Si vedano
gli interventi sul secolo XIX , di qualche giorno fa, di Moreno Veschi e Jonathan Marsella, coordinatori provinciale e comunale
del Pd, come pure dell’ex Sindaco Pagano
(vedi qui).
Ma si
tratta di interventi veramente autocritici?
O siamo di fronte alle solite scuse “a
babbo morto”?
Vediamo il
pdpensiero
sul commercio (nei riquadri in
corsivo) ……. con un mio commento a seguire.....
i piccoli esercizi si confermano una componente essenziale
dell’economia provinciale
In realtà il dato vero è che soprattutto a
Spezia ancor più che nel resto della Liguria il trend è pericolosamente
discendente. Dal 2005 al 2010 le imprese del commercio a Spezia
sono calate di 400 unità da 5.344 a 4.946 con un trend negativo del 7,4% mentre
il comparto del terziario (tutto) in Liguria pur arrancando è riuscito a
strappare un incremento del 2% con Spezia che invece è andata sotto dello 0,3.
In calo anche gli occupati: 13% in meno in dieci anni.
Non solo ma secondo i dati del Ministero dello
Sviluppo economico, nel primo semestre del 2010 il valore a prezzi correnti delle vendite, in Liguria, è sceso
dell’1,1 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Vi ha
contribuito la diminuzione dell’1,7 per cento del commercio di tipo
tradizionale; per la grande distribuzione le vendite sono rimaste
sostanzialmente stazionarie (0,1 per cento). I dati più recenti confermano che il grandi centri commerciali continuano ad essere in crisi e non possono costituire la base per rilanci economici di città come la nostra.
“sostenere ancor di più il piccolo commercio
con le politiche pubbliche”
E’ esattamente il contrario di quello che vuole
fare l’amministrazione comunale che prima e durante la recente campagna
elettorale ha dichiarato che utilizzerà i soldi (“regalati” dalla società che
ha realizzato il centro Le Terrazze per l’accelerazione fornita dagli enti
pubblici alla “bonifica”) per migliorare
il verde in città e i collegamenti tra centro commerciale e negozi del centro
urbano sic! (vedi qui), insomma palliativi dopo che le scelte vere sono
state in gran parte fatte e altre stanno
per essere attuate.
“blocco di ogni autorizzazione a nuove grandi
superfici di vendita”
Detta così questa è una sonora stronzata giuridico amministrativa. Come ha affermato la Corte di
Giustizia della UE (Sentenza 24 marzo 2011 n.C400/08) all'interno degli stati membri, l'apertura
dei grandi centri commerciali non può essere subordinata a valutazioni di
carattere economico. Non si può, cioè, impedire l'insediamento degli
ipermercati perché potrebbero danneggiare il commercio al dettaglio o sulla
base del fatto che l'impresa già detenga una fetta consistente del mercato.
Invece le amministrazioni interessate , in primo luogo il
Comune, potevano intervenire utilizzando gli strumenti di pianificazione
urbanistica, non a caso a presupposto della procedura di autorizzazione
dell’outlet di Brugnato. Infatti la Corte di Giustizia nella sentenza sopra
riportata afferma che restrizioni alla libertà di stabilimento di grandi centri
commerciali: “possono essere giustificate da motivi imperativi di interesse generale,
a condizione che siano atte a garantire
la realizzazione dell’obiettivo perseguito e non vadano oltre quanto
necessario al raggiungimento dello stesso. Fra tali motivi imperativi figurano, tra gli altri, la protezione dell’ambiente, la razionale gestione
del territorio, nonché la tutela dei consumatori.” . Insomma più chiaro
di così ma questi motivi il centro sinistra che governa le politiche
urbanistiche della nostra provincia non li ha mai utilizzati.
Relativamente all’outlet di Brugnato vi è stata nel passato un’approvazione in
sordina di questo inedito polo commerciale, non previsto da alcun piano
territoriale o programma di settore…”
E’ evidente che qui siamo intanto alla totale ipocrisia
politico amministrativa, infatti:
1.
l’outlet è stato introdotto nella pianificazione urbanistica del Comune di
Brugnato da una variante al PUC.
2. a questa variante non è stata applicata la valutazione ambientale strategica,
impedendo la possibilità di valutare su scala temporale e spaziale adeguata l’impatto ambientale e sociale
dell’intervento
3. il
progetto non è andato a valutazione di
impatto ambientale impedendo di verificare adeguatamente tutti gli impatti
del progetto: idrogeologici, di vicinanza ad attività a rischio di incidente
industriale (deposito gpl), di impatto sul traffico, di impatto sul rumore etc.
etc.
