mercoledì 14 novembre 2012

Discarica di Saturnia: hanno fatto fallire l’Acam e ora scaricano tutto su lavoratori e cittadini!


Sulla base del nuovo accordo  Comuni, Acam, Sindacati si prevede, tra le altre cose, l’avvio entro un mese, quindi entro dicembre 2012 , delle procedure amministrative per realizzare due discariche di servizio al sistema di gestione dei rifiuti urbani e assimilati: Mangina (Val di Vara) , Saturnia (Spezia ).

La vicenda appare curiosa anche se possiamo certo dire che niente di nuovo sotto il sole. Infatti  il sito di Saturnia come peraltro quello di Mangina erano previsti da anni nel piano provinciale dei rifiuti, vedi qui.  In particolare Saturnia viene individuata nel piano provinciale anche come possibile discarica di servizio .
Ma l’ordine del giorno approvato dal Consiglio Comunale di Spezia del 28/1/2011 impegna  Regione e Provincia a predisporre un progetto di risanamento del Sito di Saturnia che preveda tempi certi, tipologie e quantità di materiali, incluso il sottovaglio prodotto a Saliceti. Il Sindaco Federici  presentando quell’ordine del giorno specificava,
vedi qui,  che: “ Nella discarica di Saturnia in effetti potranno essere conferiti solamente i fanghi verdi risultanti dal dragaggio del golfo, dopo opportuno trattamento di desalinizzazione”. 



QUESTIONI AMMINISTRATIVE E TECNICHE INELUDIBILI 
La solita superficialità dei nostri amministratori locali, in questo caso in primo luogo Comune di Spezia e Acam, con al servizio i soliti sindacati (quelli che in tutti questi anni non si sono accorti che Acam stava andando a picco anche per le troppe assunzioni clientelari che ora ovviamente pagheranno i lavoratori con esuberi e contratti di solidarietà etc.), tende a rimuovere le seguenti questioni:



Prima questione: Saturnia non sarà solo una discarica di servizio per il rifiuto trattato residuo dell’impianto di Saliceti. I fanghi di cui parla il Sindaco sono rifiuti speciali classificati con il Codice europeo n. 170506. Quindi, secondo il DM 27/9/2010 , se la discarica di Saturnia riceverà tali fanghi diventerà una discarica per rifiuti speciali e non per materiali inerti. Non solo ma si parla di immettere nel sito di Saturnia anche materiali da scavo a terra (come quelli delle infrastrutture viarie come la Variante Aurelia da concludere). Anche in questo caso occorre una grande attenzione, infatti sullo smaltimento  delle terre da scavo è recentemente intervenuto un discutibile regolamento che letto in modo coordinato con la precedente normativa richiede una interpretazione attenta su come debba essere considerato il materiale scavato anche contaminato da inquinanti; infatti secondo la vigente normativa può essere rifiuto, non rifiuto o sottoprodotto.
Per una analisi della nuova disciplina in materia di sottoprodotto e di cessazione dalla qualifica di rifiuto vedi qui 


La domanda sorge spontanea: vista la complessità applicativa di questa normativa sulle terre e rocce da scavo come affermato da autorevolissima dottrina (vedi qui),  possiamo fidarci degli organi di controllo pubblici spezzini? Gli stessi (in termini istituzionali)  della vicenda di Pitelli, della vicenda dei dragaggi inizialmente illegittimi del golfo, della discarica di Monte Montada, dell’impianto di Boscalino, delle puzze rimosse per anni nell’area ex IP, dei rumori non rilevati nell’area portuale, dei controlli  confusi sulle emissioni diffuse dall’impianto di trasporto carbone per la centrale enel…..etc. etc.   Ecco possiamo fidarci di queste istituzioni o serviranno cmq dei contrappesi tecnici che controllino i c.d. controllori per iniziare una nuova stagione di trasparenza  nella gestione della cosa pubblica nella nostra città e nella nostra provincia?  


