lunedì 28 marzo 2016

Bolongaro intervista su Piazza Verdi:una cultura privatistica della cosa pubblica e della "bellezza".

Il Signor Bolongaro intervistato dal Secolo XIX (vedi QUI), per sua “grazia” e dopo anni di controversie sul progetto di Piazza Verdi, ci dispensa il suo pensiero. Peccato che le sue interpretazioni rimuovano parecchie questioni decisive.

Ho sempre pensato che il progetto Buren Vannetti non fosse ne brutto ne bello ma semplicemente totalmente in contrasto con la storia e l’immagine della Piazza, anche a prescindere dai pini, soprattutto eccessivamente costoso per le casse comunali e pubbliche in generale, in una città che richiedeva e richiede interventi di riqualificazione urbana ben più rilevanti e importanti come dimostrano le nostre periferie abbandonate da anni.
Ma queste sono mie opinioni personali, invece come ho sempre detto e scritto in questa vicenda, nonostante le accuse dei miei detrattori che però non hanno mai smentito nel merito questa tesi, il vero problema del Progetto di Piazza Verdi non era e non è tanto o solo il progetto in se ma anche e soprattutto le modalità in cui è stato pensato, istruito, approvato e realizzato. 
È questo che il Signor Bolongaro rimuove e questa rimozione è ancora più grave del progetto in se, perché dimostra l’assenza in questo personaggio di una cultura amministrativa volta prima di tutto all’interesse pubblico e non alla “sua” visione dell’arte e della bellezza.

Vediamo cosa rimuove il Signor Bolongaro, riportando prima in corsivo e grassetto e nel riquadro, le domande e le sue risposte nella intervista al Secolo XIX


Dichiara il Sig. Bolongaro a premessa della intervista: “Il bando fu presentato anticipatamente agli spezzini alla Fondazione Carispezia il 26 giugno 2009, con il patrocinio del Fai e del Ministero per i Beni Culturali e con docenti universitari e architetti. Marzia Ratti ed Emilio Erario allegarono la relazione storica su Piazza Verdi.”
Con questa frase il signor Bolongaro dimostra, sempre che sia in buona fede, la sua visione elitaria e verticistica dell’uso degli spazi pubblici. 

Il Sig Bolongaro confonde (volutamente?) il bando generale di finanziamento dei progetti per il centro città con il bando specifico del progetto su Piazza Verdi.
Il processo partecipativo andava in realtà svolto sin dall’avvio della impostazione del  bando generale.  Infatti il Regolamento quadro  (n.1083/2006)in materia di disciplina dei Fondi UE compreso quello che ha finanziato il progetto in esame,  afferma all’articolo11: “Gli obiettivi dei Fondi sono perseguiti nel quadro di una stretta cooperazione, (in seguito: «partenariato»), tra la Commissione e ciascuno Stato membro. Ciascuno Stato membro organizza, se del caso e conformemente alle norme e alle prassi nazionali vigenti, un partenariato con autorità ed organismi quali: a) le autorità regionali, locali, cittadine e le altre autorità pubbliche competenti; b) le parti economiche e sociali; c) ogni altro organismo appropriato in rappresentanza della società civile, i partner ambientali, le organizzazioni non governative e gli organismi di promozione della parità tra uomini e donne”; ciò in coerenza con l’articolo 69 di detto Regolamento secondo il quale: ” 1. Lo Stato membro e l'autorità di gestione del programma operativo forniscono informazioni circa i programmi cofinanziati e le operazioni e li pubblicizzano. Le informazioni sono destinate ai cittadini dell'Unione europea e ai beneficiari allo scopo di valorizzare il ruolo della Comunità e garantire la trasparenza dell'intervento dei Fondi”.
Non solo, ma al di la del dato normativo ricostruiamo il percorso politico amministativo della vicenda che il Sig. Bolongaro dimostra di non conoscere. 
Partecipazione dei cittadini a parte, che ovviamente non c’è stata, il Consiglio Comunale approva nel 2008 la partecipazione al bando generale di finanziamento del progetto integrato, e non si parlava specificamente di Piazza Verdi.
Il giorno dopo la votazione in Consiglio, sulla partecipazione del Comune al bando generale della UE, viene presentato in Giunta una schema progettuale solo su Piazza Verdi. Quindi prima ancora che si arrivasse a selezionare specifici progetti sulla base del bando generale, “qualcuno” nella Amministrazione Federici aveva deciso di intervenire prioritariamente su Piazza Verdi.
E’ chiaramente mancata una seria discussione pubblica sia nella città che nella assemblea elettiva comunale:
1. sulle priorità delle aree degradate su cui intervenire,
2. sulla impostazione del bando,
3. sui criteri di valutazione dei progetti da selezionare.
C’è stata solo una discussione a progetto ormai selezionato mettendo i consiglieri di fronte al fatto compiuto.
Altro che partecipazione! Io la definirei comunicazione unilaterale.

