sabato 2 settembre 2017

Noterelle su “paraculismo” politico e valutazione dei dirigenti del Comune di Spezia

Certe reazioni al mio post (vedi QUI) sulla rotazione dei dirigenti del Comune di Spezia mi confermano che siamo una città (potrei dire anche un Paese ma non allarghiamoci troppo)  che ha la cultura istituzionale di un lombrico, con tutto il rispetto per i lombrichi ovviamente, animali utilissimi nei cicli ecologici.
Ovviamente i “saputelli” che commentano criticamente i miei post su fb  lo fanno con il battutismo ma si capisce lontano un miglio che non sanno un belino di cosa stanno trattando e non hanno neppure letto il mio post completo qui su questo blog.
Preciso per i prevenuti: scrivo questo non perché io pretenda che qualcuno legga i miei post, ma cavolo se li critichi almeno leggili e contesta nel merito no?  

A questo punto  vi scrivo una cosa “non politicamente corretta” ma vera.
Scommettiamo che se lo stesso post lo avessi presentato come uno studio generale ed astratto slegato dalla attualità politica locale non avrebbe avuto certe reazioni stizzite anche da parte di un certo ceto dirigente politico e sindacale? Io dico di si: tutti a lamentarsi della inefficienza della burocrazia poi quando tu proponi un metodo per avviare una procedura di valutazione della efficienza dei dirigenti  ecco che tirano fuori le stronzate sui contratti a tempo indeterminato e i licenziamenti in tronco, tutte questioni di cui io non ho mai trattato nei miei post come chiunque può verificare leggendoli. Ma sono cazzate che servono per confondere le acque per non andare al nodo dei problemi, anzi del problema: i dirigenti del Comune di Spezia in questi anni hanno davvero svolto bene il loro lavoro? Come sono stati valutati? C’è stata una valutazione trasparente e terza sul loro lavoro? Questa valutazione è stata svolta pubblicamente o nel chiuso degli uffici comunali?

Eppure le vicende della Scalinata Cernaia, di Piazza Verdi, di Piazza del Mercato, del finto fronte urbanistico per i quartieri del Porto, dell’Acam, degli appalti pubblici che finiscono sempre con variante in danno della casse comunali, della bonifica dell'area ex IP con relativo centro commerciale etc. etc. hanno dietro due cose:
1. la pochezza del ceto politico dirigente spezzino (assessori che non sanno, non vedono, non si ricordano ma soprattutto non capiscono un cazzo di quello di cui si occupano)
2. il potere di un gruppo trasversale di burocrati che governa il Comune da anni fuori da ogni circuito democratico e  la “corte” che si sono creati intorno dentro e fuori del Palazzo.

E guardate che la mia convinzione di quanto sto per scrivere di seguito nasce appunto proprio dall’avere seguito da vicino le suddette vicende oltretutto, per circa 10 mesi, come Assessore.  Non posso dimenticare infatti come, nel mio breve periodo da assessore (era l’inizio del 2000), quando proposi come nuovo dirigente del settore ambiente il comandante dei Vigili Urbani, il Direttore Generale del Comune, dell’epoca,  mi disse testualmente : “non va bene questa proposta perché quando il nuovo dirigente andrà sull’area IP (in fase di inizio bonifica all’epoca ndr.) come dirigente dovrà vederla in un modo, ma come comandante dei Vigili visti i suoi poteri di vigilanza nei reati potrebbe vederla in ben altro modo non molto coerente con il ruolo di dirigente del Comune”. Come dire se sei amministratore o dirigente e vedi cose che possono costituire ipotesi di reato è bene tu volga lo sguardo altrove !!!
Questa cultura di governo della burocrazia apicale del Comune è solo di questo episodio ? Solo un ingenuo che non conosce come è stata governata questa città può pensarlo vero?

Allora qualcuno ha intenzione di valutarle pubblicamente tutte queste cose prima di riorganizzare la macchina comunale in vista del prossimo quinquennio amministrativo?

Si può fare senza sconvolgere ne la macchina comunale ne la vita di nessuno, senza ledere diritti quesiti sindacali o meno?

