mercoledì 8 febbraio 2012

7 temi per la campagna elettorale nel Comune di Spezia e….. non solo


PREMESSA
La campagna elettorale per le prossime amministrative è iniziata da tempo ma la discussione sui nomi, sugli schieramenti tende ancora a prevalere rispetto a quella sui contenuti. Anche i primi abbozzi di programma presentati fino ad ora appaiono generici e soprattutto, e questo non è un bene per la democrazia, piuttosto simili a conferma che in questa città l’intero sistema democratico è bloccato da troppo tempo. Soprattutto come ho avuto modo di scrivere ed affermare più volte prevale la logica della “boutade” (come quella di chi propone un tubo che colleghi la Snam di Panigaglia alla centrale enel) o dello slogan facile (recuperiamo le aree dismesse della marina militare) sull’analisi  rigorosa del merito dei problemi e sulla impostazione di un metodo che rompa la logica chiusa ai soliti noti delle decisioni strategiche della città.
Intanto prima di entrare nel merito dei temi programmatici bisognerebbe riconoscere lo stato di sofferenza profonda, della nostra città e della nostra Provincia, sotto il profilo
1. Ambientale : vedi qui 
2. Socio economico: vedi qui e qui
3. Politico amministrativo: vedi qui


E ora veniamo ai temi programmatici, intanto un tema che li presuppone tutti: se in democrazia il metodo con cui si decide è fondamentale allora è decisivo il modo con cui verrà condotta la campagna elettorale: partendo dal cittadino e dai suoi problemi e non calando dall’alto programmi precotti nelle stanze ristrette dei partiti o liste civiche dell’ultima ora. 



TEMA N.1: DA UNA CAMPAGNA ELETTORALE PER IL CITTADINO AD UNA CAMPAGNA ELETTORALE DEL CITTADINO
Titolo della campagna elettorale del cittadino: Cittadini in Comune: VOTA IL TUO PROGRAMMA 
Non dovrà essere una campagna di promesse e di programmi astratti da vendere al consumatore-elettore, ma un processo di analisi dei bisogni e di costruzione delle risposte nel confronto con i cittadini. La campagna non la faranno i candidati e i partiti o le liste, la campagna la faranno tutti i cittadini, la campagna non sarà per votare qualcuno esterno al cittadino ma per costruire il programma del cittadino. Pensate se un processo del genere ottenesse un grande consenso noi potremmo dopo le elezioni andare da chi sta nel Palazzo e dirgli ecco il PROGRAMMA DEI CITTADINI, voi avete solo il vostro programma. 
Ed ecco un metodo per costruire il programma:
1 definizione di una metodologia per condividere l'analisi dei problemi 
2 coinvolgimento dei cittadini
3 analisi dei problemi del Territorio e loro genesi 
4. bilancio della attività della amministrazione uscente: mettendo a confronto il programma su cui è stata votata con l’analisi del punto 3
4 definizione delle priorità 
5 valutazione delle possibili soluzioni, dei costi e dei benefici

In tutta l'attività di indagine devono essere chiare e circostanziate le posizioni di dissenso tra gli attori.

I cittadini partecipanti all'indagine devono essere rappresentativi dei diversi interessi del territorio e dei territori.
Tutta questa attività dovrebbe essere propedeutica alla realizzazione di un protocollo che sancisce le modalità e gli obiettivi di governo del territorio anche nella fase ordinaria, compresa la revisione/aggiornamento dello stesso.


TEMA N.2: STATUTO DI GOVERNO PARTECIPATO DELL’ENTE LOCALE
La questione di un nuovo rapporto tra Amministrazione Locale e cittadini non passa solo attraverso un modello di comunicazione e informazione al cittadino sulle attività del livello amministrativo. Occorre inserire il coinvolgimento del cittadino nei processi e nei procedimenti decisionali sin dalle fasi iniziali. Soprattutto in quelli di tipo strategico come il nuovo PUC o in quelli a forte rilevanza ambientale e territoriale (es. bonifica zone inquinate ed industriali, programmi di raccolta differenziata, piano energetico comunale, gestione servizi pubblici).

Il metodo partecipato nelle decisioni strategiche dell’ente locale
In particolare dovrà essere affermata un metodo di decisione dell’Amministrazione comunale che coinvolga il pubblico in tutte le fasi del processo/procedimento decisionale:
1. condividere una metodologia per sviluppare l'analisi dei problemi e dei bisogni del territorio e dei cittadini che lo abitano
2. condividere l'analisi dei problemi/bisogni  e delle loro radici rispetto a un Territorio 
3. individuare le priorità su cui intervenire
4. individuare le soluzioni alla suddette priorità
5. sancire in ognuna delle suddette fasi le questioni di dissenso e renderle pubbliche in modo chiaro e circostanziato
6. proporre una organizzazione del livello decisionale  in modo da rendere strutturali (interne alla Amministrazione Comunale) le suddette fasi  in termini di : procedure , di istituti di democrazia diretta, di formazione dei quadri della burocrazia etc. etc. , perchè  deve essere anche la PA che si adegua ai processi partecipativi altrimenti tra le due parti resterà sempre un muro invalicabile .

