L’Inchiesta sulla Autorità
Portuale (di seguito AP)spezzina fa emergere un quadro inquietante anche solo
leggendo sui quotidiani locali le intercettazioni, per non parlare delle accuse
mosse dalla Procura nei confronti dei rappresentati principali di questo ente
pubblico così rilevante per la nostra città.
Ma non è mia intenzione
trattare in questo post l’inchiesta che sarà oggetto della azione della
magistratura. Mi interessa invece capire se la gestione “allegra” come sembra
emergere dalla inchiesta sia responsabilità di poche persone (gli imputati “eccellenti”)
o derivi anche da una incapacità del livello politico burocratico ed
imprenditoriale del settore a garantire una governance legittima e trasparente della
AP.
In questo senso ho trovato
piuttosto insopportabili alcune dichiarazioni, come quella del Sindaco di
Spezia, che tende immediatamente a scaricare tutto sulla persona del Presidente
e dei suoi diretti collaboratori le responsabilità politiche che sembrano
emergere dalla inchiesta. Infatti quando si parla rivolgendosi al Presidente
della Autorità Portuale affermando che: “sta
emergendo un tema riguardante poteri che tendono a costituirsi come autocratici
e non trasparenti” (Intervista al Secolo XIX del 4 novembre
scorso) si da un giudizio di responsabilità politico amministrativa pesante
senza però spiegare (al di la delle battute sui giornali) cosa la
Amministrazione Comunale ha fatto non negli ultimi mesi ma in tutti questi anni
di Presidenza Forcieri per limitare questa presunta o reale autocrazia.
Ancora una volta si
confondono, volutamente a mio avviso, le eventuali responsabilità penali (che
dovranno essere vagliate e sancite dalla Autorità Giudiziaria) con quelle
politico amministrative e soprattutto si scaricano solo su chi è coinvolto
nella inchiesta giudiziaria rimuovendo il contesto istituzionale in cui gli
eventuali reati sono stati commessi.
Il tutto ricorda molto da
vicino la vicenda di “Parcopoli” (l’inchiesta sul Parco delle 5Terre) che, se ha
individuato le responsabilità penali, non ha portato ad una seria autocritica
sulle responsabilità politico amministrative soprattutto da parte dei partiti
che hanno governato direttamente o indirettamente il Parco delle 5Terre come ho
spiegato in questo post QUI.
D’altronde sulla rimozione
delle responsabilità politico amministrative abbiamo assistito ad un esempio da manuale recentemente per
la vicenda del processo sull’alluvione di Genova e la relativa assoluzione dell’ex
assessore regionale Raffaella Paita, sulle cui responsabilità amministrative non
certo penali (ripeto quelle sono compito della magistratura) ho scritto in
tempi non sospetti QUI.
Ma rimuovere queste
responsabilità anche questa volta contribuirà per l’ennesima volta a mantenere
lo stato di opacità amministrativa che caratterizza gli enti pubblici spezzini
a qualsiasi livello. Qui sta il male che
corrode la politica spezzina da decenni: una gestione del potere paramafiosa
(sul concetto ho spiegato tutto in questo post, vedi QUI).
Ma veniamo al sodo intanto
prima questione ma Il Presidente della AP ed il Segretario nonché il “cerchio
magico” intorno a lui poteva essere l’unico collettivo decisionale senza
controlli ulteriori? Ovviamente il mio
ragionamento si svilupperà nel quadro della legge 84/1994 prima della
recentissima riforma che peraltro non cambia molto sotto il profilo del mio
ragionamento in questo post sia nelle funzioni che nella composizione del
Comitato Portuale per la parte politica (restano membri rappresentanti dei
Comuni interessati nonché la Regione nel caso spezzino due perché la nuova
Autorità coinvolgerà anche il porto di Carrara).
