venerdì 9 gennaio 2015

Le "allegre" proposte di legge di Raffaella Paita: la tutela delle coste.

L’ultima trovata della candidata alle primarie del PD per  la Presidenza della Regione è, come ribadito in una dichiarazione anche di suoi sostenitori in questi giorni,  la proposta di una legge per la tutela delle coste e del suolo (pagina 8 del suo programma vedi QUI).

Ancora una volta la signora che ha fatto parte per anni della attuale Giunta Regionale con competenze inerenti alle infrastrutture quindi interferenti anche con la pianificazione costiera, scopre in ritardo,  quello che lei o quanto meno l’Ente di cui ha fatto parte fino ad ora (la Regione),  avrebbe dovuto predisporre da anni.

Non è la prima volta, come ho dimostrato QUIche la Signora Paita si inventa obiettivi  come fossero sue idee geniali quando invece trattasi di obblighi che la normativa Europea e Nazionale prevede da anni. Obiettivi dei quali, in questi anni di governo la Signora, insieme con il suo Presidente, si è  dimenticata alla grande, per poi spolverarli in vista di queste nuove elezioni, peraltro senza chiarire mai nel merito come davvero voglia raggiungerli.

Ora è la volta della pianificazione e tutela degli ambienti costieri. Secondo il programma della Paita si tratterebbe della prima legge di questo genere in Italia! 

Voglio ricordare alla Signora Paita e  a chi gli suggerisce le sue proposte elettorali  quali sono gli obblighi in materia di ambienti costieri vigenti da anni.


Dal 2008 è in vigore la Direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino (Direttiva 2008/56/CE). Gli Stati membri (quindi anche le Regioni per la parte di loro competenza) dovranno elaborare, per le loro acque territoriali all’interno di ciascuna regione marina, strategie per la protezione dell’ambiente marino articolate su diverse fasi temporali : dai monitoraggi della qualità delle acque marina ai programmi per raggiungere gli obiettivi di qualità delle acque marine. Nel concetto di ambiente marino rientrano anche le acque costiere.
Voglio ricordare che secondo il DLgs 190/2010 (attuazione della suddetta Direttiva 2008/56/CE) deve essere verificata (entro il 2012) l’integrazione degli obiettivi di qualità delle acque con gli strumenti di programmazione e pianificazioni regionali e locali.

Nel 2009 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della UE il Protocollo integrato sulla gestione delle zone costiere del Mediterraneo (vedi  QUIe, sempre nel 2009, la Comunicazione della Commissione UE su: “Una politica marittima integrata per una migliore governance nel Mediterraneo”.
Questi documenti individuano nella Pianificazione dello spazio marittimo (PSM), lo strumento principe per una  governance efficace ai fini di una gestione basata sugli ecosistemi che affronti l’impatto combinato delle attività marittime, i conflitti connessi alle diverse utilizzazioni dello spazio e la preservazione degli habitat marini. Peraltro nel 2008 (vedi QUIsempre la Commissione UE, aveva individuato i criteri per arrivare ad elaborare una corretta Pianificazione dello spazio marittimo. 


Ho trattato di questi documenti ufficiale della UE QUI e QUI,  al fine di proporre una corretta progettazione del futuro waterfront della Spezia. Questa poteva essere l’occasione per la signora Paita di chiedere una applicazione corretta delle norme europee su un caso concreto e non utile solo per gli slogan elettorali: ovviamente occasione persa!


Nel 2011 è stato approvato il Regolamento  UE  n. 1255  che istituisce un programma destinato a sostenere misure intese a promuovere lo sviluppo ulteriore e l’attuazione della politica marittima integrata dell’Unione. In particolare questo Programma è volto a finanziare lo sviluppo di strumenti intersettoriali, segnatamente la Pianificazione dello Spazio Marittimo (PSM, vedi in precedenza).

Più recentemente è intervenuta la Direttiva 2014/89/UE che istituisce un quadro per la pianificazione dello spazio marittimo (vedi QUI 
Questa nuova Direttiva prevede che gli Stati membri dovranno  elaborare e attuare processi coerenti per pianificare gli usi umani dello spazio marittimo e  garantire la gestione sostenibile delle zone costiere. Uno dei principali valori aggiunti della proposta è il sostegno  offerto alla connettività terra-mare grazie al requisito di coerenza tra la pianificazione dello spazio marittimo e la gestione integrata delle zone costiere.  I dettagli della pianificazione e la determinazione degli obiettivi di gestione sono lasciati agli  Stati membri. L'UE non prenderà parte a tali processi. In particolare  il processo di pianificazione propriamente detto deve  essere condotto dalle autorità degli Stati membri in funzione delle rispettive strutture  costituzionali e di governance, delle priorità politiche settoriali nazionali e, nella misura del  possibile, deve basarsi su meccanismi e politiche esistenti.

La proposta di legge di cui tratta il “programmino”  della Signora Paita si occuperà di attuare i principi di questa nuova Direttiva? La Signora Paita e la giunta Burlando hanno pensato di partecipare al Programma previsto dal Regolamento UE n. 1255/2011?
Non è dato sapere visto che questi atti e documenti ufficiali UE non vengono minimamente citati nel  “programmino” elettorale.

Insomma  non basta scrivere farò una legge sulla tutela delle coste, bisogna chiarire il quadro di riferimento normativo e tecnico dal quale la legge svilupperà i proprio contenuti!



CONCLUSIONI
La Signora Paita invece che annunciare leggi “fantasmagoriche” senza peraltro chiarirne i contenuti, ci spieghi come e quanto la Regione Liguria in questi anni ha attuato o si sta attivando per attuare le norme europee e nazionali citate in questo post.   
Chi ha governato per molti anni non deve fare promesse future ma deve soprattutto giustificare quello che ha fatto o non ha fatto. Questo è l’unico modo per garantire che le promesse siano credibili.
Peraltro nel caso in esame si tratta di un promessa indefinita: una legge per la quale si descrive solo il titolo generico e niente più!










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