L’ex
Presidente della Autorità Portuale di Genova è stato nominato direttore dei
rapporti istituzionali per l’Italia della società Mediterranean Ship
Company. Si tratta di un incarico prestigioso per il quale faccio i complimenti
personali all’ex Presidente, ma c’è un ma. MSC è un operatore che ha ottenuto e
ottiene autorizzazioni concessioni investimenti per migliorare l’accesso delle
sue navi ai porti italiani ed in particolare al Porto di Genova, proprio quel
porto dove il nuovo manager ha svolto per anni la funzione di Presidente della
Autorità Portuale.
Penso che occorrebbe, come
peraltro avviene per altre cariche istituzionali che devono svolgere rilevanti
funzioni istituzionali terze, chi le ricopre non dovrebbe almeno per qualche
anno ottenere a fine mandato incarichi rilevanti dagli operatori che svolgono
attività regolate autorizzate e controllate proprio da chi ha esercitato tali
cariche istituzionali.
Affermazioni forte le mie?
Oppure affermazioni dettate dalla voglia di polemica politica? Assolutamente no
ritengo invece che la mia affermazioni derivino proprio dalla disamina puntuale
(leggi giurisprudenza e dottrina) delle funzioni e delle finalità delle stesse
che svolgono le Autorità Portuale (ora Autorità di sistema portuali secondo la
dizione del DLgs che ha riformato la legge quadro sui porti (vedi QUI).
Vediamole queste finalità
e funzioni che possono servire inoltre come promemoria per giudicare anche i
nuovi Presidenti delle AdSP, compresa quella di Spezia/Carrara, nelle esercizio
delle loro funzioni, magari per evitare sconfinanti dalle loro funzioni come è
spesso avvenuto anche a Spezia da parte dei Presidente precedenti (vedi NOTA
ALLEGATA ALLA FINE DEL PRESENTE POST).
UNA SENTENZA CHE
CONFERMA IL RUOLO DI AUTORITÀ INDIPENDENTE DELLA AUTORITÀ PORTUALE
Il
TAR PUGLIA in una sentenza n.1138 del 4/7/2012 (vedi qui) aveva
confermato la natura di ente pubblico non economico della Autorità Portuale
(ora Autorità di sistema portuali). Sentenza
nei suoi principi di fondo ancora valida dopo la riforma delle quadro sui porti
avvenuta con il DLgs 169/2016. Il TAR
Puglia in quella sentenza ha riprendso
gli indirizzi che emergono dalla normativa e prevalente giurisprudenza in
materia sostanzialmente validi ancora dopo la recente riforma:
1. “L’AdSP è ente pubblico non economico di rilevanza
nazionale a ordinamento speciale” articolo 6, comma 5 articolo 6 legge n.84 del 1994
2. “Gli atti
di concessione demaniale rilasciati dalle autorità portuali, in ragione
della natura giuridica di enti pubblici non economici delle autorità medesime”:
art. 1,comma 993,della legge n.296 del 2006
3. Le competenze
della Autorità Portuale elencate dal comma 4 dell’articolo 6 legge n.84
del 1994. “Tali attività, implicanti, come si è visto, anche l’esercizio di
poteri autoritativi, riguardando prevalentemente attività di supervisione e di
controllo sul corretto funzionamento del porto e delle sue strutture operative,
assumono una specifica connotazione di carattere pubblicistico e coerentemente,
quindi, al successivo comma 2 del medesimo articolo 6 della legge n. 84 del
1994, si specifica che l’Autorità portuale “ha personalità giuridica di diritto
pubblico”: Parere del Consiglio di Stato n. 1641 del
9/7/2002
4. Le
competenze del Presidente della Autorità Portuale: art.8, terzo
comma della legge 84/1994.
5. “l’Autorità
Portuale ha natura di ente pubblico economico con specifico riferimento alla
disciplina privatistica del rapporto di lavoro”: Corte di Cassazione n.
13729 del 2000 e n.12232 del 2004, quindi non con riferimento alle funzioni
tipiche della AP sopra riportate.
Aggiunge
nella citata sentenza il TAR Puglia che la separazione fra la
promozione del mercato e la partecipazione allo stesso in regime di parità con
altri operatori è affermata a chiare lettere dall’art. 6, comma 11, che recita
: “Le autorità portuali non possono esercitare, né direttamente
né tramite la partecipazione di società, operazioni portuali ed
attività ad esse strettamente connesse. Essa può, inoltre, assumere
partecipazioni, a carattere societario di minoranza, in iniziative finalizzate
alla promozione di collegamenti logistici e intermodali, funzionali allo
sviluppo del sistema portuale,.”
