mercoledì 15 febbraio 2012

Una riflessione sul progetto di Waterfront

Ricevo e pubblico volentieri questo interessante commento critico al progetto di Waterfront da parte di Roberto Porrini aderente al movimento 5 stelle. Il commento è personale e non impegna il Movimento politico 5 Stelle.






Sul progetto di Waterfront credo che prima di presentare controproposte bisogna soffermarsi a giudicare l'utilità dell'opera. A mio parere non serve o perlomeno è palesemente in antitesi con le altre proposte del movimento 5 stelle (filiera corta, ridurre inquinamento e cemento, ridurre traffico etc.). Qui di seguito proverò a spiegare la mia diffidenza sul progetto affrontando l'opera nei singoli punti.
Anzitutto credo che la stazione croceristica sia di poca utilità e con ridotte prospettive. Nel 2008 c'è stata una enorme flessione nella cantieristica navale andando a contribuire alla catastrofe Fincantieri, dimostrando che nemmeno le compagnie croceristiche credono in una crescita infinita di questo settore, se poi teniamo conto che il territorio nazionale è coperto già da 11 stazioni, possiamo preventivare uno scenario incerto per il porto spezzino in  questo mercato spietatamente concorrenziale.
Bisognerebbe accertarsi poi se la Nostra stazione per crociere sia di tipo "port of call" (dove le navi fanno tappa) oppure "home port" ( stazione di partenza o di arrivo). Difatti ogni home port ha come caratteristica principale la facilita di accesso. Per fortuna, al contrario di Livorno e Genova, La Spezia è sprovvista di aeroporto nelle vicinanze e gli svincoli autostradali privilegerebbero solamente l'accesso dei parmigiani (Milano va su Genova e Bologna su Livorno).
Se affrontiamo l'argomento da un punto di vista economico un report  del Consiglio Europeo delle Crociere ( organismo rappresentativo delle più importanti compagnie di crociere della UE, fonte quindi non sospetta di ambientalismo estremo) ha dimostrato che l'indotto turistico nelle città ospitanti è decisamente limitato: fatto 100 il totale dell’impatto della spesa del comparto crocieristico (diretto, indiretto, indotto), solo il 3,8% beneficia l’ospitalità in senso stretto, il 6,2 % il commercio, il 13,4% il sistema dei trasporti compresi i cruise operators, mentre il 37% va al settore manifatturiero, con la cantieristica in prima fila. 
Gia che sono per strada affronterei anche il problema petrolio usando le parole di Vincenzo Onorato, Presidente Moby interpellato qualche mese fa sul blog di Beppe Grillo. Visto che "il carburante è la prima voce di costo per una nave" ed "è quasi tre volte il costo di tutto il personale"; visto che "dall’ottobre – novembre 2009 il prezzo del carburante da allora a oggi è pressoché raddoppiato e questo ha portato, una compagnia come Moby a dover aumentare le tariffe e seguire l’andamento del prezzo del carburante"; Considerato che, secondo i migliori esperti in materia affermano che raggiungeremo entro il 2025/2035 il picco del petrolio passando dagli attuali 90 dollari al barile ai 200; come si rifletterà tutto questo sul mercato croceristico?
Passando alla parte immobiliare avrei un altro paio di domande. Leggevo in un articolo del 2008 sul secolo.it  che le stime più ottimistiche contavano a La Spezia 5000 case sfitte. Ora, considerando che la demografia della città dagli anni 70 è precipitata e quella degli ultimi anni è presso che stabile, mi chiedevo come mai ci si affanna a costruire tanti appartamenti? Come mai solo il progetto Waterfront ne prevede circa 200? Si dirà, ma questi appartamento si vendono. Certamente, svuotandone degli altri. Non sarebbe più saggio affrontare l'argomento, anche con investimenti privati, di riqualificazione edile delle palazzine esistenti ed efficienza energetica? Non sarebbe più saggio affrontare per esempio il problema del quartiere umbertino che in netta controtendenza rispetto alla città ha visto aumentare gli abitanti di circa il 20%?
Riguardo la parte Alberghiero-commerciale siamo sicuri che andrà a beneficiare sull'economia spezzina. Siamo sicuri che la gestione di hotel di 30 piani 5 stelle vista mare non faccia gola ad una grossa transnazionale? Il lavoro offerto da qualche negozio grandi marche in franchising ai giovani spezzini vale tutta questa colata di cemento?
Concludo chiarendo che per me il fatto di non avere (almeno per il momento) un idea di come bonificare su Calata Paita non prescinde il fatto di contestare un opera che ritengo più dannosa che utile. La solita colata di cemento a debito per gli interessi di pochi!

PS. Non ho voluto addurre il solito pippone riguardante ambiente inquinamento e turismo di massa. Ma condivido quanto scritto in questo blog da Marco Grondacci nel suo post sull’utilità della Stazione Crocieristica  http://notedimarcogrondacci.blogspot.com/2012/02/stazione-crocieristica-utile-spezia.html    Nemmeno ci fossimo messi d'accordo!


Roberto Porrini 

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