mercoledì 15 maggio 2013

La verità sulle bonifiche del nostro territorio: sito di Pitelli e aree militari!

Secondo un organo locale di informazione on line i fondi da reperire per le bonifiche servirebbero soprattutto per la ex discarica di Monte Montada (zona Pitelli) e per il campo in ferro (zona marina militare a Marola).

Voglio ricordare a tutti che le zone citate nell’articolo  non sono le uniche inquinate (come parrebbe dal modo in cui la notizia è presentata)  e anzi non sono neppure quelle più inquinate.  Guardate le zone rosse, nella mappa del nostro golfo, riprodotta in questo post,  e capirete.....
Forse Monte Montada è messa come area prioritaria da bonificare perché  sotto ad essa deve essere aperta la discarica di Saturnia dove finiranno rifiuti urbani  e fanghi di dragaggio del porto?
Si direi proprio, e aggiungo che, grazie ai soliti mass media compiacenti, Amministratori Regionali e locali  stanno preparando la strada per  bonificare, non ciò che è più inquinato, ma solo le aree utili agli interessi forti presenti sul territorio: porto e banche che tengono per le palle Acam.     

Di seguito la verità sul perchè non si è bonificato certe aree più inquinate e se ne vogliono bonificare altre meno inquinate....... 




Nessuno dice che i fondi per le bonifiche, per i siti di interessa nazionale come quello di Pitelli, c’erano ma sono stati cancellati dai vari Governi che si sono succeduti in questi anni. Per esempio nello stato di previsione del Ministero Ambiente del 2011 sono stati tagliati oltre 80 milioni di euro. La stessa CGIL ha denunciato la tendenza normativa e politica a favorire la rimozione delle bonifiche (vedi QUI): si tagliano i fondi e si semplificano le procedure per non obbligare chi ha inquinato a disinquinare.  


Nessuno dice che i fondi per la bonifica delle aree militari c’erano ma sono stati cancellati dai vari governi di questi anni. Con la finanziaria del 2008 (governo Prodi II) viene ridotta, di 10 milioni di euro per ciascun anno del triennio 2008-2010, la dotazione del  Fondo per le bonifiche delle aree militari, sia dismesse che attive,  istituito con la finanziaria del 2007. Con le finanziarie successive il Fondo sparisce del tutto.


Nessuno dice che, mentre tagliavano i fondi per bonificare tra gli altri anche il nostro territorio, approvavano con la solita leggina ad hoc (decreto legge mille proroghe del 2011 ex comma 2-undecies l’articolo 2) il salvataggio dei fondi per l’ampliamento del porto commerciale di Spezia grazie al fatto che il porto è all’interno del sito di bonifica nazionale di Pitelli; quello che ora vogliono cancellare senza averlo bonificato nelle sue parti più inquinate!



Nessuno dice che per l’inquinamento delle aree militari le amministrazioni competenti (anche la Provincia) non hanno mai intimato alle autorità militari l’avvio delle procedure di bonifica come previsto dalla normativa che ho descritto QUI



Nessuno ha mai provato a mettere in pratica alcune soluzioni previste dalla vigente normativa al fine di coinvolgere i privati per attuare le bonifiche , viste le difficoltà economiche di reperimento fondi.  Ad esempio:
1. Dal 2005 è in vigore una norma contenuta nel comma 434 della leggefinanziaria 2006  che prevede, al fine di consentire nei  siti di bonifica di interesse nazionale (vedi Pitelli) la  realizzazione degli  interventi di messa in sicurezza d'emergenza - caratterizzazione - bonifica e  ripristino ambientale delle aree inquinate per le quali sono in atto procedure fallimentari, siano sottoscritti accordi di programma tra il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, la regione, le province, i comuni interessati con i quali sono individuati la destinazione d'uso delle suddette aree, anche in variante allo strumento urbanistico, gli interventi da effettuare, il progetto di valorizzazione dell'area da bonificare, incluso il piano di sviluppo e  di  riconversione delle aree, e il piano economico e finanziario degli interventi, nonché le risorse finanziarie necessarie per ogni area, gli impegni di ciascun soggetto sottoscrittore e le modalità per individuare il soggetto incaricato di sviluppare l'iniziativa
2. da qualche anno (dal 2008) è in vigore l’articolo 252 bis al DLgs 152/2006 (c.d. Testo Unico Ambientale) che, in deroga alle procedure di bonifica ordinarie, prevede la individuazione di siti di interesse pubblico ai fini dell'attuazione di programmi ed interventi di riconversione industriale e di sviluppo economico produttivo, contaminati da eventi antecedenti al 30 aprile 2006, praticamente tutti i siti industriali inquinati visto che il 2006 è una data piuttosto vicina al presente. Peraltro questa norma è contenuta nell’articolo10 della attuale LR  10/2009  che ha sostituito la LR 18/1999 sopra citata. In particolare la norma regionale del 2009 prevede che insieme con il progetto di bonifica sia già definita la destinazione urbanistica dell’area.
3. Una altra norma in vigore da tempo è contenuta nella Legge 13/2009 che, all’articolo 2  prevede una procedura alternativa a quella definita dalla legislazione vigente in materia di copertura di oneri di bonifica e risarcimento danno ambientale nei siti di bonifica di interesse nazionale.



Nessuno tra le autorità competenti Ministeri, Regione, Enti Locali si è mai posto il problema di avviare un tavolo di confronto ad esempio con i soggetti inquinatori presenti nel nostro Golfo anche nelle aree perimetrate dal sito di bonifica di Pitelli.  Tali soggetti (operatori portuali, Enel, Gnl Italia) prevedono interventi di ampliamento e/o conferma delle rispettive attività ed impianti  che dovranno essere autorizzati dagli enti pubblici sopra citati. Bene anche qui applicando il principio chi inquina paga (vedi normativa sul risarcimento del danno ambientale QUI)  per l’inquinamento in atto  e il principio di precauzione proprio delle procedure autorizzatorie della VIA e dell’AIA, si potrebbero concordare azioni di bonifica delle parti più inquinate del nostro Golfo.


Allora oltre che convocare riunioni scarica barile con le Regioni (vedi QUIil neo Ministro dell’Ambiente convochi anche tavoli come quello sopra prospettato, attivi le procedure normative sopra riportate, inizi a fare politica ambientale reale cosa sempre mancata in questo Paese per  non parlare del territorio spezzino.  






  



















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