mercoledì 4 luglio 2012

I caratteri e le azioni dei nuovi partigiani della democrazia partecipativa…….



IN QUESTO POST VORREI TRATTARE NON DELLA PARTECIPAZIONE CHE VORREMMO, MA  DI QUELLA CHE NON C’E’, DI QUELLA ANNUNCIATA E MAI REALIZZATA. QUINDI SVOLGERE UNA CRITICA ALLA RETORICA DELLA PARTECIPAZIONE, PARTENDO DAI PRINCIPI DI UNA BUONA PARTECIPAZIONE PER POI VERIFICARLI IN CASI CONCRETI DEL COMUNE DI SPEZIA MA ANCHE DI QUELLI DELLA PROVINCIA COME LEVANTO. 

MA PRIMA VOGLIO ACCENNARE.... 



 A TRE TEMI GENERALI  SUL RAPPORTO TRA DEMOCRAZIA E PARTECIPAZIONE
  
   1.  il modo di usare il sapere soprattutto da parte del potere, per cui l'esperto  non deve più essere, nella logica del principio di precauzione, il  soggetto che valida gli asserti scientifici a supporto delle decisioni pubbliche o a rilevanza pubblica , ma piuttosto come soggetto che prima di tutto garantisce la credibilità sociale ai suddetti asserti scientifici sviluppandone gli aspetti di trasparenza delle fonti, di origine delle fonti, di descrizione di tesi alternative, di evidenziazione delle situazione di incertezza scientifica, di semplificazione del linguaggio e della comunicazione.
   2. l’importanza del rispetto delle regole procedurali nonchè di democrazia da parte delle istituzioni,  di trasparenza e informazione, sulla distinzione delle funzioni e sulla gestione delle stesse.
   3. Dal versante società civile emerge spesso un disinteresse verso la crisi e la perdita di sovranità delle istituzioni pubbliche come pure di una riorganizzazione delle stesse, come se ci fosse una fuga verso un neocorporativismo comunitario e territoriale anti-istituzionale per principio. Insomma io uso il conflitto per contrattare con il potere contropartite   senza mettere in discussione il modo in cui il potere è organizzato e gestito in questo modo non faccio che spostare in altre  situazioni  il  problema  e  soprattutto non colgo la necessità di difendere il pubblico cambiandolo anzi  mi  iscrivo oggettivamente nelle tendenza di fondo dei poteri forti che vogliono uno stato tecnocratico con di fronte una società neofeudale spezzata in tante piccole corporazioni sociali – economiche – territoriali – etniche – culturali . In altri termini il terzo tema centrale è quello della responsabilità su come si sta dentro un conflitto 


Ognuno di questi punti meriterebbe un approfondimento ma come ho detto all’inizio voglio parlare della partecipazione reale e allora torno alla ciccia


L’ASSALTO NORMATIVO DI GOVERNO E REGIONI CONTRO LA PARTECIPAZIONE REALI DI CITTADINI ASSOCIAZIONI E COMUNITÀ LOCALI
L’assunto di fondo di questo attacco (oltre ai rapportini teleguidati  dell’osservatorio “Non nel mio giardino” www.nimbyforum.it)  lo troviamo in una frase di Massimo D’Alema "Una democrazia che non decide è una democrazia svuotata" !
Davvero è così?  Non sarebbe meglio dire che  una democrazia che non rappresenta è una finta democrazia.
E non sarebbe meglio dire che spesso a bloccare le decisioni non sono i confliggenti cittadini ma
1    la cattiva amministrazione,  i cattivi progetti,  le cattive istruttorie,      la carenza di dati e a analisi ambientali ed economiche delle aree interessate dai progetti.
E …… la demagogia della classe politica ……. Io non mi sono mai fatto illusioni sulla stagione dei sindaci perché non ho mai creduto alla elezione diretta dell’esecutivo che nella storia alla lunga ha prodotto solo danni alla democrazia….. 
Si parla di sindrome non nel mio mandato amministrativo, cioè di situazioni dimostrate anche da rapporti di fonti non sospette di sostegno ai conflitti ambientali come il Sole 24 ore. Situazione nelle quali le opere e gli interventi non vengono bloccate da ragioni ambientali o di tutela sanitaria, ma da logiche di bassa cucina politica quindi di tipo elettoralistico. 

