Il Sindaco come risulta
dal titolo dell’articolo del Secolo di oggi, riprodotto qui a fianco, ha
emanato un comunicato nel quale in sintesi afferma che andrà alla conferenza
dei servizi presso il Ministero dell’Ambiente per impedire che la revisione
dell’AIA comporti un rinnovo della durata della centrale Enel, sezione a
carbone, ben oltre la data di legge del 2029.
Intanto mi sento di
precisare che il 2029 è la date giusta
che sostengo da anni per stabilire la durata
della efficacia legale della autorizzazione vigente rilasciata nel 2013. L’ho
spiegato inascoltato più volte e come avevo spiegato in questo post QUI del 2017, che anticipava la procedura di cui tratta il
comunicato del Sindaco di ieri. Fa piacere che ora gli amministratori pubblici
attuali lo ammettano!
La questione invece
rimossa dal comunicato del Sindaco è che...
la durata della centrale a carbone non
dipende solo dalla autorizzazione vigente
(peraltro già di per se lunga parliamo infatti del 2029) ma anche dalle
esigenze del sistema elettrico nazionale gestito da Terna. Terna è il gestore della rete di
trasmissione italiana in alta tensione e deve garantire che l’offerta di energia
immessa nella rete sia costantemente uguale alla domanda, ossia
ai consumi di elettricità, svolgendo quindi un servizio pubblico di interesse
nazionale.
Per cui,
come è avvenuto per la centrale di Genova, se Terna rileva che esiste una
rischio di dispacciamento nelle rete nazionale può chiedere al Ministero dello
Sviluppo Economico di non smantellare la sezione a carbone e addirittura di
riattivarla.
D’altronde
questo è già avvenuto, di fatto, riguardo lo smantellamento delle due sezioni turbogas
esistenti in centrale e messi solo in sicurezza come risulta dal piano di dismissione delle
sezione SP1 e SP2 nonché dai controlli
del PMC sia 2018 che l'ultimo del gennaio 2019. Da questi documenti risulta che
gli interventi di messa in sicurezza dei
sistemi sopra elencati consistono in generale nella rimozione delle sostanze
dai circuiti, nell’intercettazione dell’alimentazione elettrica e nello
svuotamento dei circuiti di lubrificazione e regolazione, le operazioni
di messa fuori servizio si sono concluse
nel luglio 2016 ma le apparecchiature sono ancora presenti ma fuori servizio.
Parliamoci
chiaro essendo la data di scadenza della attuale autorizzazione il 2029 cioè ben altri 10 anni, risulta impensabile e sarebbe del tutto
immotivato che Terna eserciti una richiesta per un ordine temporale così
lontano come prospettato dal Sindaco: il 2037!
Ne Enel può avere interesse a chiedere una durata oltre il 2029,
allo stato dei fatti, perché questo comporterebbe non solo una nuova AIA ma
anche un VIA (quanto meno nella forma della VIA ex post visto che una VIA la
centrale spezzina non ha mai avuto) che costringerebbero
Enel a grossi investimenti sulla centrale in un quadro europeo attuale che vede
il 2025 come data di chiusura del carbone per la generazione termoelettrica.
Non solo ma il Regolamento
UE 2019/943 (sul mercato interno della energia elettrica) all’articolo
22 (commi 4 e 5 vedi QUI) prevede
che le centrali elettriche
esistenti che emettono più di 550 gr di CO2 di origine fossile
per kWh e 350 kg di CO2 in media all'anno per kW installati non potranno
partecipare ai meccanismi di capacità dopo il 1 ° luglio 2025.
Quindi
oggi parlare di proroghe oltre il 2029 della autorizzazione alla sezione a carbone
non ha alcun senso e non si capisce quindi il Comune cosa dovrebbe sventare sul
punto oggi in Conferenza dei Servizi.
Peraltro
volendo seguire il ragionamento del comunicato del Sindaco, che ripeto non ha
alcun fondamento ne tecnico ne giuridico,
lui come Autorità Sanitaria ha gli strumenti per bloccare non tanto la
proroga oltre il 2029 (che non è attualmente all’ordine del giorno come spiego
sopra) ma semmai impedire che la sezione a carbone vada oltre il 2021 quindi
quanto meno funzioni per altri due o tre anni (fino al 2025 vedi sopra
regolamento UE 2019/943) questo si è un
rischio reale per il meccanismo europeo della transizione alla rinnovabili
per generazione elettrica (vedi ultima Raccomandazione della
Commissione UE all’Italia del 18 GIUGNO 2019 (2019/C 297/12 - TESTO RACCOMANDAZIONE: QUI) La parte che riguarda l’Italia, di questa Raccomandazione, afferma che la
proposta di Piano nazionale integrato energia e clima presentata dal Governo
italiano dovrà entro la fine di questo anno per il settore energia elettrica: “
valutare l’adeguatezza delle risorse
tenendo conto del contesto regionale e delle potenzialità effettive degli
interconnettori e delle capacità di produzione nei paesi limitrofi; precisare
la misura in cui il previsto sviluppo nel settore del gas è compatibile con gli
obiettivi di decarbonizzazione dichiarati e con il programmato abbandono
graduale degli impianti termoelettrici a carbone”.
