Il
Sindaco di Taranto è indagato per omissioni di atti d’ufficio, vedi QUI, per non aver
attivato, sotto il profilo giudiziale e amministrativo, le azioni di
risarcimento danni e di rimozione dell'inquinamento contro i titolari dell’ILVA, per le attività fuori legge svolte in tutti questi anni dagli esercenti la acciaieria.
Se
queste sono le motivazioni dell’inchiesta aperta a Taranto allora anche il Sindaco Federici e
l’ex Sindaco Pagano dovrebbero essere indagati per gli stessi motivi in relazione
all’inquinamento prodotto negli anni dalla centrale Enel di Spezia.
La mia affermazione non è un auspicio giustizialista o una generica speranza, ma si basa su atti giudiziari inoppugnabili,
che questa città di sepolcri imbiancati ha continuato a rimuovere in tutti
questi anni.
Ecco
di cosa si tratta….
LA CONDANNA DI ENEL PER GETTO DI COSE PERICOLOSE
La Perizia Annovi, Cocheo, Cruciani, (Perizia tecnica in incidente
probatorio nei procedimenti n° 2540/91 R.G. notizie di reato e
n° 6656/91 R.G. GIP contro Benedetti
Luigi ed
altri – Ufficio del GIP della Pretura Circondariale di La Spezia. Vol. I, Vol.
II,
Appendice)
già nel gennaio 1993 affermava senza ombra di dubbio che: “Esiste un
rapporto di causalità fra emissioni della CTE Enel e ricadute
nelle zone limitrofe
duplice, riguardando sia le immissioni non visibili che quelle
visibili dalla popolazione”
e che “ E’ stato accertato che esiste un nesso di causalità fra
funzionamento della
centrale ed aumento della deposizione gravinometrica in alcune
località limitrofe
all’impianto”.
Sulla base di quella perizia i dirigenti Enel patteggiarono la pena
ammettendo la loro responsabilità per le ripetute emissioni anomale
LA CONDANNA DI ENEL PER VIOLAZIONE DELLA NORMATIVA SUGLI
SCARICHI IDRICI
Nel procedimento penale relativo alla violazione
della legge Merli (in vigore all’epoca,
siamo negli anni 90) il giudice, utilizzando le
perizie dell’USL 12 e dell’IRSA relative al
giudizio di legittimità davanti al TAR (sull’ordinanza
di chiusura della CTE Enel per
violazione dei limiti agli scarichi termici),
stabilì che si fosse verificato un danno
ambientale condannando i due direttori della CTE
e riconoscendo i diritti alle parti civili
attraverso una
provvisionale di £. 50.000.000; tale somma doveva essere considerata un anticipo
sul risarcimento totale del danno che, secondo la perizia a firma Prof. Finzi Contini
(che sosteneva essere già in atto, e da tempo, una gravissima compromissione ambientale
del golfo della Spezia), veniva prudenzialmente quantificato in 229 miliardi del vecchio conio. E’ evidente quindi che nell’attuale situazione
Enel è ancora debitrice di una quota del risarcimento per il danno ambientale
provocato. Si rileva inoltre che la CTE Enel è potuta rientrare nei limiti di
legge solo ed unicamente in virtù della modifica dei modelli di misurazione, certo
non grazie alla riduzione dell’inquinamento termico negli anni successivi;
- nella perizia Finzi
Contini sopra citata si rileva che “una
qualunque immissione non
naturale in un certo ambiente, anche
eventualmente antropizzato, ma ormai acquisito
come naturale – o un qualsivoglia
aggregato territoriale o marino assimilabile – si
verificano alterazioni del predetto
ambiente, e con grandissima probabilità, prossima
ad una ragionevole certezza, si causano in
esso danni o pregiudizi, anche differiti, i cui
effetti tendono ad accumularsi nel tempo:
quasi che esso ambiente mostri di possedere
una sua memoria al riguardo delle
immissioni che è costretto a recepire”. In
particolare il Prof.re Finzi Contini suddivide
l’argomento nelle seguenti sezioni:
a) danni e pregiudizi da decadimento delle acque
del Golfo, in quanto recipienti
l’immissione;
b) danni e pregiudizi da “cottura” delle acque
del Golfo, da esso prelevate per il
raffreddamento dei macchinari e re-immesse nel
Golfo stesso a distanza contenutissima
(circa 350 m);
c) danni e pregiudizi da variazioni del
micro-clima locale, direttamente causati dagli
scarti di temperatura necessari per il
trasferimento del calore (generato dalla Centrale
per il suo funzionamento) dalle acque del Golfo
all’atmosfera;
d) danni e pregiudizi alle attività umane del
Golfo e zone viciniori;
e) danni e pregiudizi di immagine all’area del
Golfo, intesa come valore naturale,
panoramico, paesistico, paesaggistico,
residenziale e culturale, anche variamente
antropizzato.