IL COMITATO PORTUALE
E’ un organo della AP con
poteri rilevanti. Ed è composto, fino alla attuale inchiesta, dai Sindaci dei
Comuni presenti nella fascia demaniale portuale (Spezia Lerici Portovenere) nonché
dalla Regione oltre che da rappresentanti della Camera di Commercio e degli
operatori portuali e dei sindacati dei dipendenti, nonché da rappresentanti del
Ministero delle Finanze e Infrastrutture nonché il Comandante della Capitaneria.
Ma, al di la della composizione formale del Comitato, se i
suoi membri vogliono svolgere le loro funzioni, questo organo è il vero motore
della funzione di indirizzo operativo e di controllo di questo Ente. Insomma il
Presidente diventa un “dominus assoluto” solo se i membri del Comitato
rinunciano a svolgere la loro funzione come d’altronde accadde nel
Consiglio di Amministrazione del Parco 5 Terre dove tutti, compresi i
rappresentanti delle associazioni ambientaliste, dormirono sonni tranquilli
invece che controllare la gestione del Parco.
Tornando alla AP la
migliore definizione del ruolo potenzialmente integrato tra Presidenza e e il Comitato Portuale la fornisce una autorevole studiosa di governance amministrativa dei porti di
interesse nazionale: Anna Maria Citrigno della Università di Messina che nel
suo Autorità Portuale profili
organizzativi e gestionali (ed Giuffrè 2003) così si esprime (pag. 79): “Si tratta pur sempre di un organo di amministrazione
pubblica e, pertanto, procedimenti e atti saranno ad evidenza pubblica. Ciò
significa che è importante l’impulso che riuscirà ad imprimere il
Presidente come pure la “vivacità”
del Comitato Portuale. Su questi due organi riposa l’efficienza della
azione pubbica e la produttività e sviluppo
della struttura portuale. Ma il sistema è più complesso in quanto prevede la vigilanza del Ministero delle Infrastrutture e il controllo della Corte di Conti”. Come si vede ci sono tutti!
Ma quali sono le
competenze (ex articolo 9 della legge quadro sui porti che restano anche nell’ultima
versione della legge 84/1994):
a) Pianificazione programmazione
attività portuale
b) relazione annuale sulla
attività di gestione del porto e quindi della AP compresa la gestione dei servizi
generali
c) concessioni servizi
generali (come definiti dal decreto ministeriale del 1994 e s.m.i) tra questi
quello manutenzioni, rifiuti, ma anche informatici
d)concessioni banchine
sopra i 4 anni di durata
etc.
Insomma come si vede
funzioni che volendo tornare per un attimo alla inchiesta in corso dimostrano
non una responsabilità penale dei membri del Comitato ma semmai che (se tutte le accuse per ora formulate dalla Procura si dimostrassero fondate e
arrivassero a sentenza) i membri del Comitato non hanno saputo o voluto (cambia poco a mio
avviso) svolgere correttamente le loro
funzioni anche in chiave di controllo sulla attività della Presidenza e della
segreteria della AP.
Ma c’è di più perché chi accusa oggi l’ex Presidente della
AP di autocrazia dovrebbe fare un esame di coscienza su tutti gli atti non
trasparenti per non dire potenzialmente illegittimi in alcuni casi, che ha
lasciato correre in tutti questi anni comprese palesi ommissioni quanto meno di valenza amministrativa.
LA QUESTIONE DELLA INCOMPATIBILITÀ DEL
PRESIDENTE ORA DIMISSIONARIO
Lorenzo Forcieri, se si
fosse applicata con correttezza la norma di legge in vigore al momento della
sua prima nomina (il Presidente AP è nominato dal Ministro di intesa con la
Regione ma su proposta dei Comuni in primis Spezia), non poteva essere
incaricato. Lo ha confermato ampiamente una sentenza del Consiglio di Stato e
successivamente della Cassazione che ha statuito l’inesistenza del vizio di
giurisdizione nella sentenza dell’organo di Palazzo Spada come ho spiegato QUI.
