mercoledì 7 novembre 2012

La logica para - mafiosa del sistema di potere spezzino: tutti sanno ma pochi denunciano!


ALCUNE ASSOCIAZIONI DI NOTIZIE     
In questa settimana a Spezia si svolgeranno due interessanti iniziative sul tema della organizzazioni criminali che agiscono nel nostro paese, vedi qui e qui.  
Parlare di malavita organizzata a Spezia potrà sembrare una occasione di dibattito culturale per “far crescere la coscienza civile degli spezzini”  come affermano spesso i politicanti nonché amministratori locali. 
Poi leggi, su La Nazione di ieri, contemporaneamente alle iniziative sopra riportate,  una notizia come questa “blitz l’operazione dell’antimafia di Napoli passa anche dalla Spezia sequestrate società in odore di camorra in città l’ombra del clan dei casalesi”. Allora ti viene da dire che forse parlare di mafia e/o malavita organizzata a  Spezia non è solo un fatto meramente culturale.

Poi sempre per quella associazione di idee che produce informazione tracimante in rete, ti viene in mente il Rapporto sulla qualità della vita nelle Province presentato dal Sole 24 ore lo scorso anno (vedi qui), dove risultava che Spezia era all’88° posto in classifica principalmente per una fortissima presenza del fenomeno estorsivo: 76° posto,  a livello di aree ad alta criminalità organizzata.




LA LOGICA MAFIOSA
Continuando ad associare notizie e informazioni ti viene in mente una definizione ufficiale del fenomeno mafioso: “una subcultura locale non necessariamente collegata a manifestazioni delinquenziali, oppure una modalità di esercizio del potere, o anche un'attitudine alla corruzione politica e/o affaristica” (Mafia Enciclopedia delle Scienze Sociali (1996). D’altronde la prima riflessione alta sul fenomeno mafioso (Leopoldo Franchetti “Inchiesta in Sicilia” 1876) poneva al centro il tema della politica e dell'amministrazione locale, il problema di una classe dirigente abituata a considerare le istituzioni strumento di sopraffazione,  incapace di sollevarsi sino alla concezione moderna della legge impersonale e uguale per tutti. 

Dietro gli aspetti manifestamente delinquenziali della mafia, c’è un substrato di cultura di governo e di mentalità che potremmo definire para mafiosa cioè propedeutica a creare un clima che può favorire illegalità nonché uso spregiudicato della cosa pubblica in mano a gruppo privati di interesse.   

Questo modello para mafioso è stato ben definito dal Procuratore Anti Mafia Pietro Grasso (Ottobre 2006 discorso tenuto a  Crotone):  “quelle forme di degenerazione dei rapporti fra cittadini, istituzioni pubbliche e private ai vari livelli, che ormai hanno sviluppato una sorta di comportamenti assimilabili alle pratiche mafiose che privilegiano i furbi, i raccomandati, i faccendieri, a scapito delle persone perbene, oneste, capaci, competenti e meritevoli che vengono mortificate e bollate come ingenue.  Queste pratiche squallide e deplorevoli, indirettamente diffondono nel tessuto sociale l’idea che la strada per raggiungere un risultato non è lo studio, l’impegno, l’acquisizione di una formazione seria e specifica, la moralità, bensì la conoscenza della persona giusta, vicina al potente di turno che spianerà la strada per andare a ricoprire un ruolo che invece non spettava. Una mansione magari delicata, importante per il funzionamento della macchina amministrativa, o strategicamente delicata per scelte di indirizzo politico-economico, dove si richiederebbero proprio quelle competenze e integrità morale che invece sono state scandalosamente mortificate. Come si comporterà il beneficiario di simile ruolo? Sarà improvvisamente folgorato sulla via di Damasco e diventerà integerrimo ed irreprensibile? Non siamo così ingenui per crederci ! È molto più probabile che costui vestirà i panni dell’arrogante autoritario, qualità tipica dell’ignorante che è stato messo a ricoprire un ruolo che non è capace di svolgere.”

Questa descrizione sembra ritagliata su molte parti istituzionali e politiche del nostro paese ma altrettanto ed ancora di più sul sistema di potere locale spezzino:
1. sulle sue modalità di autorigenerazione attraverso la cooptazione
2. sulle sue modalità di gestione,
3. sulle sue modalità di controllo sociale,
4. sulle modalità di emarginazione dei c.d. dissenzienti.



A SPEZIA TUTTI SANNO…..
A Spezia tutti sanno che non fai carriera nella pubblica amministrazione locale, se non hai una tessera di partito, o appartieni a una corrente politica o sei espressione di un gruppo di interesse preciso.

A Spezia tutti sanno che non lavori se sei un professionista non allineato a prescindere dalle tue competenze

A Spezia tutti sapevano fin dalla fine degli anni 90 che Acam era fuori controllo soprattutto nella gestione dei propri bilanci….