MA vediamolo questo assalto alla democrazia partecipativa: 

      1.  STRUMENTI DI TUTELA DEI CITTADINI

-          segreto di stato agli impianti energetici civili:

-          sanzioni penali per chi si oppone ad impianti rifiuti dichiarati come strategici

-         giurisdizione esclusiva tar lazio su controversie in materia di impianti energetici

-          procedure accelerate di fronte alla giustizia amministrativa

-        riduzione termini per ricorsi al TAR  ed altro

-          Aumento costi ricorsi ai TAR

     2.     PROCEDURE AUTORIZZATORIE  E PARTECIPAZIONE

-         Riforma conferenza servizi in chiave efficientista
-          Abbrogazione della  Inchiesta Pubblica nella VIA per le centrali termoelettriche
-          TU Ambientale (DLgs 152/2006)  sulla Valutazione Ambientale dei Piani e Programmi: non prevede partecipazione del pubblico nella fase preliminare cioè la fase di costruzione dei presupposti, obiettivi e contenuti di detti Piani e Programmi
-          Da ultimo il tentativo di bypassare il ruolo delle Regione nelle intese sulle infrastrutture energetiche vedi recentissimo decreto legge sviluppo

     3.     STRUMENTI E SOGGETTI DI REPRESSIONE DEGLI ILLECITI AMBIENTALI
Assistiamo ad una progressiva privatizzazione controlli ambientali separando  istruttorie propedeutiche alle autorizzazioni e autocertificazioni  dai controlli ex post                                                                     
N.B.
Tutto ciò è avvenuto in un contesto in cui  non si fa altro che parlare di democrazia partecipativa da parte del potere  e addirittura il governo  Monti prevede un disegno di legge che dovrebbe introdurre il Dibattito Pubblico nel nostro ordinamento giuridico
Si tratta della parodia della democrazia partecipativa.  La democrazia partecipativa senza cambiare il modello di governo della cosa pubblica , senza introdurre la partecipazione nel procedimento decisionale, è poca cosa  perché rischia di tenere per sempre separati i due livelli:  quello del conflitto sociale con quello  delle decisioni formali.
  


LA STRATEGIA DI ASSALTO ALLA DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA TROVA A LIVELLO LOCALE LO STESSO LIVELLO DI INTENSITA’ ……  PROPRIO A PARTIRE DA DUE DELLE TRE PROBLEMATICHE VISTE ALL’INIZIO

L’USO DEL SAPERE DA PARTE DEL POTERE PUBBLICO NELLE SCELTE AMMINISTRATIVE E NEL MODO DI ELABORARLE E COSTRUIRLE
   IL RISPETTO DELLE REGOLE SIA DI LEGGE  IN GENERALE CHE DELLA TRASPARENZA E PARTECIPAZIONE IN PARTICOLARE
Queste due problematiche possono essere tradotte nelle seguenti regole
1. Rispetto della legge (premessa)
2. Trasparenza e regole di garanzia
3. Possibilità di essere coinvolti fin dall’inizio del processo decisionale facendo emergere i conflitti e non soffocandoli o rimuovendoli : andando a cercare i confliggenti più duri e confrontandosi con loro
4. Far emergere tutti gli interessi in campo sia quelli reali che potenziali
5. Ragionare per rischi e possibilità
6. Confrontarsi su scenari
7. Garantire la partecipazione (creando i presupposti per superare la c.d. asimmetria informativa vale a dire la differenza di possibilità di conoscenza e di competenza tecnico/scientifica tra il potere pubblico/privato e i singoli cittadini)
8. Motivare perché sono scelti certi scenari invece di altri
9. Tornare al pubblico comunicando i risultati del percorso
10. Decidere formalmente
11. Monitorare con la partecipazione del pubblico  LE SCELTE NON DEVONO MAI ESSERE IRREVERSIBILI

  
  
IL CASO SPEZIA E IL MANCATO RISPETTO DELLE REGOLE DELLA DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA
A Spezia quasi mai queste regole sono state rispettate :
La logica quasi sempre è stata quella DAD (Decidi Annuncia Difendi) cioè il potere decide una certa scelta di uso del territorio, l’annuncia al popolo, il popolo contesta, il potere difende questa scelta.  esempi in questo senso rimanendo alla pianificazione territoriale sono stati:
PIANO REGOLATORE DEL PORTO:  
1.       approvato su studi economici vecchi, senza scenari a confronto ma solo fondandolo su quello dei containers, non rispettando neppure quel minimo di indirizzi che erano emersi dal percorso di A21
2.      Non facendo funzionare l’Inchiesta Pubblica relativa alla VIA riducendola
3.      Non facendo funzionare il Tavolo di confronto sul PRP approvato dal consiglio regionale con apposito odg.

