Il
Ministero dell’Ambiente starebbe per escludere dal sito di bonifica nazionale
di Pitelli l’area interessata dalla discarica di Saturnia, discarica
attualmente chiusa ma individuata da tempo come uno dei siti per la c.d.
discarica di servizio.
Ho
già avuto modo di intervenire su questa vicenda (vedi in sequenza storica QUI e QUI), per
spiegare tre concetti fondamentali:
1. il mancato rispetto
degli impegni elettorali presi dagli ultimi 2 sindaci del centro sinistra: mai
più discariche nelle colline di Pitelli!
2. la discarica che si
vuole riaprire nel sito di Saturnia non è solo di servizio in quanto in essa
finiranno anche i fanghi verdi che sono rifiuti speciali
3. gli inerti che
dovrebbero “ricoprire” la buca di Saturnia, sono in realtà anch’essi rifiuti
speciali e possono anche contenere sostanze che li classificherebbero come pericolosi
Per
giustificare l’apertura della discarica
di Saturnia si usa la “scusa” del
rischio fallimento di Acam, ma in realtà il
vero obiettivo è aprire una buca baricentrica per i futuri dragaggi del
golfo di Spezia ad uso e consumo sia degli ampliamenti del porto commerciale
che del rigassificatore di Panigaglia con in aggiunta anche le escavazioni provenienti
dalla Variante Aurelia e forse anche da
altri interventi come il nuovo megastore da realizzare nell’area ex IP, ad
esempio.
LA NOVITÀ
DELLA DEPERIMETRAZIONE DELLA DISCARICA DI SATURNIA DAL SITO DI PITELLI
La
novità, ora, è quella di trasferire le competenze di bonifica dell’area di
Saturnia dal Ministero alla Regione (in realtà al Comune come vedremo a breve).
Una
modifica di questo tipo deve avere una giustificazione tecnico-scientifica e
prima ancora deve essere rispettosa della ratio normativa che sta a fondamento
della decisione di inserire l’area in oggetto all’interno del sito di bonifica
nazionale. In realtà ciò non risulta
come dimostro di seguito……
QUALI SONO I
PRESUPPOSTI NORMATIVI E TECNICI PER LA ISTITUZIONE DI UN SITO DI BONIFICA
NAZIONALE
Secondo
il comma 1 dell’articolo 252 del DLgs 152/2006 la ratio che sta a fondamento della istituzione di un sito di bonifica nazionale si riassume nelle
seguenti tre condizioni:
1. quantità e pericolosità
degli inquinanti presenti,
2. rilievo dell'impatto
sull'ambiente circostante in termini di rischio sanitario ed ecologico,
3. pregiudizio per i beni
culturali ed ambientali.
Questa
ratio si può riassumere nel concetto secondo cui la finalità, della istituzione
- mantenimento – bonifica, di un sito dichiarato nazionale, sta in primo luogo
nella complessità quali-quantitativa dell’inquinamento presente nel sito.
Complessità che non può essere frammentata vista la stessa definizione di sito
di bonifica: “l'area o porzione di
territorio, geograficamente definita e determinata, intesa nelle diverse
matrici ambientali (suolo, sottosuolo ed acque sotterranee) e comprensiva delle
eventuali strutture edilizie e impiantistiche presenti” (lettera a) comma 1
articolo 240 DLgs 152/2006)
A
questa ratio occorre quindi ricondurre i
criteri direttivi operativi per la istituzione di un sito di bonifica
nazionale:
a) gli interventi di
bonifica devono riguardare aree e territori, compresi i corpi idrici, di
particolare pregio ambientale;
b) la bonifica deve
riguardare aree e territori tutelati dal Codice dei Beni Culturali e del
Paesaggio
c) il rischio sanitario ed ambientale che deriva dal
rilevato superamento delle concentrazioni soglia di rischio deve risultare
particolarmente elevato in ragione della densità della popolazione o
dell'estensione dell'area interessata;
d) l'impatto socio
economico causato dall'inquinamento dell'area deve essere rilevante;
e) la contaminazione deve
costituire un rischio per i beni di interesse storico e culturale di rilevanza
nazionale.
IN
PARTICOLARE: LA UNITARIETÀ DEL SITO DI BONIFICA NAZIONALE DI PITELLI
Tutte
queste caratteristiche sono ben presenti
nel sito di Pitelli come risulta dal Decreto Ministeriale istitutivo del sito (vedi QUI) nonché
dagli atti del processo di Pitelli,
come pure dai verbali delle conferenze
dei servizi svolte presso il Ministero dell’Ambiente ed infine dalla
caratterizzazione della parte a mare del sito svolta da Icram (vedi QUI).