Quali
strumenti ha il Sindaco per bloccare una eventuale situazione di questo tipo? Quello
di far valere, per il sito spezzino, un interesse superiore a quello della sicurezza del sistema di
dispacciamento elettrico nazionale ed europeo: LA SALUTE PUBBLICA!
COSA DOVREBBE FARE IL SINDACO NEL CASO IN CUI SI
VERIFICASSE L’IPOTESI DI UNA DURATA OLTRE IL 2021 E FINO AL 2025 DELLA SEZIONE
A CARBONE
Il Sindaco ovviamente non
può incidere sulle date che sono fissate dalla legge come pure sulle
dismissioni anticipate che sono prodotto da decisioni dei gestori degli
impianti. Il Sindaco, però, come massima autorità sanitaria comunale e
soprattutto avvalendosi del potere di Parere Sanitario (non rilasciato al
momento della autorizzazione del 2013 dal Sindaco Federici) può dimostrare con
una valutazione di impatto sanitario che la centrale a prescindere da quando
chiuderà produce un impatto sanitario eccessivo ora e quindi proporre prima
delle scadenze sopra esaminate prescrizioni per una revisione dell’AIA ex
comma 7 (articolo 29-quater DLgs 152/2006) tali da comportare la immediata chiusura della sezione a carbone.
LA QUESTIONE DELLA CENTRALE A GAS
Lo studio
sanitario suddetto potrebbe servire anche per fermare il progetto di centrale a
gas che attualmente, in assenza di azioni nel senso suddetto da parte del
Comune ma anche della Regione e della Provincia (con un atteggiamento troppo
passivo dello stesso Ministero dell’Ambiente peraltro) rischia di passare come
nuova servitù energetica per il nostro territorio.
Questo è
quanto dovrebbe fare il Sindaco, ma non solo lui vedi altri interlocutori, se
davvero vuole chiudere con sicurezza il carbone nel 2021 e non vuole far realizzare
il progetto di centrale a gas.
La
variante urbanistica proposta sull’area Enel attualmente occupata dalla
centrale termoelettrica invece è uno strumento utile ma debole per due motivi
di fondo:
1. l’
autorizzazione del Ministero dello Sviluppo Economico va in variante agli
strumenti urbanistici vigenti o anche solo adottati
2. le
esigenze dettate dalle norme UE sopra citate richiedono all’Italia di garantire
la transizione alle fonti rinnovabili del 2025 anche con centrali a fonti
fossili e il meccanismo degli incentivi del capacity market rende per Enel
molto appetibile la centrale a gas ma non quella a carbone che non rientra in
questi meccanismi se non con interventi di ristrutturazione pesanti
economicamente.
Il punto 2 sopra riportato per essere bypassato, vale a dire gestire la transizione con sistemi di
produzione elettrica diversi dalle fonti fossili, sempre che sia possibile
richiederebbe un tavolo a livello governativo quindi non può certo essere gestito solo a livello di
un Comune.
Ecco perché
lo strumento della Salute Pubblica può essere fondamentale ma nessuno ha mai
voluto attivarlo seriamente a cominciare dalla autorizzazione del 2013
rilasciata senza Parere Sanitario del Sindaco che era ed è obbligatorio per
legge (comma 6 articolo 29-quater DLgs 152/2006).
Se non si vuole attivare
questo strumento allora sarebbe più serio che l’Amministrazione Comunale
spezzina con la Regione, invece di giocare con le date della autorizzazione,
chiedessero di avviare un tavolo con il Governo ed Enel per definire un
progetto integrato di investimenti non
solo energetici (per garantire la transizione alle rinnovabili insieme con la
chiusura della sezione a carbone nel 2021) ma anche ambientali. In modo che anche se
dovesse arrivare la centrale a gas gli investimenti possano garantire comunque
un bilancio ambientale e sanitario positivo.
Quanto sopra a mio avviso è quello che dovrebbe essere esaminato e nei limiti del possibile fatto, tutto il resto è dibattito
politichese che può essere utile per la prossima campagna elettorale per le
regionali liguri ma che sulla vicenda futuro area Enel non c’entra un tubo
tanto per essere chiari!
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