venerdì 21 ottobre 2011

Dalle UE criteri e metodi per valutare il progetto di Waterfront


Forse per il progetto di waterfront dovremmo partire dalla foto che è qui a fianco cioè dalla Spezia che c’è e che vuole  riconquistare un rapporto diretto con il mare.










Invece come ho già più volte affermato il progetto di Waterfront è fino ad ora stato gestito come se lo spazio a cui si riferisce fosse estraneo alla città storica. Un progetto quello del Waterfront tutto interno alla peggior logica spezzina:

  •  linee di indirizzo decise nelle segrete stanze,
  • un bando internazionale finalizzato poi a far lavorare i soliti architetti locali noti con la supervisione del nome internazionale,
  •  cordata di imprenditori locali pronta conquistarsi una fetta,
  • mancato rispetto degli indirizzi contenuti nel PRP sulla modalità attuative dei diversi ambiti della linea di costa,
  • rimozione della normativa europea in materia di valutazione ambientale dei piani urbanistici e territoriali,
  • mancata considerazione degli indirizzi europei in materia di gestione integrata delle aree costiere. 




LO SPAZIO MARITTIMO SECONDO LA UE: PROBLEMATICHE DA AFFRONTARE
In post precedenti avevo trattato del  Protocollo sullagestione integrata delle zone costiere.  Questo documento è utile per valutare il waterfront da un punto di vista terrestre. 

Un altro documento ufficiale della UE che sarebbe utile quale parametro per valutare la migliore soluzione per il waterfront, da un punto di vista più strettamente marittimo, è la Comunicazione della Commissione UE (Direzione generale affari marittimi) su Unapolitica marittima integrata per una migliore governance nel Mediterraneo” . Tale documento è finalizzato a evidenziare i meccanismi e gli strumenti che consentono di realizzare un approccio integrato per la gestione delle attività marittime nel bacino mediterraneo.
Il documento nella sua parte analitica rileva tra l’altro come le infrastrutture e gli impianti
turistici e ricreativi continuano a moltiplicarsi su coste già densamente popolate e fitte di abitazioni (in varie regioni costiere d’Italia, Francia e Spagna, il tasso di zone edificate nel primo chilometro di fascia litoranea supera già il 45%).  Questo sviluppo, sempre secondo la Commissione UE, costante delle attività umane ed economiche, ha condotto ad un aumento del degrado ambientale.

GLI INDIRIZZI OPERATIVI E GLI STRUMENTI PER LA PIANIFICAZIONE DELLO SPAZIO  MARITTIMO SECONDO LA UE
Due sono gli indirizzi operativi che andrebbero affrontati, secondo la Commissione UE, per tutelare nel futuro le nostre aree costiere:
  1. superare la frammentazione delle competenze e delle scelte che non permette di affrontare l’impatto cumulativo delle attività marittime persistenti sulla costa.
  2. la partecipazione delle parti interessate, la trasparenza del processo decisionale e l’attuazione di norme fissate di comune accordo
  3. il miglioramento della governance dello spazio marino a livello sub-regionale (quindi pensando al caso del waterfront spezzino ad un livello quanto meno interprovinciale).
Ma lo strumento principe individuato dalla Commissione UE per attuare i suddetti indirizzi operativi è la pianificazione dello spazio marittimo (PSM).
La PSM costituisce uno strumento di governance efficace ai fini di una gestione basata sugli ecosistemi che affronti l’impatto combinato delle attività marittime, i conflitti connessi alle diverse utilizzazioni dello spazio e la preservazione degli habitat marini. 

I PRINCIPI PER LA PIANIFICAZIONE  SOSTENIBILE E PARTECIPATA DELLO SPAZIO MARITTIMO
Un’altra comunicazione della Commissione UE ha fissato i principi relativi all’elaborazione di approcci PSM da parte degli Stati membri. Si tratta della Comunicazione COM(2008) 791.   

