giovedì 8 dicembre 2011

La Spezia: una Provincia in crisi di Futuro!


La recente indagine sulla qualità ed il tenore di vita pubblicata dal Sole 24 ore in generale conferma ai primi posti le province del Nord : Bologna , Bolzano, Belluno, Trieste,Trento ma anche Firenze a dimostrazione che non sempre le dimensioni delle città costituiscono un handicap per la qualità della vita.

Spezia? Si conferma una Provincia in Grigio come ho avuto modo di definirla nel commentare lo stesso rapporto dell’anno scorso: come classifica generale siamo al 52° posto su 106 Province. L’anno scorso eravamo al 57°.


Ma in queste indagini i dati più significativi si ricavano mettendo a confronto le diverse classifiche settoriali con i c.d. indici di percezione per i cittadini di una determinata problematica e soprattutto andando a leggere i dati numerici cercando anche di interpretarli in modo sistematico ed integrato. 



SPEZIA CITTÀ COSTOSA PER IL CITTADINO MEDIO
Si conferma a livello di percezione che Spezia è la città più cara d’Italia e non è poco in una fase di crisi come quella che stiamo attraversando e con una manovra finanziaria appena approvata destinata sicuramente a produrre depressione ed inflazione (vedi provvedimenti su IVA, accise benzina e gasolio, non rivalutazione delle pensioni sopra i 935 euro etc.). A conferma della percezione ci sono i dati reali: siamo una città cara per il costo delle case  2350 euro il che ci piazza al 72° posto nella classifica; siamo una città che consuma meno in termini di spese ordinarie per la famiglia al 64° posto con 729 euro per famiglia in media (l’anno scorso spendevamo 770 quindi i consumi si sono ulteriormente ridotti pur restando sostanzialmente invariata la posizione in classifica dal 66° al 64° posto). Infine la percezione di essere la città più cara d’Italia è confermata anche da un altro dato reale: siamo al 10° posto assoluto come indice del costo della vita.


SPEZIA: UN A CITTÀ IN CRISI DI FUTURO
Altro dato significativo a livello di percezione è che il 36 % di spezzini consideri l’occupazione un problema prioritario, non pochi se consideriamo che siamo una città del nord, infatti su questo indicatore siamo al 39° posto assoluto ma siamo quasi all’ultimo posto per le città del nord. Fa il paio con questo dato la percezione del peggioramento della qualità della vita che ci lascia alla posizione 54 quindi una posizione mediana rispetto alla classifica generale ma tra le più basse se si considerano le città del nord. 

A conferma  della sensazione (a livello di indici di percezione dei cittadini) della crisi di futuro che attraversa il nostro territorio c’è il dato reale della occupazione giovanile che ci vede al 59° posto assoluto a praticamente agli ultimi posti di tutte le città del nord e del centro nord: qui il dato reale è nettamente peggiorato rispetto all’anno scorso, si passa dal 73% al 69% di percentuale di occupati!
Pessimo il dato sulla occupazione femminile siamo al 72° posto confermando il dato dello scorso con poco più del 30% di occupate.
Sempre sulla crisi di futuro si guardi il dato della predisposizione ad investire siamo solo al 62° posto e siamo al 76° posto per spirito di impresa cioè per numero di imprese ogni 1000 abitanti.
Questi dati  economici sono alla base del tonfo più significativo in classifica, quello della posizione nel settore affari lavoro: siamo passati dal 48° al 71° posto!

Ma soprattutto la crisi di futuro che pervade la nostra Provincia emerge dai seguenti dati: 
1. bassissimo indice di natalità : siamo al 100° posto e anche qui siamo peggiorati rispetto all’anno scorso 7,21 contro il dato precedente di 7,6 di percentuale di nascite ogni mille abitanti.
2. alto indice di divorzi per 1000 abitanti siamo al 99°posto 
3. bassa percentuale di giovani sul totale della popolazione siamo al 15° posto quindi tra le città con l’indice più basso in Italia; ne siamo messi meglio come percentuale di giovani laureati ogni 1000 giovani siamo solo 58° con un indice  di 58,40 laureati ogni 1000 abitanti lontanissima dalla prima in classifica con 93,52.
E infatti l’indicatore medio di questi dati, diciamo demografici e sociali, conferma la tendenziale crisi di futuro: siamo complessivamente al 79° posto su 107 Province.

