martedì 15 novembre 2011

Verso il nuovo Piano Urbanistico di Sarzana: i limiti del documento di avvio del procedimento e alcuni indirizzi preliminare per l’avvio del processo/procedimento di VAS

Con la delibera 149 del 2 novembre 2011 la giunta comunale ha varato le “linee guida” per la redazione del nuovo Piano urbanistico comunale. Si tratta di un documento che esprime concetti e principi interessanti ma risulta al momento:


  1. troppo generico relativamente a quelle che saranno le scelte future sul territorio comunale,
  2. reticente sul bilancio della  gestione esistente ed in parte tutt’ora in atto (vedi ad es. progetti Botta e Tavolara)
  3. confuso sulla natura e finalità della VAS
  4. confuso sulle modalità di sviluppo del processo partecipativo che dovrà accompagnare il processo di valutazione/adozione/approvazione del piano



Ora nella fase di  impostazione della VAS e quindi del Piano oggetto della stessa, gli aspetti fondamentali sono tre :
  1. l’analisi dello stato ambientale del territorio interessato dal piano
  2. il momento all’interno della procedura di approvazione del piano in cui la valutazione interviene
  3. le modalità di individuazione e coinvolgimento del pubblico fin dalla fase di impostazione del piano


Su tutti e tre questi aspetti il documento presentato dal Comune di Sarzana è reticente limitandosi ad elaborare una serie di buone intenzioni quasi fosse una specie di documento culturale sulla filosofia dello sviluppo sostenibile.

Vediamo partitamente come andavano e andranno affrontati questi tre aspetti per una corretta impostazione della VAS e quindi dello stesso Piano 

L’ANALISI DELLO STATO AMBIENTALE DEL TERRITORIO INTERESSATO DAL PIANO
Per l’avvio della procedura di VAS vera e propria occorre impostare gli obiettivi settoriali del piano ( edificato, servizi pubblici, infrastrutture viarie, impianti industriali, etc.)  insieme con gli obiettivi ambientali (riduzione emissioni in atmosfera, riduzione produzione rifiuti, riduzione suolo consumato etc.) da raggiungere attraverso il piano.

Ma per poter fondare oggettivamente e in chiave di sviluppo sostenibile questi obiettivi occorre prima di tutto analizzare le criticità ambientali dell’area interessata dal piano, predisponendo un rapporto dello stato dell’ambiente, che tenga conto o elabori in modo innovativo (se mancanti):
  1. dati di conoscenza del territorio interessato,
  2. gli studi ufficiali e non sulle emergenze ambientali e/o naturalistiche,
  3. la percezione del rischio ambientale, sanitario, paesaggistico e storico architettonico da parte della comunità locale.
  4. la valutazione, anche sulla base degli elementi emersi dai primi tre punti, dello stato della disciplina vigente del territorio, dei progetti in corso, anche di competenza di enti sovraordinati.


IL MOMENTO ALL’INTERNO DELLA PROCEDURA DI APPROVAZIONE DEL PIANO IN CUI LA VALUTAZIONE INTERVIENE
Qui occorre che gli amministratori locali nell’applicare la VAS comprendano la effettiva valenza di questo strumento di valutazione.
Ora  la filosofia metodologica riduzionistica del documento del Comune di Sarzana è ben rappresentata dalla seguente frase contenuta a pagina 17: “ Il progetto di Marinella rappresenta l’altra grande opportunità per la città, i cui  scenari sono tratteggiati nel Masterplan  2007 e che si confida di sottoporre alla valutazione strategica (VAS) non appena assumerà le sembianze di un vero e proprio piano urbanistico.”. Quindi prima si decidono i contenuti del Piano e dopo si valutano, non solo, nel caso citato del progetto Marinella, si anticipa già un pezzo decisivo del futuro Piano definendone a priori i contenuti senza averli valutati, in termini di impatti ambientali/economici/sociali sulla scala tipica della VAS, quella strategica: sia temporale che soprattutto spaziale (cioè di area vasta). Realizzando così un frazionamento dell'oggetto della VAS (tra Piano per Marinella e Piano urbanistico comunale) in palese contrasto con gli indirizzi della UE. Infatti tra i criteri per la redazione del Rapporto Ambientale preliminare (vedi nota 1 in calce al presente post)  ci sono quelli degli effetti cumulativi con aree limitrofe a quella interessata dal piano soggetto a VAS e quello della estensione nello spazio degli impatti, nonché la verifica  che il nuovo strumento interferisca, e come, con piani esistenti e/o in itinere. Non è quindi possibile fare due VAS distinte su Marinella e nuovo PUC di Sarzana. 