I principi, tradotti in modo applicabile al caso spezzino, sono:
  1. l’approccio eco sistemico quindi nel caso spezzino non limitato solo alla visione dello spazio da occupare da parte del progetto del waterfront ma su una scala del golfo intero quanto meno
  2. pianificazione a tre dimensioni. Come conseguenza del punto 1 la pianificazione deve operare in tre dimensioni in quanto interessa attività che si svolgono a) sul  fondale marino, b) nella colonna d'acqua; e c) sulla superficie. Questo consente di  utilizzare lo stesso spazio per scopi diversi.
  3. approccio strategico: il tempo, in quanto la compatibilità degli utilizzi e le esigenze di  gestione di una determinata area marittima potrebbero variare nel corso del tempo.
  4. approccio strategico: mettere insieme gli interessi settoriali in una stessa area marittima attraverso obiettivi dettagliati e non linee generali da lasciare in mano nella fase attuativa ai privati secondo la logica della peggiore finanza di progetto
  5. approccio strategico: coerenza fra pianificazione dello spazio terrestre e di quello marittimo — legame con la gestione integrata delle zone costiere
  6. prescrizioni chiare di tutela preventiva. Per zone a forte densità di  attività (come il caso del waterfront spezzino) o particolarmente  vulnerabili potrebbe essere  necessario un piano di gestione dello spazio più prescrittivo  e quindi meno flessibile.
  7. trasparenza. Tutti i documenti e le procedure relativi alla PSM devono essere trasparenti e le diverse fasi della sua attuazione devono essere facilmente comprensibili per l'opinione pubblica. In questo modo tutti gli interessati potranno essere pienamente informati, con un conseguente miglioramento della prevedibilità e aumento del grado di accettazione.
  8. partecipazione. Per garantire un'ampia accettazione del progetto, la sua appropriazione e il sostegno alla sua attuazione è altrettanto importare coinvolgere  fin dalle prime fasi del processo di pianificazione tutte le parti  interessate, in chiave di area vasta.  La partecipazione dei portatori di interesse è anche una fonte di conoscenze che  possono migliorare notevolmente la qualità della PSM.
  9. monitoraggio. Il processo di pianificazione deve essere sufficientemente flessibile da reagire a tali cambiamenti e consentire la revisione dei piani a tempo debito. Per soddisfare questi due requisiti occorrerebbe integrare nella PSM un meccanismo trasparente di monitoraggio e valutazione periodici. 
  10. pianificare conoscendo. Secondo la UE La PSM deve fondarsi su informazioni affidabili e conoscenze scientifiche. È necessario che la pianificazione tenga il passo con l'evolversi delle conoscenze (gestione adattiva). La Commissione ha posto in atto diversi strumenti scientifici e per la raccolta dei dati destinati a coadiuvare la PSM in tale processo, fra cui una rete europea di osservazione e di dati dell'ambiente marino (EMODNET), una banca dati integrata per le statistiche socioeconomiche marittime (attualmente in fase di  elaborazione da parte di ESTAT), l'Atlante europeo dei mari (previsto per il 2009) e il Monitoraggio globale per l'ambiente e la sicurezza (Kopernicus).
  11. sicurezza marittimaLa rigorosa attuazione della normativa comunitaria in materia di sicurezza marittima


CONCLUSIONI
Insomma da questi indirizzi della UE emerge con chiarezza come sotto il profilo metodologico la questione del progetto di waterfront spezzino sia stata affrontata in modo superficiale e provinciale, come peraltro confermato dall’esame dei documenti procedurali fino ad ora approvati in sede di Comitato Portuale per l’analisi dei quali si rinvia alla mia analisi precedente.  



P.S. 
Dopo questo post inizierò una analisi, che verrà sviluppata nei prossimi post, sugli obblighi, le competenze, gli obiettivi di sostenibilità che la normativa europea impone alla gestione delle attività marittime in rapporto integrato con le aree costiere. 

Nessun commento:

Posta un commento