Aggiungo infine per lo “smemorato” sig. Bolongaro che in data 14/12/2009 il Consiglio Comunale approvò a larga maggioranza un ordine del giorno che affermava:Impegna il Sindaco ….. A trovare le forme con cui aprire, prima della stesura del progetto definitivo, una fase partecipativa del consiglio comunale e della città, affinché la comunità cittadina possa esprimersi sulla sistemazione futura di piazza Verdi a cui la comunità stessa, guarda con grande interesse”. Peccato che di tale percorso partecipativo non si è mai avuto riscontro prima della selezione del progetto avvenuta il 4 febbraio 2010!
D’altronde come peraltro ha dichiarato lo stesso Sindaco Federici in Consiglio Comunale nella estate 2013:
1. la Circoscrizione è stata coinvolta solo dopo la avvenuta selezione del progetto,
2. i cittadini sono stati coinvolti in un convegno di presentazione del progetto ormai vincitore,
3. gli altri progetti partecipanti sono stati esposti a concorso ormai chiuso da tempo.



Che cosa prevedeva il bando per Fers alla base di piazza Verdi?
«Non lo conosco nei dettagli. Era riservato a progetti di riqualificazione urbana e la città ne ottenne notevoli importi anche grazie al progetto della piazza».

Ecco appunto il Sig. Bolongaro non conosce il bando che conteneva i criteri in base ai quali dovevano essere definite le priorità di finanziamento sia in termini localizzativi che di tipologie progettuali. Una dimenticanza come vedremo decisiva e gravissima perché dimostra come al Sig. Bolongaro interessava fin dall’inizio solo il progetto su Piazza Verdi, a prescindere dai bisogni generali della città da definire nel rispetto dei criteri del bando generale della UE. Insomma una visione, quella del Sig. Bolongaro, tutta soggettiva e privatistica, sicuramente legittima per una iniziativa privata, ma non per un bando pubblico finanziato con risorse pubbliche (europee e comunali).

Ma vediamo meglio la questione dei due bandi perché è decisiva per comprendere la totale infondatezza di quanto affermato dal sig. Bolongaro.
Con delibera del 13/10/2008 (vedi QUI), il Consiglio Comunale approva la partecipazione del Comune della Spezia al P.O.R. Liguria - Fesr 2007-2013,  Asse 3 “Sviluppo Urbano” in qualità di soggetto proponente dei due Progetti Integrati  Territoriali: Centro storico e periferie urbane della costa di Levante.

Il giorno dopo, 14/10/2008,  la Giunta approva invece una ipotesi di intervento di recupero e pedonalizzazione di Piazza Verdi.

