Certe reazioni al mio post (vedi QUI) sulla rotazione
dei dirigenti del Comune di Spezia mi confermano che siamo una città (potrei
dire anche un Paese ma non allarghiamoci troppo) che ha la cultura istituzionale di un
lombrico, con tutto il rispetto per i lombrichi ovviamente, animali utilissimi nei
cicli ecologici.
Ovviamente i “saputelli” che commentano criticamente i
miei post su fb lo fanno con il
battutismo ma si capisce lontano un miglio che non sanno un belino di cosa
stanno trattando e non hanno neppure letto il mio post completo qui su questo
blog.
Preciso per i prevenuti: scrivo questo non perché io
pretenda che qualcuno legga i miei post, ma cavolo se li critichi almeno leggili
e contesta nel merito no?
A questo punto vi scrivo una cosa “non politicamente corretta”
ma vera.
Scommettiamo che se lo stesso post lo avessi
presentato come uno studio generale ed astratto slegato dalla attualità
politica locale non avrebbe avuto certe reazioni stizzite anche da parte di un
certo ceto dirigente politico e sindacale? Io dico di si: tutti a lamentarsi
della inefficienza della burocrazia poi quando tu proponi un metodo per avviare
una procedura di valutazione della efficienza dei dirigenti ecco che tirano fuori le stronzate sui
contratti a tempo indeterminato e i licenziamenti in tronco, tutte questioni di
cui io non ho mai trattato nei miei post come chiunque può verificare
leggendoli. Ma sono cazzate che servono per confondere le acque per non andare
al nodo dei problemi, anzi del problema: i dirigenti del Comune di Spezia in
questi anni hanno davvero svolto bene il loro lavoro? Come sono stati valutati?
C’è stata una valutazione trasparente e terza sul loro lavoro? Questa
valutazione è stata svolta pubblicamente o nel chiuso degli uffici comunali?
Eppure le vicende della Scalinata Cernaia, di Piazza
Verdi, di Piazza del Mercato, del finto fronte urbanistico per i quartieri del
Porto, dell’Acam, degli appalti pubblici che finiscono sempre con variante in
danno della casse comunali, della bonifica dell'area ex IP con relativo centro
commerciale etc. etc. hanno dietro due cose:
1. la pochezza del ceto politico dirigente
spezzino (assessori che non sanno, non vedono, non si ricordano ma soprattutto
non capiscono un cazzo di quello di cui si occupano)
2. il potere di un gruppo trasversale di
burocrati che governa il Comune da anni fuori da ogni circuito democratico e la “corte” che si sono creati intorno dentro e
fuori del Palazzo.
E guardate che la mia convinzione di quanto sto per
scrivere di seguito nasce appunto proprio dall’avere seguito da vicino le
suddette vicende oltretutto, per circa 10 mesi, come Assessore. Non posso dimenticare infatti come, nel mio
breve periodo da assessore (era l’inizio del 2000), quando proposi come
nuovo dirigente del settore ambiente il comandante dei Vigili Urbani, il
Direttore Generale del Comune, dell’epoca, mi disse testualmente : “non
va bene questa proposta perché quando il nuovo dirigente andrà sull’area IP (in
fase di inizio bonifica all’epoca ndr.) come dirigente dovrà vederla in un
modo, ma come comandante dei Vigili visti i suoi poteri di vigilanza nei reati
potrebbe vederla in ben altro modo non molto coerente con il ruolo di
dirigente del Comune”. Come dire se sei amministratore o dirigente e vedi cose
che possono costituire ipotesi di reato è bene tu volga lo sguardo altrove !!!
Questa cultura di governo della burocrazia apicale del
Comune è solo di questo episodio ? Solo un ingenuo che non conosce come è stata
governata questa città può pensarlo vero?
Allora qualcuno ha intenzione di valutarle
pubblicamente tutte queste cose prima di riorganizzare la macchina comunale in
vista del prossimo quinquennio amministrativo?
Si può fare senza sconvolgere ne la macchina comunale
ne la vita di nessuno, senza ledere diritti quesiti sindacali o meno?