Alcuni esempi di strumenti istituzionali da introdurre per favorire il suddetto metodo
1. Introdurre nello statuto comunale la necessità che gli organi competenti assumano obbligatoriamente il parere, ad esempio, degli organismi promossi dal Comune (quali le Costituenti partecipative), oppure dei percorsi partecipativi avviati su iniziativa delle istituzioni locali o su iniziativa dei cittadini e delle associazioni.
2. Prevedere l’obbligo dello svolgimento di apposita Istruttoria pubblica[1] nei procedimenti per la formazione di atti normativi o di atti amministrativi di carattere generale.
3. Istituire la figura di un Garante della informazione e partecipazione del pubblico, nominato dal Consiglio Comunale a maggioranza ampia, con apposito curriculum nelle materie della  partecipazione ai processi decisionali di tipo strategico, dotato di autonomia contabile e amministrativa nel rispetto dei principi dello statuto e del Testo Unico degli Enti Locali     
3. introdurre apposito regolamento per l’accesso alle informazioni ambientali e territoriali
4. introdurre con apposito regolamento la proposta di deliberazione da parte di un certo numero di cittadini elettori.
5. rivedere il regolamento sul referendum consultivo disciplinando le modalità di risposta da parte dell’Amministrazione  e del Consiglio Comunale a garanzia del risultato elettorale: obbligo di esaminare i risultati entro un congruo numero di giorni; obbligo di motivare il mancato accoglimento dei risultati etc.
6. introdurre il referendum abrogativo almeno in relazione a regolamenti e provvedimenti amministrativi di carattere generale.
7. Per consentire l’esercizio del diritto di azione popolare  lo statuto potrebbe  impegnare il comune a rendere pubbliche, attraverso i suoi uffici, le azioni giudiziarie intraprese e ad informare gli interessati circa le azioni  ed i ricorsi che spettano all’Ente Locale sulla base delle decisioni giurisdizionali.
8. prevedere nell’ambito della propria struttura articolazioni organizzative specificamente deputate a rapportarsi con i cittadini che si attivano alle base dell’art. 118, u.c.: Responsabile del procedimento sussidiato.
9. adottare, laddove necessari, regolamenti per disciplinare il rapporto sussidiario con i cittadini; utilizzare il bilancio sociale anche come strumento per valutare e valorizzare le attività svolte sulla base del principio di sussidiarietà

Per un ulteriore approfondimento su questi temi vedi qui .


TEMA N.3: GIUNTE COMUNALI: TRASPARENZA, COMPETENZA, SEMPLIFICAZIONE
1. Azzeramento della attuale dirigenza apicale (si tratta 3,4 persone in tutto)
2. Gli assessori, proposti dal Sindaco, diventeranno Direttori delle macro aree di cui si occupano avendone ovviamente la competenza. Competenza da verificare tramite apposito curriculum e con audizioni davanti al consiglio comunale.
3. Nomina di soli 4 Assessori/Direttori: 
a) programmazione/attività produttive/commercio/pianificazione/ambiente;  
b) bilancio/finanze locali/partecipazioni comunali;
c) trasporti/traffico/viabilità/lavori pubblici
d) sociale e cultura.

Per un approfondimento anche sulla sostenibilità giuridica di quanto sopra vedi qui




SUI TEMI SPECIFICI DEL PROGRAMMA ELETTORALE
Prendo ad esempio almeno tre questioni strategiche per il nostro territorio:
a) Centrale enel e nuova autorizzazione integrata ambientale
b) Attuazione PRP e progetto di Waterfront
c) Gestione Acam


TEMA N.4: Centrale enel e nuova autorizzazione integrata ambiental
1. chiedere una autorizzazione provvisoria della centrale attuale fino al 2014, data di fermata per una generale azione di manutenzione del gruppo a carbone (richiesta avanzata da Enel come è noto e contenuta nei documenti presentati per il rilascio dell’AIA). La autorizzazione dovrebbe prevedere solo limiti e prescrizioni che non peggiorino la situazione attuale senza eccessivi investimenti per Enel: gestione transitori, uso metano agli avviamenti, carbone di qualità migliore etc.
2. svolgere, nel periodo da qui alla fine del 2013 una preventiva valutazione di impatto sanitario che dimostri la compatibilità di una centrale a carbone nel particolare sito spezzino (competenza del Sindaco dimostrarlo con il Parere Sanitario) mettendola a confronto con altri scenari tecnologici e gestionali (esempio metano – letto fluido con carbone ma non oltre i 100 MW)

Quindi
Ipotesi A: se la valutazione di cui al punto precedente dimostrasse la compatibilità della centrale a carbone allora si potrebbe autorizzare una sezione nuova a carbone con i limiti e le prescrizioni di quelle di nuova generazione (meno della metà delle emissioni che il Sindaco attuale è disposto ad accettare per i prossimi 15 anni);  
Ipotesi B se la valutazione dimostrasse la non compatibilità allora si realizzerebbe lo scenario più compatibile con il sito spezzino, compresa la chiusura definitiva della sezione a carbone.