Siamo quindi lontani dalla VAS come processo decisionale completo, che ricomprenda al suo interno tutte le fasi di costruzione della politica/piano/programma: dalla elaborazione delle proposte,  alla elaborazione e valutazione degli scenari alternativi,  all’adozione delle decisioni, coinvolgendo il pubblico fin dalle prime fasi.  La VAS così diventerà  effettivamente una valutazione integrata riguardante tutti i settori coinvolti dalla politica/piano/programma, e tale valutazione dovrà misurare i vantaggi e gli svantaggi complessivi delle diverse alternative.  
E’ quindi fondamentale che prima dell’avvio della VAS e quindi della impostazione del preliminare di piano sulla base dell’analisi delle criticità ambientali di cui al paragrafo precedente del presente post, si definiscano:
-          i limiti della crescita del territorio interessato
-          la capacità di carico del territorio interessato
-          la impronta ecologica del territorio interessato
E’ questa fase che stabilisce i contenuti del Piano (una sorta di carta puntuale degli intenti sostenibili del piano) che non sono definiti a priori per essere successivamente valutati al fine di giustificarne ex post la sostenibilità, magari con le solite misure prescrittive. Insomma é la corretta impostazione del processo di VAS  che garantisce il raggiungimento delle dichiarazioni, per ora solo di principio, contenute nel documento del Comune di Sarzana: sostenibilità, riduzione del consumo del territorio, mobilità sostenibile, integrità del paesaggio naturale quale componente fondamentale della risorsa territorio etc.
In altri, e ancor più espliciti, termini: è attraverso il processo di VAS  che si definisce il quadro in cui debbono essere prese decisioni.
Non affrontando fino in fondo questi temi metodologici il documento del Comune di Sarzana appare ancora dentro la vecchia logica della pianificazione per cui:
1.     Il piano è un progetto i cui obiettivi e le cui finalità sono definite a priori dai decisori
2.     Si tratta solo di regolamentare le destinazioni funzionali delle diverse aree e giustificarle a posteriori sotto il profilo della sostenibilità


LE MODALITÀ DI INDIVIDUAZIONE E COINVOLGIMENTO DEL PUBBLICO FIN DALLA FASE DI IMPOSTAZIONE DEL PIANO
Il punto 1.8. del documento del Comune di Sarzana fa riferimento al ruolo della informazione/partecipazione del pubblico nel processo di adozione/approvazione del Piano.
Anche in questo caso il documento appare generico, limitandosi ad affermare principi in parte condivisibili ma per lo più piuttosto astratti. Qui sicuramente gioca un ruolo negativo la mancanza di una regolamentazione regionale della VAS, la quale non dimentichiamo che oltre ad essere un processo di valutazione è anche un procedimento le cui diverse fasi devono essere disciplinate anche da un punto di vista normativo. Un procedimento peraltro che si conclude come affermato dalla Corte Costituzionale sentenza  209/2011, con un parere vincolante per chi adotterà/approverà il piano. 

Quanto sopra comporta che la partecipazione nella VAS debba essere interpretata in due modi entrambi fondamentali proprio per la natura di processo/procedimento della VAS

Il primo modo nasce dal concetto che prefigura la VAS come processo di apprendimento collettivo, fase in cui si generano e sedimentano i caratteri della sensibilità comune alla gestione  del territorio, l’idea di città e di territorio.
Quindi la partecipazione del pubblico deve essere attivata fin dall’avvio del processo di VAS senza attendere l’avvio formale del procedimento di VAS (come previsto dalla legge nazionale visto che quella regionale ancora non c’è).

Partecipazione fin dall’avvio del processo di VAS significa attivare:
  1. un processo di coinvolgimento, “mirato” ed organizzato, della collettività nelle sue diverse espressioni al fine di identificare i problemi e gli obiettivi nonché di individuare le strategie di Piano;
  2. un processo di definizione degli impegni operativi del piano/programma  da raggiungere e della messa a disposizione delle risorse per raggiungerli (condotto dalla Amministrazione che pianifica con le Amministrazioni sovraordinate e con le amministrazioni di pari livello) attraverso un coinvolgimento, negoziato, con gli stakeholders e di identificazione della loro disponibilità ad agire verso il raggiungimento degli obiettivi di Piano.
Il secondo modo riguarda la necessità disciplinare puntualmente la Partecipazione nel procedimento di VAS, attraverso :
1.       la fissazione di regole di garanzia minime per tutti i soggetti coinvolti dal processo di Valutazione Ambientale: Autorità che adotta il Piano e/o Programma, Enti e Autorità consultate, Pubblico; in particolare prevedere la partecipazione del pubblico fin dalla fase di elaborazione del Rapporto ambientale preliminare  che costituisce il documento contenente gli indirizzi per la redazione del Rapporto Ambientale[1]   
2.     la nomina di un Presidente garante del procedimento di VAS esterno all’Autorità che redige il Rapporto Ambientale e adotta il Piano;
3.      la individuazione di un ruolo attivo nello svolgimento dell’istruttoria tecnica di Valutazione Ambientale da parte di un soggetto istituzionale esterno all’Autorità che adotta il Piano: ad es. le Agenzie Regionali per la Protezione Ambientale o un Istituto Universitario, con funzioni di: fornitura e validazione dei dati attendibili,  predisposizione delle messa a disposizione delle migliori informazioni, messa a punto di tecniche di simulazione degli impatti, predisposizioni di pareri tecnici al processo di valutazione e consultazione,  supporto tecnico alla fase di monitoraggio dell’attuazione del Piano e Programma, e delle informazioni utili per la revisione del piano stesso (valutazioni ex post).

