Voglio
ricordare a tutti che le zone citate nell’articolo non sono le uniche inquinate (come parrebbe
dal modo in cui la notizia è presentata) e anzi non sono neppure quelle più inquinate. Guardate le zone rosse, nella mappa del nostro golfo,
riprodotta in questo post, e
capirete.....
Forse
Monte Montada è messa come area prioritaria da bonificare perché sotto ad essa deve essere aperta la discarica
di Saturnia dove finiranno rifiuti urbani e fanghi di dragaggio del
porto?
Si
direi proprio, e aggiungo che, grazie ai soliti mass media compiacenti,
Amministratori Regionali e locali stanno
preparando la strada per bonificare, non ciò che è più inquinato, ma solo
le aree utili agli interessi forti presenti sul territorio: porto e banche che
tengono per le palle Acam.
Di seguito la verità sul perchè non si è bonificato certe aree più inquinate e se ne vogliono bonificare altre meno inquinate.......
Nessuno dice che i fondi per le bonifiche, per i siti di
interessa nazionale come quello di Pitelli, c’erano ma sono stati cancellati
dai vari Governi che si sono succeduti in questi anni. Per esempio nello stato
di previsione del Ministero Ambiente del 2011 sono stati tagliati oltre 80
milioni di euro. La stessa CGIL ha denunciato la tendenza normativa e politica
a favorire la rimozione delle bonifiche (vedi QUI): si
tagliano i fondi e si semplificano le procedure per non obbligare chi ha
inquinato a disinquinare.
Nessuno dice che i fondi per la bonifica delle aree militari c’erano ma sono stati
cancellati dai vari governi di questi anni. Con la finanziaria del 2008
(governo Prodi II) viene ridotta, di 10 milioni di euro per ciascun anno del
triennio 2008-2010, la dotazione del
Fondo per le bonifiche delle aree militari, sia dismesse che attive, istituito con la finanziaria del 2007. Con le
finanziarie successive il Fondo sparisce del tutto.
Nessuno dice che, mentre
tagliavano i fondi per bonificare tra gli altri anche il nostro territorio, approvavano con la
solita leggina ad hoc (decreto legge mille proroghe del 2011 ex comma 2-undecies l’articolo 2) il salvataggio dei fondi per l’ampliamento
del porto commerciale di Spezia grazie al fatto che il porto è all’interno
del sito di bonifica nazionale di Pitelli; quello che ora vogliono cancellare
senza averlo bonificato nelle sue parti più inquinate!
Nessuno dice che per l’inquinamento
delle aree militari le amministrazioni competenti (anche la Provincia) non
hanno mai intimato alle autorità
militari l’avvio delle procedure di bonifica come previsto dalla normativa
che ho descritto QUI.
Nessuno ha mai provato a
mettere in pratica alcune soluzioni previste dalla vigente normativa al fine di coinvolgere i privati per attuare le bonifiche , viste le
difficoltà economiche di reperimento fondi.
Ad esempio:
1. Dal 2005 è in vigore una norma contenuta nel
comma 434 della leggefinanziaria 2006 che
prevede, al fine di consentire nei siti di bonifica di interesse nazionale (vedi
Pitelli) la realizzazione degli interventi di messa in sicurezza d'emergenza -
caratterizzazione - bonifica e ripristino
ambientale delle aree inquinate per le quali sono in atto procedure
fallimentari, siano sottoscritti
accordi di programma tra il Ministero
dell'ambiente e della tutela del territorio, la regione, le province, i comuni
interessati con i quali sono individuati la destinazione d'uso delle suddette
aree, anche in variante allo strumento urbanistico, gli
interventi da effettuare, il progetto di valorizzazione dell'area da
bonificare, incluso il piano di sviluppo e di riconversione delle
aree, e il piano economico e finanziario degli interventi, nonché le risorse
finanziarie necessarie per ogni area, gli impegni di ciascun soggetto
sottoscrittore e le modalità per individuare il soggetto incaricato di
sviluppare l'iniziativa.
2. da qualche anno (dal 2008) è in
vigore l’articolo 252 bis al DLgs 152/2006 (c.d. Testo Unico
Ambientale) che, in deroga alle procedure di bonifica ordinarie, prevede la
individuazione di siti di interesse pubblico ai fini dell'attuazione di
programmi ed interventi di riconversione industriale e di sviluppo economico
produttivo, contaminati da eventi antecedenti al 30 aprile 2006, praticamente
tutti i siti industriali inquinati visto che il 2006 è una data piuttosto
vicina al presente. Peraltro questa norma è contenuta nell’articolo10 della attuale LR 10/2009 che ha sostituito la
LR 18/1999 sopra citata. In particolare la norma regionale del 2009
prevede che insieme con il progetto di bonifica sia già definita la
destinazione urbanistica dell’area.
3. Una altra norma in vigore da tempo è contenuta
nella Legge 13/2009 che, all’articolo 2 prevede una procedura alternativa a
quella definita dalla legislazione vigente in materia di copertura di oneri
di bonifica e risarcimento danno ambientale nei siti di bonifica di
interesse nazionale.
Nessuno tra le autorità
competenti Ministeri, Regione, Enti Locali si è mai posto il problema di avviare un tavolo di confronto ad
esempio con i soggetti inquinatori presenti nel nostro Golfo anche nelle aree
perimetrate dal sito di bonifica di Pitelli.
Tali soggetti (operatori portuali, Enel, Gnl Italia) prevedono
interventi di ampliamento e/o conferma delle rispettive attività ed impianti che dovranno essere autorizzati dagli enti
pubblici sopra citati. Bene anche qui applicando il principio chi inquina paga
(vedi normativa sul risarcimento del danno ambientale QUI) per
l’inquinamento in atto e il principio di
precauzione proprio delle procedure autorizzatorie della VIA e dell’AIA, si
potrebbero concordare azioni di bonifica delle parti più inquinate del nostro
Golfo.
Allora
oltre che convocare riunioni scarica barile con le Regioni (vedi QUI) il
neo Ministro dell’Ambiente convochi anche tavoli come quello sopra prospettato,
attivi le procedure normative sopra riportate, inizi a fare politica ambientale
reale cosa sempre mancata in questo Paese per non parlare del territorio spezzino.
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