lunedì 31 dicembre 2012

“Cambiare si può”?: alle elezioni non basta partecipare/apparire


Questa sinistra alternativa, partitica o meno, movimentista o meno, continua ad avere bisogno dei leader, continua a costruire progetti dall’alto e non dal basso, continua a pensare che  il lavoro duro, continuo, tra i cittadini nelle vertenze sul territorio sia solo uno strumento, o al massimo una risorsa, da spendere poi nei rapporti di forza elettorali.

Il tutto senza tener conto, nelle operazioni elettorali che si mettono in piedi,  dei tempi, delle modalità, delle garanzie di continuità nel futuro, delle persone che sul territorio si impegnano militano e che sono il vero bene prezioso di qualsiasi possibile ricostruzione di un progetto politico alternativo di sinistra in Italia.
Queste persone ed il loro modo di fare politica sono il vero leader carismatico di cui ha bisogno la nuova politica dei prossimi anni!




LA NATURA DEGENERATA DELLA POLITICA ATTUALE
Oggi la politica si è ridotta a slogan, guardate il PD : “per una Italia giusta”.  Si certo chi non è d’accordo in partenza con uno slogan simile, ma dietro cosa c’è: la riforma Fornero sul lavoro? Le politiche lacrime e sangue sostenute del governo Monti sostenute dal PD? La TAV? Le centrali a carbone?  
Ed ancora è davvero impossibile una politica economica diversa da quella dettate dalla BCE e c. ?   E davvero è indifferente per costruire un Italia “giusta”  il metodo completamente anticostituzionale (ricordo che siamo ancora una democrazia parlamentare dove la fiducia e la sfiducia dei governi dovrebbe passare dal parlamento) con cui è stata pilotata dal Presidente della Repubblica la fine del governo Monti?  Ecco a  queste domande non si risponde  perché politica e contenuti reali ormai sono su due tratte parallele che quasi mai si incontrano, al massimo si scambiano sguardi furtivi.
Ma oggi la politica è anche ricerca ossessiva della leadership carismatica.  La mia sensazione è che questa ricerca ossessiva  sia organica al fenomeno di rimozione dei contenuti reali dalla politica democratica di cui scrivevo sopra.



A QUALI DOMANDE RISPONDERE PER  COSTRUIRE UN PROGETTO DI RINNOVAMENTE DELLA POLITICA ANCHE ELETTORALE
Il punto oggi  per qualsiasi progetto alternativo  è : su cosa debba qualificarsi oggi un progetto politico alternativo di sinistra in questo paese, su cosa debba distinguersi dal resto della “offerta” politica in campo. 

Certamente da un serio programma di governo preceduto da una seria analisi della situazione politica, economica, ambientale, sociale etc nazionale e internazionale, ma può bastare considerato  come la politica  si è incancrenita e avvitata su se stessa, persa nella pura logica massmediatica?
No non può bastare proprio per la degenerazione della politica sopra descritta;  ecco quindi che la vera questione è  come viene costruito quel programma, come vengono costruite le candidature compresa quella a leader di Governo.


I LIMITI DELLA CANDIDATURA INGROIA
E’ il modo in cui è stata costruita e proposta, la candidatura di Ingroia, che ne fa una proposta debole. Non è in discussione , ovviamente ,  il valore della sua persona o  degli spunti programmatici espressi fino ad ora,  sempre integrabili ovviamente.  Ne si tratta di discutere se Ingroia sia o meno una persona in grado di esercitare la carica di  Presidente del Consiglio,  se il presidente del consiglio lo ha fatto Berlusconi lo potrà di certo  fare Ingroia, ci mancherebbe!

Il problema ripeto sta nel metodo: i soliti quattro leader o presunti tali (De Magistris, Orlando con il supporto di alcuni leader di partito IDV e PDCI in particolare) decidono per i fatti loro di lanciare la candidatura del magistrato Ingroia, forzando il dibattito in corso nell’ambito del vasto arcipelago dei movimenti cresciuti in questi anni sul territorio e li fortemente radicati.