E’ evidente quindi come, nell’attuale
situazione, l’ENEL sia ancora debitrice di una quota enorme del risarcimento per il danno
ambientale provocato. La quantificazione del danno
secondo la perizia a firma Prof. Finzi Contini, che sosteneva che era già in
atto, e da tempo, una gravissima compromissione ambientale del golfo della
Spezia, veniva prudenzialmente quantificata in 229 miliardi delle vecchi lire, per la sola parte a mare.
Le Amministrazioni Comunali succedutesi in questi anni
si sono ben guardate da porre la questione del risarcimento del danno sopra descritto nonostante avessero già una sentenza in
giudicato a loro nettamente favorevole e una perizia autorevolissima che
dimostrava come calcolare questo danno anche in termini economici.
UNA ULTERIORE PERIZIA DEL COMUNE DIMOSTRA LA FATTIBILITà DELLA CAUSA DI
RISARCIMENTO DANNI CONTRO ENEL S.p.A
Nella sindacatura di Pagano, il Comune
su sollecitazione del sottoscritto (allora assessore all’ambiente e dell’ufficio
legale tramite l’allora avvocato civico T. Accordon)
dette l’incarico ad un gruppo di professionisti al fine di dimostrare la
praticabilità dell’azione di risarcimento danni contro Enel SpA. Ovviamente quella nuova perizia, dopo le mie
dimissioni per la vicenda del porto,
finì a marcire in un cassetto. Eppure quella nuova perizia concludeva in modo
inoppugnabile che: “ Dall’analisi scientifica
emerge rafforzata la prospettiva di richiedere a Enel il risarcimento danni in
merito a tutti i punti elencati precedentemente; in particolare è pacifico che
l’impatto sull’ecosistema marino provocato dallo scarico termico in mare, abbia
cagionato un danno già stato accertato penalmente per il quale è stata
corrisposta una provvisionale di 50 milioni; la
causa di merito perciò dovrà stabilire la restante parte del corrispettivo monetario
stimato per il danno. Altresì risulta
rafforzata la prospettiva di richiedere all’Enel il risarcimento in merito ai
danni prodotti dall’inquinamento atmosferico; è palese infatti che i dirigenti
della centrale hanno avuto una condotta che ha dimostrato dolosità nell’azione;
dopo l’episodio dell’imbrattamento, nel cui procedimento penale la perizia dei
proff. Annovi, Cocheo e Cruciali ha sancito che vi erano difetti impiantistici
che rendevano impossibile l’impedimento della caduta delle polveri nella zona,
la centrale è stata riaperta, senza che fosse
presa alcuna misura impiantistica preventiva come prescritto dal Giudice
Cipolletta; oltre a questo sono stati
utilizzati i gruppi più piccoli per
produrre energia nonostante non potessero essere utilizzati. Infine ci sono
elementi scientifici e giuridici anche per richiedere il risarcimento danni
per “impatto sulla salute dovuto alle
emissioni atmosferiche”. Da tabelle statistiche e da relazioni mediche alcune
malattie particolari infatti sono nettamente più alte alla Spezia che altrove.”