Seconda questione: il sito di Saturnia se utilizzato come discarica, e  se riceverà la c.d. F.O.S (frazione organica stabilizzata) diventerà comunque discarica per rifiuti speciali. Anche recentemente il Consiglio di Stato (sentenza del 31 ottobre 2012, n. 5566: vedi QUIha affermato che la F.O.S.,  essendo il risultato di un processo di biocompostaggio che modifica la natura sostanziale dei rifiuti solidi urbani, li trasforma in rifiuti speciali. Quindi sia che venga utilizzata per operazioni di recupero (bonifiche) che per operazioni di smaltimento sempre di rifiuto speciale si tratta, perché il processo di trasformazione a livello industriale di rigenerazione, esclude il criterio dell’origine ai fini dell’appartenenza alla categoria dei rifiuti urbani.

Ora una discarica di rifiuti speciali sulle colline di Pitelli oltre ad essere un insulto alla storia di questa area, costituisce un precedente pericoloso: i rifiuti autorizzati in una discarica una volta aperta possono essere modificati nelle tipologie con tutti i rischi facilmente immaginabili per il futuro. 



Terza questione:  Come è noto a tutti gli addetti ai lavori, il sito di Saturnia è tutt’ora all’interno del perimetro del sito di bonifica nazionale di Pitelli. Non solo ma come dimostra la foto all’inizio di questo post ( vedi punto 1) si trova al di sotto del sito di un'altra ex discarica (Monte Montada) tutt’ora non bonificata e con 155.000 tonnellate di rifiuti anche pericolosi a marcire. Per questa discarica ci sono i dati  di perizie di Arpal ma soprattutto gli atti istruttori della Conferenza dei Servizi presso il Ministero dell’Ambiente che ne confermano la persistente pericolosità per tutta l’area che circonda questo sito, quindi anche l’area di Saturnia.
Ecco!  In questa area i nostri amministratori vorrebbero riaprire una discarica di centinaia di migliaia di tonnellate (si parla di 300.000 mc ma la buca di Saturnia ha potenzialità di 900.000) per accogliere rifiuti speciali potenzialmente pericolosi.


Quarta questione:  A  parte la questione della proprietà del sito di Saturnia, attualmente in mano a privati, e quindi non risolta tutt’ora nonostante le belle frasi negli inutili ordini del giorno approvati dal consiglio comunale, resta il problema che il sito di Saturnia non potrà essere autorizzato senza l’avvio della procedura di bonifica. Ma in cosa consiste questa procedura di bonifica, quali passaggi amministrativi richiede e dentro questi passaggi ci sono scappatoie per favorire i disegni speculativi di chi vuole riaprire la partita rifiuti sulle colline di Pitelli? 
L’iniziativa potrebbe essere presa dai proprietari ma è molto probabile che si opporrebbero con altrettanta probabilità di vincere la causa non essendo in questo caso direttamente soggetti inquinatori ma al massimo responsabili in solido come proprietari. Quindi potrebbe essere il Ministero dell’Ambiente a predisporre un progetto di bonifica coinvolgendo Regione, Provincia, Comune ed enti tecnici vari (Arpal in primis), interessante capire dove si troveranno i soldi!  
Comunque l’autorizzazione al progetto di bonifica è di competenza del Ministero dell’Ambiente, il quale potrebbe dare una autorizzazione provvisoria  di urgenza alla bonifica ma sempre previa prescrizioni della Conferenza dei Servizi presso il Ministero dell’Ambiente e soprattutto previa Valutazione di Impatto Ambientale in quanto trattasi di discarica per rifiuti speciali sottoponibile ex lege a questa procedura. Non sarà semplice quindi.
I furbetti del Comune e dell’Acam potrebbero anche tentare di utilizzare una procedura semplificata introdotta da una recente normativa (comma 5 articolo 40 legge 214/2011, per un commento e per il testo vedi quiche prevede possibilità di: “autorizzare interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria e di messa in sicurezza degli impianti e delle reti  tecnologiche, quindi non di bonifica vera e propria. Saturnia è un ex impianto (discarica) ma attualmente non attivo…… Ma c’è un ma! Questi  interventi  dovranno comunque garantire la sicurezza sanitaria/ambientale ed evitare ulteriori propagazioni dei contaminanti in tutti i casi di siti contaminati, non limitandosi ai soli in casi di siti contaminati con attività in esercizio. Ora è chiaro come,  nel caso in esame,  la presenza di Monte Montada  impedisca l’avvio di questa procedura semplificata.