Ma non è solo questo.  Infatti Ingroia è candidato con una lista che porta il suo nome, scimmiottando altre esperienze: Berlusconi, Di Pietro, Vendola etc….  Mi direte Ingroia non è certamente  Berlusconi, e  forse è meglio anche di Di Pietro e Vendola, può darsi e vedremo. Resta che  il metodo è lo stesso : l’autoannuncio della candidatura  decisa  tra pochi “eletti” e compiendo come primo atto: l’invio di una lettera di “confronto” con Bersani.
Si sarebbero parlati tra leader? Ma chi gli ha dato questa delega a Ingroia? Se l’è presa da solo, perché lui essendo famoso, essendo un personaggio televisivo avrebbe acquisito automaticamente il diritto di trattare a nome di una parte di  popolo. Ma il popolo questo diritto non glielo ha concesso. 
Qualcuno dirà la mossa di Ingroia è pura tattica politica voleva dimostrare, all’elettorato critico del PD, che è il PD che non vuole l’alleanza elettorale con i movimenti e la sinistra antagoniste.   Mah  sarà ! Secondo la lettura pubblica è che siamo alla solita politichetta mass mediatica, un terreno su cui i movimenti alternativi sono perdenti per la semplice ragione che è il terreno costruito dagli altri, dal potere, un terreno minato da cui tenersi lontani.
D’altronde diciamo la verità se fosse bastata una lettera di Ingroia e un incontro con Bersani per cancellare le enormi differenze tra PD e movimenti, sui contenuti programmatici, sulle scelte di governo concreto, sulla cultura democratica etc.     non ci sarebbe forse bisogno neppure di una Lista alternativa ma solo di buone azioni di lobby.
Come dire la lettera di Ingroia o esprime sottovalutazione ingenua dell’oggetto del contendere oppure una supponenza intellettuale inquietante per uno che si candida non solo al governo del Paese ma addirittura a promuovere una rivoluzione civile degli italiani.

Eppoi lasciatemelo dire (da vecchio garantista quale sono sempre stato):  tutti questi magistrati che una volta che diventano famosi per le loro inchieste (a prescindere da come si concludono) subito si sentono in dovere di candidarsi a leader politici, non mi piacciono. Così come non mi è piaciuta la polemica contro la candidatura del procuratore antimafia Grasso, fatta di accuse non provabili e proprio per questo delegittimanti non solo della persona di Grasso ma ancor di più del ruolo che ha ricoperto fino ad ora…..una strada pericolosa come ci ha insegnato la vicenda di Falcone.

Ma al di là degli scivoloni comunicativi di Ingroia, e volendo tornare alle questioni generali, lo slogan della lista di Ingroia è “Rivoluzione civile”…… L’Italia non ha bisogno di paroloni ad effetto (rivoluzione) ma di buone prassi politiche, costruite dal basso proprio da quei movimenti civici che in questi anni si  sono battuti nel territorio su ambiente, sociale, diritti civili, quei movimenti che fino ad ora non hanno pesato per niente nelle scelte di questa nascente lista elettorale.  La storia di questi movimenti mi ha insegnato  che non sono gli slogan ad effetto, le parole forti a contribuire a cambiare le singole scelte politiche e la politica tout court, ma il lavoro sui contenuti, sul territorio, fatto di analisi e di proposte alternative di governo e di coinvolgimento attivo dei cittadini. Se vogliamo rappresentare tutto ciò in uno slogan elettorale mi sarebbe piaciuto al posto di rivoluzione quello “una politica alla portata di tutti



DI COSA ABBIAMO BISOGNO PER CAMBIARE LA POLITICA
Non abbiamo bisogno della ennesima lista dell’IO , abbiamo bisogno di una lista del “NOI”.
Non so come andranno a finire queste elezioni, il tempo a disposizione è così poco  che difficilmente si potrà incidere davvero sull’attuale quadro politico che ci sia Ingroia o “pinco pallo” a guidare la lista elettorale dei movimenti alternativi.

