La Corte di Giustizia
della UE con sentenza del 7 giugno 2018
(causa C160-17 - QUI) è intervenuta sulla applicabilità della Valutazione Ambientale
Strategica (VAS) a strumenti urbanistici che si limitano a definire il
perimetro all’interno del quale potranno essere realizzati progetti urbanistici
anche in variante agli strumenti urbanistici tradizionali : piani regolatori,
piani territoriali, regolamenti urbanistici per usare riferimenti presenti nell’ordinamento
italiano.
La questione trattata
dalla sentenza riguarda un caso in Belgio ma parla, potenzialmente, anche a casi
italiani come ad esempio quello del Masterplan per la riqualificazione dell’Isola
Palmaria (Portovenere).
Ma intanto vediamo cosa
dice la sentenza.
La sentenza nasce da una domanda pregiudiziale posta dal Consiglio
di Stato del Belgio. Prima di tutto vediamo
la efficacia delle sentenze su domanda pregiudiziale di organo giudiziario di
uno stato membro
EFFICACIA GIURIDICA DELLE SENTENZE DELLA
CORTE DI GIUSTIZIA SU DOMANDA PREGIUDIZIALE
1. la
decisione pregiudiziale ha portata vincolante per il giudice del rinvio, e
vincola anche le giurisdizioni di grado superiore chiamate a pronunciarsi sulla
medesima causa
2. Il
rifiuto, da parte di una giurisdizione nazionale, di tener conto di una sentenza
pregiudiziale può comportare l’apertura di una procedura di infrazione, e
sfociare nel ricorso di inadempimento
3. Le
sentenze pregiudiziali sono efficaci anche al di fuori del giudizio principale,
questo perché uno degli obiettivi fondamentali del rinvio pregiudiziale è
quello di assicurare l’uniforme applicazione del diritto dell’Unione europea.
Tale scopo sarebbe frustrato se le sentenze interpretative della Corte
dispiegassero i propri effetti soltanto nella causa a qua.
L’OGGETTO DELLA DOMANDA PREGIUDIZIALE
ESAMINATA DALLA SENTENZA IN ESAME
La domanda posta alla
Corte di Giustizia da parte del Consiglio di Stato belga è la seguente:
Un atto definito dalla
normativa belga come Perimetro di
Consolidamento Urbano (PCU), “che ha
l’unico obiettivo di definire un’area geografica all’interno della quale potrà
essere realizzato un progetto urbanistico di riqualificazione e sviluppo delle
funzioni urbane che necessiti la creazione, la modifica, la soppressione o il
rifacimento della rete stradale e degli spazi pubblici, per la realizzazione
del quale sarà consentito derogare a talune disposizioni urbanistiche, rientra,
in ragione di tale facoltà di deroga, nella nozione di «piani o programmi» che
possono avere effetti significativi sull’ambiente, ai sensi di detta direttiva,
e richiede una valutazione ambientale”?
Secondo il Consiglio di Stato del Belgio il PCU non autorizza direttamente alcun progetto
urbanistico in quanto quest’ultimo richiede diversi permessi, in vista dei
quali potrebbe essere necessaria anche una Valutazione dell’Impatto Ambientale
(VIA). Detto giudice rileva però che il PCU sarebbe un presupposto indispensabile per
l’attuazione del suddetto progetto. Infatti, con l’adozione del PCU e in base
alla normativa belga, i permessi relativi al progetto urbanistico ad esso
sotteso potrebbero essere rilasciati nell’ambito di una procedura
specificamente predisposta dal CVGTUPE. Pertanto, secondo tale giudice,
l’adozione di un PCU produce una modifica dell’ordinamento giuridico, in quanto
consente il riassetto di un area e/o quartiere in applicazione di una procedura
specifica, suscettibile di causare conseguenze negative per persone come i
ricorrenti nel procedimento principale svolto a livello nazionale.
LA DECISIONE DELLA CORTE DI GIUSTIZIA
La domanda su cui si pronuncia la Corte sotto il profilo dei principi generali di diritto comunitario in materia, quindi anche al di la del caso Belga, è la seguente: se "la direttiva VAS debba essere interpretato
nel senso che è compreso nella nozione di “piano o programma” un perimetro
previsto da una disposizione di natura legislativa e adottato da un’autorità
regionale il quale: – abbia per oggetto unicamente la definizione dei
contorni di un’area geografica in cui potrebbe essere realizzato un progetto di
urbanizzazione”.