Il Decreto
istitutivo del sito di Pitelli prevedeva nelle sue premesse, e non a caso, che il
perimetro del sito fosse provvisorio in attesa della futura caratterizzazione
che avrebbe potuto essere ampliata nel caso che: “alla
luce dei primi accertamenti, emerga una possibile situazione di inquinamento
tale da rendere necessario l'allargamento del perimetro”. L’allargamento
non c’è stato anche perché come è noto la caratterizzazione del sito completa è
stata svolta solo per la parte a mare.
Leggiamo sempre
dal decreto istitutivo, che l’area del sito
fa: “riferimento alle zone di
discarica, alle aree occupate dagli insediamenti industriali presenti sia
nell'entroterra che sulla fascia costiera dei comuni di La Spezia e Lerici e al tratto
di mare prospiciente i cui fondali siano stati oggetto di sversamenti abusivi e
nei quali abbiano recapitato o recapitino scarichi”.
Ciò
conferma l’unitarietà del sito anche tra le due parti terra e
mare, unitarietà
dimostrata ulteriormente dalla premessa del Progetto preliminare di bonifica
(predisposto da ICRAM per la parte a mare del sito) secondo cui nel sito in
esame : “Sono presenti numerose attività
anche all’interno della perimetrazione a terra del sito di bonifica di
interesse nazionale: attività di tipo commerciale o legate al trasporto
marittimo e della cantieristica navale; di tipo industriale, con impianti
tuttora attivi (PbO, Centrale Termoelettrica ENEL, etc.) o dismessi (Ex
Fonderia di Piombo Pertusola, etc.); presidi militari, impianti di gestione
rifiuti (discariche Vallegrande, Monte Montada, Saturnia, Ruffino-Pitelli, Val
Bosca, Tiro a Piattello, etc.). In relazione a queste ultime, sono presenti
aree dismesse, che in passato sono state sede di impianti di smaltimento, e
aree utilizzate in maniera discontinua come discariche (Area Ex Ipodec, Area
Campetto, etc.“.
Se uniamo la unitarietà del sito, conclamata ex lege e confermata dalle
indagine tecnico-scientifiche ufficiali, con la mancata e completa
caratterizzazione del sito per la parte a terra, si ricava che una parziale
deperimetrazione del sito sia possibile solo nel caso si dimostri l’assoluta estraneità dell’area
interessata dalla ex discarica di Saturnia con il resto del sito di bonifica
nazionale.
Se
così non fosse la deperimetrazione violerebbe, non solo il Decreto Ministeriale istitutivo del sito di
bonifica nazionale di Pitelli, ma anche la ratio della normativa sulla istituzione
di questi siti sopra esaminata, a cominciare dalla definizione di sito di
bonifica. D’altronde che le cose stiano in questo modo lo dimostra il dato,
anche questo ufficialmente documentato (perizie Arpal e verbali conferenza
servizi presso il Ministero dell’Ambiente), del percolamento (proveniente da altra ex
discarica: Monte Montada) nell’area di Saturnia. Dalla documentazione ufficiale
risulta che a tutt’oggi nell’area di Monte Montada sono abbancate 155.000 tonnellate di rifiuti in parte classificabili come pericolosi.
Questa
visione unitaria del sito, dal punto di vista della procedura di bonifica, trova
conferma
1. nell’allegato 1 al
Titolo V della parte IV del Dlgs 152/2006, che disciplina i criteri dell’analisi del rischio per le
procedura di bonifica (anche per i siti nazionali). Secondo questo allegato
la scelta dei contaminanti (emersi dalla caratterizzazione) per definire l’analisi
di rischio propedeutica alla bonifica o messa in sicurezza, dovrà tener conto
tra l’altro della loro “mobilità e
persistenza in tutte le matrici ambientali” cioè della loro modalità di diffusione
nel complesso del sito. Ora questa
caratterizzazione fino ad ora non c’è stata e soprattutto non potrà limitarsi
alla sola area di Saturnia per le ragioni sopra esposte altrimenti la suddetta “mobilità”
degli inquinanti non potrà essere adeguatamente analizzata ai fini di bonifiche anche parziali del sito di Pitelli.
2. Nella recente disciplina speciale sulle procedura di accelerazione delle
bonifiche/messa in sicurezza dei siti di bonifica nazionali (comma 5 articolo 40 legge 214/2011, per un commento e per
il testo vedi qui).