Come pure a conferma del disagio sociale e di crisi del futuro sta il dato dell’indicatore medio sull’ordine pubblico dove siamo solo all’88° posto con una ulteriore discesa rispetto allo scorso anno. Qui la pessima classifica è dettata soprattutto da una forte presenza con i fenomeni estorsivi (76° posto a livello di aree ad alta criminalità organizzata) che dimostrano un disagio economico soprattutto della piccola imprenditoria: commercianti, artigiani. Ma c’è anche un problema di microcriminalità e di truffe informatiche che traccia un quadro inquietante sul futuro del nostro territorio con un tendenza al peggioramento come dimostra l’indicatore sull’aumento del trend dei delitti in generale dal 2006 ad oggi: siamo al 95° posto.

AMBIENTE E SALUTE: ANCHE QUI DATI NEGATIVI O CONTRADDITTORI
Un dato contraddittorio sotto il profilo della percezione rispetto ai dati reali della classifica di settore, è la percezione sulla qualità dei servizi ambiente, assistenza, salute e sulla diffusione dell’inquinamento. Ebbene come percezione siamo al 61° posto mentre come classifica siamo al 16° posto. Quali sono i dati reali che ci portano in alto? Presenza di asili nido, presenza di infrastrutture, servizi ambientali. Ora se quello degli asili nido è un dato oggettivamente positivo e va riconosciuto alle politiche sociali delle amministrazioni locali fino ad ora succedutesi, gli altri due (infrastrutture e servizi ambiente/salute) vanno attentamente valutati nel merito non limitandosi ai dati nudi e crudi offerti dalla classifica del Rapporto che stiamo esaminando.
Infatti sul punto delle infrastrutture l’indice utilizzato (quello dell’Istituto Tagliacarne): strade, autostrade ma anche reti come agli acquedotti) è prevalentemente quantitativo e quindi non significativo del dato sulla sostenibilità ambientale, tanto è vero che l’indicatore aggregato (mobilità sostenibile) del Rapporto ecosistema urbano di Legambiente ci schiaffa all’ultimo posto (37° su 37 città capoluogo di provincia classificate), non a caso visto che siamo solo al 30° per le piste ciclabili e siamo non classificati (quindi all’ultimo posto) per l’indicatore complessivo sulle politiche di promozione della ciclabilità nel nostro territorio (biciplan, ciclo parcheggi di interscambio, bici stazione, bike sharin).

Sui servizi ambientali secondo il nuovo Rapporto siamo addirittura al 6° posto ma qui i dati sono quelli del Rapporto ecosistema urbano già citato che appaiono come ho avuto modo di dimostrare qui incompleti e per certi versi contraddittori

Un dato oggettivamente negativo e sui c’è poco da interpretare è quello del tasso di emigrazione ospedaliera dalla nostra Provincia: siamo al 104° posto sul 107!  


CONCLUSIONI
Siamo una città che sta progressivamente andando in CRISI DI FUTURO.
Lo dimostrano i dati sull’indice di natalità, sulle crisi di coppia, sulla difficoltà a creare imprese, sugli alti tassi di disoccupazione giovanile e femminile.
Ci stiamo impoverendo progressivamente  come dimostrano le basse spese delle famiglie per i consumi ordinari che fanno il paio in negativo con gli alti costi delle case e l’alta percentuale di fallimenti nelle imprese . Questo ultimo dato è inquietante e andrebbe letto con particolare attenzione: forse il riciclaggio del denaro sporco c’entra qualcosa? Forse c’entra anche la nostra pessima classifica, nell’ambito dell’ordine pubblico, per l’eccesso di fenomeni estorsivi?

Sull’ambiente puntiamo molto sull’immagine (convegni, premi fondati più su impegni che su dati reali, firma di protocolli tutti da verificare) ma i dati singoli nei diversi settori dimostrano che siamo lontanissimi dai migliori standard italiani e soprattutto europei, compreso quello tanto strombazzato della raccolta differenziata per la quale siamo a circa 30 punti in percentuale dall'obiettivo di legge in vigore del 60%. 

Sulla salute siamo diventati una provincia che non cura ma esporta gli ammalati. 

Insomma c’è tanto da lavorare per chi si vorrà candidare al governo del nostro territorio a cominciare dalla tornata elettorale della prossima primavera. Ma intanto bisognerebbe cominciare a leggere i dati con oggettività uscendo dagli slogan facili (sulla città che vola, sulle energie che si sprigionano etc.)  cominciando a fare una seria autocritica sul passato per cominciare a guardare con realismo verso il futuro.

Non c’è vera innovazione non ci può essere speranza di futuro se non c’è capacità di guardare con spirito critico al proprio passato soprattutto se recente! 
GUARDARE AL PASSATO PER UN RITORNO AL FUTURO appunto! 


P.S.
il quadro socio economico della nostra Provincia è confermato dal quadro regionale come ho spiegato in questo post  e questo aggrava ulteriormente i dati che emergono dal Rapporto che abbiamo esaminato sopra. 
   

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