martedì 12 settembre 2017

Promemoria per smemorati e "coccodrilli" sul rischio alluvioni

Al contrario di quanto afferma il Testo Unico Ambientale (comma 4 articolo 65) la pianificazione sulla prevenzione del rischio idrogeologico ed idraulico non riesce quasi mai a prevalere su quella urbanistica ed edilizia ed infrastrutturale anzi semmai è la prima che tende ad adeguarsi a queste ultime, con interventi rattoppati come le casse di contenimento (di espansione tecnicamente ma dechè!) che a Livorno non hanno fermato la fiumana che ha ucciso esseri umani in un area da anni considerato ad alto rischio idraulico! (vedi QUI).
Non a caso e per tornare in Liguria ad una interrogazione del 2015 l'Assessore Regionale competente non rispose al quesito sulla eccessiva discrezionalità, delegata ai Comuni, sulle verifiche per gli interventi assentibili anche in aree collocate nelle mappe di pericolosità così come previsto dall’articolo 4 allegato I alla Delibera Giunta Regionale 59/2015.

Ma tutto questo ormai non risponde più neppure ad esigenze di sviluppo economico.


I dati nazionali parlano chiaro da anni. Il Rapporto 2014 dell’Istituto Superiore di Ricerca e Protezione Ambientale  (ISPRA  vedi QUI) così conclude in modo emblematico (tranne per il ceto politico di governo nazionale e locale): “La progressiva espansione delle infrastrutture e delle aree urbanizzate a bassa densità, che comportano  un forte incremento delle superfici artificiali e della impermeabilizzazione del suolo, sono una realtà  sempre più diffusa nel nostro paese. Tali dinamiche insediative non sono giustificate da analoghi  aumenti di popolazione e di attività economiche". Insomma l’aumento del consumo di suolo non si spiega con esigenze di dinamica economica ma con esigenze, aggiungo io, di speculazione prevalentemente locale e regionale legate alle varie “camarille” del cemento sostenute dalla cultura degli “oneri di urbanizzazione” che possono finanziare fino al 75% la spesa corrente delle dissestate finanze dei Comuni italiani.  Questo spiega le vere ragioni che stanno dietro ai  vari decreti del fare e dei destini Italia e degli sblocca Italia.
Il politico italiano è specializzato in perdita di memoria e allora rinfreschiamogliela: per fare un esempio tra i tanti, dopo la alluvione del 2011 in Val di Vara quando la Regione con un provvedimento (peraltro molto blando e discutibile) aveva sospeso per un breve periodo interventi edilizi assentiti per avviare una verifica post alluvione, molti Sindaci dell'epoca in Val di Vara di allora dichiararono: "è una decisione che uccide il nostro territorio mette a rischio i bilanci dei Comuni che hanno incassato gli oneri di urbanizzazione….” (dichiarazione al Secolo XIX del 15/12/2011).
D'altronde se nove le regioni in Italia hanno approvato leggi che consentono la trasformazione in residenze di locali seminterrati di cosa ci stupiamo?

Un ultima annotazione oggi sulle pagine nazionali del Secolo XIX è uscita la notizia (chissà perché certe notizie escono sempre dopo i disastri) di un Report sul Comune di Genova elaborato dall'ex assessore alla protezione civile oltre un anno e mezzo fa. Questo report afferma una cosa agghiacciante nella sua cruda valenza tecnica: "le portate dei rivi tombati sono sottostimate". Due domande:
1. se sono sottostimate vuol dire che non sappiamo cosa potrebbe succedere alla prossima "bomba d'acqua"?
2. un rapporto del genere esiste per le altre città liguri? oppure usciranno dopo la prossima tragedia magari per comunicarci che la situazione non è sotto controllo per niente?

La vera emergenza di questo Paese è o non è la prevenzione nella tutela del suolo? Secondo me si, quindi a cosa cavolo servono tutte queste semplificazioni edilizie quando invece si tratta di prendere in mano la situazione con decisioni, a breve termine poco appetibili elettoralmente, drastiche e ineluttabili se non vogliamo trasformare le vie e le case delle nostre città in posti dove è pericoloso vivere e lavorare?
Invece di semplificare e accelerare l'uso dei fondi stanziati per la difesa dal rischio idraulico (vedi QUI) si semplificano i permessi di costruire, gli impianti inquinanti, le valutazioni ambientali di progetti ed opere, si derogano alle norme del Paesaggio etc. etc. ed il Paese affonda sempre di più con costi umani prima di tutto ma e anche economici enormi e inaccettabili!


Concludo con due foto senza commento perché inutile in questo caso:
Livorno 2009


Livorno 2017



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