.000 tonnellate/anno.
Domanda: perché se le potenzialità erano di 60.000 tonnellate si è deciso comunque un sito unico (Boscalino) ed ora improvvisamente si mette in discussione il sito in una situazione che, in termini di quantità di rifiuti da trattare è la stessa?  Avevano bevuto gli amministratori locali e regionali quando approvarono quel Piano?

Ora l’Assessore paventa una procedura per mettere una pezza a questo strame istituzionale, pezza assolutamente illegittima.  La decisione finale sul sito del biodigestore viene rinviata a: “quando verranno presentati i progetti”, afferma l’Assessore oggi sulla Nazione. In sostanza l’Assessore pensa di risolvere la questione rinviando alla procedura di VIA del singolo progetto la decisione finale sul sito tra Boscalino e Saliceti.
Ora  intanto voglio ricordare all’Assessore che la delibera del Consiglio Provinciale spezzino aveva affermato alle pagine 5 e 6: “Recos. SpA ha proposto il sito di Boscalino per realizzare un impianto adeguato alle produzioni attese dai Comuni della provincia della Spezia e del flusso previsto dall’area del Tigullio… Recos Spa ha presentato un progetto preliminare dal quale si evince la adeguatezza del sito di Boscalino per la realizzazione dell’impianto proposto… la verifica suggerita da Arpal risulta positivamente risolta dall’esame dei documenti di progetto, documenti che non erano nella disponibilità dell’Arpal in quanto non inclusi tra quelle trasmessi per la VAS”! Quindi la compatibilità del sito di Boscalino con l’ipotesi Biodigestore anche nelle dimensioni prospettate dal Piano di Ambito Regionale (vedi scheda riportata sopra) era già stata valutata in sede di pianificazione, mentre ora viene rimessa in discussione senza alcuna motivazione tecnica ( a proposito del “decideranno i tecnici”!).

Ma c’è di più perché la questione del sito del biodigestore non può essere decisa dai progetti e quindi dalla Valutazione di Impatto Ambientale ma deve prevedere una revisione dei Piani di Area spezzino e di Ambito Regionale con relativa nuova VAS.
Infatti prima di tutto è il Piano che decide il sito non il progetto che modifica il Piano. Ma soprattutto il dimensionamento non riguarda solo l’impianto in se (VIA) ma anche il ruolo che questo impianto avrà nell’area vasta addirittura extra provinciale, questione tipica della VAS (Valutazione Ambientale Strategica) perché questione tipica della pianificazione/programmazione nella gestione dei flussi dei rifiuti e non solo della mera valutazione dell’impatto ambientale dell’impianto nel sito specifico (vedi VIA). Si veda in tale sensola lettera  d) comma 4 articolo 13 DLgs 152/2006: "4. Nel rapporto ambientale debbono essere individuati, descritti e valutati gli impatti significativi che l'attuazione del piano o del programma proposto potrebbe avere sull'ambiente e sul patrimonio culturale, nonché le ragionevoli alternative che possono adottarsi in considerazione degli obiettivi e dell'ambito territoriale del piano o del programma stesso".

Graziosamente l’Assessore parla di Inchiesta Pubblica per decidere il sito. Beh di fronte ad amministratori che decidono i siti di impianti rifiuti come nel gioco delle “tre carte”, le Inchieste Pubbliche immagino quanto conteranno. Non solo ma l’Inchiesta si farà su progetti precisi e su due siti creando una sorta di “guerra tra poveri” mentre invece sarebbe stata necessaria una nuova Pianificazione e una nuova VAS (Valutazione Ambientale Strategica) basata su scenari alternativi non solo di sito ma anche impiantistici. Altrimenti la Inchiesta Pubblica diventa una specie di plebiscito tra due siti e un progetto unico, il contrario della filosofia di una VAS partecipata : un processo di apprendimento collettivo nelle decisioni strategiche sull’uso dei territori!

Intanto la Regione prima di continuare nella sua nuova impostazione faccia una cosa semplice: avvii una Valutazione di Danno Sanitario [NOTA 1] prodotto ad oggi dalle emissioni odorigene dell’impianto di trattamento rifiuti di Saliceti. Questo si sarebbe utile per capire davvero quali decisioni prendere nell’interesse prima di tutto della salute dei cittadini.  









[NOTA 1] uno studio sul danno sanitario prodotto dalla centrale in questi anni attraverso ad esempio la metodologia del monitoraggio ambientale su indicatori di interesse sanitario

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