Quello che so è che comunque vada non dovremo fermarci.
Quello che so è che il tentativo di costruire una politica partecipata, dal basso, fuori dagli slogan bugiardi, fatta di analisi e di proposte concrete applicabili nei territori, fondata sulle persone e non sulla “PERSONALITÀ DI TURNO”  è l’unica vera speranza che può contribuire ad impedire la completa realizzazione della  TECNOCRAZIA   che ha ormai distrutto la democrazia rappresentativa nel nostro Paese così come l’avevano costruita i padri costituenti e come la avevano sofferta e pensata i Partigiani.

Ecco è di partigiani della democraziapartecipata che ha bisogno questo Paese, perché quando i nodi della crisi economica, ambientale e sociale verranno al pettine nei prossimi due anni: questo soggetto politico nascente deve  essere in campo….elezioni del prossimo febbraio o meno!



P.S.
che nessuno me la meni con la storia che non siamo tutti uguali......  Non basta essere migliori in partenza bisogna restarlo dopo e l'unica garanzia perchè ciò avvenga è espellere dalla politica il concetto dell'uomo solo al comando! 

7 commenti:

  1. Condivido sostanzialmente il tuo comunicato ma non confondere Grasso con Falcone....

    Diego Gasparro

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  2. no Diego io mi riferisco alle accuse non dimostrate a Grasso, accuse gratuite se non dimostrate come lo furono quelle di Orlando a Falcone quando lo accusò di tenere nei cassetti le inchieste sul livello politico della mafia. Ripeto le accuse gratuite non ledono l'immagine di Grasso quanto della intera magistratura.....su questo Ingroia è stato veramente superficiale e politichese!

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  3. cARO mARCO,NOI ABBIAMO BISOGNO DI UOMINI NUOVI ED ESSI NON SONO NE' GRASSO NE' INGROIA MA PERSONE VERAMENTE NUOVE CHE RIESCANO A FARE CIO' CHE HOLLAND HA FATTO IN fRANCIA,ALTRO CHE MONTI.LORO HANNO FATTO OTTIME COSE DI CUI IN iTALIA NON HA FATTO COMODO PARLARE .PARLIAMONE INVECEHANNO ELIMINATO SPRECHI,DIMINUITE LE TASSE DIMINUITO LO SPREAD E IL DEBITO PUBBLICO SENZA CHE I CITTADINI ABBIANO PAGATO LACRIME E SANGUE COME ABBIAMO FATTO E CONTINUAMO A FARE NOI.PERN QUESTO DOBBIAMO MANDARE TUTTI A CASA
    RITA

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  4. completamente d'accordo con te Rita e credo che il cammino sia iniziato da tempo soprattutto da parte di tutti quei cittadini che, senza essere agli onori della cronaca, ogni giorno si battono contro i soprusi del potere per affermare una nuova civiltà fondata sul rispetto dei territori, dell'ambiente, della salute, per un nuovo modo di produrre...siamo in tanti dobbiamo cominciare ad unirci a farci sentire per quello che valiamo.

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  5. Mi piace questo post (come gli altri del resto). Il tuo ragionamento è lucido e ben fondato su premesse serie e importanti. Direi "gravi", nel senso solenne del termine, perché hai messo il dito nel cuore della democrazia.
    Il modello del "Noi", scrollato da tutti i tentativi inciuciosi, poteva avere nel M5S un grande passo in avanti, ma Grillo e Casaleggio non si levano anzi, ci sono sempre nuovi segnali che fanno pensare a un loro controllo verticistico, vedasi la scritta "Grillo" nel simbolo o la cacciata dal paradiso della Salsi e Favia.
    Non mi dilungo su cambiare si può, perché sotto quella coperta si sono nascosti tanti personaggi in cerca d'autore, vedi rifondazione e affini, e onestamente avrebbero fatto meglio a rimanere dove erano, perché danno un segnale distorto, come di camuffamento pro carega.
    Il punto centrale di tutto il ragionamento è che non c'è una proposta oltre che seria fondata esclusivamente sui temi che sono lì davanti a noi, a cominciare da un nuovo rapportarsi con la PA, fulcro del nuovo assetto del paese, dai comuni allo stato centrale, e non ne usciremo facilmente, perché temo che la deriva che ha assunto l'Italia non è già come si disse sudamericana, ma semplicemente messicana.
    W Zapata