Non
solo ma precise sempre il TAR Puglia che la partecipazione diretta al mercato
si esprime solo nell’ipotesi di cui all’art. 23, quinto comma ,della legge n.84
del 1994,secondo il quale : “Le autorità portuali istituite nei porti in cui
le organizzazioni portuali svolgevano i servizi di interesse generale di cui
all'articolo 6, comma 1, lettera c) , possono continuare a svolgere in tutto o
in parte tali servizi, escluse le operazioni portuali,…”
Conclude
il TAR Puglia : “Si può, pertanto, concludere nel senso che
l’Autorità portuale, per la assoluta prevalenza dei compiti pubblicistici
affidatile dalla legge e per le modalità con le quali li persegue, è un ente
pubblico non economico…… Che i poteri attribuiti al
Presidente dell’Autorità portuale riguardino interessi della collettività nella
fase della individuazione degli stessi e delle vie per raggiungerli, cioè
poteri pubblici nella loro più elevata declinazione nell’ambito
dell’amministrazione non sembra che possa essere posto in dubbio.”
LA LEGGE CONFIGURA UNA AUTORITA’ PORTUALE CHE DEVE GESTIRE LE AREE DEMANIALI DI COMPETENZA TENENDO CONTO DI TUTTI GLI INTERESSI ECONOMICI, AMBIENTALI: INSISTENTI NELL’AREA DI COMPETENZA
E’
indiscutibile che la normativa e la giurisprudenza sopra citate individuino
nella AP un ente che nell'indirizzare (pianificare e programmare) lo sviluppo
del porto debba svolgere un ruolo super partes in grado di equilibrare tutti “gli
interessi della collettività”, tra i quali rientrano sicuramente anche
quelli dei cittadini residenti nei quartieri prospicienti al porto.
In
particolare il ruolo fondamentale in campo ambientale in ambito portuale è
infatti onere precipuo dell’AP, stante il dettato normativo sia della L.
84/1994[1],
sia di quella ambientale ed in materia di sicurezza del lavoro, che
direttamente o indirettamente identificano l’Autorità Portuale con
poteri/doveri simili a quelli dei Comuni. In quest’ottica, le Autorità Portuali
si devono muovere, organizzando e controllando le attività di prevenzione e
tutela ambientale su tutte le aree portuali. Non a caso il Parere del Consiglio
di Stato n. 1641 del 9/7/2002 nell’analizzare i compiti della Autorità
Portuale ex articolo 6 legge quadro 84/1994 afferma: “Tali attività,
implicanti, come si è visto, anche l’esercizio di poteri autoritativi,
riguardando prevalentemente attività di supervisione e di controllo sul
corretto funzionamento del porto e delle sue strutture operative, assumono una
specifica connotazione di carattere pubblicistico”.
Non solo ma lo stesso Consiglio di Stato, nel suo parere n. 2361 del
25/7/2008 (vedi qui),
ha chiarito che questa visione di una Autorità Portuale quale ente
di indirizzo e controllo per uno sviluppo armonico (in termini urbanistici,
economici, ambientali, di sicurezza in generale di lavoratori e cittadini
residenti ) si sposa con l’evoluzione della visione dei porti commerciali nella
legge quadro del 1994. Afferma il parere citato: “ Il porto è
dunque visto, nell’ottica del legislatore del 1994 e nella concreta esperienza
di applicazione di quella legislazione, non più come un semplice punto di
approdo, ma un centro di vasti e complessi interessi industriali e commerciali
che travalicano l’ambito portuale per coinvolgere il vasto entroterra regionale
con interventi logistici, trasportistici, infrastrutturali non solo
controllati ma anche direttamente gestiti, con strumenti di diritto pubblico e
privato, dell’autorità portuale.”
CONCLUSIONI
È indiscutibile che svolgendo
le suddette funzioni, avendo le finalità sopra menzionate sia importantissimo
anche subito dopo la fine del mandato non dare l’impressione (lo scrivo senza
mettere in discussione la buona fede di nessuno ovviamente) che le scelte
fatte durante l’esercizio dello stesso possono essere state effettuate pensando
anche al dopo del proprio mandato. Non è un processo alle intenzioni è una
regola fondamentale della democrazia liberale che dovrebbe essere applicata
anche al caso in esame.
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NOTA
L’AUTORITA’
PORTUALE DI SPEZIA HA RISPETTATO IL RUOLO ASSEGNATOGLI DALLA NORMATIVA E
GIURISPRUDENZA?
Sono molti gli esempi che dimostrano che in questi anni l’Autorità Portuale
di Spezia si è comportata spesso e volentieri come il rappresentante sindacale
dei terminalisti, anzi del terminalista Contship, venendo meno al ruolo
istituzionale assegnatoli, come sopra ho descritto, dalla legge e dalla
giurisprudenza amministrativa per non parlare della dottrina prevalente.
