Dopo
la tempesta che si è abbattuta sul golfo spezzino lo scorso lunedì tra i vari
danni prodotti ci sono stati anche quelli ai tetti di più edifici interni all’Arsenale
Militare, tetti con presenza di amianto.
I
cittadini della zona di Marola hanno segnalato, anche inviando fotografie, la
situazione di potenziale pericolo considerato che i danni ai tetti in eternit
potrebbero avere disperso fibre di amianto non solo nell’area militare (danno
ai lavoratori) ma anche ai cittadini (residenti nel quartiere prospiciente).
Il
Sindaco questo pomeriggio (vedi QUI) ha rilasciato una dichiarazione secondo la quale
tutto è stato risolto e “non vi era stata
alcuna aero-dispersione di fibre di amianto”.
Premesso che al momento in cui scrivo questo post (ore
17,30 di oggi) non risultano rimosse le parti lesionati dei tetti in eternit,
considero assolutamente inaccettabili le modalità con cui il Sindaco ha
dichiarato che non ci sarebbero state dispersioni di fibre di amianto.
Ora come dovrebbe essere noto a qualsiasi persona di buon
senso e senza usare eccessivi tecnicismi le fibre di amianto hanno dimensioni
infinitesimali, ad esempio: un capello ha un diametro di 40 micron
,mentre 200 fibre
Amianto Blu hanno un diametro di 0.2 micron e 2000 fibre Amianto Bianco = hanno un
diametro di 0.02 micron!
Quindi il Sindaco o ha poteri della vista tipo Superman
oppure insieme con le dichiarazioni, sopra riportate, avrebbe dovuto produrre i verbali di
monitoraggio delle fibre aerodisperse in questi giorni.
Per dimostrare che non c’è stata dispersione bisogna
infatti che sia sviluppato un monitoraggio da parte di Arpal (ente competente a
queste valutazioni) sia fuori che dentro l’area militare. Devono essere
previsti più punti di campionamento e un punto zero lontano dalla zona di
possibili ricadute come termine di confronto. Il tutto deve essere ripetuto per
ore e possibilmente anche per più giorni.
Il campionamento deve essere fatto secondo le Linee guida generali da adottare durante le attività di
bonifica da amianto nei siti da bonificare di interesse nazionale (ISPESL 2010 vedi QUI) e l’unità di misura è in fibre/litro (f/l). Il valore di riferimento
in aree cittadine è di 1 f/l. tratto dalle indicazioni della Organizzazione Mondiale
della Sanità (WHO Air Quality Guidelines for
Europe, 2nd edition, 2000 vedi QUI) , e indicato
come riferimento nelle Linea Guida ISPESL già citate.
Dopodichè l’area prelevata dai siti di campionamento deve
essere analizzata secondo le specifiche tecniche del Decreto Ministeriale 6
settembre 1994.
Questo a mia conoscenza è il metodo di lavoro che ad
esempio Arpat segue in casi simili a quello di cui stiamo parlando: danni
prodotti in strutture in amianto da eventi atmosferici!
Insomma direi che in questo caso vale il detto “prima di
dare aria alla bocca … pensare”!
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