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  6. Caro Marco,

    il rapporto che c'è sempre stato tra il Circolo Dossetti e te è lo stesso che esiste, non da ora ma da tempo tra la quasi totalità dei 70 promotori dell'Appello "Cambiare si puo"ed i principali movimenti italiani ( dai No Tav ai referendari, al No dal Molin ecc eccc )peraltro anch'essi promotori dell'Appello. Se i 70 sono dei parolai, anche tu e il tuo blog sono lo stesso. Siccome ciò non è vero, non è vero nemmeno che i 70 sono dei parolai. Non hanno cercato la visibilità come Ingroia e tutti i politici, ma hanno messo la loro faccia, proprio come fai tu con noi e con gli altri movimenti.Possono solo accusarsi i scarsa incisività, inesperienza e di grande ingenuità. Quella di "Cambiare si può" aveva tutti i requisiti , che tu esponi, per essere una cosa seria. Purtroppo ha incontrato per strada sei Killer spregiudicati : in primo piano Ingroia e De Magistris ( bella figura due magistrati bugiardi, falsi e imbroglioni) subito dopo RIfondazione ( che ha giocato nel modo più sporco possibile)e dietro IdV,Pdci e Bonelli). Ti farò presto avere la ricostruzione dei fatti così come li ho vissuti io - molto puntualmente - dall'interno.
    Se "Cambiare si può" è un'altra tappa dei dolorosi fallimenti a sinistra; quello che rimane è pura rumenta, di cui "Pagine" racconterà quotidianamente le malefatte. Siammo totalmente privi di rappresentanza e non voteremo il meno peggio, perchè vediamo, attorno a noi, soltanto peggio, molto peggio e totalmente invotabile. Viva l'annullamento della scheda per mancanza di possibilità di votare causa incoercibili conati. Il voto non è un dovere ma un diritto e se questo diritto non ti è dato, anzi ti è sottratto proditoriamente da coloro che ritieni più vicini , non sei un'assenteista ma un cittadino incazzato perchè privato del diritto di votare non in modo indecente.

    i più cari auguri da Alfredo, ladro dei tuoi interessantissimi articoli.

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  7. Caro Alfredo ovviamente, ma ho capito da quello che scrivi che lo hai colto, io considero i promotori di cambiare si può tra i danneggiati dalla forzatura politicista e giustizialista dei cultori della personalità di turno. Del culto della personalità veramente non se ne può più, d'altronde in questi anni quante volte mi è capitato di scoprire che i vari presunti leader nazionali quando vanno ai contenuti reali ne sanno quasi sempre meno di chi le vertenze (nazionali o locali) le vive in prima persona. Non so cosa succederà alle prossime elezioni, credo che qualunque sarà la scelta che ognuno di noi farà quella che è importante è continuare questo lavoro di ritessitura tra persone idee e progetti sul territorio. Quasi sicuramente alle prossime elezioni rivincerà una coalizione conservatrice (magari questa volta più presentabile e meno cialtrona).....ma i veri nodi verranno al pettine dopo e allora sarà importante che ci sia in campo una soggettività politica nuova come quella che vorremmo costruire tutti noi che da decenni siamo al centro delle lotte nei vari territori per l'ambiente, la salute, il rispetto del valore dei territori, la democrazia dei cittadini etc. etc.

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