Vogliamo fare degli esempi? Eccoli ……..
Inquinamento
da rumore: la zoonizzazione acustica
Intanto su questo punto, complici Comune nonché Provincia e Region,
per l’area portuale è stata approvata una zoonizzazione acustica
assolutamente in contrasto con la vigente normativa. Venne infatti
classificata l’area portuale in classe VI, quando la legge inseriva e inserisce
tutt’ora i porti commerciali in classe IV. Ciò ha permesso al porto commerciale
di sottostare a livelli di emissioni acustica ben più ampi di quelli
della classe IV. Ora essendo la zone portuale molto vicina a quartieri
densamente abitati ciò ha comportato un ulteriore violazione della legge: il
divieto di mettere in sequenza aree residenziali e portuali con poche decine di
metri di distanza. Infatti come affermato dalla giurisprudenza prevalente
la zoonizzazione da parte del Comune deve prevedere una gradualità nel
succedersi delle varie zone omogenee che garantisca un reale abbattimento delle
emissioni sonore evitando al contempo un contatto diretto tra aree di diversi
livelli di immissioni.
Inquinamento
da rumore: il mancato rispetto delle ordinanze della Autorità Portuale
Si riportano di seguito le ordinanze che l’AP ha emesso in questi
anni contro l’inquinamento da rumore:
Numero e data Ordinanza
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Ordinanza AP 19/2000 del 15/5/2000
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Prescrizione prevista
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Limitazioni sobbalzo rimorchi portuali industriali
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Descrizione della Prescrizione
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Obblighi di inserimento, entro il 20/5/2000 di blocchi in gomma atti ad
assorbire i fenomeni di sobbalzo per ridurre la rumorosità
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Numero e data Ordinanza
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Ordinanza AP 20/2000 del 15/5/2000
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Prescrizione prevista
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Limitazioni rumore gru
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Descrizione della Prescrizione
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Limitazione nelle ore notturne delle emissioni sonore da dispositivi di
segnalazione acustica di gru in banchina e di piazzale a rotaia
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Numero e data Ordinanza
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Ordinanza AP 30/99 del 30/9/1999
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Prescrizione prevista
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Ordinanze prescrittive sulla limitazione del rumore dal traffico portuale
e movimentazione containers nei piazzali del porto commerciale
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Descrizione della Prescrizione
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Rispetto limiti di velocità per ridurre la rumorosità degli autotreni
Obbligo di manutenzione dei piazzali e collegamenti viabili per evitare
sobbalzi rumorosi al passaggio dei mezzi
Misure cautelari nella movimentazione dei containers in area portuali
Limitare segnalazione acustiche ferroviarie da parte delle Ferrovie SpA
|
Come risulta sia da numerosi verbali dei vigili urbani del Comune di
Spezia, sezione vigilanza ambientale, che da varie lettere dell’Ufficio
Ambiente del Comune, queste ordinanze non sono mai state rispettate producendo,
tutt’ora un grave disagio alla vivibilità dei quartieri che da Fossamastra
arrivano fino all’altezza di Via S. Cipriano.
E’ ovvio che la principale responsabilità di tali violazioni sia della
Autorità Portuale. D’altronde per rendere il clima di connivenza che tutte le
autorità preposte ( di nomina politica soprattutto) hanno svolto verso
l’inquinamento da rumore del porto, si veda un rapporto del 23/7/1998 inviato
al Sindaco dai Vigili Urbani sezione Ambiente e Territorio del Comune capoluogo
dove si affermava nella parte finale : “ In relazione alle
problematiche più generali derivanti dall’inquinamento acustico provocato dall’attività
portuale si fa presente che questo Corpo di P.M. ha svolto in passato numerosi
interventi riscontrando il superamento dei limiti previsti dalle leggi in
materia. Nonostante ripetute segnalazioni in tal senso, trasmesse
anche all’autorità giudiziaria a seguito di specifiche deleghe, nulla nel tempo
è cambiato. Si ritiene pertanto allo stato attuale superfluo svolgere
accertamenti ulteriori per fatti contingenti (vedasi appunto la realizzazione
della strada a raso) che di fatto non potrebbero che confermare la già precaria
situazione sui residenti nelle zone adiacenti al porto. La situazione nel suo
insieme necessita di intervento organico di risanamento acustico siccome anche
previsto dalla vigente normativa con conseguente presentazione di piani adeguati
da parte dei privati che operano in tale area “.
