Sta per arrivare nell’area
ex IP un nuovo mega centro commerciale
di 4.000 m2. In un’area peraltro che, nonostante le dichiarazioni che ci propinano
da anni Arpal e Comune, è tutt’altro che completamente bonificata e per la quale, la bonifica fino ad ora
effettuata, è tutto da dimostrare sia
stata fatta in modo corretto sia da un punto di vista tecnico che normativo,
come ho dimostrato QUI.
PER IL COMUNE LA SCELTA DEL NUOVO MEGASTORE E' UN ATTO DOVUTO
Ancora una volta la
scelta viene presentata come un atto dovuto, in attuazione del PUC (Piano
urbanisticio comunale) come se il PUC fosse un atto che viene approvato da uno
stato straniero e non proprio dall’ente che
si dichiara impotente nel poter impedire la realizzazione di questo nuovo centro commerciale che
produrrà ulteriori danni al commercio cittadino come d’altronde sta già facendo
il centro Le Terrazze e come farà il nuovo outlet di Brugnato. Di questi due ultimi centri ho spesso scritto
in questo blog e rinvio a chi ha voglia
di approfondire a questi post che
troverete al seguente LINK.
Torniamo al nuovo
centro commerciale. Quel “genio”
delle competenze amministrative che risponde al nome di Corrado Mori e ricopre,
purtroppo per gli spezzini , la carica di assessore al commercio ha dichiarato
al Secolo XIX: “dal punto di vista
commerciale non esiste una regolamentazione comunale e quindi l’amministrazione
non può opporsi anche se volesse”.
L'APPROVAZIONE DEL NUOVO MEGASTORE NON E' UN ATTO DOVUTO
Come ha affermato la
Corte di Giustizia della UE (Sentenza 24 marzo 2011 n.C400/08) all'interno degli stati membri,
l'apertura dei grandi centri commerciali non può essere subordinata a
valutazioni di carattere economico. Non si può, cioè, impedire l'insediamento
degli ipermercati perché potrebbero danneggiare il commercio al dettaglio o sulla
base del fatto che l'impresa già detenga una fetta consistente del mercato.
Invece le
amministrazioni interessate , in primo luogo il Comune, potevano intervenire
utilizzando gli strumenti di pianificazione urbanistica, non a caso a
presupposto della procedura di autorizzazione del nuovo Megastore. Infatti
la Corte di Giustizia nella sentenza
sopra riportata afferma che restrizioni alla libertà di stabilimento di grandi
centri commerciali: “possono essere giustificate da motivi imperativi
di interesse generale, a condizione che siano atte a garantire la
realizzazione dell’obiettivo perseguito e non vadano oltre quanto necessario al
raggiungimento dello stesso. Fra tali motivi imperativi figurano, tra gli
altri, la protezione dell’ambiente, la razionale
gestione del territorio, nonché la tutela dei consumatori.” .
Nella stessa direzione
si veda Corte Costituzionale (sent. n. 430 del 2007,
nel solco di una giurisprudenza più volte confermata: n. 80 del 2006, n. 242 del 2005): precisa
che: ” limitazioni all’apertura di nuovi
esercizi commerciali sono astrattamente possibili purché non si fondino su
quote di mercato predefinite o calcolate sul volume delle vendite, ossia, in
altri termini, sull’apprezzamento autoritativo dell’adeguatezza dell’offerta
alla presunta entità della domanda. I principi del Trattato e del nostro
ordinamento costituzionale impongono che i poteri pubblici non interferiscano
sul libero gioco della concorrenza, astenendosi dallo stabilire
inderogabilmente il numero massimo degli esercenti da autorizzare in una
determinata area.”
Quindi l’Amministrazione Comunale
poteva con apposita variante di indirizzo al PUC introdurre i criteri di esclusione come delineati dalla Corte di Giustizia fermando la
realizzazione di nuovi centri commerciali, certo avrebbe dovuto motivare
bene questo provvedimento con apposita
istruttoria ma sotto il profilo formale la legge riconosce questo potere se
esercitato nella chiave interpretativa della Corte di Giustizia.
Relativamente ai poteri comunali in
materia di pianificazione urbanistica in rapporto ai diritti dei privati,
soccorre anche la giurisprudenza del Consiglio
di Stato (ad esempio sentenza n. 02843/2010 REG.DEC. - N. 11964/2003 REG.RIC.): “In sede di adozione di un nuovo strumento urbanistico,
l'Amministrazione pubblica può validamente introdurre innovazioni atte a
migliorare e ad aggiornare le vigenti prescrizioni urbanistiche alle nuove
esigenze anche quando ciò imponga sacrifici ai proprietari interessati e li
differenzi rispetto ad altri che abbiano già proceduto all'utilizzazione
edificatoria dell'area secondo la previgente destinazione di zona. I piani regolatori,
infine, possono dettare norme a tutela dell'ambiente rientrando nell’ampia
discrezionalità del Comune la facoltà di orientare gli insediamenti urbani e
produttivi in determinate direzioni, ovvero di salvaguardare determinati
equilibri dell'assetto territoriale.”
D’altronde che questa
possibilità esista lo dimostra la recente
legge regionale ligure (vedi QUI) con la quale è stata sospesa ogni decisione
in materia di grandi strutture di vendita e centri commerciali fino al 31/12/2012 in attesa di apposita delibera
regionale che fisserà i nuovi criteri di programmazione del commercio anche
sotto il profilo della sostenibilità qualitativa e
ambientale degli interventi necessari per i nuovi insediamenti (vedi QUI).
Secondo l’Assessore regionale Guccinelli la nuova
delibera dovrebbe stabilire che : “ I comuni potrebbero indicare nella programmazione
urbanistica i siti adatti alla piccola, alla media e alla grande distribuzione.
Una logica diversa dall'attuale che però concorrerebbe, anche con maggior
rigore, a non stravolgere il tessuto commerciale esistente oltre che a
salvaguardare l'ambiente”.
Peccato che questo i Comuni e
ovviamente anche la Regione, come
abbiamo visto sopra, potevano farlo da anni e non lo hanno fatto: per Le Terrazze,
per l’outlet di Brugnato e ora sarà così anche per il raddoppio del Centro Luna di
Sarzana e per questo nuovo Megastore spezzino.
Come sempre questi amministratori
chiudono le stalle quando i buoi sono scappati!
P.S.
Mi chiedo: i commercianti spezzini non potrebbero darsi
una mossa ed impugnare usando anche le motivazioni sopra esposte, le
autorizzazioni a questo nuovo centro commerciale? Scommettiamo che non lo faranno almeno le
associazioni ufficiali, d’altronde non
si sono mosse neppure per Le Terrazze quando queste potevano essere
bloccate anche per motivazioni legate alla bonifica, figuriamoci se lo faranno
adesso…..si faranno comprare come al solito per un piatto di lenticchie? Vedremo…
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