mercoledì 2 agosto 2023

La nuova fascia di rispetto del porto di Spezia e le prescrizioni rimosse del PRP del 2006

Presentati due progetti di fascia di rispetto per il quartiere di Fossamastra uno dei quartieri, insieme con Pagliari e Canaletto, più penalizzati dalla espansione del porto in questi anni.

Si tratta di due progetti che sicuramente potrebbero migliorare gli spazi di vita del quartiere (e i residenti fanno bene a chiederli questi spazi sia chiaro) ma che non risolverebbero assolutamente il problema dei rumori tanto meno quello delle emissioni aeriformi, queste ultime peraltro anche in pieno centro città zona ospedale con periodici superamenti degli stessi limiti di legge di alcuni inquinanti come i biossidi di azoto.

Il problema dell’impatto ambientale del porto è difficilmente risolvibile perché il porto stesso è cresciuto a una distanza dalle abitazioni civili inaccettabile. Questa è la responsabilità enorme di tutta la classe dirigente spezzina degli ultimi 30 anni e di questo renderanno conto alle loro coscienze sempre che ne abbiano una (compresi quelli di prima che ora fanno finta di non avere mai governato la città)Non casualmente nel 2000 mi dimisi da Assessore all’Ambiente proprio sulle questioni dello sviluppo del porto perché già allora era chiara, al di la di quello che si dichiarava nei documenti ufficiali, la volontà della classe dirigente spezzina di favorire in ogni modo lo sviluppo del porto senza valutare minimanente i rischi per la salute pubblica dei residenti.

Intanto occorre dire che nonostante le prescrizioni del Piano Regolatore del Porto del 2006 prevedessero interventi drastici per ridurre le emissioni di fatto nulla è stato fatto se non interventi palliativi come le inadeguate barriere antirumore all’altezza del quartiere del Canaletto. Non parliamo delle emissioni aeriformi dove da anni si parla di interventi mai realizzati nonostante più volte i limiti di legge siano stati superati anche nel recente passato con un rischio sanitario in atto QUI non considerato dalle autorità competenti, fino ad arrivare a riproporre pochi giorni fa un accordo fotocopia di quello del 2019 (QUI) a dimostrazione che ci vuole ben altro che qualche dichiarazione di intenti.

 

LE BARRIERE ANTIRUMORE INSTALLATE AD OGGI PERCHE' SONO INADEGUATE

Sono eccessivamente basse e non tengono conto della particolarità delle emissioni rumorose da attività portuale

Le Fonti di rumore nei porti (come confermano le indagini del sistema Arpa) sono molteplici e questo spiega la difficoltà a misurare e valutare l’impatto acustico dalle attività portuali: i motori delle navi (compresi gli impianti di ventilazione) durante la fase di ricovero ai moli, gli altoparlanti per le segnalazioni connesse alle operazioni di imbarco-sbarco dei passeggeri del terminal traghetti e turistico, la movimentazione di auto rimorchi e mezzi operativi di trasbordo container, movimentazione di container con particolare riferimento agli urti durante il posizionamento, i dispositivi di segnalazione acustica delle gru e dei mezzi operativi e le operazioni di picchettaggio degli scafi nei bacini di carenaggio e non.

Questo comporta che, a seconda della attività prevalente nei porti in rapporto alla zona residenziale contermine, la percezione del rumore cambia ma cambia anche la fonte che lo produce.

 

 

IL REGOLAMENTO SUL RUMORE DA ATTIVITÀ PORTUALE IN AREA URBANA MAI APPROVATO

Come ho spiegato approfonditamente QUI, La rumorosità delle infrastrutture di trasporto è disciplinata dagli specifici regolamenti di esecuzione ai sensi dell’art.11 della L.447/95, tali infrastrutture non sono soggette, all’interno delle rispettive fasce di pertinenza, a limiti di emissione, di immissione ed ai valori di attenzione previsti dal DPCM 14 novembre 1997 “Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore.” Inoltre, l’art. 4, di tale decreto, sancisce, che anche i valori limite differenziali di immissione non si applicano alla rumorosità prodotta: dalle infrastrutture stradali, ferroviarie, aeroportuali e marittime.

Per i porti il decreto attuativo che prevede opportune fasce di pertinenza è l’unico che non è ancora stato emanato, pertanto esiste gran confusione, in quanto i limiti risultano spesso aggirati per l’esistenza di classificazioni acustiche non adeguate alla reale attività che si svolge in porto, sia per il più che probabile superamento del criterio differenziale nelle abitazioni prospicienti gli approdi.

 

 

I DUE PROGETTI NUOVI DI FASCIA DI RISPETTO PER IL QUARTIERE DI FOSSAMASTRA E LE PRESCRIZIONI DEL PRP DEL 2006

Il primo progetto prevede la realizzazione di una zona verde attrezzata con piste ciclabile. Il secondo progetto prevede un allargamento di qualche decina di metri degli spazi vicino alle case grazie allo spostamento verso mare di viale san Bartolomeo.