A tutt’oggi un vero piano di risanamento acustico, sia per la parte
comunale, sia per la parte di responsabilità della AP e quindi dei terminalisti
in termini operativi e di finanziamento, non è mai stato approvato e tanto meno
attuato. Ci si è limitata ad interventi spot che non hanno mai risolto il
problema.
Inquinamento
da emissioni delle navi all’ormeggio
Su questo aspetto ho avuto modo di scrivere recentemente un post, vedi qui ma
più recentemente QUI che spiegano
cosa non è stato fatto fino ad ora e cosa si doveva e poteva fare. Ora l’AP
annuncia, per l'ennesima volta, interventi di risanamento acustico e delle
emissioni nell'aria, vedremo quando e se verranno, nel frattempo in tutti
questi anni anche in questo campo c’è stata, e c’è tutt’ora, una palese
violazione della normativa.
Rischi
di incidente nell’area portuale da trasporto di sostanze pericolose
Nonostante una sentenza del TAR Liguria,
Autorità Portuale e Capitaneria di Porto, non hanno mai attivato un servizio
anticendi a norma di legge come ho spiegato in questo post, vedi qui.
Non solo ma la lobby delle Autorità Portuale in collaborazione con i terminalisti ha modificato in modo permissivo la normativa sulle industrie a rischio di incidente rilevante eliminando gli obblighi in materia proprio per le AP, vediQUI.
Non solo ma la lobby delle Autorità Portuale in collaborazione con i terminalisti ha modificato in modo permissivo la normativa sulle industrie a rischio di incidente rilevante eliminando gli obblighi in materia proprio per le AP, vediQUI.
Attuazione
del Piano Regolatore del Porto (PRP)con le prescrizioni previsti dagli atti che
lo hanno approvato
L’Autorità Portuale sta violando sistematicamente, come ho dimostrato qui,
ma più recentemente (2015) QUI,
i seguenti atti relativi alla procedura di approvazione del PRP:
1. Giudizio di compatibilità ambientale del Ministero
dell'Ambiente (VIA) : per il testo vedi qui.
2. Delibera del Consiglio Regionale di approvazione
del PRP n. 45 del 19/12/2006.
3. Ordine del giorno del Consiglio Regionale per
l'istituzione di un Tavolo di confronto sulla valutazione/attuazione del PRP:
per il testo vedi qui.
4. il regolamento di funzionamento del Tavolo di
confronto sulla valutazione/attuazione del PRP.
Il
rinnovo della concessione alla Contship
Come ho spiegato qui,
nelle more:
1. della presentazione dello strumento urbanistico
attuativo dell’ambito interessato dagli ampliamenti delle banchine del porto
commerciale
2. della realizzazione delle opere preliminari in primo
luogo la fascia di rispetto
3. degli studi di valutazione degli impatti ambientali
che tale strumento urbanistico attuativo potrà produrre
……
non poteva essere stipulato un accordo sostitutivo della concessione a
favore della Spezia Container Terminal SpA tanto più alla luce della normativa
europea sulle procedure di evidenza pubblica per il rilascio delle concessioni
in aree demaniali.
La vicenda dei dragaggi nel golfo per l'ampliamento del porto
Anche qui c'è stata una insufficiente gestione delle attività di dragaggio
che ha portato anche ad inchieste della magistratura tutt'ora in corso
(novembre 2015), vedi QUI.
Trasparenza negli atti di competenza della AP
Se andiamo nel sito della AP di Spezia noteremo come non sia assolutamente rispettoso della normativa sulla Trasparenza e l'Accesso Civico a carico di tutti gli enti pubblici economici o meno, vedi QUI. ed anche quando si pubblicano documenti, la pubblicazione è fatta più per propagandare le azioni della AP che per aiutare il cittadino ad accedere agli atti, come ha dimostrato la vicenda del dragaggio. Non c'è quasi mai correlazione, in quello che viene pubblicato nel sito della AP di Spezia, tra gli atti che per le legge competono a questo Ente e la la loro effettiva e sistematica pubblicazione secondo le linee di indirizzo della normativa in materia.
Trasparenza negli atti di competenza della AP
Se andiamo nel sito della AP di Spezia noteremo come non sia assolutamente rispettoso della normativa sulla Trasparenza e l'Accesso Civico a carico di tutti gli enti pubblici economici o meno, vedi QUI. ed anche quando si pubblicano documenti, la pubblicazione è fatta più per propagandare le azioni della AP che per aiutare il cittadino ad accedere agli atti, come ha dimostrato la vicenda del dragaggio. Non c'è quasi mai correlazione, in quello che viene pubblicato nel sito della AP di Spezia, tra gli atti che per le legge competono a questo Ente e la la loro effettiva e sistematica pubblicazione secondo le linee di indirizzo della normativa in materia.
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