A queste due domande il mio post spiegava che si si può fare e ne analizzava i fondamenti giuridici e istituzionali (citando sentenze della Corte Costituzionale, della Cassazione e gli indirizzi della Autorità Anticorruzione)  e ponendo alla fine una proposta di percorso operativo precisa che qui riassumo per l’ultima volta:

1. impostare una vera e propria politica della rotazione secondo gli indirizzi della giurisprudenza e della Autorità Anticorruzione

2. avviare immediatamente una procedura di valutazione del lavoro svolto dai dirigenti attuali al fine di verificarne incompetenze, violazioni degli indirizzi politici, violazioni di norme vigenti, non rispetto delle migliori pratiche nel settore di competenze, produzione di inefficienze e sprechi nella gestione della macchina comunale ma anche e soprattutto nelle scelte di amministrazione attiva a cominciare dai bandi degli appalti pubblici e la loro attuazione, violazione delle norme su trasparenza accesso ai documenti e accesso civico, situazioni di conflitto di interesse.

3. la procedura di cui al punto 2 deve prevedere momenti pubblici di audizione degli stessi dirigenti e di chi effettuerà la valutazione attraverso le apposite commissioni consiliari ma anche la partecipazione del pubblico con possibilità di formulare richieste, osservazioni, critiche. Il tutto dovrà essere riprodotto in un dossier da pubblicare nel sito del Comune. Fondamentale sarà anche la terzietà della composizione del soggetto che svolgerà la valutazione nonchè i criteri per svolgere questa valutazione. 


Forse i primi due punti sono stati avviati dalla attuale Amministrazione Comunale? Non è dato saperlo, ma di sicuro quello che viene sicuramente rimosso è il terzo, quest’ultimo si sarebbe rivoluzionario.
Voi penserete come fai a dire che il terzo punto è stato rimosso?. Beh sia sufficiente vedere come sono stati scelti i nomi dei componenti negli organi direttivi degli enti di secondo grado: c’è stato un confronto pubblico come indicato nel punto 3 nel quale almeno gli aspiranti alle cariche direttive hanno presentato pubblicamente i loro programmi di lavoro le loro analisi sullo stato degli enti che volevano andare a governare? Non mi pare quindi…

  

P.S.
Qualcuno ha sostenuto: “ma tu vuoi fare come in America  che al cambio politico cambiano anche i burocrati ma così la burocrazia diventa ostaggio della politica”.  Mi verrebbe da scrivere magari ma lasciamo perdere gli USA e le facili battute e comunque la questione andrebbe posta diversamente vedi QUI.
Pongo invece una domanda a questi signori: ma perché ora come funziona? Non la politica ma il circuito democratico è ostaggio di una burocrazia “ottuagenaria” senza reali controlli, e questo non avviene perché la politica controlli la burocrazia ma perché la politica oggi punta tutto alla sua sopravvivenza come ceto. Il tassello di unione tra interessi di autonomia dei burocrati e dei politici è oggi la politica marketing volta alla sopravvivenza reciproca dei due ceti che mettono in atto gli interessi forti che si muovono sul territorio fuori dal circuito democratico. Non si va a governare per attuare un programma discusso con i cittadini, si va a governare per mediare interessi tra ceti interni ed esterni alla Pubblica Amministrazione.  Non si capisce di chi sia la responsabilità per la mancata attuazione dei programmi perché non esistono momenti di vera valutazione pubblica e anzi il tutto è supportato dalla frammentazione delle competenze istituzionali: i processi decisionali ambientali ed urbanistici sono un esempio da manuale di tutto ciò.


La democrazia rappresentativa sta morendo e con essa la terzietà della Pubblica Amministrazione  e i miei critici affermano : “tu non puoi licenziare chi ha un contratto a tempo indeterminato”.  Ma andate a cagare per favore! 

1 commento:

  1. Ricordo un assessore del Comune di Porto Venere che parlando, non solo in pubbliche riunioni ma anche in modo informale e amichevole, con i cittadini iniziava ogni suo discorso con: “ora parlo da assessore”, “ora parlo da cittadino”. O un altro che dopo aver fatto campagna elettorale e chiesto il voto proclamandosi contrario al rigassificatore, una volta eletto chiese a un suo elettore: “dimmi veramente cosa pensi della Snam perché, sai, ora governiamo noi”.
    I funzionari descritti nel tuo articolo sono figli di questi pseudo politici, da molti anni ormai assorbono questa non cultura, purtroppo così radicata e trasversale da non essere più avvertita come distorsione. Hanno imparato a sguazzarci dentro creandosi un sistema di potere ormai ben oliato, approfittando della ignoranza, non solo tecnica ma soprattutto istituzionale, dei cosiddetti politici (meglio sarebbe definirli “partitici”, nonostante tutto continuo a pensare che la politica, al contrario della partitica, sia una cosa seria)

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