Verso questi signori arroganti per i quali il mondo sembra finire dentro i confini del demanio portuale, se usassi la loro terminologia, li dovrei definire: "i professioni dei cavoli miei".
Perdonatemi la battuta un poco “greve” ma questa è la loro visione miope del rapporto tra area portuale e resto del territorio cittadino, golfo compreso. Ma ripeto io non voglio scendere al livello del loro battutismo, perché mi considero "un professionista degli interessi generali", e il post che segue lo dimostra...
La questione della stazione crocieristica come quella della attuazione del piano regolatore del porto vanno affrontate con una metodologia e seguendo le prescrizioni della VIA del Ministero dell'Ambiente sul Piano regolatore del porto. L'ho spiegato in tutte le salse da anni e tutto poteva essere affrontato
in modo condiviso se l'Autorità Portuale insieme con i "professionisti dei
cavoli miei” non avessero fatto fallire sistematicamente e dolosamente
il Tavolo di confronto approvato con un ordine del giorno del Consiglio
Regionale quando venne approvato il PRP.
IL MOLO CROCIERE NON DEVE
ESSERE OBBLIGATORIAMENTE QUELLO GENERICAMENTE INDIVIDUATO DAL PRP
Sempre sul Secolo XIX leggo dichiarazioni sconcertanti fatte da rappresentanti di imporanti categorie economche cittadine. Secondo queste affermazione il molo crociere va fatto dove previsto dal PRP quasi fosse un obbligo di legge. Le cose non stanno così
Il decreto del Ministero dell’Ambiente
del 17/12/2015 relativamente all’ambito 5 del Piano regolatore del porto
“Marina della Spezia” dove sono previsti l’ampliamento del Molo Italia nonché
del nuovo Molo Crociere a servizio della Stazione Marittima, rinvia ad
ulteriori e indispensabili valutazioni di impatto ambientale.
Afferma questo Decreto: ““ Si ritiene opportuna una ulteriore veridica
di compatibilità ambientale per l’ambito n. 5, prima dell’inizio
dei relativi lavori, in ragione del fatto che il progetto non prevede
specifiche mitigazioni per tale ambito puntando sulla completa elettrificazione
delle banchine e il conseguente annullamento delle emissioni atmosferiche e di
rumore provocate dallo stazionamento delle navi crociera; non sono
tuttavia prodotti accordi con le compagnie crocieristiche che possano
garantire l’attuazione di tale progetto che se resta solo sulla carta
metterebbe in crisi una parte importante del porto prossimo al centro storico e
ad elementi di pregio del paesaggio urbano. Inoltre, la morfologia del Molo
Italia e del Nuovo Molto Crociere risulta diversa da quella prevista nel PRP,
mentre i modelli matematici illustrati mostrano una modifica dell’idrodinamismo
costiero per l’ambito n. 5, anche se non significativo, tuttavia su questi
progetti non si è ancora espresso il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici;
si ritengono pertanto opportuni approfondimenti ambientali con riferimento
all’ambito omogeneo n. 5 a seguito del parere del Consiglio Superiore dei
Lavori Pubblici”.
Questa lunga premessa ha
prodotto la prescrizione n.1 riportata dal Decreto Ministeriale in esame che
recita: “la documentazione che dovrà
essere presentata dovrà dimostrare la compatibilità delle funzioni e delle
attività portuali ivi previste, previa determinazione degli impatti cumulativi
con le restanti opere e funzioni del PRP e con il traffico attuale
cittadino, ovvero dovrà dimostrare con documenti certi i tempi dell’attuazione
della alimentazione elettrica delle banchine ai fini dell’azzeramento delle
emissioni su atmosfera e rumore; dovranno inoltre essere approfondite le
modellazioni per l’idrodinamismo e il ricambio idrico nell’ambito 5”.