La delibera approvata in Consiglio  il 13/10/2008 ai fini della partecipazione  delinea un indirizzo progettuale per il centro storico coerente con le finalità dei finanziamenti POR Liguria FESR 2007-2013 (Asse 3):
1. elevare la qualità della vita e il livello di vivibilità nell’ambito urbano,
2. contrastare il disagio e la marginalità sociale,
3.  migliorare l’accessibilità ai servizi pubblici,
4. prevenire i rischi derivanti da potenziali esondazioni dei corsi d’acqua, frane e smottamenti dei versanti collinari, erosione dei tratti costieri, - potenziare i sistemi di collegamento fisico, sviluppando alternative ecocompatibili,
5. all’utilizzazione dei veicoli privati nella città, allo scopo di ridurre la congestione e  l’inquinamento, e promuovendo un uso più razionale dell’energia.

Riportiamo gli indirizzi progettuali contenuti in detta delibera per il progetto integrato del Centro Storico:
“ Idea Forza : Completamento degli interventi di riqualificazione e recupero avviati attraverso il Contratto di Quartiere ed il POI del centro storico ed incremento dell'accessibilità e centralità  delle piazze del centro cittadino, attraverso un riassetto del trasporto pubblico locale orientato al  decongestione del traffico ed il potenziamento dei collegamenti filoviari.  Il progetto prevede la riorganizzazione della mobilità urbana (in attuazione del nuovo piano  urbano del traffico) attraverso il potenziamento del trasporto pubblico sostenibile, l’installazione  di sistemi di info-mobility e la diffusione del bike-sharing, nonchè interventi volti al  miglioramento pedonale di alcune piazze, con l’annessa realizzazione di nuovi parcheggi  interrati(alcuni già previsti, anche a carico di privati, o in corso di realizzazione) e la  predisposizione di collegamenti meccanizzati tra città e zona collinare. E’ inoltre previsto il potenziamento delle rete dei servizi socio-culturali con il recupero di edifici dismessi; il  potenziamento della dotazione di verde pubblico connesso alla valorizzazione della principale ì emergenza storico-architettonica della città (Castello San Giorgio); l’attivazione di reti  tecnologiche, WiFi e banda larga (utilizzando i cavidotti già predisposti), volte a garantire la  connessione di tutti gli uffici pubblici e l’accesso ai servizi on-line con idonee postazioni presso  le piazze del centro cittadino, nonchè l’ampliamento del sistema di video-sorveglianza. Dal  punto di vista ambientale si segnalano inoltre: l’ambientalizzazione del canale Lagora, la  diffusione del sistema di raccolta differenziata dei rifiuti, l’installazione dei sistemi di  illuminazione alimentati con fonti rinnovabili e di impianti di produzione di energia alternativa  presso strutture pubbliche esistenti e/o edifici/spazi recuperati.”

Gli indirizzi progettuali sembrano affermare una idea ampia di riqualificazione del centro storico che avrebbe richiesto una istruttoria adeguata in grado di censire bisogni prioritari. E’ comunque chiarissimo che il progetto per il centro storico avrebbe dovuto privilegiare la riorganizzare del traffico  utilizzando strumenti innovativi informatizzati , realizzando parcheggi interrati. Sotto il profilo urbanistico si fa riferimento alla necessità di migliorare la centralità e accessibilità delle piazza ma senza far riferimento ad una piazza particolare, mentre sotto il profilo storico architettonico si fa riferimento alla valorizzazione del castello San Giorgio.

Il giorno dopo (ripeto il 14 ottobre 2008) invece senza alcuna istruttoria adeguatamente motivata si fa approvare (quasi fosse un semplice passaggio formale) dalla Giunta una ipotesi, molto generica di riqualificazione della piazza Verdi, prevedendo già l’abbattimento dei pini senza che venisse avviata la procedura di verifica dell’interesse storico architettonico. Non a caso la relazione che cercherà di dimostrare, in modo errato come ormai sappiamo, la non valenza culturale e storico architettonica della parte centrale della Piazza Verdi, arriverà solo nel 2009 , allegata al bando di selezione che ha portato alla vittoria del progetto Vannetti – Buren.