Quinta questione: si afferma che  il Consiglio Comunale ha approvato nel 2001 un ordine del giorno in cui si dichiarava l’impegno della Amministrazione di allora di non aprire a Saturnia come discarica di servizio o per altri fini ma solo di bonificarla con inerti veri e propri e non con rifiuti. Questo odg è stato superato nel 2011 con questo nuovo odg, vedi qui, ma comunque non saranno gli odg del consiglio comunale a bocciare l’operazione su Saturnia, visto che come è noto non hanno alcun valore cogente e visto che possono essere cambiati facilmente con un semplice voto in Consiglio.




PRIME CONCLUSIONI
Si sono scelti due siti entrambi inadatti per ragioni diverse e soprattutto ad ognuno si vuole far svolgere una funzione assolutamente inadatta alle loro caratteristiche.
Saturnia, che sarebbe baricentrica per gli urbani, verrà usata prevalentemente per rifiuti speciali potenzialmente pericolosi: fanghi da dragaggio , terre da escavazioni contaminate principalmente.
Mangina dovrà  svolgere la funzione di discarica di servizio quando non ha per niente queste caratteristiche, come principali, come aveva dimostrato il Piano Provinciale Rifiuti.  Nell’area si riconosce la presenza di una falda idrica unita alle caratteristiche di permeabilità discreta del suolo e sottosuolo . In tal senso il Piano Provinciale individuava questo sito più adatto ad impianti come quello di Saliceti (trattamento meccanico-biologico) o di Boscalino (secondo impianto di compostaggio) che non ad una discarica che viene vista come terza ipotesi di utilizzo, quindi meramente residuale.

Non solo ma per entrambi i siti si rimuove il dato oggettivo che non  sono siti adatti per una discarica: Saturnia in zona fortemente inquinata ed ancora da bonificare, Mangina vicino al fiume con problemi potenziali di tipo idrogeologico e soprattutto molto lontano dalle zone principali di produzione dei rifiuti urbani sia pure trattati.

Complimenti per i geni che governano le politiche ambientali del nostro territorio e complimenti a chi ha distrutto Acam facendone ora  pagare le conseguenze principali ai cittadini di Pagliari e Ruffino, ai lavoratori e alla Val di Vara tutta. 




RICAPITOLANDO: LE STRADE PER BOCCIARE,  DA UN PUNTO DI VISTA AMMINISTRATIVO, L'IPOTESI  SATURNIA
Possono essere le seguenti, in ordine di sequenza amministrativa:
1. L’inadeguatezza di un sito come quello di Saturnia interno ad un’area tutt’ora soggetta a bonifica e neppure completamente caratterizzata: qui potrà essere la procedura di bonifica ex lege a stabilirlo e come abbiamo visto sopra non sarà per niente semplice aggirare la legge vigente anche se per esperienza so che ci proveranno e i cittadini dovranno vigilare  ed essere pronti ad usare tutti i mezzi legali e tutte le iniziative di movimento per fermarli.  
2. L’inadeguatezza del sito sotto il profilo dell’impatto cumulativo con altre attività inquinanti presenti in zona : centrale enel, porto, varie attività industriali. Impatto cumulativo che dovrà emergere dalla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale Infatti: “… anche in progetto di dimensioni ridotte può avere un notevole impatto sull’ambiente se è localizzato in un luogo in cui i fattori ambientali contemplati dall’articolo 3 della direttiva (come la fauna, flora, il suolo, l’acqua, il clima o il patrimonio culturale) sono sensibili al minimo cambiamento” (Corte di Giustizia sez. V 21/9/1999 (Causa C – 392/96).
3. La modifica del Piano Provinciale Rifiuti con l’individuazione definitiva di un sito alternativo che non può essere Mangina considerato che lo stesso piano provinciale individua come difetto principale del sito la sua scarsa baricentricità rispetto alle aree di maggior produzione dei rifiuti compreso l’impianto di Saliceti. 







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