A queste due domande il mio post spiegava che si si
può fare e ne analizzava i fondamenti giuridici e istituzionali (citando sentenze
della Corte Costituzionale, della Cassazione e gli indirizzi della Autorità
Anticorruzione) e ponendo alla fine una
proposta di percorso operativo precisa che qui riassumo per l’ultima volta:
1. impostare una vera e propria politica della
rotazione secondo gli indirizzi della giurisprudenza e della Autorità
Anticorruzione
2. avviare immediatamente una procedura di
valutazione del lavoro svolto dai dirigenti attuali al fine di verificarne
incompetenze, violazioni degli indirizzi politici, violazioni di norme vigenti,
non rispetto delle migliori pratiche nel settore di competenze, produzione di
inefficienze e sprechi nella gestione della macchina comunale ma anche e
soprattutto nelle scelte di amministrazione attiva a cominciare dai bandi degli
appalti pubblici e la loro attuazione, violazione delle norme su trasparenza
accesso ai documenti e accesso civico, situazioni di conflitto di interesse.
3. la procedura di cui al punto 2 deve prevedere
momenti pubblici di audizione degli stessi dirigenti e di chi effettuerà la
valutazione attraverso le apposite commissioni consiliari ma anche la
partecipazione del pubblico con possibilità di formulare richieste,
osservazioni, critiche. Il tutto dovrà essere riprodotto in un dossier da
pubblicare nel sito del Comune. Fondamentale sarà anche la terzietà della
composizione del soggetto che svolgerà la valutazione nonchè i criteri per
svolgere questa valutazione.
Forse i primi due punti sono stati avviati dalla attuale
Amministrazione Comunale? Non è dato saperlo, ma di sicuro quello che viene
sicuramente rimosso è il terzo, quest’ultimo si sarebbe rivoluzionario.
Voi penserete come fai a dire che il terzo punto è
stato rimosso?. Beh sia sufficiente vedere come sono stati scelti i nomi dei
componenti negli organi direttivi degli enti di secondo grado: c’è stato un
confronto pubblico come indicato nel punto 3 nel quale almeno gli aspiranti
alle cariche direttive hanno presentato pubblicamente i loro programmi di
lavoro le loro analisi sullo stato degli enti che volevano andare a governare?
Non mi pare quindi…
P.S.
Qualcuno ha sostenuto: “ma tu vuoi fare come in America che al cambio politico cambiano anche i
burocrati ma così la burocrazia diventa ostaggio della politica”. Mi verrebbe da scrivere magari ma lasciamo
perdere gli USA e le facili battute e comunque la questione andrebbe posta diversamente vedi QUI.
Pongo invece una domanda a
questi signori: ma perché ora come funziona? Non la politica ma il circuito
democratico è ostaggio di una burocrazia “ottuagenaria” senza reali controlli, e
questo non avviene perché la politica controlli la burocrazia ma perché la
politica oggi punta tutto alla sua sopravvivenza come ceto. Il tassello di
unione tra interessi di autonomia dei burocrati e dei politici è oggi la
politica marketing volta alla sopravvivenza reciproca dei due ceti che mettono
in atto gli interessi forti che si muovono sul territorio fuori dal circuito
democratico. Non si va a governare per attuare un programma discusso con i
cittadini, si va a governare per mediare interessi tra ceti interni ed esterni
alla Pubblica Amministrazione. Non si
capisce di chi sia la responsabilità per la mancata attuazione dei programmi perché
non esistono momenti di vera valutazione pubblica e anzi il tutto è supportato
dalla frammentazione delle competenze istituzionali: i processi decisionali
ambientali ed urbanistici sono un esempio da manuale di tutto ciò.
La democrazia
rappresentativa sta morendo e con essa la terzietà della Pubblica
Amministrazione e i miei critici
affermano : “tu non puoi licenziare chi
ha un contratto a tempo indeterminato”.
Ma andate a cagare per favore!
Ricordo un assessore del Comune di Porto Venere che parlando, non solo in pubbliche riunioni ma anche in modo informale e amichevole, con i cittadini iniziava ogni suo discorso con: “ora parlo da assessore”, “ora parlo da cittadino”. O un altro che dopo aver fatto campagna elettorale e chiesto il voto proclamandosi contrario al rigassificatore, una volta eletto chiese a un suo elettore: “dimmi veramente cosa pensi della Snam perché, sai, ora governiamo noi”.
RispondiEliminaI funzionari descritti nel tuo articolo sono figli di questi pseudo politici, da molti anni ormai assorbono questa non cultura, purtroppo così radicata e trasversale da non essere più avvertita come distorsione. Hanno imparato a sguazzarci dentro creandosi un sistema di potere ormai ben oliato, approfittando della ignoranza, non solo tecnica ma soprattutto istituzionale, dei cosiddetti politici (meglio sarebbe definirli “partitici”, nonostante tutto continuo a pensare che la politica, al contrario della partitica, sia una cosa seria)