Dopo
la sentenza del TAR su Piazza Verdi, il Sindaco Federici non si è limitato,
come avrebbe dovuto fare un amministratore della cosa pubblica, a gioire per il
successo ottenuto di fronte alla giustizia amministrativa di primo grado.
Federici si è invece avventurato in una serie di
dichiarazioni politiche che dimostrano, al di la della questione della validità
del progetto in se, la cultura profondamente antidemocratica di questo
personaggio politico a cui si lega una buona dose di falsità.
Vediamo di seguito le dichiarazioni di Federici
( riportate dentro i riquadri ed in corsivo) con i miei successivi commenti…..
il mio pensiero è per i funzionari così
sottoposti a questo massacro, anche mediatico
Chiedere scusa ai dirigenti del Comune per Piazza Verdi? Ma stiamo scherzando? Lasciamo
perdere, per un momento, i pini, la storia della piazza, la democrazia e
tutti i temi oggetto del contenzioso politico giudiziario di questo lungo
periodo. Restiamo a quello che è il compito fondamentale di un dirigente
della Pubblica Amministrazione: concludere il procedimento di cui è
responsabile nei tempi più celeri e nei modi più efficaci al fine della
realizzazione del progetto finanziato con soldi pubblici. Ebbene
come ormai tutti sanno, il “cavillo” che venne utilizzato da Direzione
Regionale per i Beni Culturali e Soprintendenza, per sospendere, sia pure
parzialmente, il cantiere su Piazza Verdi, fu la mancata
procedura di verifica dello interesse culturale. Mancata procedura che la
Soprintendenza ordinò già con la autorizzazione del novembre 2012. Come
è noto dopo l’ultima riforma del 2008 del Codice dei Beni Culturali una volta
che viene avviata la richiesta della procedura di verifica se non viene
rispettato il termine di legge siamo nel silenzio inadempimento. Afferma
autorevolissima dottrina: “L’unica ipotesi di silenzio oggi configurabile in
tema di verifica dello interesse culturale appare, quindi, quella del c.d.
silenzio inadempimento di cui all’articolo 2 comma 1[1] legge 241/1990” (Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio ed.
Giuffrè pag. 144)
Qualcuno
potrebbe dire ma ora il TAR ha dato ragione al Comune. Certo ora ha dato
ragione, ma se i dirigenti del Comune e soprattutto il responsabile del
procedimento sul progetto Piazza Verdi avessero adempiuto al compito intimato
dalla Soprintendenza, entro l'inizio del 2013, il Ministro prima, nei suoi
compiti di vigilanza, e la Soprintendenza poi, nei suoi compiti di
amministrazione attiva, lo scorso giugno 2013, non avrebbero avuto alcun
margine legale per sospendere parzialmente il cantiere avviando il contenzioso
che sappiamo.
In altri
e più crudi termini anche se fosse vera la malafede del Ministero e fosse vera
la accusa di sudditanza della Soprintendenza verso il Ministro, il vero assist per
la sospensione del cantiere lo hanno regalato quei dirigenti ai quali il
Sindaco vorrebbe
che presentassimo le scuse! Un assist dovuto solo ed unicamente alla loro
stupida arroganza visto che la verifica richiedeva un lavoro di compilazione di
schede abbastanza semplice per degli addetti ai lavori!
E vogliamo parlare di Piazza del Mercato, della pedecollinare, dell'Acam, a proposito di dirigenti comunali capaci?.....meglio di no Federici, meglio di no!
Massimo Bray, nel day after di
Federici. «Penso alle sue parole, e a quando parlava di
soluzione
condivisa.La sua era una richiesta, io dissi “va bene”. Qualcuno l’ha più
sentito? Si è mai più occupato di piazza Verdi? E ha fatto proposte per una
“soluzione condivisa”?».
Anche su
questo punto come è noto dopo il primo incontro a Roma del giugno 2013, il
Ministro inviò la scorsa estate suoi rappresentanti a Spezia, ma il Sindaco non
volle riceverli. Ma sulla
reale volontà “collaborativa” di Federici con il Ministro direi che possano
bastare le sue stesse parole, espresse in epoca non sospetta quando ancora
tutto poteva essere mediato perché non era ancora intervenuta la revoca della
autorizzazione del 2012, revoca che avverrà nel novembre
2013. Ebbene il Sindaco Federici il 2 settembre 2013 in una intervista al
Secolo XIX alla seguente domanda: “Lei resta fermo sulla
sua posizione: ovvero, piazza Verdi si fa, punto e basta?”, rispondeva in
questo modo: “Qualunque cosa accada, impugneremo gli atti e andremo avanti.”