Ma questi atti, anzi queste lacune valutative e di
legittimità del procedimento non sono state commesse solo dal Comune di
Brugnato (in mano al centro destra) ma dalla Regione Liguria che se non ricordo
male è governata dal centro sinistra o no?
Nel frattempo l’Autorità di Bacino Magra-Vara ha correttamente lasciato
agli enti che hanno concorso all’approvazione del progetto la scelta se
insistere o rinunciare alla realizzazione dell’opera
No l’Autorità di Bacino non è stata per niente corretta sotto il
profilo tecnico giuridico! Qualcuno lo dovrà pur dire pubblicamente.
Come ho dimostrato più diffusamente qui, i Comuni non possono in assenza della revisione della
classificazione del rischio della aree alluvionate svolgere la “valutazione”
richiesta dalla Autorità di Bacino, neppure utilizzando le loro competenze in
materia di protezione civile. Questo perché secondo la vigente normativa:
1. qualsiasi intervento nelle aree a rischio
esondazione (anche quelle a minor rischio peraltro): “deve prevedere
l’assunzione delle azioni e misure di protezione civile di cui ai Piani
Comunali di settore” (comma 1 articolo 18 delle norme
attuative del Piano stralcio di assetto idrogeologico)
2. ma quelle misure e piani di protezione civile dopo
gli eventi alluvionali, come quello dello scorso ottobre, devono essere
rivisti. In particolare: andrebbe
aggiornata la cartografia regionale delle criticità ad uso di
protezione civile (vedi DGR 829/2010). Tale cartografia riporta gli elementi di rischio sulla base
dei quali si possono già fare scenari di pianificazione verosimili per il
rischio idrogeologico e, in attesa di eventuali ulteriori approfondimenti
scientifici che si rendano necessari per definire meglio tali fenomeni alla
scala comunale, provvedere comunque alla redazione della parte di pianificazione
relativa al modello d’intervento.
E’ evidente che ad una nuova e più consapevole approvazione dell’outlet
di Brugnato occorrerebbe comunque andare, pur prescindendo dall’esito del
ricorso al Tar…
Beh qui siamo veramente al paradosso. Se il PD ritiene di
dover rivedere la decisione dell’outlet di Brugnato e di andare ad una nuova
autorizzazione, lo strumento è uno solo: chiedere all’interno della normativa
sulla VIA la riapertura del procedimento
di valutazione del progetto. Ciò è
possibile semplicemente perché il parere dell’Autorità di Bacino richiede
importanti revisioni progettuali a
quanto a suo tempo approvato da Regione e Comune con l’avvallo di altri enti
come la Provincia.
Tutto questo è stato dimostrato in questa istanza (vedi qui) presentata da Legambiente Liguria (con il supporto tecnico
giuridico del sottoscritto) al Presidente della Giunta Regionale e all’Assessore
Regionale dell’Ambiente che come è noto sono del PD; è altrettanto noto che la giunta
Burlando è sostenuta dal centro sinistra, o sbaglio?
Cosa hanno fatto quelli del PD in Regione rispetto a questa
richiesta avanzata ormai quasi due mesi fa?
NIENTE! Però cazzeggiano sui giornali locali facendo finta di essere contro l'outlet! IPOCRITI!
CONCLUSIONI…..
Gianfranco Bianchi, presidente di Confcommercio Spezia in una intervista di qualche tempo fa ha
affermato giustamente che “bisogna porre
un freno al proliferare della grande distribuzione organizzata”.
Ma…… intanto ormai c’è
poco da porre freno, dopo Le Terrazze, se passa anche l’outlet di Brugnato non
so a cosa ancora si potrà porre rimedio. Il problema vero è che anche quando si
criticano le scelte in questa città e provincia spezzina, come fanno i sopra citati esponenti del PD, lo
si fa in modo confuso, ipocrita e soprattutto a “babbo morto”.
Ci vorrebbe un'altra
cultura della pianificazione e programmazione dell’uso del territorio…… ma
forse ci vorrebbe un'altra classe dirigente e forse anche un altro popolo di
spezzini……. Troppo forse per il momento? Non credo perché il popolo siamo tutti
noi e dipende da noi comportarci diversamente e cambiare la classe dirigente
che ci sgoverna da decenni!
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