Poi nel 2010 a pagina 62 della relazione dirigenziale del Comune sullo stato di attuazione dei Programmi (vedi  QUI) si legge: “Per quanto riguarda invece il progetto POR-FESR “centro” è stato predisposto alla fine dello  scorso anno un bando di progettazione in due gradi per la riqualificazione architettonica e artistica di  Piazza Verdi. Il concorso che è particolarmente innovativo, in quanto prevede di coinvolgere fin dalla  fase iniziale della progettazione la collaborazione tra un professionista “tecnico”, architetto/ingegnere e  un “artista visivo”, si è concluso nel mese di febbraio con l’aggiudicazione del concorso al progetto  presentato dall’Arch. Vannetti in collaborazione con l’artista francese Daniel Buren. Il progetto è stato  scelto da una giuria qualificata che ne ha apprezzato la sua completa integrazione fra il lavoro di artista  e quello di architetto, fra i due metodi creativi, che era il presupposto fondamentale del concorso”.




Che idea si è fatto alla fine?
«Perché fu atteso l’avanzato avvio lavori per agire a livello amministrativo? Se fosse stata fatta una professionale analisi preventiva del bando, della documentazione e del progetto vincitore da parte delle persone dei  comitati che si sono successivamente opposti, si sarebbe evitato la richiesta di blocco dei lavori che ha creato un grave danno economico alla città».

Anche in questo caso il Sig. Bolongaro rimuove QUATTRO errori decisivi, non dei comitati oppositori al progetto, ma della Amministrazione Comunale, e con una responsabilità più o meno diretta dei progettisti.
Il primo errore: la datazione dei Pini;
il secondo errore: la installazione del cantiere quando stava per arrivare la sospensione dei lavori da parte della Soprintendenza (siamo come è noto nel giugno 2013);
il terzo errore: la mancata verifica di interesse culturale della Piazza;
il quarto errore: la mancata verifica dell’interesse archeologico della Piazza.

Il primo errore è stato realizzato in sede di bando, infatti la relazione sulla datazione dei Pini era allegata al Bando su Piazza Verdi. Quindi i primi a non aver fatto le verifiche di cui parla nella intervista il Sig. Bolongaro sono stati: 
gli uffici Comunali, 
la dottoressa Ratti, 
i Commissari che selezionarono il progetto, tra questi Commissari c’era il Sig. Bolongaro.

Il secondo errore ha comportato un blocco della attività della piazza per una intera estate in danno delle attività commerciali ma anche dei cittadini residenti, senza alcun motivo concreto visto che i lavori erano sospesi.

Il terzo errore e il quarto errore sono frutto della incompetenza e della arroganza degli uffici. Se gli Uffici Comunali avessero svolto sia la verifica di interesse culturale che quello di interesse archeologico in sede di progetto preliminare, prima della autorizzazione della Soprintendenza, i ritardi e i costi di cui parla il Sig. Bolongaro non ci sarebbero stati. Il motivo è ovvio: la Soprintendenza non avrebbe avuto i presupposti  giuridico amministrativi per sospendere il cantiere sulla PiazzaSu questi due errori e sulle conseguenze degli stessi non ci sono dubbi e questo a prescindere dalle sentenze peraltro l'ultima a sfavore del Comune a conferma che oltre che errori istruttori sono state prodotte illegittimità da parte della amministrazione Federici. Giusto a titolo di esempio vi invito a leggere questo post QUI che riassume credo con chiarezza la volontà autolesionista ma soprattutto l'arroganza della Amministrazione Comunale in questa vicenda. 

Insomma il Sig. Bolongaro probabilmente riuscirà a vedere realizzato il progetto che tanto ama su Piazza Verdi, ma di certo avrebbe bisogno di un corso accelerato di cultura della democrazia e di senso e ruolo delle istituzioni pubbliche..... merce rara peraltro nel nostro territorio. 


















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