Tradotto quanto sopra,
secondo il Ministero dell'Ambiente, significa:
1. Sulle
emissioni da navi da crociera nel porto di Spezia siamo all’anno zero (ma
questa non è una novità come ho ampiamente dimostrato anche QUI;
2. Gli
interventi previsti per l’ambito 5 (stazione crocieristica compresa) dovranno
avere una nuova valutazione di impatto ambientale
3. La
nuova valutazione di impatto ambientale dovrà verificare l’impatto di
quanto previsto nell’ambito 5. sulla circolazione delle acque nel golfo, sulla
qualità dell’aria nonché sulla valenza storico architettonica della zona
centro della città.
4. gli
interventi previsti nell’ambito 5 possono costituire variante al Piano
regolatore del porto e su questo dovrà pronunciarsi il Consiglio Superiore dei
Lavori Pubblici.
COME OCCORRE PROCEDERE RELATIVAMENTE ALLA
REALIZZAZIONE DELLA STAZIONE
CROCIERISTICA
Come occorreva procedere correttamente e anche celermente è spiegato nel PRP , nella delibera del Consiglio Regionale che lo ha approvato a suo tempo, nella VIA del Ministero dell’Ambiente, nella applicazione corretta delle procedura di valutazione di impatto ambientale dei piani (la c.d. VAS), nelle buone pratiche scientificamente validate a livello internazionale come quella degli studi di impatto portuale. Il tutto coinvolgendo la comunità cittadina interessata senza diktat o atteggiamenti presuntuosi, perché in questo golfo non opera solo la comunità degli operatori portuali ma tutta la comunità spezzina.
Peraltro le “accelerazioni” nella attuazione di certe scelte, fatte senza seguire procedure corrette di legge poi producono non solo violazioni di questa ma soprattutto danni alla stessa economia spezzina, quella che gli operatori portuali dicono di volere difendere. La vicenda dei dragaggi lo dimostra in modo incontrovertibile con tanto di sentenza della Cassazione a confermarlo o sono professionisti del no anche i giudici della Suprema Corte.
In questi post ho spiegato il mio modesto punto di vista su come si debba procedere su:
1. stazione crocieristica e waterfront: QUI;
2. attuazione del PRP: QUI;
3. fascia di rispetto: QUI;
4. emissioni navi nel porto: QUI;
Ma una questione che non va rimossa e che andrebbe affrontata nell’interesse generale, quindi anche quello degli operatori portuali, è quella del rischio di incidenti nell’ambito portuale come ho spiegato in questo post: QUI.
CONCLUSIONI
Quindi non si tratta di “bloccare” nessuna economia, tanto meno quella spezzina. Ma la comunità spezzina, in tutte le sue articolazioni di interessi, deve attrezzarsi per promuovere scelte ponderate, condivise e sostenibili ambientalmente ed economicamente. In primo luogo questo lo deve fare la nuova Amministrazione Comunale se non vuole ridursi a spettatore passivo di scelte di altri. Come dimostrano i contenuti espressi nei post sopra linkati gli aggettivi alle scelte sopra riportati non sono slogan ma metodo di governo delle scelte strategiche.
La recente riforma ex DLgs 232/2017 (vedi QUI) riduce ulteriormente il ruolo dei Comuni. Occorre compensare tutto ciò con con metodi di valutazione e decisione che favoriscano la condivisione perché valutare non è decidere ma mettere in condizione il decisore di fare scelte ponderate di tutti gli interessi in campo. Le migliori esperienze dai porti europei lo dimostrano... Il Porto non finisce nel perimetro delle banchine!
Questa città, lo dico e scrivo da tempo, merita un dibattito pubblico all’altezza delle scelte strategiche che ha di fronte. Questa città avrebbe bisogno di una GULF COMMUNITY e l'Amministrazione comunale la deve promuovere e sapere rappresentare non con i discorsi e gli slogan ma con l'azione amministrativa e di progettualità anche culturale nell'ambito delle sue competenze.
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