L’Assessore
alla Pianificazione Territoriale dott. Scajola dichiara che la risoluzione sul
Masteplan Palmaria (QUI)
approvata dalla IV Commissione del Consiglio Regionale non ha alcuna valore
legale.
Intanto
una questione di lessico giuridico. Non avere valore legale significa per un
atto di un organo della Pubblica Amministrazione che o è contro la legge o non
esiste nella vigente legge.
Ora
la risoluzione è un atto previsto dai regolamenti del Consiglio Regionale
quindi esiste e soprattutto non è certo contrario alla legge.
Quindi
lasciamo perdere la legalità che nel caso specifico non c’entra nulla.
Veniamo
invece alle questioni vere.
L’Assessore
inoltre afferma che la VAS è inapplicabile al Masterplan. Non è così...
LA QUESTIONE DELLA
APPLICABILITÀ DELLA VAS AL MASTERPLAN PALMARIA
La
affermazione sulla VAS dimostra che, l’Assessore, non conosce l'ultima giurisprudenza della
Corte di Giustizia che prevede la applicazione della Valutazione Ambientale
Strategica (VAS) anche a strumenti di indirizzo pianificatorio come il
masterplan della Palmaria (ne ho trattato QUI
e vi rinvio al post per un approfondimento).
Ma al
di la del rispetto o meno della giurisprudenza il punto vero, che viene
confermato dalle dichiarazioni dell’assessore,
è che la giunta regionale non vuole valutare l'idea complessiva di isola
che emerge dal Masterplan ma limitarsi , forse, a verifiche di assoggettabilità
sulle eventuali singole varianti.
Non solo ma in base proprio alla legge regionale ligure sulla VAS
le varianti agli strumenti di pianificazione derivanti dalla Intesa che
recepirà il Masterplan , alla luce della legge regionale 29/2017 che definisce area strategica l’Isola
Palmaria comportano:
1. che la eventuale verifica di
assoggettabilità a VAS sarà di competenza delle singole autorità procedenti (la
variante al PUC di competenza del Comune, la variante al piano paesaggistico di
competenza della Regione). Questo favorirà ulteriormente lo spezzettamento
nella valutazione di quanto previsto dal Masterplan
2. che le varianti saranno solo adottate dal Consiglio
Comunale di Portovenere ma approvate dalla Regione in deroga alle procedura
ordinaria urbanistiche grazie appunto alla legge 29/2017.
Insomma
la giunta Toti non vuole una valutazione complessiva di idea sul futuro della
Palmaria per scenari alternativi . Infatti nella delibera dello scorso giugno,
che definisce i passaggi amministrativi di traduzione del Masterplan nella
Intesa, non cita mai il percorso partecipativo svolto mesi fa.
Tutto
questo è coerente con l’impostazione che la Giunta Regionale ha dato a questa
vicenda. Infatti dei 5 scenari emersi dal percorso partecipativo nessuno è
stato preso in considerazione nel Masterplan. Infatti ne hanno elaborato uno
tutto loro alla faccia della partecipazione di cui scrive impropriamente
l’assessore!
Aggiungo
che sarebbe ora di finirla con i discorsi per cui chi critica un progetto lo fa
per bloccare ogni cosa.
Chi
come la giunta Toti chiama a partecipare i cittadini per poi non tenere
minimamente conto di quanto emerso dal percorso partecipativo produce un danno
ben peggiore che bloccare un progetto, danneggiare l’immagine della democrazia
rappresentativa. La Palmaria non è
proprietà di Toti e della sua giunta e tanto meno di un archistar. La giunta Toti
dimostri umiltà e rispetti quanto approvato dalla Commissione a prescindere dal
fatto che la risoluzione abbia o meno valore vincolante (che è altra cosa da
dire che non ha valore legale).
Ma c’è
di più a conferma di una contraddizione persino tra livello politico e
dirigenziale della Amminstrazione Regionale ligure…
LE DICHIARAZIONI DEL
DIRIGENTE URBANISTICA DELLA REGIONE ALLA PRESENTAZIONE DEL MASTERPLAN
Il
Dirigente ha affermato: “Noi abbiamo
già fatto attraverso il Masterplan,
il percorso che è stato prima ricordato,una parte fondamentale del
processo di Valutazione Ambientale Strategica che è quella parte che precede qualunque
tipo di decisione che riguarda gli assetti territoriali”.