ci
sono state tre denunce alla procura della Repubblica, due al Tar, tre esposti
all’Unione Europea. Ne siamo usciti brillantemente, non è stato trovato un solo
dettaglio che non andasse bene
Mi
dispiace sig. Sindaco non ne siete usciti ancora del tutto. Il 9
giugno ci sarà l’udienza preliminare relativa allo Esposto sulla relazione
storica della Direttrice delle Istituzioni Culturali spezzine, relazione propedeutica
al bando che ha portato alla selezione del progetto discusso e contestato. Il
Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale della Spezia con decreto del
8 marzo scorso ha respinto infatti la richiesta di archiviazione di detto
esposto affermando che le motivazioni di opposizione e le richieste di
integrazione probatoria del Comitato contro il progetto Buren Vannetti sono: “meritevoli
di esame nel contraddittorio delle parti, siccome prive di profili di
inammissibilità”. Non mi pare un “dettaglio” tutto questo
vero Sindaco Federici?
ci
dispiace per i commercianti che hanno dovuto subire i ritardi
Se c’è
un campo in cui la Amministrazione Federici non ha diritto di parola e tanto
meno di scaricare colpe su altri è proprio quello della tutela/promozione del
commercio cittadino.
Questa Amministrazione
con la realizzazione del centro commerciale Le Terrazze ha dato un colpo
determinante al commercio cittadino senza pensare minimamente ad alcuna
contropartita seria per questi operatori, non solo ma questo Sindaco si è pure
rifiutato di prendere posizione, con una propria dichiarazione scritta,
all'interno del ricorso dei commercianti spezzini contro la realizzazione
dell'outlet di Brugnato!
Ora i dati sulla crisi del commercio spezzino sono
li da anni: le imprese del commercio a Spezia sono calate di 400 unità da 5.344 a 4.946 con un
trend negativo del 7,4%. Nonostante
questi dati, nonostante il proliferare dei centri commerciali (Le Terrazze,
l’outlet di Brugnato e tra poco un nuovo Megastore sempre nella ex area IP) non
è stata sviluppata alcuna politica
di sostegno per il commercio al dettaglio. Come
ha affermato l’Assessore all’Urbanistica della Regione Toscana “Per far vivere il commercio tradizionale le scelte
urbanistiche sono importanti, ma da sole non bastano – ha affermato l’assessore
Marson – Occorre anche costruire e incentivare filiere locali di approvvigionamento di prodotti di
qualità diversi da quelli in vendita nella grande distribuzione”. Dove sono queste filiere, ed oltre al Comune dove è la Regione , dove sono i nostri deputati locali, cosa hanno fatto per attivare
misure di vera compensazione per il commercio al dettaglio spezzino di fronte
alla concorrenza che produrrà la nuova Ipercoop, il nuovo Outlet e il realizzando MegaStore?
Perché il Sindaco invece che
considerare come ineluttabili i dati sulla crisi del commercio, Le Terrazze
comprese, non ammette che c’è stata una gravissima superficialità della classe
politica locale e regionale nel decidere la scelta del nuovo centro senza una seria politica preventiva di tutela del commercio in generale?
Ma torniamo al commercio e piazza Verdi. Come
è noto in realtà i lavori nella piazza non si sono mai fermati, gli unici
rallentamenti sono stati dovuti o a errori operativi (rottura di
tubazioni) o all’emergere di reperti archeologici anche qui perché non è stato tenuto in alcuna considerazione (da quei dirigenti a cui dovremmo chiedere scusa
sic!) quanto contenuto nella autorizzazione della Soprintendenza ai Beni
Archeologici del 25/5/2012 secondo questo atto: ““la progettazione dell’opera pubblica è stata effettuata in
totale difformità” con la vigente
normativa in materia di vincolo archeologico. Non solo ma come ì altrettanto noto il
cantiere poteva essere aperto a lotti, come promesso ai commercianti e ciò non
è stato fatto per ragioni che con il progetto non avevano nulla a che fare. Senza
considerare che l’ordinanza ( vedi QUI) di chiusura/limitazione del traffico in piazza Verdi per il
cantiere resterà efficace fino al 17/6/2015!
Voglio
intanto ricordare al Sindaco Federici, sotto il profilo dei principi,
che, la verifica del rispetto della legge, oltre che essere
un diritto costituzionale riconosciuto a qualsiasi cittadino portatore di
diritti soggettivi o interessi legittimi, dovrebbe essere un presupposto
della politica non un qualcosa di alternativo. Ma il
Sindaco ha dimostrato più volte di non avere dimestichezza con i principi
democratici della nostra Costituzione come quando appena rieletto dichiarò: “sarò
il Sindaco solo di coloro che amano Spezia”, frase che ricorda la peggior
retorica patriottarda e antidemocratica degli anni bui del secolo scorso.