Qualcuno potrebbe obiettare però in questo modo la centrale resta come è ora con qualche limitata prescrizione. Vero ma solo per due/tre anni al massimo, perché la autorizzazione dovrà contenere esplicitamente questo limite temporale.  

Per un approfondimento di questa ipotesi di proposta vedi qui




TEMA N.5: Attuazione PRP
Qui si tratta di attivare seriamente il Tavolo di concertazione sul PRP (Piano Regolatore del Porto) che fino ad ora non ha funzionato per scelta della Autorità Portuale con il sostegno attivo della Amministrazione Comunale.
Il Tavolo dovrà funzionare secondo il regolamento iniziale approvato da tutti i soggetti partecipanti, Autorità Portuale e Comune di Spezia compreso, e soprattutto secondo le prescrizioni del Ministero dell’Ambiente (in sede di VIA) e del Consiglio Regionale in sede di approvazione del PRP.
Le prescrizioni del Consiglio Regionale e quelle del Ministero dell’Ambiente avevano chiarito che per ogni ambito doveva essere presentato uno Strumento Urbanistico Attuativo che a sua volta doveva essere oggetto di valutazione specifica considerato che il PRP è un piano quadro che non definisce a livello puntuale le destinazioni funzionali del territorio interessato come fanno i piani urbanistici comunali, tanto per fare un esempio in sede di valutazione dello strumento urbanistico attuativo si poteva dimostrare l’inutilità delle dimensioni dei banchinamenti  indicati dal PRP, inutilità sotto il profilo ambientale ed economico sociale
Quindi traducendo in pratica :
1. gli ambiti di attuazione del PRP devo essere rivalutati sotto il profilo della sostenibilità come fossero strumenti urbanistici e non insieme di progetti
2. bisogna valutare in particolare il rischio di impatto cumulativo che potrebbe determinarsi tra i diversi ambiti
3. come valutare l’impatto socio economico dello scenario indicato dal piano regolatore del porto
Il compito del Tavolo era ed è quindi quello di produrre documenti di indirizzo che diano operatività ai tre suddetti obiettivi coinvolgendo la comunità locale in tutte le sue rappresentazioni di interessi ambientali, economici e sociali.

Per un approfondimento su questo Tema vedi qui .


TEMA N.6: Il Waterfront 
Anche qui basta applicare la legge in materia di valutazione ambientale degli strumenti di pianificazione strategica nell’uso di un territorio. In particolare la nuova Amministrazione si deve impegnare a tornare in Comitato Portuale chiedendo di modificare la delibera che ha disciplinato per ora la procedura di approvazione del progetto di Waterfront.
La nuova delibera dovrà, attraverso un apposito accordo procedimentale ai sensi dell’articolo 15 della  legge 241/1990, definire il percorso di decisione fondato:
1. sulla predisposizione dello strumento urbanistico attuativo del PRP per Calata Paita fondato su scenari che tengano conto degli indirizzi del PRP quadro
2. sulla predisposizione di un documento ambientale (rapporto ambientale preliminare) che deve servire per definire indicatori e metodi di valutazione degli scenari di cui al punto 1
3. un percorso partecipativo sostenuto da una figura di Garanzia competente ed esterna alle Amministrazioni interessate (enti locali, regione, Autorità Portuale)

L’accordo procedimentale dovrà avere un passaggio in consiglio comunale prima dell’approvazione da parte del Comitato Portuale. 

Per un approfondimento di questa proposta vedi qui .



TEMA 7: Nuova gestione ACAM  
Si tratta in primo luogo di rispettare integralmente i risultati del referendum a cominciare dalla abrogazione della norma che prevedeva la remunerazione, per il gestore, del capitale investito ( il c.d. 7% max di profitto garantito ).

Anche tenendo conto delle ultime novità normativa post referendum (vedi quil’indirizzo è chiaro ed è già fin da ora applicabile giuridicamente a livello regionale e locale
se c’è la volontà politica:
1. gestione totalmente pubblica e prioritariamente locale e non solo del servizio idrico
2. trasparenza e partecipazione degli utenti
3. creazione di soggetti di garanzia a tutela delle finalità pubbliche e della
efficienza del servizio: Autorità di regolazione del servizio pubblico.

Per un approfondimento di queste proposte vedi qui .






[1] Linee guida per valorizzazione una partecipazione informale del cittadino

1.        Evitare aggravi del procedimento  attraverso :
-          assicurare la partecipazione orale ai soli soggetti direttamente interessati oltre che ai legittimi e necessari contraddittori 
-          collocare l’audizione orale entro un termine certo preventivamente definito
-          prevedere modelli  differenziati, caratterizzati dal comune principio dell’oralità, da adattare ai diversi procedimenti
2.        utilizzare il Garante della informazione e partecipazione del pubblico a supporto degli interventi dei soggetti deboli (cioè coloro non in grado di essere supportati nella partecipazione anche orale da professionisti o tecnici in generale)



  

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