Secondo
ReCos S.p.A. l'inchiesta pubblica sul progetto di biodigestore "ha trovato
grande interesse nella popolazione" (QUI).
Questa
Inchiesta è stata così interessante che tutti i Sindaci "interessati" non hanno
partecipato per protesta (Arcola, Santo Stefano Magra, Vezzano Ligure), solo un comitato tra quelli dei cittadini ha
partecipato peraltro in modo estremamente critico e dando un giudizio negativo
sulle modalità di gestione della Inchiesta e sulle sue conclusioni.
L'Inchiesta
Pubblica nei procedimenti di Valutazione di Impatto Ambientale ha la finalità
di gestire le contestazioni al progetto oggetto della stessa e soprattutto
superare l'opposizione allo stesso, altrimenti è inutile oltre che controproducente,
per chiunque, compresi quelli che vogliono realizzare il progetto e non spiego
qui il perché ma arriverà il momento in cui tutto ciò verrà chiarito.
Invece
il risultato della Inchiesta in questione ha suscitato così tanto interesse che
pochi giorni dopo la sua conclusione 2.000 cittadini della zona interessata
hanno partecipato ad una enorme manifestazione contro questo progetto.
Ma tutto questo per questi
signori di ReCos S.p.A. viene definito: “minoranza attiva, rumorosa e male informata”! Seguo da 30
anni vertenze ambientali e ne ho è viste di tutti i colori ma raramente ho
assistito ad un livello di arroganza e
disprezzo per residenti e istituzioni (ben tre Comuni in questo caso).
Forse
questi signori sapranno costruire i biodigestori (forse) ma di sicuro di
comunicazione e gestione dei conflitti non capiscono granché !
Ma
c’è di peggio nelle dichiarazioni di ReCos S.p.A. sopra linkate. Oltre a non conoscere granché dei principi di
comunicazione nella gestione dei conflitti ambientali questi signori hanno le
idee molto confuse su come devono essere svolte le procedure di pianificazione
e successive valutazioni e autorizzazioni degli impianti di gestione dei
rifiuti.
Cari signori di ReCos vi riporto un passo normativo che può esservi utile, si tratta della lettera d) comma 1 articolo 197 DLgs 152/2006 sulle competenze delle Province: “d) l'individuazione, sulla base delle previsioni del piano territoriale di coordinamento di cui all'art. 20, comma 2, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, ove già adottato, e delle previsioni di cui all'art. 199, comma 3, lettere d) e h), nonché sentiti l'Autorità d'ambito ed i comuni, delle zone idonee alla localizzazione degli impianti di smaltimento dei rifiuti, nonché delle zone non idonee alla localizzazione di impianti di recupero e di smaltimento dei rifiuti.”
I siti non li sceglie Recos ma la Provincia e soprattutto si scelgono dentro la pianificazione sottoposta ad una corretta procedura di VAS.
Le aziende come Recos spa non scelgono ma propongono progetti che devono rispettare le procedure di legge e queste prevedono :
1. La Regione definisce i criteri di pianificazione
2. La Provincia stabilisce le zone dove collocare i diversi impianti
3. Il Comitato di Ambito Regionale recepisce la pianificazione provinciale in modo di coordinarla tra le varie Province
4. La Regione valuta il progetto singolo e lo approva insieme con la Provincia interessata
Questa è la procedura di legge, imparate a seguirla prima di dare degli incompetenti agli altri.
P.S.
giusto per la precisione i tempi di discussione del
giudizio di fronte al TAR non lo decidono gli avvocati di Recos SpA, pure su
questa dichiarazione ("i ricorsi si discuteranno tra tre anni") questi signori dimostrano arroganza e incompetenza, si incompetenza perché cosa faranno questi signori avvieranno un cantiere per realizzare un progetto sub iudice? Auguri!
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