giovedì 14 novembre 2013

Piazza Verdi: analisi del Decreto che dichiara il vincolo culturale sulla intera piazza.

Dalla lettura del Decreto del Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Liguria  che conclude la procedura di verifica dell’interesse culturale di Piazza Verdi si ricavano fin da ora considerazioni assolutamente chiare sull’immediato futuro del progetto  Buren  Vannetti  ma  anche del  cantiere attualmente aperto nella piazza.   

Una prima analisi di merito, con l'impegno a tornare sulla questione subito dopo la pubblicazione dell'atto di revoca della autorizzazione della Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici del novembre 2012..... 



PRIMA DI TUTTO VEDIAMO COSA SIGNIFICA QUESTA DICHIARAZIONE DI INTERESSE CULTURALE .
Secondo  l’ultima parte del comma 7 articolo 12 del Codice dei Beni Culturali  la Piazza dichiarata di interesse culturale resta sottoposta alle disposizioni di detto Codice  “definitivamente”.  Quindi non è più la dichiarazione di interesse culturale generica frutto solo della datazione della piazza (oltre i 70  anni)  ma un interesse culturale frutto di una istruttoria  tecnico amministrativa, svolta pubblicamente dalla Direzione Regionale e dalla Soprintendenza, che ha verificato la persistenza di tale interesse una volta per tutte e soprattutto valutando l’immobile nel suo insieme in relazione alla sua storia e tutelandolo quindi in tutte le sue componenti:  singoli palazzi,  prospettive,  pertinenze varie e componenti arboree comprese.



QUALI CONSEGUENZE GIURIDICO AMMINISTRATIVE DEL RICONOSCIMENTO DELL’INTERESSE CULTURALE DOPO LA PROCEDURA DI VERIFICA
Secondo il Codice dei Beni Culturali, e soprattutto degli stessi atti degli organi periferici del Ministero degli scorsi mesi, in caso di verifica positiva sulla sussistenza dell’interesse culturale della P.za Verdi comprensiva dei suoi elementi significativi occorrerà una nuova autorizzazione della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici (ai sensi della lettera e-bis) articolo 17  del DPR 233/2007: per il testo integrale vedi  QUI). Non si applica quindi al caso in esame l’urgenza del procedimento e quindi i termini per rilasciare la autorizzazione sono di 180 giorni ai sensi del  DPCM 231/2010, vedi  QUI,  che fa riferimento all’articolo 21 del Codice dei Beni Culturali.



LE INCAUTE DICHIARAZIONI DEL SINDACO FEDERICI
Sulla Nazione di oggi, cronache spezzine, il Sindaco Federici si avventura nelle sue incaute dichiarazioni da “bullo di periferia” invece che da Amministratore pubblico  quale in teoria dovrebbe essere e soprattutto sentirsi.  

Nella prima incauta affermazione Federici, in relazione alla documentazione che ha portato a considerare sottoposto a vincolo anche il filare dei pini di piazza Verdi, dichiara: “ l’atto che costituisce l’ancoraggio formale del vincolo e che è stato scoperto, invece che dalle istituzioni, dai ricercatori fai-da-te”.  Il “poveretto” evidentemente non conosce le procedure e ad esempio non ha mai letto questa sentenza del TAR Liguria  sez. I dl 26/5/2010) secondo la quale: “non sembrano esservi limitazioni circa gli elementi da cui desumere la sussistenza dell’interesse, potendosi evincere quest’ultimo, ad es. da pubblicazioni artistiche o scientifiche dalla menzione della cosa in atti ufficiali e così via….”

La seconda incauta dichiarazione di Federici è la seguente: “i pini non devono essere ritenuti un elemento essenziale della piazza; non c’erano nel progetto del 1934 ed è da considerare poco più che una ‘spesa di fine anno’ l’acquisto delle 10 piante indicato nel provvedimento del podestà del 1937,”.  E' davvero così? 

Vediamo cosa afferma la relazione storico artistica allegata al Decreto della Direzione Regionale,  su cui si fonda il giudizio di merito che ha portato a riconoscere l’interesse culturale della piazza.  Afferma la relazione in merito al filare dei pini: “ tra il 1934 e il 1938 proseguirono in Piazza Verdi i cantieri necessari alla ultimazione dell’opera…sempre nel 1937 su progetto dell’Ispettore ai Giardini della città si approvò il progetto per l’alberatura della piazza…in perfetto allineamento con le colonne della illuminazione pubblica elettrica. La scelta delle essenze, fatte appositamente arrivare a La Spezia da un vivaio di Cecina, non appare casuale: l’inserimento nella composizione architettonica della nuova piazza del filare dei pini risponde a quella ricerca di toni mediterranei sostenuti dal regime che caratterizza molti coevi interventi di disegno urbano, da quello romano della via dell’Impero a quello di Marcello Piacentini per piazza della Vittoria a Genova. L’alberatura fu realizzata ed ultimata tra il 1937 e il 1939”.

Quindi:
1. Il filare dei pini non è casuale ma coerente con la composizione architettonica della piazza che è venuta a consolidarsi nella seconda metà degli anni 30 del secolo scorso. 
2. Il filare è stato pensato e realizzato contemporaneamente alla definizione/realizzazione della piazza storica, tanto che i pini sono stati allineati alle colonne della illuminazione elettrica
Altro che “spesa di fine anno” egregio Sindaco!

