martedì 28 febbraio 2012

Elezioni: Amministratori Comunali e alleati scoprono la partecipazione…un caso?


PARTECIPAZIONE  O PROGANDA ELETTORALE?

Il Sindaco Federici ha dichiarato al convegno di SEL sabato scorso: “non sono stato il sindaco della partecipazione”.  UAOHH una bella autocritica! Una autocritica che ad un mese dalle elezioni suona molto come propaganda.

Ma la partecipazione la stanno scoprendo anche gli alleati di Federici ( si sa i voti servono a tutti no?) anche quelli che di partecipazione in quasi 5 anni di legislatura non si sono occupati neppure verso i propri militanti. 

Così (vedi quianche Schiffini ha scoperto la partecipazione a 2 mesi dalle elezioni.  Con un comunicato si è fatto promotore di una “mediazione” tra Comitato Spezia via dal carbone e Assessore Ruocco esprimendo una visione della partecipazione come dire “da tarallucci e vino”.

Dice in sintesi il consigliere Schiffini: “vediamoci tutti insieme, parliamoci e vedrete che ci capiremo soprattutto se noi politici (Schiffini è un consigliere comunale quindi ricopre in questo caso un ruolo politico) faremo da mediatori”.

Beh con tutto il rispetto per la buona volontà del consigliere Schiffini la partecipazione, la trasparenza, il coinvolgimento attivo della società civile sono ben altra cosa che questa sorta di intermediazione “amorosa”.



CHI DEVE ESSERE IL MESSAGGERO D'AMORE NELLA PARTECIPAZIONE?
Parafrasando un vecchio e bellissimo film di J. Losey nella partecipazione, i messaggi d’amore, non vanno solo consegnati ma chi li riceve vorrebbe prima discuterne il contenuto  nonché i tempi e il perché debbano essere inviati e a chi soprattutto. D'altronde nessuno si deve sposare con l’Assessore Ruocco no? Insomma nessuna privacy sentimentale nella partecipazione ma esattamente il contrario: il massimo della trasparenza fin dall'inizio del processo decisionale. 


DAL MESSAGGERO D'AMORE..... AL MEDIATORE NELLA PARTECIPAZIONE 
Ma soprattutto nella partecipazione il Messaggero d'Amore deve essere super partes altrimenti il gioco è truccato, e Schiffini non è superpartes visto che nel proporre la mediazione si schiera in anticipo con l'Assessore dichiarando: "non riteniamo però fondata la vostra presa di posizione contro l'assessore Ruocco che sempre si è impegnata per un drastico abbattimento delle emissioni inquinanti". Beh se si è sempre impegnata così tanto verrebbe da dire a Schiffini "lasciamola lavorare" e non diamogli troppo disturbo al massimo "incontriamola per sostenerla nella sua indefessa e impari lotta contro l'inquinamento della centrale enel". 

Ma, oltre che un mediatore autorevole, nella partecipazione è il percorso che conta per poter definire il vero coinvolgimento dei cittadini escludendo la propaganda. 


