La classe dirigente locale e nazionale vecchia e nuova
non riuscirà mai a fare nomine in enti di governo rilevanti, come da ultimo è avvenuto con la Presidenza del Parco delle
5 Terre, seguendo una procedura
trasparente e soprattutto di evidenza pubblica.
Mi riferisco ad una procedura che si basi su parametri
di competenze predefiniti. In particolare chiunque intenda fare il presidente
si deve candidare presentando anche un minimo programma di governo in modo da dare
la sensazione che conosce davvero i problemi dell'ente al cui governo si
candida.
Poi sulla base di quanto presentato da ogni candidato si
svolga un confronto pubblico nelle sedi istituzionali competenti ma anche con
udienze pubbliche in cui i candidati illustrano le loro competenze e le loro
intenzioni. Solo alla fine di questo percorso ci dovrà essere l'intesa sul nome
(nel caso del Parco tra Ministro Ambiente e Presidente Regione).
Questo modo di procedere non esclude in assoluto delle
nomine sbagliate ma almeno colma in parte i limiti posti dalla legge costringendo i
decisori a giustificare pubblicamente la scelta ed evitando le frasi fatte a
cui assistiamo ogni volta che nelle segrete stanze la classe dirigente decide a
chi fare occupare la "carega" di turno.
Ovviamente niente di tutto questo è stato fatto nel
caso della Presidenza del Parco VTerre, come al solito!
Cmq, piacciano o meno i metodi di scelta, ora abbiamo
un nuovo Presidente del Parco delle 5Terre. Ritengo che per supplire alla
procedura poco trasparente con cui è stata nominata occorra promuova almeno una
gestione trasparente e quindi affronti immediatamente la questione del piano
e del regolamento del parco, strumenti di governo mai visti nel Parco delle
5Terre. Vedremo...
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