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martedì 19 luglio 2022

Rigassificatore di Panigaglia: siamo di fronte ad un ampliamento senza adeguate valutazioni e autorizzazioni

La Snam nell’intervista oggi su La Nazione di cui pubblico a fianco solo il titolo dichiara testualmente: non c’è un ampliamento dell’impianto di rigassificazione di Panigaglia ma solo di nuovi servizi. Ma il concetto di servizio in questi impianti è definito da apposito delibera ARERA (QUI) : "attività o servizio di rigassificazione è l’attività che, ai sensi del TIUC, comprende le operazioni di scarico, stoccaggio e rigassificazione del gas naturale liquefatto, inclusi i servizi di flessibilità e le operazioni di acquisto e successivo riaddebito della capacità di trasporto, effettuate tramite l’utilizzo dei terminali di rigassificazione del gas naturale liquefatto ovvero tramite l’utilizzo delle infrastrutture di stoccaggio di gas naturale liquefatto".

Poi la società aggiunge che non è vero che ci sarà un aumento significativo del traffico di GNL nel golfo per poi ammettere che, come minimo, saranno 10 viaggi al giorno e ogni viaggio porterà un’autocisterna. Quindi non pochi considerando la situazione del golfo spezzino intasato di traffici vari visto che stiamo parlando di un combustibile a rischio incendio se rilasciato nell’atmosfera.

Sulla mancata applicazione della VIA la Snam rimbalza la decisione al Ministero e su questo può avere ragione anche se la scelta del Ministero della Transizione Ecologica è francamente incomprensibile alla luce della vigente normativa in materia e della specificità del sito in cui è collocato l’esistente rigassificatore spezzino.

Ma vediamo con calma entrambe le questioni.

 

IL PROGETTO PREVISTO PER IL RIGASSIFICATORE DI PANIGAGLIA È UN AMPLIAMENTO

Intanto il mero fatto che il progetto sia stato sottoposto a verifica di assoggettabilità a Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) dimostra che è una modifica significativa dell’impianto attuale quindi un ampliamento.

Infatti la lettera b) comma 6 articolo 6 del DLgs 152/2006 afferma che la verifica di assoggettabilità si applica: “b) le modifiche o le estensioni dei progetti elencati nell'allegato II, II-bis, III e IV alla parte seconda del presente decreto, la cui realizzazione potenzialmente possa produrre impatti ambientali significativi e negativi, ad eccezione delle modifiche o estensioni che risultino conformi agli  eventuali valori limite stabiliti nei medesimi allegati II e III”.

D’altronde nel progetto stesso presentato da GNL Italia (gruppo SNAM) si legge che si prevede la liquefazione del Gas Naturale dal metanodotto e l'iniezione nei serbatoi del terminale per poi essere trasferito sulle bettoline. Quindi un aumento del gas trattato e del gnl prodotto. Insomma un pesante consolidamento di un impianto che oggi se fosse costruito ex novo quasi certamente, se non a prezzo di forzature inaccettabili, non passerebbe nessuna autorizzazione non solo la VIA ma soprattutto il nulla osta per la Direttiva Seveso III sul rischio di incidenti rilevanti.

Peraltro sul punto Snam rimuove l’aumento di navi gasiere previsto in arrivo al rigassificatore a prescindere dal progetto delle bettoline per il GNL (vedi QUI)!

 


IL PROGETTO DOVEVA ANDARE A VIA ORDINARIA

Il progetto doveva andare direttamente a VIA ordinaria in quanto l’attività legata all’impianto è sia pure parzialmente interna al sito di tutela della biodiversità (riconosciuto dalla UE) Zona Speciale di Conservazione (ZSC) IT1345005 “Portovenere - Riomaggiore - S. Benedetto”, (vedi mappa sopra riprodotta qui a fianco e tratta dalla documentazione prodotta dalla stessa Snam). Il tutto in coerenza con quanto affermato dalla vigente normativa: “b) i progetti di cui agli allegati II-bis e IV alla parte seconda del presente decreto, relativi ad opere o interventi di nuova realizzazione, che ricadono, anche parzialmente, all'interno di aree naturali protette come definite dalla legge 6 dicembre 1991, n. 394, ovvero all'interno di siti della rete Natura 2000;” (lettera b) comma 7 articolo 6 del DLgs 152/2006).