QUALE PARTECIPAZIONE SULLA PROCEDURA DI AUTORIZZAZIONE DELLA CENTRALE ENEL : UN ESEMPIO
Da tempo sostengo (anni per capirci)  che, sulla centrale enel l’Amministrazione Comunale avrebbe dovuto impostare il confronto con la città, con il consiglio comunale, con le altre istituzioni locali interessate (gli altri Comuni), in modo totalmente diverso e lo riassumo:
1. confrontarsi con il punto di vista di tutti gli altri soggetti (associazioni, consiglio comunale, circoscrizioni, altri Comuni) convocandoli all'inizio del procedimento  di AIA (iniziato nel 2007 tanto per capirci) e chiedere il loro punto di vista sulla questione
2. costruire delle proprie linee guida operative sulla questione e tornare al confronto con i soggetti di cui sopra
3. predisporre un documento di indirizzo politico e tecnico per i propri consulenti sulla base del quale incaricarli
4. ogni passaggio ed incontro formale avrebbe dovuto essere reso pubblico in anticipo, presentando report di preparazione con sintesi non tecniche e confrontando preventivamente il tutto con i soggetti di cui sopra
5. ogni conclusione di incontro con i relativi verbali andava resa pubblica, con appositi documenti anche  in versione di sintesi non tecnica,  immediatamente a tutti gli interessati
6. alla fine di questo percorso la amministrazione avrebbe dovuto presentare una proposta di parere sanitario e una proposta di convenzione socio economica mettendola a disposizione di tutti per osservazioni e momenti di confronto sia tecnici che politici.
7. a quel punto la amministrazione prendeva la sua decisione in autonomia come è giusto che sia in una democrazia rappresentativa ma sulla base di una istruttoria articolata e che aveva dato a tutti in tempo reale di intervenire per portare il proprio punto di vista ed interesse.

Questo è un esempio di modello che coniuga democrazia rappresentativa e gestione anticipata del conflitto.


L’AMMINISTRAZIONE FEDERICI HA SOLO FATTO COMUNICAZIONE UNILATERALE (LEGGI PROPAGANDA)
Quello sopra descritto è un percorso che non è stato seguito dalla Amministrazione Comunale che ha sempre messo i cittadini, le associazioni, le Circoscrizioni e da questa estate pure il Comitato Spezia via dal carbone, di fronte al fatto compiuto:
1. indirizzi su cui confrontarsi con l’enel,
2. scelte dei consulenti e della loro mission,
3. documenti pubblicati con molto ritardo,
4. totale carenza di informazione sullo stato della procedura di autorizzazione (tanto che i documenti presentati dall’Enel chi era interessato doveva cercarli per conto proprio nel sito del Ministero),
5. riunioni convocate ad orari impossibili per chi lavora senza fornire anticipatamente i documenti in modo da mettere in condizione gli invitati di dare contributi meditati.


DALLA COMUNICAZIONE UNILATERALE ALLA PARTECIPAZIONE ATTIVA
Insomma non la partecipazione ma la solita comunicazione unilaterale che ha inevitabilmente prodotto la sindrome che i sociologi della partecipazione chiamano DAD (Decidi, Annuncia, Difendi). In altri termini io Amministratore decido cosa fare , comunico la decisione ben strutturata al mondo, se ci sono critiche dalla società io amministratore mi limito a difendere la mia decisione presa a priori e al massimo accetto qualche modifica come "contentino per il popolo". Un metodo di comunicazione che ha prodotto e produrrà, probabilmente anche per la centrale enel, lavoro per studi legali e magistratura.

Di contro al suddetto approccio DAD, l’approccio alternativo (solo apparentemente più complesso ma strategicamente più efficace) è quello ADR (alternative dispute resolution). Il metodo ADR si fonda sull’idea che il problema la cui soluzione crea effetti su un certo numero di soggetti è un problema di tutti quei soggetti; la complessità della parti interessate deve, quindi contribuire all’individuazione della soluzione. Quando la questione è posta nei suddetti termini e gestita con le tecniche della negoziazione ambientale è possibile che vengano individuate soluzioni alternative a quelle inizialmente ipotizzate o comunque soluzioni che hanno fornito a tutta la comunità locale (anche la parte più oppositiva) la sensazione che la soluzione sia stata frutto di un confronto vero in cui tutte le soluzioni e le motivazioni che le sottendono sono state vagliate anche con linguaggio (strumenti e metodi) non riservati agli addetti ai lavori.


Se i termini della questione sono quelli posti sopra ci vuol ben altro che i messaggi amorosi  a due mesi dalle elezioni.....  
CI VUOLE UN CAMBIO RADICALE DI CULTURA POLITICA DEI NOSTRI AMMINISTRATORI LOCALI E........ ANCHE DEI LORO ALLEATI INTERESSATI


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