Nessuno dei nuovi progetti sembra tenere conto non solo di quanto sopra ho già espresso ma soprattutto di quello che è contenuto nelle prescrizioni del Piano Regolatore Portuale del 2006 tutt’ora valide e in teoria obbligo di legge da rispettare.

Il Parere della Commissione VIA del Ministero dell’Ambiente allegato al Decreto di VIA sul PRP del 2006 affermava in modo facilmente prevedibile per il successivo futuro: “ -  la prevista fascia di rispetto cuscinetto, per determinare un’efficace difesa dell’area, dovrebbe necessariamente assumere altezze fisiche ragguardevoli  di difficile  realizzazione affinché il cono d’ombra acustica possa determinare una perdita di inserzione significativa ai piani alti degli edifici più prossimi al porto;”.

Poi il giudizio di VIA così descriveva la fascia di rispetto necessaria per il porto spezzino:

"... Creazione di una fascia di rispetto da progettare in forma cooperativa (Comuni e Autorità Portuale certamente, è auspicabile la presenza anche di altri soggetti pubblici e non);detto progetto dovrebbe abbracciare l’intero fronte d’acqua e qualificarsi delle specificità ambientali e dell’urbanizzazione che incontra: dai paesaggi di roccia di Porto Venere, quindi pontili, pedane; al paesaggio urbano di La Spezia nella parte centrale e semi-centrale della città, quindi al paesaggio frammisto, di tipo per urbano, del resto della città di Spezia verso Lerici è […] prevedendo la realizzazione di spazi verdi e di "riambientalizzazione", nonché strutture fonoassorbenti, di ulteriore compatibilizzazione del rapporto città – porto, cioè di un segmento di "spazio pubblico" per mezzo del quale risolvere in maniera integrata il disegno della recinzione doganale, le barriere antirumore, l’arredo urbano, la continuità pedonale degli spostamenti urbani, la circolazione perimetrale al porto e la sosta delle auto, la vivibilità dei luoghi”.

 

 

 

L’IMPATTO DELLA ESPANSIONE PORTUALE MAI VALUTATO PREVENTIVAMENTE NONOSTANTE LE PRESCRIZIONI DI VIA DEL MINISTERO DELL’AMBIENTE DEL 2005
Ma questa fascia di rispetto, indicata dal Ministero dell'Ambiente nel 2005, che è ben diversa dallo spezzettamento inutile in atto da anni con interventi frammentati come sta tutt’ora avvenendo a Fossamastra, richiedeva un'altra cosa che chi ha governato dal 2006 ad oggi non ha mai fatto. Richiedeva una valutazione preventiva degli scenari di impatto del porto sulla città al fine di capire la sostenibilità di un mega porto nelle dimensioni che ha ormai assunto e assumerà sempre di più con il terzo bacino, a due passi in linea d’aria dalla zona residenziale della città.

Le prescrizioni (QUI) del Ministero dell’Ambiente propedeutiche alla approvazione del PRP erano fondate su una precisa metodologia nella attuazione del Piano Regolatore Portuale del 2006:

1. prima si valuta lo stato ambientale dell’impatto attuale e futuro (dopo la realizzazione di quanto previsto in via generale dal PRP),

2. sulla base di questa valutazione si verifica la sostenibilità ambientale del potenziamento delle banchine.

3. sulla base della valutazione del punto 2 si capiscono le reali dimensioni dello sviluppo del porto commerciale e quindi si realizza prioritariamente la fascia di rispetto quale misura di mitigazione principale del futuro sviluppo delle banchine così come definito nella valutazione stessa.

 

Successivamente a queste prescrizioni alcuni tentativi (QUI) furono fatti per attuarle ma caddero nel vuoto e quelli come me, e pochi altri, che tentarono di farle rispettare furono e sono stati emarginati dalla politica spezzina.




CONCLUSIONI, SI FA PER DIRE...  

Insomma è andata come sappiamo ma mi avrebbe fatto piacere che qualcuno di fronte a questi due nuovi progettini di fascia di rispetto a Fossamastra avesse formulato le seguenti domande alle varie autorità competenti:

1. Come è stato possibile che pur essendo passati 17 anni dalla approvazione di quelle prescrizioni nulla è stato fatto per ridurre l’impatto del porto spezzino?

2. Come è stato possibile che nessuna autorità competente abbia valutato in tutti questi il rischio sanitario in atto nei quartieri limitrofi al porto?

3. PERCHE’  non sono state rispettate alla lettera le prescrizioni del PRP del 2006?

4. PERCHE' nessun politico locale, compresi quelli eletti in Parlamento, in tutti questi anni (28 lunghissimi anni!) si è impegnato a far approvare il regolamento sui rumori da attività portuali in aree urbane nonostante questo fosse previsto da un legge della Repubblica Italiana?

 

QUATTRO SEMPLICI DOMANDE CHE NON AVRANNO MAI RISPOSTA OVVIAMENTE PERCHè NON è LA VERITA QUELLA CHE INTERESSA ALLA POLITICA  MA LA LOGICA DI SCHIERAMENTO.

 

 


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