IL FALLIMENTO PILOTATO DEL TAVOLO DI
ATTUAZIONE DEL PRP
Un tavolo nato per
coinvolgere la comunità dei cittadini residenti nel confronto sulle fasi di
attuazione del Piano Regolatore del Porto. Un tavolo promosso da un ordine del
giorno del Consiglio Regionale e che non ha mai funzionato per volontà del
Presidente Forcieri con l’avvallo attivo e passivo del Comune di Spezia, vedi QUI.
LA VIOLAZIONE DELLA NORMATIVA SULL’ACCESSO
CIVICO E LA TRASPARENZA DA PARTE DELLA AP
E dove erano gli attuali
accusatori della “autocrazia Forcieriana” visto che fino ad oggi la AP continua
a non pubblicare moltissimi atti in violazione della normativa sulla
Trasparenza?
Vedi QUI.
LA CONCESSIONE CONTSHIP
Dove erano i critici attuali
della scarsa trasparenza nella gestione della AP al momento del rilascio del
rinnovo della concessione alla Contship
per altri 50 anni che prevedeva (nella istanza di rinnovo) il raddoppio dei
Teu, il tutto:
1. senza rispettare procedure di evidenza pubblica,
utilizzando lo strumento dell’accordo sostitutivo della concessione nonostante
che anche recentemente il Consiglio di Stato abbia chiarito la necessità della
procedura di evidenza pubblica anche senza ulteriori domande. Vedi QUI.
2. Ma anche senza rispettare la tempistica della delibera
di approvazione del PRP e delle prescrizioni del Ministero dell’Ambiente: vedi
QUI.
I MANCATI INTERVENTI A TUTELA DELL’AMBIENTE
SULLE EMISSIONI INQUINANTI IN PORTO
E dove erano in questi
anni i critici attuali di Forcieri mentre la AP non attuava sistematicamente la
normativa in materia di emissioni da navi? Vedi QUI.
E mi sono limitato ad esempi prevalentemente di rilevanza ambientale!
CONCLUSIONI
Abbiamo assistito in
questi ultimi due anni relativamente al porto di Spezia ad una sorta di esibizione
da parte del Comune di Spezia di una psicosi ambientalista da rischio di
perdita del potere. Ne è un esempio clamoroso la polemica Federici v/s Forcieri
sulla stazione crocieristica. Il Sindaco aveva di fatto avvallato da tempo il
progetto del Presidente della AP attaccando furiosamente qualche anno prima l’ex
Presidente della Provincia che criticava quel progetto. Improvvisamente e con
motivazioni, amministrativamente molto confuse, il Sindaco si scopre
ambientalista e non vuole più quel progetto troppo cementificatore dimenticandosi
della cementificazione del golfo prevista dal PRP. Vedi QUI.
Al di la quindi della
Inchiesta della Procura, che prenderà la direzione secondo ruoli e funzioni dei
diversi organi della Autorità Giudiziaria, emerge un dato quello si autocratico
di cui sono responsabili tutte le istituzioni quindi anche Comune di Spezia e
Regione. Il dato è che in tutti questi anni la discussione sul futuro del porto
di Spezia non ha coinvolto la città ma la città ha subito scelte decise da
gruppi ristretti di interesse con l’avvallo passivo della classe politica
dirigente di questa città.
Questo nonostante i
traffici portuali non siano messi benissimo, e nonostante la problematica delle
grandi navi, dei noli bassi di cui ha trattato QUI.
E risultano ridicole
quindi le critiche al Presidente Forcieri esternate persino dalla presidente di
Spezia Port service che cerca in modo assurdo di dare la responsabilità della
crisi dei traffici nel porto di Spezia alla Presidenza AP come se non sapessimo
tutti come stanno le cose a livello internazionale su questo aspetto.
Insomma inchiesta penale a
parte, sotto il profilo politico amministrativo, le prime dichiarazioni ufficiali dei diversi politici e rappresentanti del sistema di potere di locale ma anche quelle delle settimane precedenti, dimostrano per l’ennesima volta come
la attuale classe dirigente politica amministrativa ma anche in parte
imprenditoriale non sia all'altezza per
dare risposte che non riproducano situazioni come quella a cui stiamo
assistendo in questi giorni.
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