martedì 15 gennaio 2013

Cancellazione del sito Pitelli: occhio ai burocrati bugiardi.


Gira la voce, diffusa ad arte anche da funzionari e dirigenti di pubbliche amministrazioni  liguri e locali, che la cancellazione del sito di bonifica di Pitelli come sito nazionale, sia un atto dovuto in quanto attuativo di una legge dello scorso agosto: l’articolo 36 bis della  legge 134 2012 (vedi  QUI). 

Le cose non stanno per niente così come spiego di seguito……




I PARAMETRI DI LEGGE PER CLASSIFICARE COME DI INTERESSE NAZIONALE UN SITO INQUINATO
Come ho spiegato diffusamente in questo  post  (vedi QUIla declassificazione del  sito di Pitelli da nazionale a locale non rispetta i parametri della legge (comma 2 articolo 252 del DLgs 152/2006) in base ai quali un sito dichiarato inquinato debba essere considerato di interesse nazionale.  Il comma 2 dell’articolo 252 elenca sei parametri (criteri direttivi) sulla base dei quali definire il sito come nazionale. Molti di questi parametri sono assolutamente c0mpatibili con la situazione del sito di Pitelli, in particolare:
a) gli interventi di bonifica devono riguardare aree e territori, compresi i corpi idrici, di particolare pregio ambientale;
b) la bonifica deve riguardare aree e territori tutelati dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio
c) il rischio  sanitario ed ambientale che deriva dal rilevato superamento delle concentrazioni soglia di rischio deve risultare particolarmente elevato in ragione della densità della popolazione o dell'estensione dell'area interessata;
d) l'impatto socio economico causato dall'inquinamento dell'area deve essere rilevante;

E’ sotto gli occhi di chiunque sia in buona fede che: 
1. il sito è tutt’ora inquinato, 
2. l’inquinamento è diffuso e proveniente da più fonti, 
3. l'inquinamento è vicino a una zona densamente abitata 
4. il sito riguarda zone sottoposte a vincoli paesaggistici.



LA NUOVA LEGGE NON CAMBIA I PARAMETRI PER CLASSIFICARE DI INTERESSE NAZIONALE UN SITO INQUINATO
La nuova legge (articolo 36bis legge 134/2012) lascia tutti gli attuali parametri (criteri direttivi) per definire un sito come nazionale e ne aggiunge un settimo: l'insistenza, attualmente o in passato, di attività di raffinerie, di impianti chimici integrati o di acciaierie.” La nuova legge precisa ulteriormente che sono automaticamente classificati siti nazionali: “i siti interessati da attività produttive ed estrattive di amianto”. 

La nuova legge rinvia poi a due decreti ministeriali che dovranno:
1. fare una ricognizione degli attuali siti di bonifica nazionale per verificarne la compatibilità con i parametri del comma 2 dell’articolo 252 sopra richiamato
2. modificare il perimetro (cioè le dimensioni areali) del sito di bonifica nazionale sulla base di un accordo tra la Regione interessata e il Ministero dell’Ambiente.

Il dettato della nuova legge è chiarissimo: restano tutti i parametri attuali per definire un sito di interesse nazionale e ne vengono aggiunti solo due. Quindi anche sulla base della ultima modifica di legge il sito di Pitelli continua a rientrare dentro i parametri, ex lege, dei siti nazionali e il futuro decreto ministeriale di ricognizione non potrà non tenerne conto.  Al massimo si potrà valutare di ridefinire il perimetro del sito che comunque dovrà restare nazionale.



CONCLUSIONI
Risulta quindi in modo assolutamente lampante che la denazionalizzazione del sito di Pitelli  non è un atto dovuto ex lege, anzi in base alla legge attuale i siti di bonifica nazionale dovrebbero essere ampliati non diminuiti visto che sono stati aggiunti due parametri (raffinerie/acciaierie/impianti chimici e amianto).
Ancora un volta burocrati e politici locali falsificano la verità per raggiungere obiettivi per niente chiari che con il risanamento ambientale del nostro territorio non hanno nulla a che fare. FERMIAMOLI!  






2 commenti:

  1. Sono d'accordo con te e non solo perchè la cosa,vivendo qui,mi tocca da vicino bensì perche la loro prepotenza è sotto gli occhi di tutti ed è diventata insostenibile.

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  2. vero Rita e la cosa ancor più grave è che a sostenere le falsità giuridiche che riporto nel post è addirittura la dirigente del settore ambiente della Regione Liguria......della serie siamo messi proprio bene!

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