Da mesi i gruppi
consiliari comunali spezzini discutono di un ordine del giorno, da far approvare
in Consiglio, sul futuro dell’area attualmente occupata dalla centrale a
carbone dell’Enel
Date per scontate due
premesse:
la prima che l’Enel
mantenga l’impegno a dismettere l’impianto al 2021 (data sulla quale si cominciano a sentire
perplessità peraltro non nuove come avevo spiegato QUI)
la seconda che un conto è
la data di dismissione dichiarata da Enel (2021) altra quella della legge sulla
durata della attuale autorizzazione (AIA) vedi QUI...
... la questione su cui i
gruppi consiliare sembrano non trovare accordo è quella su come misurare l’impatto
sanitario fino ad ora prodotto dalla centrale.
Addirittura da parte della
maggioranza consiliare si è arrivati ad affermare che studi di questo tipo
costerebbero troppo (sic!).
Evidentemente non si sa di
cosa si parla.
Intanto sapere cosa ha
prodotto alla salute dei cittadini spezzini (soprattutto quelli della zona est
ma non solo) la presenza della centrale e delle altre attività inquinanti,
sarebbe di grande importanza anche per la discussione sul futuro dell’area in
questione. Infatti proprio partendo dallo stato della qualità della vita dei
cittadini residenti si potrebbero rendere i diversi scenari del futuro
dell’area rispondenti alla realtà della storia di questa città. Solo
capendo come stiamo possiamo comprendere dove dobbiamo andare.
Non solo ma considerato che disegnare le
destinazioni funzionali dell’area in questione dipenderà oltre che dal
tipo di bonifica anche e soprattutto dagli strumenti di pianificazione urbanistica
che restano in buona parte di competenza proprio del Comune a cominciare dal nuovo PUC. Ora. come ho spiegato in questo post QUI, all’interno
della procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del nuovo Piano
Urbanistico Comunale (PUC) in fase di approvazione ci deve essere
proprio la Valutazione Integrata di Impatto Ambientale e Sanitario (VIIAS) oggi
disciplinata da una delibera regionale approvata dalla stessa maggioranza che
governa il Comune, ma guarda un pò!
Quindi comunque la
questione dovrà essere affrontata, ma affrontarla da subito, per la zona est
della città dove è collocata l’area Enel, renderebbe più trasparente il
percorso sul futuro dell’area stessa, anche considerata la confusione sul futuro
del nuovo PUC visto che quello adottato dalla Amministrazione precedente è
stato fatto decadere.
Ecco quindi che sarebbe
importante coinvolgere tutti gli
enti interessati e competenti al fine di definire un Protocollo che preveda:
1.uno studio sul danno
sanitario prodotto dalla centrale in questi anni attraverso ad esempio la
metodologia del monitoraggio ambientale su indicatori di interesse sanitario
2. una valutazione di
impatto sanitario sugli scenari possibili di utilizzo futuro dell’area della
centrale tenuto conto delle altre fonti
inquinanti esistenti (traffico, porto, cantieri navali etc.)
Questo Protocollo
servirebbe per dare più forza alla richiesta avanzata da tutti i gruppi
consiliari, compreso quelli di maggioranza sul divieto di collocare industrie
insalubri nell’area in questione. Infatti se non adeguatamente motivata sotto
il profilo tecnico e scientifico questa richiesta rischia di essere astratta
visto che la legge non vieta in assoluto la presenza di queste industrie
insalubri tanto più che stiamo parlando di un area che si vuole fare restare
industriale (secondo le indicazioni sia della maggioranza consiliare che di una
parte dei gruppi di opposizione).
Sulla problematica di
misurare gli impatti sulla salute delle decisioni sull’uso del territorio non
si può continuare a indicare generiche frasi tipo “studi a tutela della salute
dei cittadini”, come si legge nell’ultima versione dell’odg della maggioranza
consiliare, occorre definire bene gli strumenti valutativi da applicare e i due elencati sopra sono due esempi concreti di questi strumenti letti in modo integrato.
Quanto ai "costi eccessivi” verrebbe da dire che dopo oltre 50 anni di centrale a carbone
questo "giudizio" appare indecente e comunque non si tratta di costi eccessivi e
se vogliamo fare i conti “della serva”si
parla di qualche decina di migliaia di euro! Peraltro la maggioranza consiliare
dovrebbe sapere che nella Convenzione Enel,
sottoscritta dopo il rilascio dell’AIA del 2013 dalla Amministrazione
precedente ma perfettamente valida, al punto e) articolo 6 si legge che
sono stanziati 150.000 euro per lo studio epidemiologico. Quindi Enel come ha
sottoscritto questo impegno peraltro mai attuato del tutto può contribuire agli
studi che chiediamo secondo il principio chi inquina paga. Se poi pensiamo che una parte dei soldi della Convenzione Enel sono stati utilizzati per pagare la ristrutturazione di Piazza Verdi la questione dei "costi eccessivi" diventa ancor più indecente.
Infine visto che pare, soprattutto nella maggioranza consiliare, non sia chiaro il significato
di cosa sia una Valutazione di Impatto Sanitario li invito a leggere le linee
guida del sistema delle Agenzie per la Protezione Ambientale a questo LinK QUI.
Per un mio commento vedi QUI
Un problema su cui i cittadini devono essere parte attiva e non ripetere lo scandalo di Piazza Verdi.
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