Per  toccare  la  questione  dell’uso  del  sapere  propedeutico  alle  scelte  dei  poteri  pubblici,  gli esempi spezzini si sprecano:
Tutti gli osservatori paritetici (enti - società civile) non hanno mai funzionato veramente: Acam, Bonifica Pitelli, Bonifica Area ex Ip.
La logica si può riassumere in una sciocca frase di una importante funzionaro dell’Istituto Superiore di Sanità  che, dopo anni di puzze nauseabonde che avevano invaso la città, chiamata a presentare pubblicamente l’impostazione di uno studio per verificare i rischi sanitari di queste puzze:  disse “potevate evitare di farmi venire qui”   ecco con quella frase aveva chiuso a prescindere ogni possibile credibilità del suo futuro studio da parte dei cittadini presenti ………  Come al solito l’arroganza produce non solo maleducazione ma anche crisi di credibilità delle istituzioni pubbliche a prescindere dalla bontà del lavoro svolto da queste facendo il paio con le strategie normative di attacco al sistema dei controlli pubblici cheabbiamo esaminato in precedenza (COME AL SOLITO TUTTO SI TIENE NO?)
Ovviamente l’assessore presente non riprese questo  funzionario pubblico: a conferma di un altro dato il progressivo deterioramento del livello della classe politica amministrativa anche a livello locale.
Un ultimo esempio il parere sanitario in vista della nuova autorizzazione alla centrale enel di spezia.  La legge lo prevede e prevede che serva per verificare la compatibilità sanitaria dell’attuale modello di funzionamento centrale (fondato sul carbone) con la salute dei cittadini spezzini.
Ma per superare la assimetria informativa che ho sopra indicato tra le regole di una corretta partecipazione occorreva che il parere fosse impostato  coinvolgendo la comunità locale spiegando le finalità dello stesso, i criteri e i parametri scientifica su ciò che doveva fondarsi  perché  anche la coscienza critica sociale del rischio  è componente essenziale delle decisioni pubbliche e non lo scrivo solo io,  lo afferma la  Corte di Giustizia  e il Trattato UE , come pure  il Consiglio di Stato  Ad Plen n.14 del 15/9/1999 ha affermato che :  “nel sistema della democraticità delle decisioni l’adeguatezza della istruttoria si valuta anzitutto nella misura in cui i destinatari sono stati messi in condizioni di contraddire”   



LA DISAPPLICAZIONE DELLE REGOLE DI DEMOCRAZIA PARTECIPATA AL PROGETTO DI AMPLIAMENTO DELL’AREA NAUTICA DEL LITORALE DEL COMUNE DI LEVANTO
A conferma che la logica antidemocratica sia ormai la regola nelle scelte dell’uso del territorio la ritroviamo in questo progetto, di cui ho trattato ampiamente qui

Anche qui per il progetto di ampliamento dell’area nautica  si è potuto riscontrare il mancato rispetto di molte delle regole di corretta partecipazione sopra  elencate
1     1. Violazione o aggiramento procedure di legge  (VAS in particolare)
 2. Carenze istruttorie e progettuali (VIA, valutazione di incidenza, disciplina opere difesa dal mare)
 3. Logica di impostazione della decisione secondo la filosofia DAD : “Se poi emergerà che la totalità dei levatesi si dice contraria, possiamo anche fermare tutto” (afferma il Sindaco sui quotidiani locali)....... magari si potevano sentire prima i cittadini se non altro per evitare di perdere tempo e risorse in progetti poi non condivisi no?