A Spezia tutti sanno che quasi sempre le procedure amministrative (in particolare quelle urbanistiche ed ambientali) sono gestite in modo approssimativo con istruttorie inadeguate e con continui profili di illegittimità (l’illegittimità anticamera della illegalità)

A Spezia tutti sanno che il Comune è gestito da tre/ quattro persone al di fuori del circuito democratico ufficiale

A Spezia tutti sanno che le scelte strategiche degli ultimi 20 anni (porto, area ex ip, centrale enel) sono state frutto di istruttorie taroccate, senza mettere a confronto interessi generali del territorio, ma supportando interessi di pochi: lega delle cooperative, contship, imprenditori edili.

A Spezia tutti sanno che gli appalti pubblici importanti vengono sistematicamente gonfiati con le varianti in corso d’opera per gli “errori” degli estensori dei bandi che continuano a rimanere ai loro posti di collettori nella distribuzione delle “prebende pubbliche”.

A Spezia tutti sanno che ad esempio dieto lo scandalo di Pitelli era presente un interesse chiaro della criminalità organizzata nel traffico internazionale dei rifiuti.

A Spezia tutti sanno che il sito di Pitelli non verrà mai bonificato con la copertura della Marina Militare, compresa la parte a mare.

A Spezia tutti sanno che per anni, con la copertura prima dell’Asl e poi dell’Arpal, è stato possibile accelerare la “bonifica” dell’area ex IP in danno della salute dei cittadini e nell’interesse solo della società che voleva realizzare in tempio rapidi la nuova ipercoop.

A Spezia tutti sanno che la centrale enel ha continuato in questi anni a non rispettare le prescrizioni della autorizzazione del 1997

A Spezia tutti sanno che il porto, almeno sotto il profilo dell’inquinamento da rumore è fuori legge dagli anni 90 del secolo scorso.

A Spezia tutti sanno che c'è un intreccio perverso tra chi gestisce il potere, chi gli gira intorno, chi fa finta di opporsi e chi si oppone senza costruire progetti e proposte, senza entrare nel merito dei problemi.

A Spezia tutti sanno…… ma…..
c’è una tecnica di rimozione abilissima di un sistema di potere che ha fatto della logica para mafiosa sopra descritta la cifra della propria azione di sopravvivenza. 



CONCLUDENDO: UN EPISODIO DI LOGICA PARA-MAFIOSA
Voglio concludere con un episodio, perché come dimostra anche la storia della mafia siciliana, sono gli episodi concreti che confermano la presenza della logica paramafiosa sopra descritta.
Quando, nel mio breve periodo da assessore (era l’inizio del 2000)  proposi come nuovo dirigente del settore ambiente il comandante dei Vigili Urbani, il Direttore Generale del Comune, dell’epoca,  mi disse testualmente : “ non va bene questa proposta perché quando il nuovo dirigente andrà sull’area IP (in fase di inizio bonifica all’epoca ndr.) come dirigente dovrà vederla in un modo, ma come comandante dei Vigili visti i suoi poteri di vigilanza nei reati potrebbe vederla in ben altro modo non molto coerente con il ruolo di dirigente del Comune”. Come dire se sei amministratore o dirigente e vedi cose che possono costituire ipotesi di reato è bene tu volga lo sguardo altrove…… 




3 commenti:

  1. Per capire i problemi ambientali, anzi, le sciagure accadute a Spezia bisogna sdoganare l'ambìente. No, meglio, l'ambiente è l'ultimo sintomo, lo sbocco finale, ma tutto parte dal potere politico finanziario e religioso.
    Pitelli è stato il caso emblematico dove una ragion di stato (lo smaltimento di prodotti scomodi anche per lo Stato) ha incontrato i militari, la massoneria e il PCI. Gli ambientalisti si occupano del malato quando versa già in gravi condizioni, ma ci serve qualcuno che faccia la caccia agli affari sporchi quando stanno nascendo, in anticamera di qualche ufficio o durante qualche cena a casa di "amici" o al ristorante

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  2. ragionamento in generale condivisibile....resta il problema di abbattere questo sistema che ha come "sbocco finale" l'inquinamento del territorio. E resta il problema di costruire un nuovo sistema di governo della cosa pubblica che definisca gli anticorpi amministrativi, politici, preventivi per impedire che gli "affari sporchi" non entrino nella politica. Insomma una roba da rivoluzione copernicana!

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  3. Cito l'anonimo che interviene sul post di Marco "ci serve qualcuno che faccia la caccia agli affari sporchi quando stanno nascendo, in anticamera di qualche ufficio o durante qualche cena a casa di "amici" o al ristorante..."

    Gentile Anonimo, mi scuso per l'ardire ma quel qualcuno cui fa riferimento potrebbe essere anche lei. O la magistratura su sua indicazione.

    Dirò di più. Quel qualcuno che è nell'anticamera di qualche ufficio o durante qualche cena a casa di "amici" o al ristorante, è necessariamente qualcuno di noi. Meglio, è la gran parte di noi. Se così non fosse, il sistema non reggerebbe. Al contrario reggerebbero e funzionerebbero le istituzioni e le società da loro partecipate.

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