Solo definendo puntualmente nel senso sopra riportato le diverse fasi della partecipazione nel processo/procedimento di VAS si potrà dare concreta attuazione al generico enunciato, a pagina 11, del documento del Comune di Sarzana secondo il quale: “Nella nuova dimensione della pianificazione e dei rapporti fra enti e piani, il ruolo della partecipazione, della condivisione e del controllo da parte della cittadinanza, oltre che di tutti i soggetti direttamente interessati ad un processo, non potrà avere un carattere precostituito, ma verrà costruito, gestito e portato a sintesi simultaneamente al processo di pianificazione e di valutazione ambientale, concordando con l’amministrazione comunale modalità e meccanismi.”

CONCLUSIONI
Il documento del Comune di Sarzana appare interessante nelle enunciazioni di principio ma allo stesso tempo pare scontare, volendo riconoscere la buona fede politico amministrativa degli estensori, una certa confusione sulle potenziali novità che la applicazione del processo/procedimento di VAS potrà apportare alla pianificazione del territorio sarzanese. C’è, come ho illustrato sopra, ancora molto da chiarire e da definire, intanto sul metodo di valutazione/elaborazione del piano. Vedremo le prossime mosse degli amministratori sarzanesi ai quali rivolgo l’invito di coinvolgere oltre che i cittadini in generale anche quelle parti organizzate della società civile locale che in questi anni hanno prodotto iniziative e cultura innovativa sulla gestione sostenibile del territorio, il tutto in coerenza con gli indirizzi che emergono dalla Direttiva europea sulla VAS secondo i quali: “ Il rapporto ambientale e i pareri espressi dalle autorità interessate e dal pubblico dovrebbero essere presi in considerazione durante la preparazione del piano o del programma e prima della sua adozione o prima di avviarne l'iter legislativo.” (considerando n.17 alla Direttiva 2001/42/CE).


[1] CONTENUTI DEL Rapporto preliminare secondo il documento metodologico predisposto dagli uffici della regione liguria e mai approvato formalmente
1.        descrizione sintetica degli obiettivi del piano e delle linee di sviluppo essenziali che il piano intende perseguire
2.        descrizione del processo partecipativo attivato allo scopo di definire obiettivi e linee di sviluppo, dei suoi esiti e di come se ne è tenuto conto nella costruzione dello schema di piano
3.        caratteristiche del PP, tenendo conto in particolare dei seguenti elementi:
-          in quale misura stabilisce il quadro di riferimento per progetti ed altre attività, sia per quanto riguarda l’ubicazione, la natura, le dimensioni, le condizioni operative, sia attraverso la ripartizione delle risorse
-          in quale misura influenza altri PP inclusi quelli gerarchicamente ordinati
-          in quale misura è influenzato da piani territoriali e/o settoriali sovraordinati (piani di bacino, PTCP, indicazioni dei PTC provinciali, Piani dei parchi, ecc.) e da vincoli derivanti da normative vigenti (fasce di rispetto infrastrutturali, aree percorse dal fuoco, etc.)
-          l’interazione con progetti approvati o in corso di approvazione pertinenti livelli territoriali sovraordinati, ad es. realizzazione di infrastrutture, etc.
-          la sua pertinenza al raggiungimento di obiettivi di miglioramento ambientale fissati da PP settoriali e/o sovraordinati
4.        caratteristiche degli impatti e delle aree che possono essere interessate, tenendo conto in particolare dei seguenti elementi:
-          valore e vulnerabilità delle aree che potrebbero essere interessate a causa:
·         della presenza di situazioni di compromissione delle aree in relazione a attività pregresse (aree inondabili, cave e discariche dismesse, aree da bonificare, aree produttive da dismettere, insediamenti a rischio di incidente rilevante, etc.)
·         delle speciali caratteristiche naturali o del patrimonio culturale, in relazione alla presenza di aree protette, SIC, ZPS, emergenze storico architettoniche e/o aree vincolate ai fini paesistici
·         del superamento dei livelli di qualità ambientale (con specifico riferimento alla disponibilità di risorsa idrica, all’efficienza della depurazione, al rispetto dei limiti di qualità dell’aria, alla qualità acustica) o dei valori limite dell’utilizzo intensivo del suolo (con specifico riferimento ai limiti all’impermeabilizzazione del terreno, al rischio di contaminazione del suolo e al sovrasfruttamento del suolo agricolo e delle falde – vedi aree vulnerabili per i nitrati e cuneo salino)
-        probabilità, durata frequenza e reversibilità degli impatti
-        carattere cumulativo degli impatti
-        entità ed estensione nello spazio degli impatti, in termini di area geografica, di popolazione e di elementi sensibili (SIC, ZPS, aree vincolate, etc.) potenzialmente interessati, anche eventualmente allo scopo di escludere la necessità di una valutazione di incidenza e/o verificare la natura trasfrontaliera/interregionale degli impatti e la conseguente necessità di coinvolgere soggetti transfrontalieri/interregionali.


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