Ma l'Assessore
non ha detto che la VAS non si può
applicare al masterplan ? Oppure si può applicare solo una “VAS ridotta” senza
scenari alternativi, come appunto fatto sul Masterplan, così non serve a tubo ma salva la faccia alla
giunta Toti come il percorso partecipativo farsa "Palmaria nel cuore".
Peccato che una VAS che “precede
decisione che riguarda gli assetti territoriali” non esiste nell’ordinamento
giuridico nazionale ne tanto meno della UE.
COMUNQUE LA VAS è
IMMEDIATAMENTE APPLICABILE AL MASTERPLAN PER UNA ULTERIORE RAGIONE
Come
è noto l’isola Palmaria rientra in un area riconosciuta dalla Direttiva
Habitat.
La
Corte di Giustizia con sentenza dello scorso 12 giugno (causa C-43/18) ha
chiarito come interventi in aree di questo tipo debbano essere non solo sottoposti
a valutazione di incidenza anche a livello puntuale (singolo progetto o gruppi
di progetti) ma se inserite in un atto generale devono essere sottoposti a VAS.
In
particolare la Corte ha affermato:
1. qualsiasi piano o
progetto non direttamente connesso o necessario alla gestione del sito ma che
possa avere incidenze significative su tale sito, singolarmente o
congiuntamente ad altri piani e progetti, forma oggetto di una opportuna
valutazione dell’incidenza che ha sul sito, tenendo conto degli obiettivi di
conservazione del medesimo
2. l’atto pianificatorio per essere
sottoponibile a VAS
2.1. è stato elaborato e adottato da un'autorità regionale
2.2. possa avere effetti significativi sull’ambiente
2.3. possa definire il quadro di riferimento per l’autorizzazione di
singoli progetti
2.4. rientri
nella categoria di qualsiasi atto che fissi,
definendo anche solo procedure, un
insieme significativo di criteri e di modalità per l’autorizzazione e
l’attuazione di uno o più progetti idonei ad avere un impatto notevole
sull’ambiente
La
sentenza della Corte di Giustizia definisce un ulteriore elemento di
riflessione quando afferma: “Ciò
premesso, la circostanza che un atto, come quello di cui al procedimento
principale, non debba essere obbligatoriamente preceduto da una valutazione
ambientale in ragione del combinato disposto dell'articolo 6, paragrafo 3,
della direttiva «habitat» e dell'articolo 3, paragrafo 2, lettera b), della
direttiva VAS non significa che esso sia sottratto a qualsiasi obbligo in
materia, dal momento che non è escluso che esso possa stabilire norme che
portino ad assimilarlo a un piano o a un programma, ai sensi di quest'ultima
direttiva, per il quale una valutazione degli effetti sull’ambiente può essere
obbligatoria.”
Quindi
anche se il Masterplan venisse interpretato come atto formalmente non
rientrante nelle categorie di atti di pianificazione sottoponibile a VAS ex
lege, la Corte spiega che se detto Masterplan individua potenziale interventi con
impatto ambientale dovrebbe in questo senso essere sottoposto a VAS.
CONCLUSIONI: FARE LA VAS DA FORZA ALLE PROPOSTE ALTERNATIVE ALLO SCENARIO DEL MASTERPLAN
Il
fatto che a mio avviso la VAS sia applicabile al Masterplan Palmaria non è solo
questione formale. Applicare la VAS è fondamentale proprio per dare forza
amministrativa agli scenari alternativi al Masterplan emersi dal percorso partecipativo ma rimossi
successivamente.
Ciò
in coerenza non con il mio pensiero ma con la giurisprudenza univoca del
Consiglio di Stato: “Nel rimarcare che la VAS di cui alla DIR 2001/42/Ce, è volta garantire che gli effetti
sull'ambiente di determinati piani e programmi siano considerati durante
l'elaborazione e prima dell'adozione degli stessi, così da anticipare nella
fase di pianificazione e programmazione quella valutazione di compatibilità
ambientale che, se effettuata (come avviene per la VIA) sulle singole
realizzazioni progettuali, non consentirebbe di compiere un'effettiva
valutazione comparativa, mancando in concreto la possibilità di disporre di
soluzioni alternative per la localizzazione degli insediamenti e, in
generale, per stabilire, nella prospettiva dello sviluppo sostenibile, gli usi
del territorio” CdS 4926/2012
Quindi un percorso come quello proposto dalla Risoluzione approvata
ieri dalla IV Commissione del Consiglio Regionale non solo rispetta gli
indirizzi più recenti della giurisprudenza comunitaria ma permette un vero confronto partecipato
cosa non reso possibile, fino ad ora, dalle forzature procedurali della Giunta Regionale.
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