LA FINTA
CONVENZIONE TRA ENEL E COMUNE
Nel
2001 il Comune firmò una Convenzione con Enel dove, rinunciando alla causa di
risarcimento danni sopra descritta, otteneva in cambio aree per sviluppare un
polo industriale. Come risulta da questo articolo di stampa dell’epoca, vedi QUI, l’accordo
si rivelò una bufala perché le aree concesse da Enel in cambio della rinuncia
alla causa di risarcimento danni erano pesantemente inquinate dalla ceneri
radioattive delle centrale e quindi non
utilizzabili ad uso industriale.
Nel
2006 il Comune ci riprovò ma dovette scontrarsi con la necessità di bonificare
preventivamente le aree e la modifica della Convenzione del 2001 non andò in porto,
vedi QUI.
Aggiungo come ho dimostrato QUI che Enel ha sistematicamente violata anche ulteriori impegni inseriti nella Convenzione del 2001.
Morale
della storia non solo la causa non è mai stata attivata ma l’Enel ha
sistematicamente violato i patti firmati senza che il Comune ne abbia tratto le
conseguenze legali nell’interesse delle casse comunali oltre che dell’ambiente
e della tutela della salute dei cittadini.
GLI IMPEGNI
NON MANTENUTI DEL SINDACO FEDERICI
Scriveva
Federici nel programma elettorale del 2007: ““
……..dovrà essere altresì
riconsiderata la questione della Convenzione relativa alla causa per il
risarcimento del danno ambientale pregresso, tenendo in adeguata considerazione
i nuovi criteri di definizione del danno ambientale stabiliti dalla recente
normativa europea in materia, verificando il rispetto degli impegni a suo tempo
assunti dall'Azienda nei confronti della città ed aggiornandone comunque i
contenuti alla luce del confronto che si dovrà tenere in sede ministeriale.”
Da allora sono passati altri 5 anni senza che
Federici abbia fatto nulla per mantenere questo impegno verso i cittadini
nonostante tutto quanto sopra descritto.
CONCLUSIONI
E’
chiaro che siamo di fronte da parte dei due Sindaci, eletti negli ultimi anni al governo del Comune, ad un
comportamento che realizza la fattispecie delle omissioni di atti ufficio, per
non parlare del chiaro danno erariale che le casse comunali hanno subito in
questi anni.
Credete
che la procura di Spezia aprirà una inchiesta come quella contro il Sindaco di
Taranto……CONSENTITEMI DI DUBITARNE…..
QUESTA E’ LA CITTÀ DEL PORTO DELLE NEBBIE
…….
QUESTA È LA CITTÀ DELLA DISCARICA DI PITELLI MAI BONIFICATA……
QUESTA È LA
CITTÀ DELLA FINTA BONIFICA DELL’AREA EX IP (ANNI 80 E 90) ……
QUESTA E' LA CITTA' DEGLI STOCCAGGI ABUSIVI DI MATERIALI PERICOLOSI NELLE AREE MILITARI…..
QUESTA E' LA CITTA' DEI SEPOLCRI IMBIANCATI CHE CI GOVERNANO DA DECENNI E CHE HANNO
IMBIANCATO IL CERVELLO DELLA MAGGIORANZA DEGLI SPEZZINI…..
ma chissà forse l’aria
ora sta cambiando. VEDREMO!
Un'intera comunità si indignava e sbraitava a Pagano sulla rinuncia alla causa civile dopo la condanna penale. C'erano le parti civili che non hanno potuto proseguire la causa, Legambiente e altri. Fu accertato il danno, sia atmosferico che marino. Peccato che non si possano riaprire i giochi sul piano giudiziario
RispondiEliminai giochi si potrebbero riaprire in tanti modi se ci fosse la volontà politica da parte della amministrazione comunale e quella giudiziaria della magistratura spezzina.......ma forse potremmo essere noi a stimolare, almeno la magistratura.....stiamo lavorando ad un esposto denuncia....vedremo......
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