sabato 8 dicembre 2012

Il nuovo MEGASTORE nell’area ex IP si può fermare, ma il Comune non vuole!


Sta per arrivare nell’area ex IP un nuovo mega centro commerciale di 4.000 m2. In un’area peraltro che, nonostante le dichiarazioni che ci propinano da anni Arpal e Comune, è tutt’altro che completamente bonificata  e per la quale, la bonifica fino ad ora effettuata, è tutto da dimostrare sia  stata fatta in modo corretto sia da un punto di vista tecnico che normativo, come ho dimostrato QUI.    



PER IL COMUNE LA SCELTA DEL NUOVO MEGASTORE E' UN ATTO DOVUTO
Ancora una volta la scelta viene presentata come un atto dovuto, in attuazione del PUC (Piano urbanisticio comunale) come se il PUC fosse un atto che viene approvato da uno stato straniero e non proprio dall’ente che  si dichiara impotente nel poter impedire la realizzazione  di questo nuovo centro commerciale che produrrà ulteriori danni al commercio cittadino come d’altronde sta già facendo il centro Le Terrazze e come farà il nuovo outlet di Brugnato.  Di questi due ultimi centri ho spesso scritto in questo blog e rinvio a  chi ha voglia di approfondire a questi post  che troverete al seguente LINK.

Torniamo al nuovo centro commerciale. Quel “genio” delle competenze amministrative che risponde al nome di Corrado Mori e ricopre, purtroppo per gli spezzini , la carica di assessore al commercio ha dichiarato al Secolo XIX: “dal punto di vista commerciale non esiste una regolamentazione comunale  e quindi l’amministrazione non può opporsi anche se volesse”. 



L'APPROVAZIONE DEL NUOVO MEGASTORE NON E' UN ATTO DOVUTO  
Come ha affermato la Corte di Giustizia della UE  (Sentenza 24 marzo 2011 n.C400/08) all'interno degli stati membri, l'apertura dei grandi centri commerciali non può essere subordinata a valutazioni di carattere economico. Non si può, cioè, impedire l'insediamento degli ipermercati perché potrebbero danneggiare il commercio al dettaglio o sulla base del fatto che l'impresa già detenga una fetta consistente del mercato.

Invece le amministrazioni interessate , in primo luogo il Comune, potevano intervenire utilizzando gli strumenti di pianificazione urbanistica, non a caso a presupposto della procedura di autorizzazione del nuovo Megastore. Infatti la Corte di Giustizia nella sentenza sopra riportata afferma che restrizioni alla libertà di stabilimento di grandi centri commerciali:  “possono essere giustificate da motivi imperativi di interesse generale, a condizione che siano atte a garantire  la realizzazione dell’obiettivo perseguito e non vadano oltre quanto necessario al raggiungimento dello stesso. Fra tali motivi imperativi figurano,  tra gli altri, la protezione  dell’ambiente, la razionale gestione del territorio, nonché la tutela dei consumatori.” .
Nella stessa direzione si veda Corte Costituzionale (sent. n. 430 del 2007, nel solco di una giurisprudenza più volte confermata:  n. 80 del 2006, n. 242 del 2005): precisa che: ” limitazioni all’apertura di nuovi esercizi commerciali sono astrattamente possibili purché non si fondino su quote di mercato predefinite o calcolate sul volume delle vendite, ossia, in altri termini, sull’apprezzamento autoritativo dell’adeguatezza dell’offerta alla presunta entità della domanda. I principi del Trattato e del nostro ordinamento costituzionale impongono che i poteri pubblici non interferiscano sul libero gioco della concorrenza, astenendosi dallo stabilire inderogabilmente il numero massimo degli esercenti da autorizzare in una determinata area.”  

Quindi l’Amministrazione Comunale poteva con apposita variante di indirizzo al PUC introdurre  i criteri di esclusione come delineati  dalla Corte di Giustizia fermando la realizzazione di nuovi centri commerciali, certo avrebbe dovuto motivare bene  questo provvedimento con apposita istruttoria ma sotto il profilo formale la legge riconosce questo potere se esercitato nella chiave interpretativa della Corte di Giustizia.
Relativamente ai poteri comunali in materia di pianificazione urbanistica in rapporto ai diritti dei privati, soccorre anche la giurisprudenza del Consiglio di Stato (ad esempio sentenza n. 02843/2010 REG.DEC. - N. 11964/2003 REG.RIC.):  In sede di adozione di un nuovo strumento urbanistico, l'Amministrazione pubblica può validamente introdurre innovazioni atte a migliorare e ad aggiornare le vigenti prescrizioni urbanistiche alle nuove esigenze anche quando ciò imponga sacrifici ai proprietari interessati e li differenzi rispetto ad altri che abbiano già proceduto all'utilizzazione edificatoria dell'area secondo la previgente destinazione di zona. I piani regolatori, infine, possono dettare norme a tutela dell'ambiente rientrando nell’ampia discrezionalità del Comune la facoltà di orientare gli insediamenti urbani e produttivi in determinate direzioni, ovvero di salvaguardare determinati equilibri dell'assetto territoriale.”

D’altronde che questa possibilità esista lo dimostra la recente legge regionale ligure  (vedi QUIcon la quale è stata sospesa ogni decisione in materia di grandi strutture di vendita e centri commerciali fino al  31/12/2012 in attesa di apposita delibera regionale che fisserà i nuovi criteri di programmazione del commercio anche sotto il profilo della sostenibilità qualitativa e ambientale degli interventi necessari per i nuovi insediamenti (vedi QUI).  
Secondo l’Assessore regionale Guccinelli la nuova delibera dovrebbe stabilire che : “ I comuni potrebbero indicare nella programmazione urbanistica i siti adatti alla piccola, alla media e alla grande distribuzione. Una logica diversa dall'attuale che però concorrerebbe, anche con maggior rigore, a non stravolgere il tessuto commerciale esistente oltre che a salvaguardare l'ambiente”.

Peccato che questo i Comuni e ovviamente anche la Regione,  come abbiamo visto sopra, potevano farlo da anni e non lo hanno fatto: per Le Terrazze, per l’outlet di Brugnato e ora sarà così anche per il raddoppio del Centro Luna di Sarzana e per questo nuovo Megastore spezzino. 

Come sempre questi amministratori chiudono le stalle quando i buoi sono scappati!


P.S.
Mi chiedo:  i commercianti spezzini non potrebbero darsi una mossa ed impugnare usando anche le motivazioni sopra esposte, le autorizzazioni a questo nuovo centro commerciale?  Scommettiamo che non lo faranno almeno le associazioni ufficiali, d’altronde non  si sono mosse neppure per Le Terrazze quando queste potevano essere bloccate anche per motivazioni legate alla bonifica, figuriamoci se lo faranno adesso…..si faranno comprare come al solito per un piatto di lenticchie?  Vedremo…









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