Ma
questa frase sottende un ragionamento più generale sulla c.d. politica del
fare. Fare che sarebbe impedito dai cittadini attivi che contestano opere e interventi.
Intanto
voglio ricordare a questo Sindaco che il conflitto dovrebbe essere il sale
della democrazia, una democrazia che non può essere tradotta in semplice decisione, questa non è democrazia ma ideologizzazione della democrazia. L’ideologizzazione della democrazia consiste quindi nella attribuzione a essa
di un significato valoriale (decidere velocemente ciò che è ritenuto “giusto”
e “buono” dalla elite che governa) che trascende ciò che essa promette,
ovvero la uguale libertà politica[2].
Ma il teorema dei conflitti promossi dai
cittadini attivi che bloccherebbero le decisioni oltre a essere in contrasto
con i principi della democrazia non regge alla prova dei fatti. Ad esempio è
stato presentato all’inizio dello scorso mese di febbraio l’ottavo Rapporto
sulla attuazione della legge obiettivo quella sulle c.d. opere pubbliche
strategiche. Ebbene solo il 13% di queste opere è
stato ultimato rispetto alle scadenze previste. Ebbene secondo questo Rapporto
la ragione di questo fallimento sta nelle procedure, nei criteri di selezione
delle opere non
certo nei conflitti locali.
O vogliamo parlare dei dati della Autorità di
Vigilanza sui Contratti Pubblici secondo la quale 6 gare su dieci finiscono nel
nulla relative alle opere pubbliche con finanza di progetto? O
vogliamo ancora parlare dei 5 miliardi di euro di opere pubbliche bloccate dai
vincoli del Patto di Stabilità per gli enti locali (dati Ance: Associazione
costruttori edili)?
E comunque se vogliamo parlare seriamente di
conflitti forse al teorema del “non nel mio giardino” dovremmo in buona parte
sostituire quello “non nel mio mandato amministrativo”. Infatti secondo il
rapporto 2013 del
Nimby Forum[3] sui
conflitti che bloccano opere di interesse pubblico ben il 30% sono contestate
da Amministrazioni Comunali e non da comitati di cittadini.
Il tema che sembra stare più a cuore
di alcuni, ma sempre meno, ovvero i pini
No Sig. Sindaco, oltre ai pini, a me sta a
cuore la salute dei cittadini. Se c’è una cosa falsa che è stata pubblicizzata
da parte della Amministrazione Comunale spezzina è quella per cui il progetto
Buren Vannetti, prevedendo la pedonalizzazione parziale della piazza, migliorerebbe l’ambiente. E’ davvero così?
In realtà ad oggi non è dato sapere cosa
succederà al traffico spostato dalla zona di piazza Verdi, nessuna valutazione
è stata fatta dell’impatto ambientale di questo spostamento. Il tutto in palese
contrasto con il Piano Regionale sulla qualità dell’aria. Il punto 7.1 di questo Piano (vedi QUI) afferma
testualmente: “Il piano rappresenta indirizzo e supporto in relazione alla
pianificazione territoriale regionale provinciale e comunale, nonché
relativamente agli atti di pianificazione e programmazione dei trasporti,
dell’energia, dell’edilizia,…”. Quindi anche gli atti di pianificazione o i
progetti del traffico od urbanistici, afferma sempre il suddetto Piano
regionale, : “ che possono
influire sulla qualità dell’aria, dovranno essere comunicati al Settore
regionale responsabile dell’attuazione del presente Piano”; tale
comunicazione risulta necessaria al fine di poter tener conto di tali
atti e/o progetti per garantire il rispetto dei limiti di qualità
dell’aria dei diversi inquinanti nelle zone interessate da detti interventi.
Ora non risulta agli atti alcuna
valutazione in questo senso da parte dell’Amministrazione Comunale, ne gli
stessi progettisti , presi dai loro “ voli artistici”, hanno minimamente
tenuto conto di quanto sopra.
[1] “ 1.
Ove il procedimento consegua obbligatoriamente ad una istanza, ovvero debba
essere iniziato d'ufficio, le pubbliche amministrazioni hanno il dovere di
concluderlo mediante l'adozione di un provvedimento espresso.”
[2] “ Il
risultato è divenuto più importante del modo di ottenerlo. Il divorzio tra
mezzo e fini contravviene a uno dei principi fondamentali della legittimità
democratica, quello secondo cui le procedure di decisione non devono essere
circonvenute o violate in nome del raggiungimento di uno scopo che viene
giudicato giusto o buono in
anticipo (senza alcuna vera discussione pubblica) e magari da competenti che
“sanno” (Nadia Urbinati pag. 72-73 “Democrazia in Diretta”
Feltrinelli 2013)
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