La sentenza della Corte di
Giustizia per rispondere alla suddetta domanda ricostruisce i principi per una
corretta definizione dell’ambito di applicazione della VAS agli strumenti di
pianificazione urbanistica, vediamoli:
1.
le disposizioni che delimitano l’ambito di applicazione della VAS devono essere
interpretate in senso ampio;
2.
i piani e programmi sottoponibili a VAS devono essere elaborati e/o adottati da
un’autorità a livello nazionale, regionale o locale;
3.
i piani e programmi sottoponibili a VAS devono essere previsti da disposizioni
legislative, regolamentari o amministrative.
4.
i piani sottoponibili a VAS secondo il dettato della Direttiva UE (lettera a)
paragrafo 2 articolo 3 Direttiva 2001/42/CE) riguardano sia la pianificazione
territoriale che la destinazione dei suoli. In particolare secondo la Corte di
Giustizia: “La circostanza che tale
disposizione si riferisca sia alla «pianificazione territoriale» sia alla
«destinazione dei suoli» indica chiaramente che il settore interessato non si
limita alla destinazione del suolo in senso stretto, vale a dire alla
ripartizione del territorio in zone e alla definizione delle opere autorizzate
all’interno di tali zone, bensì copre necessariamente un ambito più ampio”. Più ampio nel senso che l’oggetto della VAS può quindi riguardare anche uno
strumento che definisce le linee di indirizzo al fine di realizzare
successivamente nell’area delimitata progetti urbanistici precisi;
5.
a conferma del punto 4, la Corte di
Giustizia precisa ulteriormente che: “la
nozione di piani e programmi per l’applicazione della VAS si riferisce a qualsiasi atto che fissi,
definendo norme e procedure di controllo applicabili al settore interessato, un
insieme significativo di criteri e di modalità per l’autorizzazione e
l’attuazione di uno o più progetti idonei ad avere un impatto notevole
sull’ambiente. A tale riguardo, la nozione di <<insieme significativo
di criteri e di modalità>> dev’essere intesa in maniera qualitativa e non
quantitativa”;
6.
conclude la Corte di Giustizia che, sebbene un atto non contenga e non possa
contenere prescrizioni positive di destinazione d’uso o di apposizione di
vincoli se ha le caratteristiche descritte nei punti 4 e 5 può comportare una
facilitazione sia istruttoria che procedurale per consentire deroghe alle
prescrizioni urbanistiche in vigore. In tal modo tale atto modifica il quadro
giuridico e produce l’effetto di farlo nell’ambito di applicazione
dell’articolo 2, lettera a), e dell’articolo 3, paragrafo 2, lettera a), della
direttiva VAS.
CONCLUSIONI : IL CASO MASTERPLAN ISOLA PALMARIA
Pur con le dovute
differenze di disciplina normativa dello strumento PCU (Perimetro di Consolidamento Urbano) previsto dalla normativa belga,
questa sentenza afferma principi applicabili a strumenti che in qualche modo
prevedano, disciplinino, indirizzino usi del territorio come ad esempio il Masterplan. Un esempio pratico recente
è il Masterplan del progetto di riqualificazione dell’isola Palmaria nel Comune
di PortoVenere in Liguria. Ai fini di definire gli indirizzi per la
riqualificazione dell’Isola è stato dato apposito incarico per redigere un
Masterplan in fase avanzata di definizione.
Come è noto per Masterplan si intende un percorso di innovazione che
offra al territorio e ai suoi abitanti una risposta adeguata ai bisogni e alle
aspettative del vivere e abitare. Il Masterplan si configura come un disegno
strutturale del territorio interessato, dove vengono definiti gli ambiti di
azione che i diversi soggetti pubblici e privati potranno attivare e nel
contempo individua i limiti e le invarianti rispetto a tali azioni.
Alla luce di quanto
affermato dalla sopra descritta sentenza della Corte di Giustizia risultano
applicabili al caso Masterplan molti dei principi ivi definiti:
1. la definizione ampia di
strumenti di pianificazione
2. la applicazione ampia della
VAS agli strumenti di pianificazione
3. la applicazione della VAS
a uno strumento che definisce le linee di indirizzo al fine di realizzare
successivamente nell’area delimitata progetti urbanistici.
A questo occorre aggiungere
che principio generale della Direttiva sulla VAS è: la sua applicazione garantisce che gli effetti
dell’attuazione dei piani e dei programmi, ad essa sottoponibili, siano presi
in considerazione durante la loro elaborazione e prima della loro adozione.
Il Masterplan per l’Isola
Palmaria (ma è solo un esempio) pur
essendo ormai quasi del tutto elaborato non è stato accompagnato da alcuna
procedura di VAS per non parlare della partecipazione: un incontro in tutto e
poi nulla più.
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