Conclude la Soprintendenza per i Beni Architettonici nelle sue controdeduzioni, del 30/10/2013,  alle osservazioni del Comune prodotte all’interno della procedura di verifica dell’interesse culturale, in particolare a quelle dell’Architetto Vannetti, : “ la realizzazione del’ampio marciapiede centrale, arricchito dapprima dai lampioni della illuminazione elettrica, poi dai pini, costituisce parte integrante della nuova concezione della piazza, intesa non più come mera dilatazione di via Chiodo, come un cannocchiale visivo mirato all’Arsenale, ma come effettiva e vitale cerniera della espansione urbana, dominata dal Palazzo delle Poste. “


LA PERIMETRAZIONE DELL’AREA VINCOLATA DELLA PIAZZA
Un altro aspetto fondamentale del Decreto del Direttore Regionale per i Beni Culturali è che chiarisce definitivamente l’area della piazza interessata dal vincolo culturale. La planimetria allegata al decreto chiarisce che l’intera piazza,  edificato prospiciente compreso, è sottoposta a vincolo.  Questo porrà immediatamente un problema amministrativo.
Come anticipato all’inizio di questo post la verifica positiva dell’interesse culturale comporterà una revoca della autorizzazione del novembre 2012 da parte della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici e quindi occorrerà una nuova autorizzazione con relativa revisione del progetto Buren Vannetti.  
Quindi nelle more della nuova autorizzazione il cantiere andrà sicuramente sospeso. Su questo aspetto per trarre conclusioni definitive attendo il provvedimento di revoca ma  a mio avviso essendo dichiarato l’interesse culturale della intera piazza  (vedi planimetria allegata al decreto) non è pensabile che il suddetto progetto possa essere portato avanti anche solo parzialmente.



LA RELAZIONE DEL SETTORE FITOSANITARIO REGIONALE E DEL CORPO FORESTALE DELLO STATO SULLA STABILITÀ DEI PINI DI PIAZZA VERDI
Le due relazioni oltre a confermare il valore tecnico scientifico della perizia del dott. Sani, confermano altresì che le piante possono essere curate ma soprattutto che al massimo possono essere reimpiantate. Lo sapevamo già ma fa piacere vederlo ulteriormente confermato.  A ulteriore conferma si vedano le controdeduzioni della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesistici alle osservazioni del Comune : “ si precisa ulteriormente che il valore dell’alberata non verrebbe in alcun modo depauperato dalla eventuale sostituzione di esemplari, qualora se ne acclarasse  la stretta necessità connessa ad esigenze di  sicurezza per l’incolumità pubblica, trattandosi nello specifico di una componente storica la cui manutenzione può anche prevedere – dove necessario – puntuali sostituzioni  e reimpianti.”

Ma il decreto della Direzione Regionale contiene un passaggio nelle sue premesse molto interessante. Afferma il decreto: “…non si sono registrate, allo stato attuale del procedimento, azioni da parte del Comune in ordine al pericolo per la pubblica incolumità tali da indurre lo stesso ad intraprendere azioni finalizzate all’abbattimento delle alberature medesime (ad. es. sopralluogo dei Vigili del Fuoco; ordinanza sindacale di abbattimento etc.)”   
Ora come è noto la perizia del dott. Sani rilevava un rischio piuttosto elevato di caduta per almeno 4 pini di cui il numero 1, in particolare, a maggior rischio.  La relazione del dott. Sani è stata consegnata a luglio del 2013, quindi ormai quasi 4 mesi fa.  Tutto questo conferma la strumentalità della decisione del Comune di chiedere la perizia, peraltro svolta con assoluta competenza e rigore professionale dal dott. Sani.  Strumentalità che avevo avuto modo di rilevare in questo post della scorsa estate, vedi QUI

La cosa ancor più vergognosa è che il Comune di Spezia in data 10/10/2013 – prot. n.87477 (quindi a ben tre mesi dalla perizia) ha inviato, alla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici, delle osservazioni per contestare l’applicabilità del vincolo culturale al filare dei pini argomentando tra l’altro  le presunte precarie "condizioni fitosanitarie” come risultanti dalla suddetta perizia. 

Insomma per l’Amministrazione Comunale del Sindaco Federici i pini diventano pericolosi solo quando questa dichiarata pericolosità serve per far realizzare il progetto Buren Vannetti ma nel frattempo, come rileva il decreto della Direzione Regionale per i Beni Culturali nessun atto concreto è stato fino ad ora attivato dagli uffici Comunali per affrontare questa presunta o reale pericolosità!



CONCLUSIONI UN PROMEMORIA PER LE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE
Il Decreto della Direzione Regionale per i Beni Culturali su Piazza Verdi dimostra tre cose che vanno al di la della vicenda dei pini:
1.  Quando viene svolta una istruttoria superpartes le conclusioni sono esattamente diverse da quella svolta basandosi solo sulle informazioni parziali inesatte del committente dell’opera da valutare (nel caso in esame il Comune di Spezia). Si chiama contraddittorio pubblico o in altri valutare prima di decidere. Nel nord europa e nei sistemi anglosasssoni è la prassi normale, da noi un evento che dipende da lotte furibonde di cittadini attivi!
2.  Quanto una istruttoria viene svolta in modo trasparente possono emergere altri punti di vista diversi dai committenti dell’opera o da chi la vuole realizzare, per esempio può emergere il punto di vista dei cittadini e dei portatori di interessi diffusi
3.  Quando il committente di un’opera è una Amministrazione Pubblica dovrebbe sempre svolgere la istruttoria o contribuire allo svolgimento, in modo più possibile obiettivo avendo sempre chiaro l’interesse generale ed il rispetto della legge ma anche della prassi e degli atti amministrativi.   Se così fosse stato nel caso in esame , la verifica sarebbe stata fatta prima del bando ed ora non saremmo arrivati al punto in cui siamo ma probabilmente avremmo una progetto di piazza condiviso, rispettoso della sua storia e identità e allo stesso tempo molto vicino ad essere realizzato.  










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