Tale normativa prevede
possibilità di: “autorizzare interventi di manutenzione ordinaria e
straordinaria e di messa in sicurezza degli impianti e delle reti
tecnologiche”, quindi non
di bonifica vera e propria. Saturnia è un ex impianto (discarica) ma
attualmente non attivo…… Ma c’è un ma! Questi interventi dovranno
comunque garantire la sicurezza sanitaria/ambientale ed evitare ulteriori
propagazioni dei contaminanti in tutti i casi di siti contaminati, non
limitandosi ai soli casi di siti contaminati con attività in esercizio. Ora
è chiaro come, nel caso in esame, la presenza di Monte
Montada impedisca l’avvio di questa procedura semplificata.
Risulta quindi chiara l’impossibilità,
nell’attuale quadro normativo e conoscitivo, di deperimetrare l’area di Saturnia come fosse avulsa dal resto del
sito di bonifica nazionale di Pitelli.
MA PERCHÈ DEPERIMETRARE
L’AREA DELLA EX DISCARICA DI SATURNIA: “UNA
BONIFICA FATTA IN CASA”
Se
andiamo a vedere la procedura per l’autorizzazione della bonifica dei siti
nazionali, come quello di Pitelli, vediamo che (comma 4 articolo 252 del DLgs
152/2006) si applica la stessa procedura prevista per i siti di competenza
regionale (vedi articolo 242 del DLgs 152/2006).
C’è
un unico elemento procedurale che cambia
tra siti di bonifica nazionali e regionali, ma è una distinzione
importantissima: la competenza di chi
deve autorizzare il progetto di bonifica/messa in sicurezza.
Per
i siti di bonifica nazionale l’approvazione del progetto di bonifica/messa in
sicurezza è effettuata dal Ministero dell’Ambiente, per i siti regionali dal
Comune sia pure con conferenza dei servizi mentre, per questi ultimi, la certificazione dell’avvenuta
bonifica è della Provincia (si veda articoli 5 e 6 della legge regionale ligure
n. 10 del 2009)!
La
differenza non è da poco perché vuol dire che la bonifica viene gestita solo dal livello locale (al massimo Regionale per le questioni VIA ed AIA) senza
supervisione del Ministero dell’Ambiente, del Ministero della Sanità, dell’Istituto
nazionale di ricerca ambientale (ICRAM), dell’Istituto Superiore di Sanità.
Insomma una “bonifica fatta in casa”!
CONCLUSIONI
Quanto
sopra è inaccettabile per due ordini di motivi:
1. normativo: abbiamo visto che la deperimetrazione costituisce una
palese violazione della normativa nazionale in materia di bonifiche di siti
nazionali
2. conflitto di interessi: considerato che il vero motivo che sta
dietro l’operazione della deperimetrazione è quello di accelerare la riapertura
della ex discarica di Saturnia, appare inopportuno che la procedura
autorizzatoria sia data in mano all’ente (il Comune di Spezia) che è il principale responsabile della degenerazione
della situazione di bilancio dell’Acam da cui deriverebbe la “necessità” di apertura di detta
discarica. E’ chiaro che, a prescindere dalla buona fede di dirigenti e
amministratori comunali e regionali, non sarebbe garantita la proporzionata ponderazione
degli interessi necessaria in qualsiasi procedimento autorizzatorio tanto più
in quello in oggetto dove sono coinvolti interessi di rilievo costituzionale
come quelli della salute, dell’ambiente e del paesaggio.
Insomma
la discarica di Saturnia non deve essere realizzata ma almeno si salvino le
apparenze, le leggi in materia, la trasparenza nella istruttoria, la
ponderazione degli interessi in gioco mettendoli su un piano di parità. Anche perché sono convinto che se l’istruttoria
sarà condotta correttamente la richiesta di riapertura di Saturnia non potrà
non essere bocciata!
A Pagliari siamo veramente preoccupati,venerdì 28 alle ore 18,15 faremo una riunione sull'argomento.
RispondiEliminaSe lei volesse intervenire saremmo molto lieti.Rita Casagrande
Saturnia sarà utilizzata probablmente oltre che per il FOS anche per la rumenta tal quale perchè:
RispondiElimina1)l'ACAM, a causa della disastrosa situazione, non ha ne mezzi peronale ed uomini per aumentare la raccolta differenziata;
2) presto la Provincia sarà in emergenza rifiuti per cui servirà una discarica.
Quanto sopra con amministrazionei di SINISTRA!!!!!
Evidentemnete andava meglio quando andava peggio