Non solo ma oltre alla questione del sito disciplinato dalla normativa europea sulla biodiversità c’è un altro aspetto che doveva portare ad una VIA ordinaria e cioè che uno dei criteri per verificare la applicazione di questa procedura più rigorosa è proprio il rischio di gravi incidenti potenzialmente producibili dal progetto (lettera f punto 1 allegato V alla Parte II del DLgs 152/2006).

 

 

L’AUTORIZZAZIONE AMBIENTALE AL RIGASSIFICATORE È SCADUTA

La Provincia della Spezia nelle sue osservazioni, relativamente alla Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), si limita ad affermare la scadenza dell'AIA del 2014 e aggiunge che dovrà essere revisionata nel 2021. Non risulta alcuna revisione dell’AIA.

Se l’impianto fosse stato mandato a VIA ordinaria si poteva avviare una procedura unica (ex articolo 27 DLgs 152/2006) al fine di adeguare il rigassificatore alla disciplina dell’AIA aggiornata mentre l’autorizzazione attuale è stata rilasciata vigente la vecchia disciplina.

    

 

LA NORMATIVA SEVESO III SUL RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE

Che il progetto consista in una modifica anche ai fini della disciplina sul rischio di incidenti rilevanti lo dimostra proprio l’avvio della procedura di verifica di assoggettabilità a VIA. Infatti l’articolo 18 del DLgs 105/2015 (attuazione Direttiva Seveso III) prevede che di fronte a un progetto che costituisce modifica di un impianto Seveso esistente (nel caso il rigassificatore di Panigaglia) il gestore deve comunicarlo alla autorità competente per avviare quanto meno la procedura di Verifica di assoggettabilità a VIA. Quindi siamo di fronte ad una modifica che richiede di avviare anche la procedura di rinnova del nulla osta previsto dalla Direttiva Seveso.

Peccato che le prescrizioni contenute nell’atto che ha deciso di non applicare la VIA ordinaria si dia una visione riduttiva del rischio di incidente rilevante facendo solo riferimento a problematiche di traffico stradale a terra.

In realtà il rischio è invece proprio a mare e il fatto che, come ammesso dalla norma nazionale, siamo di fronte ad una modifica significativa dimostra la necessità di affrontare in modo completo la istruttoria che porta alla revisione del rapporto di sicurezza e dei piani di emergenza interno ed esterno fino al nulla osta finale ai sensi appunto della normativa Seveso.

 

Non solo ma quanto affermato non solo nell’atto finale della procedura di verifica di assoggettabilità a VIA ma anche nelle dichiarazioni minimaliste di Snam oggi su La Nazione (cronache spezzine) dimostrano di voler rimuovere ben altre questioni molto gravi che sono strettamente legate al consolidamento e ampliamento del rigassificatore di Panigaglia e cioè:

1. il porto in generale non ha un piano di emergenza esterna e il porto è in se una attività a rischio di incidente rilevante (a prescindere dalla normativa Seveso) come confermato da questo documento ufficiale QUI ;

2. ci sono più impianti assoggettati alla normativa Seveso ma senza uno studio di sicurezza integrato dell'area per non parlare del trasporto dentro golfo di merci e sostanze pericolose;

3. ad oggi non c’è una adeguata informazione dei cittadini sul rischio di incidente rilevante per gli impianti Seveso presenti nel Golfo (vedi  QUI)

4. anche nella istruttoria del nuovo Piano di Emergenza Esterno per il rigassificatore di Panigaglia non appare rispettato il documento Ispra intitolato: “Indirizzi per la sperimentazione dei Piani di Emergenza Esterna degli stabilimenti a rischio di incidente rilevante ai sensi dell’articolo 21 del DLGS 105/2015QUI.

5. non è dato sapere se l’esistente rigassificatore di Panigaglia abbia rispettato rispettato le linee guida sulla verifica di vetustà dell’impianto come elaborato dall’apposito Gruppo tecnico nazionale (vedi QUI);

6. a breve inizieranno i lavori di potenziamento di un impianto potenzialmente pericoloso come la piattaforma che convoglia il carburante per aerei per le basi militari del nord Italia, aumentando il rischio di incidente nel golfo (c.d. Campo POLNato)

7. non si sa se la normativa sulle infrastrutture critiche (a rischio attacco terrorismo) sia stata adeguatamente recepita per il nostro golfo e coordinata con la presenza delle attività militari insieme con i già citati impianti Seveso per non parlare del trasporto di merci e sostanze pericolose e su questo aspetto non è vero che c'è un totale segreto militare. (vedi QUI e QUI)

 

 

      

                                                                                                                         

                

 

 

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