In particolare tipica della logica DAD è la tendenza alla rimozione del conflitto, sminuendo adeguatamente senza adeguata motivazioni le tesi critiche:
1    1.  mancata risposta alle osservazioni presentate a prescindere dalla procedura che vede la convocazione del consiglio
     2.  logica unilaterale sulla scelta progettuale: afferma il SindacoSe poi la Regione è contraria va benissimo, però deve essere chiaro che allora non si parlerà mai più di un porticciolo”.
3   3. confusione sulla importanza del progetto per la comunità di Levanto: “non dobbiamo farlo per forza”   per forza ? Un progetto di iniziativa pubblica si fa perché è utile e la sua utilità va dimostrata a priori non dopo che il progetto è presentato no? 
      4.  scarsa attenzione a comunicare i reali contenuti del progetto, afferma il Sindaco: “Il progetto non è invasivo dal punto di vista ambientale e tra l’altro andiamo ad intervenire su di un’area già esistente
      5. uso a priori di documenti e studi tecnici e scientifici senza averne verificato la coerenza con il progetto presentato, afferma il Sindaco: “crediamo che lo studio sulle correnti realizzato dalla Regione Liguria possa fornire buone garanzie
      6. incapacità di misurarsi con una progettualità diversa da quella presentata:  “Lo dicano. Rivogliono il paradiso? Bene. Comincino però a togliere le barche dalla spiaggia e la catenaria in mare, perché sono dettagli che con il paradiso si accordano malerappresentante della società Levanto Waterfront.


rimuovendo i confliggenti: 
      1. sempre secondo il Sindaco molti non sono residenti” : forse quello che conta è il contenuto delle critiche non chi le fa, a parte il fatto che i non residenti per un città turistica non sono una risorsa banale no?
2.  polemica assolutamente inadeguata per un rappresentante di una istituzione, il Sindaco: “se qualcuno vuole sostituirsi all’amministrazione per fare il mediatore, e ritagliarsi uno spazio, con me rischia di morire di fame.”  
3.   Tentativo di contrapporre il singolo cittadino al comitato  come se l’opinione pubblica generica fosse qualitativamente uguale in termini democratici a chi si organizza e argomenta nel merito le proprie critiche:  “ Non dico che chi vuole la riqualificazione deve costituirsi in comitato, ma li esorto comunque a far sentire la loro voce per esercitare così lo stesso potere democratico di chi è contrario
4.   Assunzione di un ruolo anomalo di un sindaco nel decidere chi ha fini politici e chi fini superiori “Condividiamo le preoccupazioni di quella parte di cittadini che non strumentalizzano la questione per farne una guerra politica, ma sono preoccupati per l’equilibrio marino e ambientale della baia.”  Ruolo anomalo perché il sindaco, in quanto capo della amministrazione pubblica  deve rispondere intanto nel merito  e nel merito il Comitato ha sollevato proprio le questioni relative all’equilibrio marino e ambientale….. quindi l’effetto comunicativo è che non sono le critiche di merito che preoccupano il sindaco quindi ma chi propone questo merito, ma questo è proprio una logica di parte politica che il Sindaco vorrebbe invece girare, scioccamente, sul Comitato di cittadini contrario all'ampliamento dell'area nautica, no?  

  

I NUOVI PARTIGIANI NELL’EPOCA DELLA  CRISI DELLA DEMOCRAZIA RAPPRESENTATIVA DEL 900
Ho scritto all’inizio, di questo post,  della necessità che la società civile organizzata si ponga il problema di un nuovo modello di governo della cosa pubblica nell’epoca della crisi della democrazia rappresentativa.
Non bastano le liste civiche ci vuole una nuova resistenza una nuova cittadinanza militante (per usare un aggettivo antico). Siamo in una fase di transizione e in queste fasi ci vogliono dei partigiani della democrazia partecipativa nel senso fin qui spiegato

i caratteri di questi partigiani
1    1. AZIONE IRREGOLARE  RISPETTO ALLE LOGICHE DELLA POLITICA 
      2. TRADIZIONALE  MOBILITÀ, CELERITÀ , ATTACCHI E RITIRATE A SORPRESA
      3. COERENZA CON SE STESSI METTENDOSI IN GIOCO COME SINGOLE PERSONE
      4. LEGAME CON IL TERRITORIO IN CUI VIVE PERCHÉ LI STA LA SUA FORZA

IL COMITATO VALLESANTA COME ALTRI COMITATI CON CUI COLLABORO (VEDI COMITATO CHE BOTTA O ASSOCIAZIONE POSIDONIA) HANNO QUESTE CARATTERISTICHE……. DOBBIAMO LAVORARE  SU QUESTO AGGREGANDO QUESTA NUOVA CITTADINANZA ATTIVA  DI “MOLESTATORI CONSAPEVOLI DEL POTERE” …… COMINCIAMO A PARLARNE SERIAMENTE!   

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